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Autore: Acchan074    12/08/2014    3 recensioni
Okay, forse quella era una situazione imbarazzante. Davvero imbarazzante. E tutto per via di quel ragazzo.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, forse quella era una situazione imbarazzante. Davvero imbarazzante. E tutto per via di quel ragazzo.

 
Tre settimane fa, mentre accompagnava l'idiota a casa dopo l'allenamento, il piccoletto si era fermato di colpo, accusando un dolore all'occhio. Gli si era avvicinato con l'intenzione di metterlo a tacere in qualche modo, ma si era bloccato vedendolo strofinarsi l'occhio, lacrimando leggermente. Gli era sembrato... strano. Cosí, ignorando le capriole immotivate del suo stomaco, gli aveva spostato la mano dalla faccia, gentilmente, e, abbassandosi all'altezza del suo viso, gli aveva preso il mento fra le mani e lo aveva guardato negli occhi, per capire cosa ci fosse di strano.
 
Mai prima di allora aveva pensato a Hinata in quel modo. Mai una sola volta quei pensieri gli erano passati per la testa. Mai. Ma vedendolo lí, con gli occhi sgranati per la sorpresa, leggermente rosso per non si sá quale motivo, il suo cuore aveva fatto un balzo e aveva preso a battere piú velocemente. E gli era venuta voglia di baciarlo. Perché vederlo lí, sorpreso e un poco imbarazzato, lo aveva confuso. E gli aveva fatto pensare che fosse dannatamente carino.
 Hinata, registrato il fatto, divenne completamente rosso in pochi secondi, molto imbarazzato, e spostó subito lo sguardo, chiedendogli di lasciarlo andare. Si, perché gli stava ancora tenendo ferma la mano che gli aveva spostato dal viso. Kageyama l'aveva lasciato andare, ancora scosso dalla piega dei suoi pensieri, e Hinata si era subito allontanato con un balzo, ancora rosso in faccia, tenendosi la mano che poco fa lui aveva stretto. Il resto del viaggio era proseguito in un silenzio pesante, e Hinata si era tenuto a distanza, frapponendo fra loro due la sua bici.
 
E ripensandoci, forse era da li che erano iniziati i suoi pensieri. Da quella sera tutte le volte che vedeva Hinata o che gli si avvicinava, il cuore prendeva a battergli piú veloce e si sentiva veramente impacciato. Per sua fortuna era molto bravo a fingere e l'idiota non sembrava essersi accorto di nulla.
E dopo due settimane di pensieri e sensazioni nuove, aveva preso in considerazione l'idea che Hinata potesse piacergli. Era strano che si fosse preso una cotta per un ragazzo, aveva sempre pensato di trovar carine le ragazze. Ma tutte le volte che vedeva Hinata sorridergli, chiedergli di alzare la palla per lui, tutte le volte che lo faceva arrabbiare o esultava con lui, sentiva come se tutto quello fosse giusto. Era giusto che tornassero a casa insieme. Era giusto che fosse solo lui ad alzargli la palla. Era giusto che gli sorridesse sempre. E voleva che tutto questo gli appartenesse, che fosse solo suo e di nessun altro e non gliene fregava piú che Hinata fosse un maschio perché gli piaceva cosí com'era. Un dolce e semplice idiota.
 
