SOLO NOI, PER SEMPRE...
Goten
sospira
profondamente, con un peso sul cuore.
“Trunks, tra una
settimana mi sposo”.
“Lo so”
Due parole sono
la risposta di Trunks, che è impegnato a sbottonare
lentamente la camicia di
Goten; Trunks che risponde come se la cosa non lo riguardasse affatto.
Goten sospira
stancamente.
“Dobbiamo
smetterla. Il tempo dei giochi è finito. Questa
nostra…cosa deve finire.”
Difficile
descrivere in qualche modo il loro legame.
Amici?
Amanti?
Amici e amanti?
Molto più
semplicemente il problema non se lo sono mai posto.
Loro sono Goten
e Trunks.
Punto.
Ad
entrambi
sembra di saperlo da sempre.
E a Goten
costano tanto quelle parole. Lo fanno soffrire, nel profondo del cuore.
Non
vorrebbe mai allontanarsi dal ragazzo dai capelli viola, vorrebbe
vivere per
sempre con lui soltanto, ma sa che non può. Per il bene di
entrambi è meglio
interrompere. Sa che dopo non ne avrà più la
forza.
“ ‘Questa nostra
cosa’?” gli fa il verso Trunks.
“Cosa c’è? Ti è
presa l’ansia prematrimoniale?”
Poi fa una
risata sprezzante, vuota, amara.
E come sempre
quando viene fuori quell’argomento, Goten avverte una punta
di gelosia nella
voce del compagno. Trunks sa che, nonostante tutto, nonostante quel
legame che
li unisce, dopo il matrimonio qualcosa cambierà. Goten
sarà costretto a donare
quasi tutto il suo tempo a Valese, la donna che ha deciso di sposare.
Come
percependo quei pensieri tristi, Trunks stringe improvvisamente Goten a
sé, una
mano affondata tra i capelli scuri e l’altra a sfiorargli
delicatamente il
viso.
Possessivo.
“Tu sei
mio, e io sono tuo. Non c’è altro.”
Un bacio quasi
violento e poi la sua lingua che lo tortura piacevolmente sul collo.
Conosce ogni
parte di quella pelle a menadito: conosce Goten, semplicemente.
E Goten capisce
che anche questa volta non riuscirà a mettere fine a tutto:
perché Trunks è più
forte, è sempre stato così, e puntualmente riesce
a mettere a tacere i suoi
scrupoli.
“Io la amo…”
mormora incerto.
Altra risata,
divertita questa volta, da parte del compagno. Non è che non
sia vero.
Goten ama
Valese, solo, in modo diverso da come ama Trunks.
Sempre che di
amore si tratti. A volte gli sembra essere molto di più, non
trova le parole.
Ma il
mezzosangue sayan è stanco di fingere, schiacciato dal peso
delle continue
bugie, stanco di assistere alla doppia vita che conduce come se fosse
di un
altro. Sa che sarà impossibile combattere con quel mondo che
non potrà mai
accettare la verità su di lui e su Trunks. Sa che quella
non-vita, grigia,
vuota, prenderà il sopravvento.
Perché la vita
per lui comincia solo in quei momenti in cui può stare con
Trunks.
Finché erano
ragazzini era stato tutto così facile, quasi divertente:
bugie su bugie, ogni
giorno.
Era divertente
uscire insieme con le rispettive ragazze, e in loro presenza scambiarsi
quelle loro
carezze e quei loro sguardi di nascosto, quasi come
per sfidare tutti a
scoprire la verità.
E poi ridere
insieme, abbracciati nel loro rifugio d’infanzia nel bosco,
come se avessero
messo in atto l’ennesimo scherzo.
Ma tutto cambia,
la vita cambia.
“Il
tempo dei giochi è finito”
Perché allora respingerlo fa così male?
Il
suo profumo,
il calore della sua pelle e i suoi capelli lo accarezzano, lo avvolgono
in quel
fragile sogno che condividono da troppo tempo.
Da sempre.
In quel sogno
tutto si ferma per un secolo, un giorno, un’ora, un secondo.
Sono solo loro,
semplicemente.
“Guardami. Puoi
spiegare cosa siamo? Qualunque persona fuori da questa stanza
può minimamente
comprendere qualcosa di noi?”
E’ Trunks
ancora, che sembra capire ogni sua minima emozione, ogni sua paura o
pensiero.
Trunks è la sua forza, è l’oblio della
ragionevolezza e dei sensi di colpa che
altrimenti avrebbero schiacchiato Goten da tempo.
Il moro non sa
spiegare cosa provi quando i loro respiri si infrangono l’uno
sull’altro,
quando le loro mani si stringono silenziose, nella infinità
di ore trascorse
solamente abbracciati guardando il mare e ascoltando i propri respiri
fondersi
con il vento.
Non sa perché
provi una morsa di malinconia mista a tristezza quando vede il viso di
Trunks
illuminato da un sorriso, mentre parlano del loro futuro, fantasticando
su una
vita diversa.
Una vita solo
per loro.
Non sa se si
chiami amore avere la certezza di appartenersi completamente
l’un l’altro,
eppure mentire, mentire sempre per difendere quella certezza che
altrimenti
crollerebbe.
“Non puoi
chiedermi di rinunciare a tutto questo, e non puoi chiederlo nemmeno a
te
stesso…Noi ci amiamo.”
Così vere quelle
parole.
Goten si lascia
spogliare del tutto, e prende ad ansimare sotto i baci di Trunks, le
cui mani
sanno esattamente dove sfiorarlo. Risponde con disperata passione a
quelle
carezze, mentre si lascia prendere da lui per quella che potrebbe
essere
l’ultima volta. Non importa quel che accadrà tra
sette giorni, dopo il suo
matrimonio, niente importa se non quel momento sospeso nel tempo, in
cui tutto
è troppo luminoso, troppo vivo per formulare pensieri
coerenti. C’è solo la
certezza che Trunks, con il suo amore, gli sarà sempre
vicino. Il domani non è
importante…Anche se dovesse perdere tutto, vivrà
quei giorni con tutto se
stesso. Non lascerà mai Trunks, e combatterà contro quel mondo che li vuole divisi. Lo farà per lui, per il loro amore.
Per sempre.