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Autore: DreenaBikramBlack    13/08/2014    0 recensioni
Andrea Refaeli è una normalissima ragazza di sedici anni, che ha delle amiche con cui si diverte tantissimo e con cui spera di passare l'estate migliore della sua vita. Ma se all'improvviso qualcosa si spezzasse? E se scoprisse che il ragazzo che ama nasconde un grande segreto? E la vita di Andrea non sarà più normale com'era sempre stata?
Genere: Comico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
L’INIZIO DELL’ESTATE: ATTESA, PROMESSE E VESTITI
Ok. Niente panico. Posso farcela. No. Devo farcela. Se prendo un’insufficienza in questo compito è finita. Verrò rimandata per questa sola stupida materia e addio all’estate completamente spensierata. Sospiro e scrivo il mio nome in cima al foglio. Andrea Refaeli. Poi scrivo la classe. II B. E adesso posso cominciare.
1) Segna l’opzione sbagliata.
Il trasporto attivo:
a)richiede energia
b)richiede una proteina trasportatrice (carrier)
c)avviene lungo il gradiente di concentrazione
d)può avvenire per molecole polari
e)può avvenire per molecole come gli amminoacidi.
Grazie a Dio la so. È la c. La segno e vado avanti.
Stupide scienze, stupida professoressa e stupido liceo scientifico. Mmmh, no, stupido liceo scientifico no. È da quando ho sentito per la prima volta dell’esistenza di questa scuola, cioè da quando andavo alle elementari, che voglio frequentarla, dato che mi è sempre piaciuta la matematica. Solo che la mia prof di scienze è una stronza e sono sicura che pensi che io non sia abbastanza intelligente per essere capace di studiare e capire la sua adorata materia. E non è assolutamente così, ma lei ne è così convinta che non si spreca mai a darmi un voto alto, quindi adesso mi ritrovo a giugno, con l’ultimo compito dell’anno, a pregare Dio che me la mandi buona, altrimenti sarò rimandata. Ma non sarà così. No.
Tra l’altro, sarei l’unica fra le mie amiche a essere rimandata.
Carol è la mia migliore amica da sempre e per sempre e frequenta il liceo classico, ed è bravissima oltre che molto matura e divertente. Purtroppo non vive più a Vita, il paese dove vivo io, ma a Castelvetrano, che è più o meno a mezz’ora da qui, quindi non ci vediamo più spesso come prima.
Emma frequenta il liceo artistico, e non è che vada pazza per lo studio, ma diciamocelo, lì non è difficile essere promossi senza materie, per lo meno non quanto lo è al liceo scientifico. Comunque. Anche con lei sono amica da un sacco di tempo, ed è orgogliosa, affettuosa e creativa. È fidanzata con un ragazzo più grande di nome Giovanni, con cui ha avuto una relazione di sette mesi che lei ha chiuso, per poi rimettercisi più o meno due settimane fa, essendosi pentita amaramente di averlo mollato.
Clara è la migliore amica di Emma, e lei la scuola l’ha sempre odiata, preferendo di gran lunga alla matematica, l’italiano, la geografia eccetera eccetera, mascara, matite, rossetti, fard, ombretti e tutto quello che serve per truccarsi, cosa in cui io sinceramente non ho molta esperienza. Anzi, sarebbe più corretto dire che non ne ho affatto. Quindi, dato queste sue preferenze, finite le medie si è iscritta in una scuola per estetiste, ma neanche lì è stato un successo, dato che al primo anno è stata bocciata e che verrà bocciata anche quest’anno, ragion per cui cambierà scuola. Speriamo bene. Comunque, la sua principale caratteristica è che è pazza. Non sto scherzando. È totalmente fuori! Ma ci fa morire dal ridere.
Antonella frequenta anche lei la scuola per estetiste, ed è al primo anno, non perché sia più piccola, ma perché è stata bocciata alle medie e sicuramente anche lei verrà bocciata anche quest’anno. E anche lei cambierà scuola. La conosco da sempre, così come Emma e Clara, ma usciamo insieme dall’anno scorso. È una matta che cerca sempre di evitare i conflitti, e credo sia così perché non vuole essere ferita e a sua volta non vuole ferire nessuno. È fidanzata con un ragazzo più grande che si chiama Andrea, ed è fantastico. Clara dice sempre che è il fidanzato che tutte vorremmo, e non si sbaglia.
Sabrina è la migliore amica di Antonella e frequenta l’istituto alberghiero, cosa che non ho ancora capito dato che lei è una ragazza intelligente che studia molto, e in genere le tipe come lei non vanno di certo all’alberghiero. Comunque, contenta lei, contenti tutti. È una ragazza molto ingenua, a parer mio, e anche lei esce con noi dall’anno scorso.
Alessandra fa la ragioneria, ma non qui, perché lei vive a Camaiore, in Toscana, e viene da noi solo in estate, e sta a casa dei suoi nonni. E neanche lei sarà rimandata in niente. Comunque, anche se vive lontano, è a tutti gli effetti una di noi, e non vedo l’ora che torni.
Sììììììììììììììì! Ho finito il compito! E non per vantarmi, ma ho fatto un gran bel lavoro! Beccati questa, prof. Ho l’estate libera. Ah! Non vedo l’ora di dirlo a mamma. Era così in ansia! A momenti più di me. E a papà. E a mio fratello Emiliano. E a tutti gli altri, per farla breve.
Come mi sento libera! non vedo l’ora che finisca la scuola! E non vedo l’ora che torni Alessandra, così faremo il pigiama party in tenda!
Ok, sarà meglio che mi spieghi. È da due anni che io, Emma, Clara, Carol e Alessandra dormiamo qualche volta (solo in estate) in tenda nel giardino di Emma. È davvero divertente, tranne il fatto che non chiudiamo occhio per tutta la notte e che quindi la mattina siamo stanche morte. Ma ne vale la pena. Ora che ci penso, questa è una nostra tradizione, quindi come faremo quest’anno con Antonella e Sabrina? Non sarebbe sgarbato dirle “voi non siete invitate”?
Ora mando un messaggio a Emma.
Ehilà! Compito andato alla grande! Stavo pensando, per la tenda, come facciamo con Sabrina e Alessandra?
 