E adesso quel suo idiota stava dormendo, rannicchiato contro di lui, il viso appoggiato alla spalla, cosí vicino al suo che i loro respiri si fondevano. E il cuore riprese a battergli piú in fretta, facendogli venire caldo alle guance. Non riusciva a staccare gli occhi dalle labbra di Hinata, leggermente socchiuse, e si chiedeva quanto ancora avrebbe potuto resistere. Erano cosí vicini che se solo si fosse mosso di poco verso di lui, avrebbe finalmente potuto baciarlo. E davvero lo avrebbe fatto, se Hinata non avesse mugolato nel sonno, facendolo trasalire. Si accorse che si era avvicinato davvero tanto all'altro, cosí si allontanó, sempre piú nervoso. Doveva calmarsi. E in fretta. Chiuse gli occhi e fece tre respiri profondi, sentendosi leggermente meglio. Il cuore ritrovó il suo regolare ritmo e le guance gli tornarono ad una temperatura consona. Cercó di ripercorrere i fatti per sapere come era arrivato a quel punto. Si ricordava un allenamento piuttosto faticoso, poi gli spogliatoi e piú nulla. Doveva essersi addormentato mentre si toglieva le scarpe, dato che ne aveva una sola indosso. Ma perché diavolo non lo avevano svegliato? E soprattutto, perché Hinata era li con lui?? Si giró verso il diretto interessato, che ronfava beatamente. Voleva svegliarlo e chiedergli cosa ci facesse lí, ma l'espressione rilassata sul suo volto lo fece desistere. E poi non é che quella situazione gli dispiacesse. Anzi. Sarebbe rimasto lí finché Hinata non si fosse svegliato. O avrebbe voluto. Perché gli cadde un occhio sull'orologio appeso alla parete proprio di fronte a lui. Le 22:54. Doveva tornare a casa. Doveva sfortubatamente tornare a casa.
 Avrebbe potuto mandare un messaggio a sua madre e avvertirla del suo ritardo, ma per fare ció si sarebbe dovuto alzare dalla sua posizione a terra per prendere il cellulare, svegliando comunque il ragazzo. Optó per svegliarlo e andarsene e scosse leggermente il suo compagno, che mugoló seccato e si strinse al suo braccio come ci si stringe al cuscino. Questo movimento, oltre a far riprendere la sua corsa al cuore di Kageyama, gli permise di sentire il battito regolare del suo compagno. Senza smuoversi troppo, inizió a picchiettare con il dito sulla guancia di Hinata, sperando che si svegliasse. Il metodo funzionó e poco dopo il ragazzo aprí gli occhi, guardandolo spaesato.
"Buon giorno, Kageyama-kun"  mormoró assonnato, regalandogli un bellissimo sorriso, seguito e rovinato subito dopo da un enorme sbadiglio. Nessuno dei due si mosse, e il piú piccolo adottó un sorriso ebete frutto del post-dormita, che si trasformó in forte imbarazzo non appena si fu svegliato un pó di piú e si fu reso conto della situazione. In pochi secondi Hinata cambió colore da bianco a rosso acceso, e inizió a balbettare scuse sconnesse
"M-mi dispiace, io non v-volevo... cioé volevo ma non volevo c-che tu... insomma, avevo sonno e tu dormivi e sembravi c-cosí comodo... e poi s-sono a-andati via... e adesso non-" Kageyama frenó il flusso di pensieri sconnessi del compagno tappandogli la bocca con una mano e scuotendo la testa seccato
"Va bene, idiota, va bene cosí. Non importa che ti scusi" Hinata si rilassó a quelle parole e un pó del rossore scemó dal suo viso. Scostó la mano dell'amico dalla sua bocca e fece per alzarsi.
 
Ma Kageyama non voleva che se ne andasse. Non adesso. Non ora che erano lí, soli, senza nessuno intorno. Cosí, d'istinto, lo afferró per un polso e lo tiró a sé, facendo in modo che cadesse a sedere sulle sue gambe, e lo strinse, assaporando l'odore dei suoi capelli. L'altro, totalmente spaesato, fece una leggera pressione sul petto dell'amico per scostarsi, ma nessuno dei due lo voleva veramente, cosí rimasero abbracciati, in silenzio,  leggermente in imbarazzo. Potevano sentire entrambi il respiro dell'altro e il calore che emanavano. Potevano sentire il battito accellerato dei loro cuori. Potevano sentirsi vicini.
 
Cosí, di nuovo, preso dall'istinto e dall'atmosfera del momento, Kageyama pensó 'Ora o mai piú' e, alzato il viso di Hinata con una mano, colmó la distanza fra di loro.
 
