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Autore: Francine    12/08/2014    1 recensioni
Acqua nell'acqua di parole
Come un salto nelle gole
Verso isole di sole
Un volo libero di bere
Nelle azzurrità leggere
Anche per perdersi e cadere
Ricadere giù
(Acqua nell'acqua, Claudio Baglioni, 1995)
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: #426 – Muscoli
Titolo: Cuore di ragazza
Autore: Francine
Fandom: Free! –Eternal Summer
Personaggi: Go Matsuoka – Chigusa Hanamura
Genere: Commedia
Rating: Verde
Avvertimenti:
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine) 889/3
Eventuali note dell’autore (o alla fine se contengono spoiler):
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«Stavo pensando di andare al tempio Hiromasu, nel pomeriggio. Per prendere degli amuleti per i ragazzi, sai…», ha detto Amakata-sensei, con quell’aria di chi passeggia con la testa perennemente tra le nuvole.
E tu, che cosa hai detto?
«Bella idea! Ci vado io!»
Lo ricordi, sì, piccola Go?
Bene. E ricordi anche il perché ti sei offerta di andare tu, vero? Per comperare un amuleto anche per te. Uno di quelli che servono per trovare un fidanzato. Alto. Bellissimo. Tenero. E con un apparato muscolare da infarto. E non sei scesa dall’autobus con le guance in fiamme, pensando a quanto sarebbe stato bello se il tuo aspirante fidanzato avesse avuto i muscoli della schiena come quelli di Makoto-senpai, gli occhi di Haruka-senpai, l’allegria – e l’interno coscia – di Nagisa-kun e le spalle larghe di Rei-kun?
Non sarebbe stato bello. Sarebbe stato meraviglioso, pensi, fissando con sguardo preoccupato il cordone rosso.
«Avanti, su. Che aspetti?»
Chigusa è stanca. Vuole che questa faccenda finisca in fretta. Ti ha accompagnato, l’espressione delusa di chi si aspettava una passeggiata per negozi, a sbirciare le vetrine. O una puntatina al karaoke. E adesso ti guarda, la mani sui fianchi, chiedendoti con lo sguardo quanto ti ci voglia per esprimere il tuo voto.
«Vogliamo fare notte?»
«È… è necessario?», le chiedi. Con uno sguardo da cerbiatto impaurito che intenerirebbe il più spietato dei cacciatori. Peccato che su Chigusa non faccia presa.
«Sì», ti dice. «Deve essere qualcosa a cui tieni molto. Moltissimo. Altrimenti non ha senso.» Uno sbuffo spazientito e Chigusa alza la testa al cielo. È rosso, come se qualcuno vi avesse rovesciato un bicchiere di spremuta d’arancia. Un bicchiere gigantesco. «Se non credi a me, perché non chiedi al prete, laggiù?», ribatte, indicandoti il sacerdote poco distante, intento a vendere degli amuleti a due donne.
Tentenni. Lui potrebbe dirimere il tuo dubbio teologico… ma se ti chiedesse che cosa sei disposta a sacrificare perché i ragazzi vincano le gare della prefettura, tu che cosa risponderesti, Go-chan? La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?
Io non credo proprio…
«Adesso lo chiamo…», dice Chigusa. Ed il tuo «NO!», risuona forte e chiaro nell’aria del pomeriggio.
Chigusa ti guarda come se fossi appena sbarcata da Marte.
«Tutto ok, Ko-chan
«Tutto ok», le rispondi, ignorando il suo sguardo preoccupato. Tentennare non serve. Ti volti, e affronti il cordone rosso davanti a te. Lo afferrerai, lo tirerai e il suono delle campane porterà la tua preghiera agli dei, lassù, in modo che la sentano, forte e chiaro. E ti esaudiscano. Ti coglie un solo dubbio…
«Ma…», chiedi a Chigusa, senza voltarti. «Deve essere qualcosa di… radicale?»
«Radicale?»
«Devo rinunciare per sempre a qualcosa cui tengo tantissimo?», le chiedi – le sussurri, quasi che quel per sempre e quel tantissimo possano trasformarsi in piombo.
«Ma no!», esclama Chigusa. «Va bene anche se rinunci a qualcosa per un periodo determinato. Basta solo che ci rinunci davvero.»
Hai presente l’espressione “il faro in mezzo alla tempesta”? Ecco. Le parole di Chigusa ti addolciscono la pillola. Una parte di te ti sussurra che la tua amica sarebbe pronta ad assicurarti che la luna è fatta di formaggio se questo servisse a chiudere la questione in fretta, ma non ci badi molto.
Annuisci e chiudi gli occhi.
C’è una cosa a cui tieni tantissimo. Una cosa che ti piace vedere. Una cosa che aspettavi le gare della prefettura per poter ammirare in completa libertà, vagando da un atleta all’altro. I muscoli dei nuotatori. Ed è quello che sacrifichi perché i ragazzi possano vincere le gare. Almeno fino a quando le gare non saranno finite.
Sia!, pensi. E batti le mani tre volte. Quindi afferri il cordone rosso che penzola davanti ai tuoi occhi e lo tiri. Con energia. Il tlin tlin tlin delle campanelle riempie l’aria col suo suono argentino. «È fatta», sospiri. E ti volti verso Chigusa.
«Andiamo», le dici. Con l’animo sereno di chi ha fatto la cosa giusta. Con il tuo cuore di ragazza gonfio di fragile felicità. Vi incamminate verso casa – Chigusa è visibilmente sollevata alla prospettiva di lasciarsi il tempio alle spalle – con i talismani per i ragazzi nella tua borsa.
«Guarda che deve essere qualcosa a cui tieni davvero. Le gomme all’anguria o il latte alla fragola non valgono», dice Chigusa scendendo le scale.
«Lo so, lo so», la raggiungi. «Hai comprato un talismano perché Makoto-senpai si accorga di te?», le domandi. E lei arrossisce.
«No. No, no. Figurati…», ma sai che è una bugia. A fin di bene, certo. «Tu, piuttosto. Niente talismano? Non volevi un fidanzato?»
Certo che lo voglio. Ma se non posso guardare i muscoli dei ragazzi, come faccio a trovarlo?, pensi. Ma non rispondi, limitandoti a muovere la testa da destra a sinistra e viceversa. «No. Se ne parla dopo le gare della prefettura», rispondi. Prima di alzare la borsa al cielo e proporre:«Chi arriva per ultima paga il gelato!», e schizzare giù per la scalinata del tempio. Senza aspettare Chigusa.
Massì. Per due giorni eviterai di guardare i muscoli degli altri nuotatori. Sarà dura, ma hai sempre l’immaginazione. I sogni. E qualcosa mi dice che sognerai il fidanzato perfetto – quello con i muscoli della schiena come quelli di Makoto-senpai, gli occhi di Haruka-senpai, l’allegria – e l’interno coscia – di Nagisa-kun e le spalle larghe di Rei-kun – molte, molte volte. Vero, piccola Go?
 
   
 
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