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Autore: vale93    11/08/2014    3 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo 12
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Quella mattina il temporale si scatenò puntuale appena le montagne schiarirono le cime, prospettando una giornata all'insegna dei tuoni che avrebbero scosso i vetri di tutto il castello.
Draco si trascinava annoiato fuori dall'aula di Storia della Magia, pensando a quanto difficile fosse mantenere la concentrazione quando fuori imperversava il finimondo. In quel momento, Hermione uscì dall'aula di Incantesimi, assieme alla solita combriccola di Grifondoro e alla testa rossa di Weasley, il quale cercava vistosamente di fare conversazione.
-Miseriaccia, è la terza volta che a fine settimana non si riesce a stare in pace. Con questo andazzo tutti gli allenamenti verranno annullati!-
Hermione incurvò le labbra in un sorriso, probabilmente poco interessata a disgrazie simili.
-Se non altro avrai una scusa in meno per non studiare- disse.
Lui brontolò qualcosa di incomprensibile e si fece scuro in faccia.
-Comunque- esordì poi tornando ad alzare la voce -Spero che per l'ultima gita dell'anno si rimetta, sarebbe davvero una sfortuna saltarla-
Hermione convenne che sarebbe stato un peccato.
A quel punto un breve silenzio calò su di loro, mettendo a tacere il ragazzo. Hermione non sembrò intenzionata a distogliere gli occhi dagli appunti, che aveva saggiamente tirato fuori dalla borsa, ma il compagno tornò incredibilmente alla carica, con un'ostinazione davvero ammirevole per un imbranato della sua specie.
-A proposito della gita- esordì, acquisendo un innegabile rossore sulla parte superiore delle guance, -Avevo in mente qualcosa, per questa volta.-
Hermione alzò finalmente gli occhi, smettendo di leggere.
-Calcolando che è tanto che non ci passo, potremmo andare a far visita a Fred. George è a casa malato, pare che una delle nuove invenzioni gli sia scoppiata in faccia e lo abbia coperto di bulbi viola.-
Hermione scoppiò a ridere, portandosi una mano alla bocca. -Dio, mi dispiace!- fece poi mortificata.
Ma Ronald non sembrò prendere male la sua reazione, al contrario ne fu estremamente soddisfatto.
-Figurati, è all'ordine del giorno. Gliel'ho detto di prendere una cavia, qualcuno su cui testarle. Ma no!, non vogliono che i loro segreti vadano spifferati. Sono diventati piuttosto scrupolosi da quando hanno beccato un gruppo di ragazzi coi taccuini in mano. Sai, la concorrenza..-
Hermione disse che probabilmente nessuno si sarebbe offerto per un lavoro del genere, comunque.
-Scherzi? Lavorare ai Tiri Vispi non è mica un'occasione da poco! Stanno avendo successo, sai? Soprattutto da quando hanno messo in vendita quei terribili filtri d'amore-
Proprio in quel momento un gruppo di oche del loro stesso anno passò loro davanti, ridacchiando sguaiatamente alla volta di Harry, che abbassò gli occhi imbarazzato.
-Insomma, sarebbe carino andare a dare un'occhiata- concluse. -Per questo, mi chiedevo.. che ne diresti di venirci con-ouch!- esclamò, venendole addosso con non troppa leggerezza. Hermione barcollò esterrefatta, perdendo gli appunti di mano.
Una ragazzetta tonda, con una grossa chioma di crespi capelli castani, era piombata addosso a Ron, in un modo non meglio precisato.
-Lavanda!- esclamò quest'ultimo, allibito.
La riccia emise una risatina squillante, prendendo a scusarsi in mille modi per quel terribile incidente.
Hermione la fissò attonita, sconcertata di fronte a una tale dimostranza di ridicola civetteria. I suoi appunti erano finiti sul pavimento, così si affrettò a raccoglierli prima che venissero calpestati.
-Hermione!- si sentì chiamare. Il ragazzo stava evidentemente cercando di liberarsi dall'ingombrante riccetta, ma lei ignorò la richiesta di aiuto.
-Sbrigati o farai tardi- disse soltanto, riprendendo a camminare.
Draco la vide chinarsi poco più avanti e prendere un altro paio di fogli. In quell'istante qualcuno si fermò ad aiutarla, raggruppando quelli che si erano allontanati svolazzando lungo il corridoio. Hermione sollevò riconoscente gli occhi sul benefattore e li sgranò, non appena si rese conto di chi si trattava. Blaise le lanciò un'occhiata penetrante, porgendole il materiale.
-Pozioni, eh? Anche noi ci stiamo andando.-
Draco, dal fondo del corridoio, si fermò.
Hermione prese il plico dal ragazzo e lo unì al resto degli appunti.
