Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    12/08/2014    3 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Eisuke Hayami, appoggiato al bastone, osservava il laghetto del suo giardino dalla finestra dello studio privato. Le grandi carpe giapponesi nuotavano placide e il salice centenario ondeggiava lentamente, i lunghi rami esili mossi dal vento lieve. Picchiò la punta a terra sul pavimento di legno antico in un raro gesto di stizza.

Erano trascorsi tre giorni da quando Masumi se ne era andato. Non una telefonata né altro segno di riconciliazione. Anche se era andato via senza scenate - no, non erano certo da lui - non si era lasciato ingannare. Era il suo modo di guadagnare quegli spazi che gli aveva sempre negato e che ora non era più disposto a farsi mancare. Si voltò lentamente verso il suo collaboratore.

- Quindi è arrivato a questo - sussurrò assottigliando lo sguardo.

- Sì, signore - Hijiri entrò nel cono di luce della finestra facendo un passo avanti e uscendo dalle ombre della stanza.

- Vuole recidere ogni legame con me così da poter annullare il matrimonio con Shiori Takamiya - asserì con tono grave tornando a guardare il laghetto.

- Non conosco i motivi, signore - Hijiri rimase immobile, lo sguardo fisso davanti a sé.

Eisuke si voltò lentamente

- Certo che li conosci, ma per una spiccata lealtà nei suoi confronti, nonostante ciò che ho fatto per tuo padre, preferisci tacere - la sua bocca si piegò in un sorriso ironico.

Hijiri restò impassibile e il suo volto non tradì alcuna emozione.

- E tutto questo per Maya Kitajima? - rivolse la domanda al suo collaboratore che rimase ancora in silenzio.

Conosceva da tempo il piccolo segreto di suo figlio e anche se inizialmente lo aveva considerato un’anomalia accettabile nella vita quadrata e scandita di Masumi, da qualche tempo gli aveva dato un connotato completamente diverso. Esattamente dal giorno in cui aveva conosciuto di persona Maya Kitajima. Quella ragazza ardeva di un fuoco interiore e per lui era stato immediato il confronto e l’associazione con Chigusa. Era come lei, come la ricordava quando l’aveva vista recitare per la prima volta nei panni della Dea Scarlatta. I suoi occhi, il tono della sua voce, il modo di muoversi. Si era procurato tutti gli spettacoli messi in scena da quel giovane talento e aveva compreso perfettamente perché Chigusa l’avesse scelta come candidata per la Dea Scarlatta. E aveva compreso perché Masumi si fosse innamorato di lei.

Ma la cosa che lo aveva meravigliato più di ogni altra era che, nonostante Kitajima sapesse tutto ciò che aveva fatto Masumi contro Chigusa e contro di lei per ottenere i diritti della Dea Scarlatta, si era innamorata di lui! Era stato evidente dal suo comportamento alla festa di fidanzamento di suo figlio. Masumi aveva glissato con gli ospiti e Shiori, ma a lui non era sfuggita la reazione della giovane. Hijiri gli aveva riferito che per qualche motivo Maya Kitajima era salita sull’Astoria e aveva trascorso tutto il tempo della permanenza sulla nave con Masumi. Non sapeva cosa fosse accaduto, ma da quel giorno le cose erano drasticamente cambiate.

Masumi sembrava essere divenuto consapevole di qualcosa di importante perché si era deciso a rompere il fidanzamento con Shiori Takamiya, andando contro il suo volere. La donna, a causa del comportamento sconsiderato di suoi figlio, aveva tentato il suicidio. Picchiò di nuovo il bastone a terra, unico segno della stizza che lo pervadeva. In qualche modo Maya Kitajima  aveva cambiato Masumi nello spirito, facendogli riacquisire quei tratti umani e deboli che aveva cercato di cancellare fin da quando era bambino per trasformarlo nel suo erede. Era così vicino ad ottenere la Dea Scarlatta! Doveva riportare suo figlio alla ragione e se non ci fosse riuscito con le buone lo avrebbe fatto con le cattive.

- Dì a mio figlio che ci incontreremo domani mattina negli uffici della Daito - ordinò con voce secca al suo collaboratore. Hijiri fece un lieve inchino e uscì in silenzio dalla stanza.

