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Autore: Chihiro_90    12/08/2014    2 recensioni
Eneide, libro 6°. Enea come Odisseo compie il suo viaggio nell'aldilà, e qui ad un certo punto del suo cammino incontra Didone, suicidatasi dopo la sua partenza. Prova a chiamarla per parlare con lei un'ultima volta ma questa lo ignora. E se invece si fosse voltata a rispondere ? cosa avrebbe detto ad Enea?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Infelice Didone… ahimè ho provocato la tua morte? Giuro per le stelle e i celesti, e per la fede se ve n’è nel profondo della terra, a malincuore, oh regina, partii dal tuo lido… Ferma il passo… Questa è l’ultima volta che il destino mi concede di parlarti”

“Allora ringrazio il destino, caro Enea. Per la prima volta in tutta la mia vita ringrazio il destino. Lo stesso che ha strappato Sicheo dalle mie braccia, lo stesso che mi ha costretta a scappare da mio fratello, lo stesso che ti ha spinto a salpare dai miei lidi. Come puoi vedere, Enea, nulla ci è concesso portare nell’aldilà, all’infuori delle emozioni e dei ricordi. Ma le mie emozioni pesano come un macigno. C’è la malinconia, che neanche da morta mi abbandona: in vita era mio marito Sicheo a mancarmi, ora è mia sorella Anna. Sai, anche da qui riesco a sentire l’eco del suo pianto straziante. C’è la tristezza, per non esser potuta tornare nella mia terra natale, per non aver potuto vedere complete le mura di Cartagine. E poi c’è la rabbia. Neanche la morte riesce a quietarla, né la gioia di stare di nuovo accanto a mio marito. Sono arrabbiata. Sono furente. Con te per primo, che mi hai fatto credere di poterti amare. Hai avvicinato il pane alla bocca di un affamato per poi sottrarglielo dopo avergliene fatto saggiare solo il profumo. E per giunta in che modo mi hai abbandonata! Mi chiedo davvero come farai a fondare una città. Con quale coraggio intraprenderai una guerra, dato che non ne hai avuto abbastanza nemmeno per rifiutarmi quando ancora eri in tempo?! Ma soprattutto, con quale sfacciataggine offrirai il tuo amore ad un’altra donna, facendole le stesse implicite promesse che facesti a me? Ti nascondi dietro al tuo dovere, dietro al volere degli dei dicendoti coraggioso, pieno di virtù, ma la realtà è che sei vuoto. Vuoto come le profezie che ti ostini a seguire, convincendoti di non poter fare altro, quando l’unica verità è che sei codardo. Vuoto e codardo. Tremi all’idea di seguire le tue emozioni, temi che possano riservarti un destino come il mio. Ma sai che ti dico? Se ora guardo la tua vita, la mia non mi appare poi così terribile. Certo, ho sofferto, ho provato rabbia, ma sono stata anche felice, sono stata innamorata. Tu non hai provato niente di tutto ciò. Hai solo seguito il tuo “dovere”. Te la faccio io una profezia ora. Fonderai la tua bella città. Farai la tua bella guerra. Magari ti sposerai anche. Ma nel fare tutto ciò resterai vuoto, e vuoto morirai. Magari finirai tra i beati, magari banchetterai addirittura con gli dei, ma avrai un bagaglio leggero, di soli ricordi. Niente emozioni per il pio Enea.”
 
“Oh, Didone. Non serve dunque avere un corpo in grado di reggere il peso di una spada, per poter ferire. Le parole creano cicatrici peggiori di quelle inflitte dal ferro, e più veritiere sono e maggiormente dolgono. Come hai detto io sono un codardo. Combatto quando mi dicono di farlo, viaggio da quando mi hanno detto di farlo, e non amo, da quando mi sono reso conto che amando porto solo tristezza. Ti devo ringraziare per avermelo fatto capire, bella Didone. Resterai il mio ultimo amore.”
 
“Dici di avermi amato, Enea. Non so se ci voglio credere, ma ormai non ha più importanza. Tu sei vivo, e lo resterai ancora per molto, io sono morta, e lo sarò per l’eternità, assieme a Sicheo, finalmente. Le nostre strade si separano qui. Addio Enea dal cuore vuoto.”
 
  
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