-Sì.. stavo controllando di avere tutto.. Ti ringrazio.- rispose. Il moro la fissò intensamente piantando i due occhi blu nei suoi, ed Hermione si chiese cosa potesse averlo spinto a rivolgerle la parola. Solitamente, i loro scambi di saluti fra una lezione e l'altra erano l'unica cosa che li legasse, sebbene raramente si fossero trovati nella condizione di farlo.
Malfoy assottigliò gli occhi per cercare di capire cosa stesse accadendo, e scansò malamente un povero malcapitato finitogli fra i piedi. Ma in quel momento il moro disse qualcosa che non sentì, e si allontanò dalla ragazza proseguendo lungo il corridoio. Questa restò a fissarlo per un paio di secondi, poi tornò a camminare anche lei.
Incupito, si chiese cosa potessero essersi detti. Lasciò che qualcuno lo sfiorasse, superandolo frettolosamente, finchè non si accorse di chi si trattava.
-Pansy- chiamò, vedendola allungare il passo.
La serpeverde si fermò all'istante, irrigidendosi. La raggiunse, compiendo tre lunghi passi con le dita ben strette attorno alla borsa.
-Draco..- esclamò questa una volta che le fu davanti. Il suo viso sembrava teso, ma sulle labbra portava un sorriso abbastanza ampio.
-Dove stai andando?- chiese insospettito.
Lei sembrò esitare, incerta sulla risposta. -A lezione naturalmente, perchè, tu dove vai?-
-Vengo con te- fece lui -A meno che tu non debba scambiare parola con qualcuno-
La vide saltare sull'attenti, colpita sul vivo.
-Di che parli?-
-Non lo so, forse dovrei essere io a chiederlo.. a te e a Blaise-
Gli occhi della ragazza si sgranarono all'istante, tradendola. -Non so di cosa tu stia parlando, non ci diciamo nulla di particolare-
-Ah sì?- fece lui, scettico.
La ragazza si morse il labbro ma annuì convinta.
-Scusa.. ma stiamo facendo tardi- disse poi con un passo indietro. E si avviò veloce verso il sotterraneo.
Malfoy rimase a guardarla mentre si allontanava, sentendo crescere in seno il sospetto.
Cosa potevano tramare insieme, lei e il Serpeverde, per comportarsi a quella maniera?
Zabini aveva appena avvicinato la Granger.. e Pansy sembrava proprio avere fretta di raggiungerlo. Per un momento, un lampo di lucidità gli illuminò gli occhi.
Blaise non aveva mai accettato l'idea della scommessa. Quante volte aveva tentato di dissuaderlo, nei giorni addietro? Poi, improvvisamente, aveva smesso. Così come aveva smesso la ragazza di venirlo a cercare. Davvero strano per una che gli moriva dietro neanche troppo velatamente. Quella coincidenza aveva qualcosa di tanto confuso quanto lampante.
Era gelosa della Grifondoro, era ovvio. Doveva capirlo già quando ne avevano parlato sulla Torre di Astronomia, e quando gli era piombata in camera chiedendo spiegazioni. Mentre Blaise.. Blaise non aveva fatto mistero del suo fastidio nei confronti della scommessa fin da principio. Stavano cercando di sabotarla.
Forse Pansy non era l'unica a desiderare che la ragazza gli stesse lontana. Forse, non era l'unica a provare sentimenti scomodi verso di lei.

~


-Che cosa ti ha detto?-                        
Erano da poco passate le sette, Hermione aveva appena finito di copiare un tema. La biblioteca quasi deserta stagnava nel silenzio più assoluto, l'ora di punta era passata quando lei era ancora a lezione di Rune, diverso tempo prima.
Alzò gli occhi dalla pergamena, fissandoli sul volto pallido del biondo chinato sul tavolo.
-Scusa?-
-Voglio sapere- fece lui guardandosi attorno circospetto -che cosa ti ha detto Blaise.-
Gli occhi di Hermione si aggrottarono in cerca di qualcosa che potesse spiegarle una domanda del genere, poi capì.
-Mi ha aiutata a raccogliere degli appunti. Una ragazza me li ha fatti cade-
-Sì, so che ha fatto. Quello che voglio sapere è cosa ti ha detto. Si è fermato a parlarti, l'ho visto.-
Hermione sgranò gli occhi sbigottita, non capendo quell'improvviso interrogatorio.
-Non mi ha detto nulla di particolare, solo commenti sulla lezione. Che cosa c'è?-
Draco staccò le mani dal tavolo, drizzandosi.
-Commenti sulla lezione- ripetè, come se non potesse crederci.
Corruggò la fronte. -Si può sapere che cosa ti prende?- chiese osservandolo.