Maya rigirava fra le dita il ciondolo di Sakurakoji immersa nei suoi pensieri. Il cielo notturno visibile dalla finestra della stanza che divideva con Rei era completamente scuro, non si vedeva alcuna stella. Anche sebbene avesse detto a Yu che glielo avrebbe reso dopo lo spettacolo dimostrativo, aveva già preso la sua decisione. Anche se il suo amore non fosse stato corrisposto, non avrebbe mai potuto accettare quello di Sakurakoji. Posò il ciondolo e prese il segnalibro con il petalo della rosa scarlatta con dita tremanti. Ogni volta che aveva un minuto di tranquillità la sua mente veniva invasa da scene di quell’alba incredibile sul ponte della nave mescolate a ciò che lui le aveva detto in seguito, che era stato solo un passatempo, e alle parole rassicuranti della signora Tsukikage con la quale si era in parte confidata.

Chiuse gli occhi e pianse sommessamente stringendo il segnalibro al petto.

- Maya… cerca di dormire - la voce rassicurante di Rei e il suo tocco discreto sulle spalle la fecero sussultare.

- Rei… - mormorò Maya avvicinandosi e abbracciandola stretta, piangendo disperatamente.

- Maya, devi stare tranquilla… domani al Kid Studio riprenderai a recitare e ogni anello si congiungerà, vedrai! - Rei cercò di rassicurarla, ma aveva visto cosa stringeva in mano. Anche se la Dea Scarlatta era senz’altro la sfida più importante e più sognata da Maya, questa volta sembrava che il suo cuore fosse equamente diviso fra il teatro e ciò che provava per l’ammiratore delle rose scarlatte.

Maya si fece aiutare passivamente da Rei finché non fu sotto le coperte. L’amica avvicinò il suo futon e si voltò verso di lei. Si scambiarono un sorriso poi Maya si fece seria.

- So chi è il mio donatore di rose scarlatte - le confidò in un sussurro. Rei spalancò gli occhi meravigliata, comprendendo finalmente il perché di quello stato afflitto e ascoltò tutto ciò che aveva da dirle.

A notte fonda Maya si addormentò mentre Rei fissava il soffitto. Incredibile. Eppure… era una storia che sembrava uscire direttamente dalla Dea Scarlatta tali erano le somiglianze. Età, aspetto, rango… per loro due erano parametri che non avevano importanza. Maya si era sfogata, aveva pianto, le aveva raccontato ogni cosa: dalla prima volta in cui lo aveva incontrato nel teatro dove cercava il posto, fino alle ultime parole della signora Tsukikage, la quale doveva aver intuito chi fosse il desiderio del cuore della sua allieva e nonostante tutto l’aveva spronata ad accettare quell’amore impossibile.

Maya aveva inciso nella memoria ogni loro incontro, ogni parola che si erano detti, ogni screzio, umiliazione degli ultimi sette anni, tutto ciò che di negativo aveva fatto per ottenere i diritti della Dea Scarlatta, il suo coinvolgimento nella morte della madre di Maya. E tutto quello che aveva fatto di positivo: l’aveva spronata a reagire, aveva pagato le cure alla signora Tsukikage e a sua madre, la ristrutturazione del teatro, i consigli per Puck, la scuola, i vestiti, il planetario, la sera dell’aggressione, la valle dei susini, l’Astoria, le rose e decine di altri momenti ed eventi che erano accaduti negli anni. E Shiori Takamiya.

Maya sembrava aver registrato ogni particolare che lo riguardava e, quando aveva scoperto la sua identità alla fine di “Lande Dimenticate”, le due figure si erano fuse perfettamente. La luce del donatore di rose scarlatte e le tenebre di Masumi Hayami. Yin e yang.

Ma lei, incredibilmente, si era innamorata di lui prima di scoprire che fosse il donatore di rose… Il racconto di ciò che era accaduto nella valle dei susini era stato stupefacente. Anime che si toccano, destinate a incontrarsi e ad amarsi… Sarà vero?

E un uomo come Masumi Hayami che si era innamorato di lei? Quello forse era ancora più incredibile di tutto il resto…

Maya sembrava serena adesso, il volto era disteso, anche se stringeva ancora il segnalibro. Probabilmente era arrivata al limite della sopportazione per averle confidato ogni cosa. Aveva avuto dei sospetti su Masumi Hayami, sembrava avere l’incredibile capacità di essere sempre nei paraggi quando lei aveva bisogno e riusciva a dire sempre la cosa giusta che riportava Maya sulla retta via quando la smarriva in qualche ruolo troppo complesso.