Non sapeva esattamente cosa fare, dato che era la prima volta che baciava qualcuno, ma sentendo il piú piccolo sussultare a quel contatto, sorpreso, e poi rilassarsi e cingergli il collo con le braccia, si lasció andare. E non pensó a nulla, solo alle labbra calde e impazienti di Hinata, che fremevano d'eccitazione e chiedevano di piú. Si staccarono solo quando mancó fiato ad entrambi e si guardarono negli occhi, consapevoli di quello che provavano. Entrambi avevano aspettato troppo a lungo e, una volta varcato il confine, non c'era modo di tornare indietro. Cosí Hinata si accomodó meglio sulle ginocchia dell'altro, avvinghiandosi stretto alla sua schiena con le gambe e riallacciando le braccia attorno al suo collo. Kageyama strinse il fianco del piccoletto con una mano, mentre con l'altra gli accarezzava i capelli, provocandogli brividi per tutto il corpo. Grazie a queste carezze Hinata scattó, poggiando le sue labbra su quelle del compagno di squadra, prima in modo casto, poi sempre piú vorace. Una mano strinse i suoi capelli mossi, mentre l'altra si spostó dal fianco sulla schiena, percorrendola gentilmente e facendo in modo che il corpo del piú piccolo aderisse a quello dell'amico. Poi Kageyama gli schiuse le labbra, assaporandolo piú a fondo e facendogli mancare l'aria. Si staccarono di nuovo, ansimando, ma il moro tornó subito sulla sua preda, approfondendo sempre di piú il bacio e stringendo il corpo tremante del piú piccolo a sé. Gli morse il labbro inferiore, per poi passare a torturare il collo, lasciandovi una scia di baci e morsi, che resero la pelle di Hinata bollente e lo spinsero a trattenere il ragazzo verso di sé, desiderando di piú. Kageyama allora osó infilargli le mani sotto la maglia, carezzandogli le costole e la schena, continuando la tortura al collo e attirandolo sempre piú a sé, finché al piú piccolo non scappó un gemito che colse entrambi di sorpresa, facendoli tornare alla realtá. Si staccarono, rossi in volto e ansimanti, Hinata con i capelli ridotti ad un disastro, la maglia leggermente alzata e qualche morso sul collo.
 
L' imbarazzo li colse di nuovo, piú impetuoso di prima, e il rosso si seppellí il volto fra le mani, ripensando a cosa era appena successo. E se non si fossero fermati? Kageyama lo avrebbe preso lí, adesso? E lui avrebbe avuto la volontá di fermarlo prima che lo facesse? Si stava cosí bene sotto i suoi baci, sotto il suo tocco, fra le sue braccia...
 
Era talmente immerso in quei pensieri che trasalí quando il compagno gli tolse gentilmente le mani dalla faccia, guardandolo serio e baciandolo dolcemente
"Mi piaci, Hinata" sussurró piano, con uno sguardo serio, facendolo avvampare ancora di piú. Spostó lo sguardo ovunque, evitando accuratamente quello della persona di fronte a lui, che aspettava una risposta
"Beh... ecco... io... penso che... ecco... anche tu... insomma... io... MI PIACE KAGEYAMA!" finí per urlarlo, liberandosi di un peso portato troppo a lungo. Lo bació in fretta, senza che il suo rossore accennasse a diminuire. Kageyama sorrise comprensivo e gli prese la mano, intrecciando le sue dita con quelle piccole dell' altro
"Andiamo, é tardi" mormoró, e si alzarono dalla loro posizione, Hinata senza staccare lo sguardo da terra, Kageyama senza lasciargli la mano, finalmente chiariti.
 
 
******
 
 
"A proposito, ma cosa ci facevi addormentato accanto a me?" chiese Kageyama curioso, sulla strada del ritorno. Hinata, che si era finalmente calmato, riassunse la sua tonalitá rosso marmellata e spostó lo sguardo a terra, fermandosi nervoso. Ok, si erano promessi che durante la strada verso casa non si sarebbero saltati addosso, ma se il piccoletto continuava a fare quella faccia imbarazzata, non sapeva se sarebbe riuscito a mantenere la promessa.
"Beh... Tu ti sei addormentato, tutti ridevano ma nessuno voleva svegliarti, cosí mi hanno lasciato lí dicendomi di farti da balia finché non ti fossi svegliato. Ma mi annoiavo e cosí... visto che sembravi molto comodo..." il rossore si diffuse anche sul collo, impedendogli di continuare. Kageyama sospiró, un pó divertito dalla reazione di Hinata, un pó seccato per il comportamento della squadra. L'indomani nessuno l'avrebbe passata liscia: come si poteva lasciare Hinata l'idiota a fare da balia a una persona? Da balia, poi!! Neanche avesse avuto cinque anni o novantasette! Si, ne avrebbe dette quattro a tutti. Ma solo dopo averli ringraziati.





Hem... prima fanfition che scrivo. Vi ringrazio tantissimo per essere arrivati fin qui anche se la storia non è un granchè. Sono ben accette critiche, segnalazioni errori e consigli vari. Volevo scrivere un sacco di cose qui sotto, ma le ho dimenticate. Sarà l'emozione? Vabbè, alla prossima (si, perche ci sarà una prossima volta)
Acchan
  
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