Malfoy non rispose, prendendo a compiere alcuni passi davanti al suo tavolo.
Inarcò un sopracciglio, ma decise di non insistere. Odiava quelle sue arie così vaghe e fumose ed erano ormai diversi giorni che doveva sopportarne le stranezze. Si alzò, andando a rimettere al proprio posto un libro che aveva usato per la relazione.
Malfoy la seguì guardandosi attorno dopo un istante.
-Credevo ti stesse infastidendo, solitamente è quello che fa con i.. quelli come te.-
Hermione gli lanciò un'occhiata storta, girandosi appena. Su che fosse una scusa non ci pioveva, ma perchè raccontarne una? Cosa stava nascondendo stavolta?
-Le buone maniere sembrano essere arrivate anche fra i piani bassi, Zabini ne è l'esempio più eclatante.- disse, scoccandogli una frecciatina.
Malfoy sembrò storcere il naso ma non fece obiezioni.
-La tipa che ti ha fatto cadere i fogli- disse poi col chiaro intento di cambiare discorso -La Brown, vero? Vedo che l'incidente con la cioccorana non è servito a renderla più attenta.-
Hermione sbuffò un mezzo sorriso e scorse con le dita lungo lo scaffale andando alla ricerca di qualche altro manuale.
-E il Weasley?- insistette seguendola -Che cosa stava cercando di balbettarti? L'oca lo ha interrotto proprio sul più bello-
-Oggi non sai proprio farti gli affari tuoi, vedo- disse lei fermandosi alla T. Trasfigurazione.
Malfoy fece per ribattere, ma all'ultimo si accorse di una presenza a pochi metri da loro, ferma davanti allo scaffale su cui si erano fermati. Alzò gli occhi sul suo volto e si accorse che si trattava di un suo compagno, Pucey. Il Serpeverde distolse subito lo sguardo e rimise un volume a posto, allontanandosi.
Per un momento, Draco avvertì la spiacevole sensazione di essere stato colto in flagrante. Ma, a ragionarci meglio, non sapeva proprio cosa avesse potuto scatenargli quella reazione.
Pucey era ai Manici di Scopa il giorno del lancio della sfida, sapeva tutto della scommessa. Per cui, vederlo parlare con la Grifondoro doveva essere il minimo che potesse aspettarsi.
-E' che è talmente ridicolo- disse, saettando gli occhi a destra e a sinistra per verificare chi altri fosse presente. -I suoi.. patetici tentativi di farsi notare.-
-Come?!- esclamò.
Draco riportò finalmente gli occhi su di lei, che lo fissava incredula.
-Beh, non dirmi che non te ne sei accorta- ghignò.
La riccia gli restituì un'occhiata divertita, incurvando le sopracciglia.
-Però, che gran lavoro di fantasia, impiccione e anche creativo, potresti fare il giornalista. Chiedi alla Skeeter, sono sicura che adorerebbe un giovane aiutante.-
Malfoy contrasse il volto in una smorfia disgustata, storcendo il naso. -Preferisco fingere di non aver sentito. Come tu fingi di non capire quello che ti sto dicendo.-
-Avanti Malfoy, sono tutte sciocchezze. Io e Ronald siamo amici, ma abbiamo già appurato che il significato di questo termine ti è del tutto estraneo. Per cui non parlare di cose che non conosci.-
Draco la lasciò tornare al tavolo chiedendosi come potesse essere tanto ingenua.
Hermione sedette col libro fra le mani, e finì di compilare il questionario per il giorno dopo.
Le si mise di fronte, solo due tavoli più avanti, aspettando paziente che finisse. Poi prese a scribacchiare annoiato su un pezzo di carta e glielo spedì facendolo lievitare con la bacchetta.

Ti va di tornarci?

Hermione gli restituì un'occhiata confusa.
-Nella stanza- sillabò lui senza emettere il minimo suono.
Sgranò gli occhi castani. Credeva che dopo l'ultima discussione non avrebbe più voluto portarla lì. Sembrava davvero non apprezzare le sue considerazioni circa quello che avevano visto. Forse si era pentito di come le aveva parlato... o forse semplicemente non l'avrebbe più fatta entrare dentro.
Annuì, senza pensarci due volte.
Il biondo incurvò le labbra soddisfatto e si alzò, abbandonando la biblioteca.





Quando Hermione era arrivata in quella scuola, molti anni prima, sapeva di non potersi permettere sciocchezze.
Era una maga, certo, ma lo era da soli due mesi. Dal giorno, cioè, in cui aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts. Questo significava che avrebbe dovuto sgobbare molto di più e lavorare molto più duramente per mettersi al pari coi suoi compagni. Essere loro pari era per lei di basilare importanza.