Tirò su la coperta e tornò a fissarla. Isshin era stato costretto ad uccidere Akoya, entrambi avevano compreso il sacrificio che andava fatto e Rei sperava vivamente che la realtà non somigliasse così tanto alla fantasia.


Nell’istante in cui Maya raccontava ogni cosa a Rei, Kuronuma incontrava Masumi Hayami al chiosco sotto il ponte. Aveva chiamato la sua segretaria quel pomeriggio, lei glielo aveva passato e ora erano lì, in silenzio, a bere sake insieme.

- E’ sicuro di quello che mi sta dicendo? - i suoi occhi freddi non avevano battuto ciglio.

- Signor Hayami… non l’avrei chiamata qui per farle perdere tempo - era sempre sospettoso il presidente della Daito e non si fidava di nessuno.

- Ayumi Himekawa rischia di perdere la vista, ma continua le prove? -

- Sissignore - e il regista inclinò la testa - Il nostro Isshin ha una gamba ingessata, forse potrebbe essere conveniente per tutti spostare la data dello spettacolo dimostrativo e di conseguenza quella della prima. Il due ottobre è troppo vicino… - finì tutto il sake e ne chiese altro. Masumi Hayami restò in silenzio chiedendosi come avesse fatto il regista a scoprire tutte quelle cose.

- Sa perfettamente che la signora Tsukikage si è affiliata all’Associazione Nazionale per lo Spettacolo appositamente per impedirmi di entrare in qualche modo nell’organizzazione di questi eventi della Dea Scarlatta. Cosa le fa credere che io possa fare qualcosa in merito? - lo fissò con un sorriso sarcastico.

- Se c’è qualcuno che può fare qualcosa è lei, signor Hayami - non gli aveva chiesto come era venuto in possesso di quell’informazione relativa alla Himekawa, ma probabilmente non gli interessava.

- In questo modo aiuterebbe anche Maya Kitajima - la buttò lì, voleva vedere come avrebbe reagito e per una volta Masumi Hayami lo accontentò. Si voltò lentamente verso di lui cercando di celare il suo interesse senza riuscirci stavolta.

- Perché? - domandò semplicemente. Se non fosse stato dannatamente importante, Kuronuma si sarebbe messo a ridere.

- Kitajima non sta bene, le prove sono un disastro. Ogni volta che deve entrare in contatto con Isshin sembra non essere neanche la stessa attrice. C’è qualcosa che non va e rimandare lo spettacolo potrebbe aiutarla - mentì e venne ricompensato per la seconda volta per il suo intuito. Vide un lampo freddo attraversare gli occhi di Masumi Hayami e si rese improvvisamente conto che il destino a volte poteva nettamente dividere i desideri del cuore da ciò che era necessario fare. In realtà, dalle prove presso lo Shuttle X quattro giorni prima, Maya sembrava un’altra persona. La sua discesa della Dea nel campo di battaglia era stata incredibile e persino le scene d’amore con Isshin avevano funzionato meglio delle ultime volte.

- Non sta bene, dice? - Masumi finì il sake fissando davanti a sé - Non sembra una che si arrenda alle difficoltà -

- No - ammise Kuronuma - Ma deve essere accaduto qualcosa con il suo ammiratore, era la sua ancora di salvezza, l’unico che le sollevava l’animo nei momenti di difficoltà ed ora sembra sparito - per la terza volta, quella sera, Kuronuma vide quell’uomo serio e riservato cedere e mostrare un’emozione. Ad un altro osservatore magari sarebbe sfuggito il serrarsi della sua mascella, ma non a lui, abituato a cercare gli stati d’animo negli attori.

Masumi si alzò e tornò alla macchina.

- Non posso fare niente, è fuori dalla mia portata, signor Kuronuma - gli disse dandogli le spalle.

- Neanche per Maya Kitajima? - insisté il regista tenendo sollevata la tendina del chiosco.

Masumi Hayami entrò in macchina e se ne andò senza rispondere.

Kuronuma fissò pensieroso l’auto che se ne andava, poi sorrise, guardò l’uomo dietro il chiosco e si fece riempire un’altra volta il bicchierino.