Andrea! Bravissima, ero sicura che ce l’avresti fatta! Comunque in caso facciamo che una volta lo facciamo solo tu, io, Clara e Alessandra e spieghiamo a Sabrina e Antonella che vorremmo essere solo noi per quella sera, e qualche altra volta invitiamo anche loro
 
Beh, non credo abbiamo molta altra scelta.
 
Ok, allora poi glielo spieghiamo, sperando che non si offendano comunque
 
Sì, comunque è più facile che se la prenda Antonella. Ne parliamo sabato! Ciaoooooo
 
D’accordo, allora a sabatooooo! Ciao!
 
Sabato. Non vedo l’ora che arrivi, dato che è anche l’ultimo giorno di scuola. Ma per adesso devo pensare ad accaparrarmi un posto sull’autobus per tornare a casa, anche se sinceramente non vorrei. Non mi va proprio di rivedere i miei. Per lo meno mio padre. E non per le solite cazzate, del tipo “ho quindici anni e lui non mi fa vivere la mia vita, non mi fa mai fare quello che voglio e blablabla”. No, assolutamente no. Sinceramente mio padre non l’ho mai sopportato, e davvero non capisco come faccia mia madre a sopportarlo. Certo, abbiamo dei momenti buoni, ma la maggior parte delle volte lo detesto. Non mi ha mai trattata come un padre avrebbe dovuto trattare la figlia. Ho sempre invidiato tutte le mie amiche per i loro padri. E comunque.
Almeno ora che è arrivata l’estate potrò distrarmi. Dio, sono così contenta! Potrò di nuovo uscire ogni giorno! Potrò andare a letto tardi! E rivedrò Alessandra! Spero proprio che ci divertiremo tanto. Non come l’anno scorso, che è stata un’estate abbastanza noiosa. Non è successo mai nulla di particolare, e per metà del tempo siamo state preoccupate per Clara, che si stava vedendo con un ragazzo più grande che a parere di tutte la stava solo prendendo in giro, cosa che lei non credeva, ma di cui si è convinta dopo che lui l’ha lasciata qualche giorno dopo che avevano fatto sesso e lei gli aveva detto che non voleva più farlo per qualche tempo.
Tu guarda il caso.
Quest’estate non dovrà succedere niente di così orribile. Tanto ormai Clara sta frequentando un altro ragazzo, Federico, che a differenza di quel bastardo le vuole davvero bene, anche se è di molto più grande di lei. Di otto anni, per la precisione. Ma stavolta sento che le andrà bene.
L’autobus si ferma. Sono arrivata.
 