Ciò, naturalmente, significava far di tutto per mostrarsi all'altezza, contribuire a far guadagnare punti e impedire in tutti i modi che questi venissero detratti.
Peccato che nel corso degli anni l'ultimo di questi tre propositi fosse andato a farsi friggere, per colpa delle situazioni più disparate.
Sbuffò, stringendosi il nodo della coda di cavallo dietro alla testa.
Ginny era china su una rivista di Quidditch abilmente sottratta al fratello, e non sembrava intenzionata a distoglierne l'attenzione molto presto.
-Scendo in sala a cercare gli altri, tu che fai?- le disse, poggiando una mano sulla maniglia.
La rossa rispose con appena un mormorio, senza muovere la testa. -Forse dopo scendo.-
Restò a fissarla sull'uscio. Era dal giorno prima che si comportava in modo strano; sembrava avere un qualche problema, una preoccupazione, o comunque un certo inspiegabile malumore. Si chiese se fosse il caso di chiederglielo direttamente, piuttosto che restare a covare quella sensazione senza far niente ma poi, ancora una volta, lasciò stare. Se avesse voluto dirglielo sapeva di poterlo fare.
Aprì la porta, lanciò un'ultima occhiata all'amica, e se la chiuse alle spalle.
La sala comune era occupata da molti dei suoi compagni di corso, fra cui ovviamente non mancavano Harry, Neville, Seamus e Ronald. I quattro discutevano di Quidditch, Hermione non ne era sicura ma sospettò che la causa fosse la rivista misteriosamente scomparsa del rosso e, forse, il maltempo.
Si sedette con un sospiro, lanciando un'occhiata veloce all'orologio. Venti minuti.
Di nuovo, il pensiero dei punti che le sarebbero stati sottratti se qualcuno si fosse accorto che usciva fuori orario la investì in pieno. Perchè rischiare a quel modo? Perchè rischiare per lui?
Qualcuno le si sedette accanto, ma lo ignorò.
Era difficile da credere, persino per lei, ma era come se qualcosa fosse cambiato fra lei e il Serpeverde nelle ultime settimane. Stavano diventando... amici?
Storse il naso, rabbrividendo al sol pensiero. Come le era venuta un'idea simile?
-Ho chiesto a Ron di potertelo chiedere- disse il qualcuno sedutole accanto. Hermione sobbalzò voltandosi.
Cormac McLaggen le sorrise dall'alto dei suoi ottanta centimetri fissandola con gli accesi occhi verdi.
-Scusa?- chiese.
-So che lo aiuti con i compiti e con lo studio. Gli ho chiesto di poterti rubare per un pomeriggio in biblioteca. Mi servirebbe una mano con Trasfigurazione. Che ne dici?-
Hermione sbattè le palpebre perplessa e lanciò un'occhiata a Ronald, che li fissava dall'altra parte della stanza.
-Io.. non credo di essere disponibile al momento- disse, cercando di decifrare l'espressione dell'amico.
-Oh, ma si tratta di un solo pomeriggio, e poi lui è d'accordo.-
-Prego?- esclamò rigirandosi.
Il ragazzo sembrò incurvare le labbra in uno strano sorriso.
-Beh sì, ho preferito chiederglielo prima. Sai... non vorrei...-
-Aspetta- lo fermò -fra me e Ronald non c'è nulla. Insomma, lo aiuto soltanto, aiuto anche Harry. Anche Ginny, quando c'è bisogno. Solo che vedi, sono già troppe persone. Non ho tempo adesso per mett
ermi a seguirne altre.-
Si rese conto di aver parlato con insolita foga, ma non le importò. Dopo quello che le aveva detto Draco quel pomeriggio, il terrore che qualcun altro pensasse che fra lei e Ronald ci fosse del tenero la metteva a disagio.
Il ragazzo sembrò vagamente deluso dalla risposta, ma non insistette oltre.
-Va bene. Allora, quando sarai più libera.. magari me lo farai sapere, no?-
Annuì, stringendo le labbra.
Cormac si alzò e le lanciò un debole sorriso, prima di defilarsi.
A quel punto Ronald abbandonò gli amici e la raggiunse, lanciandole una strana occhiata.
-Insomma.. Che gli hai detto?- chiese, evitando stranamente di guardarla negli occhi.
Hermione si chiese se per caso ci fosse un avviso con su scritto: "impicciarsi degli affari di Hermione" quel giorno. Nessuno sembrava volersi fare i propri.
-Che ho già troppo da fare con voi, adesso-.
Il rosso sembrò tirare un sospiro di sollievo e si rilassò.
-Ah bene, bene, non so davvero come farei se tu ti mettessi a seguire qualcun altro- fece, con insolita baldanza.