- Ah, che grande cosa l’amore… smuove le montagne! - e scoppiò a ridere sotto l’occhiata curiosa del venditore.


Imboccò la circolare interna e spinse la macchina ad alta velocità. Aveva il cuore pesante, per come aveva trattato Maya, per come le aveva mentito, per Shiori, ma più di tutto provava un odio viscerale per se stesso, per aver permesso a suo padre di plasmarlo secondo la sua volontà, annullandosi e, per un certo periodo, ringraziandolo anche.

Hijiri aveva già riferito a Maya del suo invito a incontrarla a Izu. Lei aveva pianto e si era mostrata molto emozionata. Quando Hijiri aveva palesato l’idea di portargliela via… aveva perduto il controllo, lo aveva aggredito, eppure era una delle pochissime persone che avrebbe potuto chiamare amico. Quella strana discussione lo aveva fatto riflettere profondamente.

Non poteva sposare Shiori. Non poteva più continuare a mentire a Maya anche se temeva la sua reazione. Non poteva più soccombere a suo padre. Quei tre giorni in albergo erano stati una liberazione. Aveva avuto modo di riflettere in pace, senza la sua ombra a ostacolarlo. Era andato a trovare Shiori ogni giorno, ma la sua situazione era rimasta invariata.

Spostò lo sguardo per un attimo sulla cartellina bianca appoggiata sul sedile che conteneva i fogli che lo avrebbero separato per sempre dal cognome di suo padre. E da Shiori Takamiya. Tornò a guardare la strada e rivide quell’alba meravigliosa sulla prua della nave. Le sue parole, le sue braccia intorno che lo stringevano, consapevoli.

Si erano promessi di aspettarsi. Lui lo aveva promesso a lei. Maya si era aperta, gli aveva confessato i suoi sentimenti e più di una volta! Era stata molto più coraggiosa di lui, che si era arrogato il diritto di proteggerla sempre pensando che da sola non potesse farcela. Un sorriso malinconico gli increspò le labbra. Chissà cosa aveva significato per lei accettare di amare un uomo come lui… con tutto quello che ti ho fatto Maya… com’è possibile?

Squillò il telefono e toccò il pulsante sul volante attivando la risposta vocale del computer di bordo dell’auto collegato al suo cellulare.

- Suo padre vuole incontrarla domani mattina in ufficio - riferì Hijiri con la solita voce pacata. Masumi fissò il display per un attimo.

- In ufficio? - non aveva alcuna voglia di confrontarsi con lui, ma forse era la cosa migliore. Gli avrebbe detto ogni cosa. Fissò la cartellina bianca.

- Sì, signore - confermò Hijiri restando poi in silenzio.

- Va bene - stava per chiudere la telefonata, ma sentì che Hijiri aveva qualcos’altro da dirgli - Cosa c’è? -

- Maya Kitajima - Masumi sussultò udendo il suo nome - La sera precedente le prove allo Shuttle X è stata dalla signora Tsukikage, era molto triste, piangeva quando è entrata, ma non quando è uscita - spiegò il collaboratore con voce atona.

- Sai perché è andata da lei? - piangeva per colpa sua? Per la Dea Scarlatta? Strinse i denti e accelerò ancora, voleva solo tornare in albergo e buttarsi sotto la doccia.

- No - rispose Hijiri.

- Hai assistito alla prova allo Shuttle X? - Kuronuma gli aveva appena detto che non era stato soddisfatto.

- Sì -

- Com’è stata? -

- Giocavano… - la voce di Hijiri gli giunse chiaramente velata da un sorriso.

- In che senso? -

- Sinceramente non ho idea di cosa stia facendo il regista… avrebbe dovuto essere presente lei, signor Masumi… - gli fece notare con una punta di accusa celata nella voce. Masumi strinse di nuovo i denti.

- Maya? - chiese Masumi, ma Hijiri esitò.

- Qualsiasi cosa le abbia detto la signora Tsukikage deve aver funzionato, perché era magnifica… - rispose dopo qualche secondo e la morsa della gelosia si strinse intorno al suo cuore. Afferrò il volante con forza e le sue nocche sbiancarono. Hijiri… ciò che mi hai detto è stato solo per cavarmi fuori la verità oppure provi davvero qualcosa per lei?

- Capisco - mormorò - Ti chiamo domani -

- Buona notte, signor Masumi - lo salutò Hijiri.


   
 
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