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Autore: _M e l_    12/08/2014    2 recensioni
Marie avrebbe voluto vivere per amore, invece si era ritrovata a vivere di amore, proprio come una bambina viziata che quando non può ottenere quello che vuole se lo prende con la forza – e Marie non poteva amare, nonostante ne fosse alla continua ricerca.
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Questa storia partecipa al contest "Indovina La Citazione" indetto da Il_Genio_del_Male su Facebook. Il prompt utilizzato è il numero 6 "Ma forse un giorno tu busserai alla mia porta, ed io mi amerò così tanto da non aprire. (F. Roversi)" del Sabato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And I'll leave you, Marie.

And I won't hear a sound til you fall to my knees,
Saying, "Please, don't leave me"
Saying, "Please, don't leave me"

And I'll leave you, Marie
With your bags at your feet
And your frame dropped to your knees

I think we'll be even then, don't you agree?*
Keaton Henson – Not that you'd even notice.

 

Marie aveva questo strano modo di amare, come se non gliene fregasse nulla dell'altra persona – e Dio solo sa quanto questo fosse vero. Aveva unghie affilate che usava come appigli per aggrapparsi alle sue nuove fiamme e riuscire comunque a non scottarsi mai e labbra avide con cui succhiava via l'amore dagli altri, per riscaldare il suo cuore morto. Marie avrebbe voluto vivere per amore, invece si era ritrovata a vivere di amore, proprio come una bambina viziata che quando non può ottenere quello che vuole se lo prende con la forza – e Marie non poteva amare, nonostante ne fosse alla continua ricerca. Sceglieva le sue vittime con accuratezza – prediligeva i poeti, perché erano quelli che la facevano sentire più amata – e le illudeva, con i suoi occhi da gatta e le sue finte promesse. Quando poi si rendevano conto dell'inganno, Marie aveva già preso da loro ciò che voleva, e se li lasciava alle spalle come carcasse di ossa e pelle, senza rimpianti.
Era tremenda, Marie, crudele, e Sebastien lo sapeva fin troppo bene quando aveva deciso di iniziare quel gioco con lei. Era certo, lui, di non cadere nella sua trappola, si credeva troppo furbo per essere ingannato, ma Marie era davvero brava a farsi amare, e Sebastien non aveva unghie abbastanza lunghe che gli permettessero di non farsi scottare dal suo fuoco – perché Marie bruciava, Dio se bruciava, ed era proprio quello a creare l'illusione: tutti pensavano che lei bruciasse d'amore, e mai nessuno aveva capito che invece lei bruciava del loro di amore.
Sebastien era così sicuro di sé che per Marie fu facile abbindolarlo con i suoi graffi e i suoi morsi che lasciava, lasciva, dappertutto sul suo corpo – Sebastien amava quella passione animalesca che ben si addiceva alla terribile figura di Marie e se ne rese conto mentre baciava con reverenza il segno dei denti che lei gli aveva impresso sul polso. Sebastien cadde nella trappola un giorno di settembre, quando fu così presuntuoso da credere che con il suo amore avrebbe potuto salvarla – in realtà voleva solo cambiarla, ma Marie era stata se stessa per così tanto tempo che il pensiero di poter essere migliore non la sfiorava minimamente. Marie, cattiva, rideva nel vederlo disperarsi per quell'amore che provava e leccava le lacrime dal suo viso per assaporare appieno il gusto della vittoria, mentre Sebastien l'attirava a sé e la pregava, la scongiurava, di avere pietà di lui.
Marie se lo lasciò alle spalle come con tutte le altre carcasse, ma non lo lasciò mai andare. Era stato presuntuoso, Sebastien, e Marie voleva punirlo – voleva annientarlo, anche per aver pensato che lei non andasse bene così com'era. Allora Marie ritornava sempre in quel giorno di settembre, facendosi beffe di lui e impedendogli di dimenticarla – voleva che lui morisse con in testa solo i suoi occhi e voleva vedere se il suo amore (il suo strano tipo d'amore) era così potente da portarlo alla morte. Sebastien la stringeva tanto forte da lasciarle lividi olivastri sulla pelle bianca e poi si chinava a baciare e carezzare quei punti da lui stesso danneggiati, mentre le ripeteva singhiozzando che l'amava e che lo stava ammazzando. Marie si beava di quelle parole e di quei gesti, e si sentiva venerata come la musa che Sebastien invocava nelle sue poesie, forse ignorando che lei aveva ben altro ruolo nei suoi scritti – rappresentava una strega che gli mangiava il cuore e poi glielo faceva ricrescere, condannandolo ad innamorarsi sempre di lei e a disperarsi per questo. Quando poi ne aveva abbastanza, Marie si rivestiva con lentezza, per prolungare l'agonia di Sebastien, che la vedeva sfuggire alla sua presa e sapeva di non poter fare niente per fermarla. Allora Sebastien la guardava con odio – incapace tuttavia di provarlo – e le diceva che l'amava, ma che un giorno ci sarebbe riuscito ad ammazzare il suo ricordo – «Forse un giorno tu busserai alla mia porta, ed io mi amerò così tanto da non aprire.» e Marie rideva forte e gli mordeva le labbra, che era il suo modo di baciarlo che Sebastien tanto amava, e poi gli rispondeva, prima di scomparire: «Mi ami troppo per amare anche te stesso.».
Dunque, Marie cadde nello stesso errore di Sebastien, peccando di presunzione, e, quando Sebastien le diede l'ultimo bacio e lei si accorse di non poter succhiare via più niente da lui, Marie si ritrovò in ginocchio a pregarlo, piangendo, di non dimenticarla e a urlargli che non poteva, perché lui doveva ammazzarsi con il suo ricordo ben fisso in mente.
Sebastien rise di quella bambina viziata e le disse che la strega non possedeva più il suo cuore.






 
*E non sentirò alcun suono finché non cadrai sulle ginocchia
Per dirmi “ti prego, non lasciarmi.”
Per dirmi “ti prego, non lasciarmi.”

E io ti lascerò, Marie,
Con le tue valigie ai tuoi piedi
E il tuo corpo in ginocchio.

Penso che allora saremmo pari, non sei d’accordo?





Adoro i testi di Keaton e quando ho visto il prompt non ho potuto fare a meno di associarvi la canzone! La traduzione l'ho presa da qui: Dear... (album stupendo, tra l'altro... già detto che l'adoro? xD).
Spero che la storia sia piaciuta eee... nulla, se avete qualcosa da domandare, fate pure ^^
Questa storia partecipa al contest "Indovina La Citazione", indetto da Il_Genio_del_Male su Facebook. Il prompt utilizzato è il numero 6 (Ma forse un giorno tu busserai alla mia porta, ed io mi amerò così tanto da non aprire. (F. Roversi)) del Sabato.


Ringrazio chi metterà la storia tra le seguite/preferite/ricordate, chi recensirà e chi leggerà solamente :)
Vostra,
     _M e l_
   
 
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