-Ma perchè gli hai detto che poteva chiedermelo allora?- chiese alzando un sopracciglio.
Il volto dell'amico si fece paonazzo.
-Io non gli ho detto un bel niente! Ho detto che solitamente non aiuti altre persone, ma che se voleva poteva provare a chiedertelo. Avrebbe dovuto capirlo da solo- disse. Dopodichè girò i tacchi e tornò a parlare coi compagni, lasciandola perplessa sul divano.


*


Quando lasciò la stanza, affacciandosi dietro al quadro, erano appena scoccate le undici. Si guardò attorno con attenzione, prima di mettere piede sul corridoio.
Le scale erano vuote.
Silenziosamente, prese a camminare lungo il pavimento alla destra del quadro, quando si accorse che qualcuno l'aspettava davanti all'arazzo. Malfoy era lì. Soffocò la sensazione che avesse già visitato la stanza prima del suo arrivo, e che si fosse fatto trovare fuori apposta.
-Ciao- disse, raggiungendolo.
Lui la salutò con un cenno della testa e si ficcò una mano in tasca.
-Niente divisa- commentò, alludendo alla gonna a pieghe e alla camicia che aveva indossato.
-Certe volte i vestiti vanno lavati, non sapevi?-
Malfoy sbuffò un ghigno e si fece più vicino alla parete.
-Allora, da dove iniziamo?-
Hermione inarcò le sopracciglia. -Non capisco.. che cosa vuoi fare?-
-Ho pensato che visitare un po' di stanze sarebbe stato divertente. Qualche idea?-
Scosse la testa e lui sbuffò. -Come non detto.-
Fece tre rapidi giri davanti all'arazzo e la porta comparve, esattamente come due notti prima.
Posò il palmo sulla maniglia e per un secondo a Hermione venne in mente che forse era venuto a controllare che nulla di compromettente si svelasse, ancora una volta, ai suoi occhi. Forse aveva voluto accertarsi che non succedesse più niente di imprevisto.
Draco spinse l'anta ed Hermione lo seguì.
Quello che seguì fu un vorticoso ed esaltante tour per le diverse stanze in cui era capace di trasformarsi la porta magica, un gioco di porte e di sale nascoste, di volta in volta disegnate dalla loro immaginazione. Draco la portò in luoghi gotici e ampi, pieni di finestre e lunghe scale, fortemente influenzati dalle stanze in cui doveva aver vissuto all'interno del suo maniero; mentre lei scelse ambienti piccoli e modesti, accoglienti e pieni di qualcosa che ne marcasse l'identità: un libro, un calamaio, una penna d'oca.
Dentro alla stanza in cui erano nascosti la villa e la parete rocciosa non entrarono più. D'altronde Hermione sentì che se lo aspettava già, nel profondo, che non avrebbe mai più rivisto quel giardino.
All'interno di una delle sue camere, l'ultima che visitarono, il solito pianoforte era comparso incassato in un angolo, adorno di tanti petali di rosa. L'aria era pervasa da una soffusa luce scarlatta, proveniente dall'illuminazione che sfiorava i cuscini drappeggiati di rosso. I muri, alti e spaziosi, erano quasi interamente ricoperti da grandi scaffalature, dove file di libri e di penne d'oca occupavano ordinatamente i ripiani.
-Carina- commentò Draco, entrando.
Hermione inspirò il profumo proveniente da un grosso vaso da pavimento.
-Forse la migliore, fino ad ora.-
Sorrise, avvicinandosi a uno dei cuscini.
-Sono stata in una stanza simile, in uno dei miei sogni. E' nelle illustrazioni di un mio libro di infanzia.-
Malfoy prese in mano uno dei volumi della libreria e lo aprì. Tolstoj.
Si guardò attorno, rimirando i dettagli che era riuscita a riprodurre da quell'immagine cartacea. Poi si alzò e si avvicinò allo strumento, grande quanto quello che aveva trovato nella prima stanza due notti prima. Suonò qualcosa che non richiedesse impegno, distratta, poi si accorse del ragazzo alle sue spalle, che si era avvicinato silenziosamente a guardare.
Si fece stretta sullo sgabello per lasciargli lo spazio necessario. Lui restò in piedi, indeciso, poi sedette. 
-Ti piacerebbe imparare?- chiese, notando come i suoi occhi seguivano attenti i movimenti delle sue dita.
Malfoy scosse la testa, continuando a guardare. -Non credo di esserci portato-
-Che sciocchezza- fece lei.
Gli occhi grigi si alzarono dalla testiera, incontrando il suo sguardo.
-Metti una mano qui- disse togliendo la propria dallo strumento, -E suona queste tre note.-
Il ragazzo rimase immobile, rigido.
-Do re mi- fece lei pigiando i tasti al posto suo -Fa sol la. Si do.-
Malfoy fissò quelle sette note senza muovere un muscolo, gli occhi imperscrutabili. Poi si alzò, allontanandosi dal piano.
-Facciamo qualcosa di più divertente- disse estraendo un sacchetto dalla tasca dei pantaloni.
Hermione indirizzò gli occhi a quel piccolo oggetto bianco.
-Cos'è?-
-Un pacco di caramelle. Dritto dritto dalle cucine di Mielandia.-
-Non le avrai di nuovo rubate a Tiger e Goyle?- fece in tono contrariato.
Il ragazzo scosse la testa.
-Non le ho rubate. Le ho trovate.-
-E dove?- assottigliò gli occhi.
-Prima.-
Hermione fece per ribattere che non aveva risposto quando un dettaglio di quando era appena arrivata le tornò alla mente. Malfoy che infilava una mano in tasca. Quella tasca.
L'aveva trovato lì? Prima che lei arrivasse? Ma come era possibile, se la stanza cambiava continuamente a seconda di chi si trovava di fronte? A meno che...
-Qualcuno l'avrà perso, perchè lasciarlo in giro? Così, l'ho preso.-
Hermione non disse nulla ma incurvò le sopracciglia continuando a fissare il sacchetto.
-Sei tornato nella Stanza delle Cose Nascoste prima di vedermi?- chiese.
Draco si irrigidì, spalancando gli occhi. Lei fece mente locale delle ultime cose dette e improvvisamente si chiese se non fosse quella, la stanza in cui andava di solito quando lo vedeva girare per le scale.
-Si può sapere che ci vai a fare in continuazione? A rubare quello che le persone dimenticano.. o forse nascondono?-
Malfoy sembrò irritarsi notevolmente, aggrottando la fronte.
-Ma come ti viene in mente?- sbottò -Chi ti dice che ci vado in continuazione?-
-Non c'è mai stato nulla qui, due settimane fa sono comparsi il telo, e la pergamena.- disse ricalcando le parole del Serpeverde. -Davvero acuta come osservazione. Devi venirci piuttosto spesso per accorgerti di una cosa del genere.-
Draco incurvò le sopracciglia, indurendo i lineamenti del viso. Per un momento, sembrò che fosse sul punto di inveire. Poi arricciò le narici e tirò un lungo respiro. -Le ho trovate in corridoio, non ho bisogno di rubare le cose degli altri. Non sono un.. pezzente.-
Hermione lo squadrò in silenzio, valutando se credergli o meno. Poi, decise che ovunque le avesse trovate e ovunque fosse stato, non era suo interesse saperlo. La lite del giorno prima le era bastata, per il momento.
-Va bene- disse, alzandosi a sua volta e accomodandosi su uno dei cuscini. -Cosa ci sarebbe di divertente in un mucchio di caramelle? Ti avverto che non ingoierò un'altra tuttigusti+1 da qui ad almeno un anno.-
Malfoy tornò a rilassarsi e mise su un ghigno malefico.
-Ci sono cose peggiori che una tuttigusti+1. Ma tranquilla, non ti manderanno al bagno.-
Prese posto accanto a lei su uno dei cuscini rossi sparsi sul pavimento e aprì l'imboccatura della busta.
-A te l'onore- disse, porgendogliela.
Hermione fece una faccia diffidente ma poi allungò la mano, tuffandola all'interno del pacco.
Quello che ne estrasse era un curioso confetto giallo, all'apparenza innocuo. Lo mise in bocca e cominciò a masticarlo lentamente. Quasi subito uno strano effetto frizzante si sprigionò dalla caramella, che si sciolse crepitando sulla sua lingua.
-Ma cosa..- esclamò. Non fece in tempo a terminare la frase che i suoi piedi si staccarono dal pavimento, prendendo a fluttuare nell'aria.
-Accidenti!- esclamò Malfoy scoppiando a ridere -Un'ape frizzola! Ora resterai attaccata al soffitto fino all'alba.-
-Stai scherzando?- gracchiò la ragazza allontanandosi sempre più da terra. -Perchè non me lo hai detto?! Adesso che faccio?-
-Avanti Granger, ne hai mangiata una soltanto, vedrai che in meno di un minuto finirà.-
Nel frattempo, infilò la mano pallida all'interno del pacchetto.
Questa volta, l'effetto fu meno immediato, e soltanto Hermione se ne accorse, guardandolo dall'alto. Da principio pensò di esserselo immaginato, ma man mano che masticava, il colorito della pelle del ragazzo si fece sempre più chiazzato e poco più tardi tre grosse macchie verdi gli erano apparse sulla fronte, sul naso e sulle guance, cosa che risultò talmente buffa che Hermione finì quasi col girarsi a testa in giù, ridendo. Malfoy invocò all'istante l'apparizione di uno specchio e appena vide ciò ch'era accaduto lanciò un urlo esterrefatto, prendendo a sputacchiare rumorosamente.
-Avanti Malfoy, in meno di un minuto tornerai normale, fidati- lo derise Hermione dall'alto del soffitto.
Draco le lanciò un'occhiata assassina e le tirò un'altra caramella, che afferrò al volo.
Doveva trattarsi di una Bolla Bollente, perchè le sue guance presero lentamente ad andare a fuoco, scoppiettando come tanti petardi.
-Acqua!- strillò, afferrando al volo il bicchiere di vetro apparso dal nulla, davanti al suo naso.
Malfoy scoppiò a ridere di gusto, ma alla sua prova successiva finì col beccare proprio una Piperilla, che sprigionò una nube di fumo dalle sue fauci spalancate.
Nel frattempo Hermione era riuscita a tornare a terra e ad afferrare il sacchetto di carta, per decidere da sola cosa pescare. Riuscì a trovare una liquirizia, ma a Malfoy diede una lumaca gelatinosa.
Successivamente ingoiò qualcosa che sembrò non avere alcun effetto, il che naturalmente la insospettì. Attese, con le guance che macinavano la piccola gelatina e gli occhi grandi fissi in quelli di Draco, attenti. Questi non ebbe alcuna strana reazione, a vederla, e lei d'altronde non si sentì in alcun modo perturbata. Così, fece per aprire bocca e chiedergli cosa vedesse, ma appena prese fiato un lungo e straziante verso stridulo si liberò dalle sue corde vocali, rimbombando fra le pareti.
Malfoy sobbalzò, arretrando di scatto, ed Hermione sbarrò gli occhi schiaffandosi le mani alla bocca.
Restarono a fissarsi in silenzio, sconvolti, ognuno con gli occhi spalancati.
Poi Malfoy scoppiò in una risata convulsa.
Buttò la testa all'indietro, inarcando la schiena, e si lasciò completamente andare sui cuscini del pavimento.
Hermione boccheggiò, non capendo cosa le fosse successo, e fece per ribattere, ma lo stesso sgraziato verso di prima si mangiò tutte le parole che voleva dire, trasformandole in un gracchiare incomprensibile. Malfoy aumentò le risa e lei lo incenerì con lo sguardo, cominciando a urlare.
Per tutta la stanza le grida sgraziate e le risa sfrenate dei due rimbombarono fragorosamente, talmente forte che se non si fosse trattato di una stanza magica, probabilmente tutto il castello si sarebbe svegliato di soprassalto dal proprio letto, strappato al sonno nel cuore della notte.
Malfoy continuò a sbellicarsi per una buona mezz'ora, sotto le minacce gracchiate di Hermione e poi anche a quelle verbali, quando ormai l'effetto della caramella era svanito, senza riuscire a smettere. Rise tanto, rise a bocca aperta, con le mani sulla pancia e gli angoli degli occhi umidi. E in quel momento le sembrò che, forse per l'effetto delle lacrime, le sue iridi si fossero sciolte. Lucide com'erano per il riso, parevano due gemme di ghiaccio dimenticate al sole, con le gocce che scivolavano via lavando il terrore e la freddezza. Erano diventate acqua e come l'acqua erano chiare, ma non più fredde. Non più distanti.
L'effetto devastante della caramella e la reazione ancora più insolita del Serpeverde la frastornarono al punto che Hermione smise improvvisamente di gridare, restando a fissarlo. Poi, quando questi si fu ripreso, incontrò il suo sguardo lucido e l'effetto singolare che era riuscita a procurargli. Le sue iridi erano luminose, appena un po' umide, e le guance piene e chiazzate di rosso. Il viso pallido era macchiato da un rosa quasi umano e i capelli sempre perfetti cadevano sulla fronte scompigliati, come se qualcuno vi avesse infilato le dita per sfregarli. Il ragazzo emise un verso sfiancato, recuperando il fiato che gli mancava, e le lanciò un'occhiata maliziosa.
-Sai cos'era quella?- chiese, divertito.
Scosse la testa.
-Nemmeno io. Il che vuol dire che hanno inventato una nuova caramella terribile e geniale e che tu sei appena diventata ricattabile. Peccato che non ci fossero altri a vederti!-
Hermione gli lanciò un'occhiataccia e riprese in mano il sacchetto. -Da adesso in poi deciderò io cosa farti mangiare e sappi che ricordo esattamente tutte quelle che ho preso.-
Malfoy accolse la sfida ed Hermione estrasse una manciata, versandola famelica sul pavimento.


*

Aprì gli occhi lentamente, sentendo le braccia intorpidite contorcersi sotto al peso della testa.
L'ambiente era illuminato, più di quanto lo fosse normalmente la sua stanza, e dopo qualche secondo si accorse di non trovarsi su un letto.
Girò la testa, cercando di capire dove fosse, e incontrò gli occhi chiusi di un volto, incorniciati da una fitta corolla di ciglia. Hermione dormiva supina accanto a lui, i ricci capelli sparsi sulle spalle rilassate, un ciuffo morbido sfuggito all'elastico e appiccicatosi sinuosamente sul labbro. La camicia con cui era venuta si era leggermente stropicciata, come se ci si fosse rotolata più di una volta, e i primi due dei sette bottoni erano slacciati. Guardò le gote liscie, appena un po' arrossate, e il nasino piccolo e a punta appena visibile dietro al braccio, piegato sopra al cuscino su cui si era addormentata.
Lentamente, si alzò a sedere sul pavimento, reggendosi la testa con una mano.
Il ritmo regolare del respiro gli suggerì che lei era profondamente immersa nel sonno e che non si sarebbe certo svegliata presto. Restò a scrutarla immobile, gli occhi grigi immersi in quel volto addormentato.
Che cosa era potuto succedere, per farli cadere in quello stato improvvisamente? Cercò di ricordare gli ultimi istanti di veglia, ma non vi riuscì. Forse avevano mangiato qualcosa di soporifero. Forse erano rimasti dentro troppo a lungo.
Portò le dita sottili sul mento della ragazza, sfiorandolo coi polpastrelli. La pelle era morbida. Lentamente, spostò il ciuffo castano dalle sue labbra. Queste rimasero perfettamente immobili, chiuse.
Un pensiero sinistro gli attraversò per un breve istante la testa. Abbassò gli occhi sulla gonna, appena un po' alzata, e sulle gambe lasciate scoperte. Per un momento sentì la pelle delle mani prudere, e un calore familiare diffondersi latente nel suo stomaco. Ma poi tornò a guardare il volto, serenamente addormentato, e le guance morbide. Si chinò su di lei, sfiorandone i capelli con la punta del naso, e aspirò a pieni polmoni l'odore che emanava. Sapeva di fiori freschi, un qualche shampoo. O forse si trattava dei suoi vestiti.
Potresti farti la Granger.. La vedremo uscire a testa bassa, finalmente! Si fermò.
-Oh, Draco come hai potuto?-Secondo me arriverebbe persino al suicidio-quella sporca mezzosangue...Trenta giorni. Datemi un mese e sarà mia.

Ritirò la testa, scostandosi di poco dal suo viso. Lei continuava a dormire.
Improvvisamente, le palpebre chiuse tremarono appena, e gli occhi castani della ragazza si aprirono sui suoi, vicinissimi. Malfoy era ancora chino su di lei, troppo vicino per non far pensare che si fosse avvicinato ulteriormente. Le iridi castane lo fissarono immobili, inespressive. Draco si chiese se fosse sveglia.
Per un istante, si scambiarono una lunga occhiata silenziosa, senza che nessuno dei due si muovesse. Poi, le ciglia della ragazza tornarono ad abbassarsi, e un respiro profondo la fece risprofondare nel sonno.
Malfoy restò a fissarla impietrito, il fiato trattenuto, gli occhi grigi spalancati sui suoi. Poi si allontanò, molto lentamente. Il viso della giovane era tornato immobile, completamente rilassato, così come il ritmo del suo respiro.
Si alzò, facendo attenzione a non calpestarla, e si diresse silenzioso verso la libreria. Lì prese un volume in mano, uno dei più grossi, e lo lasciò cadere con un tonfo.








Buonasera :)
Tutte le caramelle nominate in questo capitolo appartengono al mondo di Harry Potter e sono di invenzione della Rowling, non mia. Fatta eccezione per quella che provoca la momentanea espressione in versi animali, che nel film del Prigioniero di Azkaban viene inserita e probabilmente inventata dal regista.
Il negozio di Fred e George, i Tiri Vispi Weasley, si trova a Diagon Alley, non a Hogsmeade. Lo so. Ma non preoccupatevi, a tempo debito scoprirete come faranno ad andarci :)

Ringrazio come sempre tutti quanti, chi legge, chi commenta, chi salva la storia fra i preferiti e naturalmente chi mi segue dall'inizio
 
In particolar modo barbarak e de_dust, che hanno recensito l'ultimo capitolo.
Lasciatemi le vostre impressioni!


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