 
* * *
 
 
Ci troviamo a casa di Emma, e stiamo ammirando il lenzuolo che abbiamo appena finito di dipingere in onore del ritorno di Alessandra.
Oggi è sabato, si è finalmente chiusa la scuola e Ale arriverà Lunedì.
Sono proprio orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto io, Emma e Clara. Sul lenzuolo c’è una scritta gigantesca, “Bentornata, bella Ale!” ogni lettera di un colore diverso e piena di glitter, e attorno alla scritta un sacco di foto scattate l’estate scorsa.
-È fantastico- dice Emma.
-Ah, non vedo l’ora di vedere la faccia che farà Alessandra quando lo vedrà!- fa Clara felice -come e quando glielo diamo?- chiede.
-Semplice- dico –ci facciamo dire a che ora arriva e per quell’ora noi saremo davanti la casa dei suoi nonni con il lenzuolo in mano-
-Perfetto- dice Emma annuendo.
-Ehi Emma- faccio io illuminandomi –com’è andata ieri sera la tua uscita con Giovanni?-
-Oddio. Per favore, meglio che non ne parliamo-
-Cosa? Perché, è andata male?- chiede Clara ansiosa.
-No!- Emma scuote il capo –no, con lui è andata bene, il fatto è che a un certo punto mio padre è passato davanti a noi con la macchina-
-Oh oh- dico. Il fatto è che il padre di Emma non è molto d’accordo che lei esca con i ragazzi, anche se sapeva che stava con Giovanni prima che si lasciassero. In ogni caso Emma quando esce con lui fa tutto il possibile per non farsi beccare.
-Usciamo di qua, così vi racconto. Tra l’altro dobbiamo incontrarci con Sabrina e Antonella-
Io e Clara praticamente ci precipitiamo fuori curiosissime.
-Allora?- chiedo –che ti ha detto tuo padre?-
-Praticamente quando sono entrata in casa lui era ancora sveglio, così gli ho detto “buonanotte” e lui mi ha risposto abbastanza incazzato “ah sì? Buonanotte?” e io pensando che si riferisse al fatto che mi aveva vista con Giovanni gli ho risposto “stai tranquillo, non succederà più”. Poi me ne sono andata in camera mia e mi sono messa a piangere, così mia sorella è entrata e mi ha chiesto cos’era successo e io gli ho detto di chiederlo a papà che lo sapeva-
-Mi dispiace…- dice Clara.
-No, no! Non è ancora finita. Stamattina, quando ci siamo seduti per fare colazione, mio padre mi ha chiesto dov’ero ieri sera-
Spalanco gli occhi –cosa?! Non ti aveva vista?-
-No! Tutte quelle lacrime per nulla!-
C’è un attimo di silenzio. Dopodiché io e Clara scoppiamo a ridere.
-Oddio!- dico ridendo –non ti aveva vista! Ma vi immaginate cos’ha pensato quando gli hai detto “tranquillo, non succederà mai più”?-
-Che sono pazza, ecco cos’avrà pensato!-
Clara non riesce a smettere di ridere. In effetti sta ridendo abbastanza forte, come al solito, e la gente sta cominciando a guardarci strano.
-E poi sapete cosa gli ho detto?- chiede Emma, ancora sbalordita –che ero con Giovanni! E lui neanche si ricordava chi fosse!-
A questo punto per me e Clara è troppo. Crolliamo praticamente a terra.
-Ragazze!- fa Emma –alzatevi! Ci stanno guardando tutti!-
-Ok, tranquilla- dico alzandomi e asciugandomi le lacrime. Dio solo sa quand’è stata l’ultima volta che ho riso così tanto.
-Ehi!- fa Clara –c’è mio padre qui dentro!- dice indicando il bar di fronte a noi –ora entro e gli chiedo se ha soldi-
-Scroccona!- le dico scherzando –c’è anche Andrea- aggiungo indicando la sua macchina.
Clara corre verso il bar lascando sole me e Emma.
-Sbaglio io o corre così solo quando vuole soldi?-
-Non sbagli- mi risponde Emma sorridendo –avviciniamoci anche noi, dai-
Mentre attraversiamo la strada vediamo Andrea uscire dal bar.
-Ciao!- diciamo in coro io ed Emma.
-Ciao ragazze. Antonella non c’è?-
-No- risponde Emma –dovremmo incontrarci fra poco. Stiamo aspettando che esca Clara-
-Sì, l’ho vista, era con suo padre-
-Infatti. Gli sta chiedendo soldi-
-E gli ho ottenuti- fa Clara agitando cinque euro con aria trionfale –ciao Andrea-
-Ciao Clara. Sentite, perché non ci spostiamo un po’ più a destra invece di stare qui a bloccare l’entrata?-
Ci spostiamo tutti mentre il padre di Clara esce dal bar e si appoggia allo stipite della porta salutandoci.
-Salve- rispondiamo noi.
Lui sta fissando la figlia che gli da le spalle a fianco di Andrea, mentre Emma e io siamo proprio di fronte loro due.
Clara si avvicina ancora di più ad Andrea e gli sussurra entusiasta all’orecchio –ieri sera è stato bellissimo!-
So benissimo di cosa sta parlando. Della sua uscita con Federico.
Poi però noto una cosa. Suo padre la sta fissando e probabilmente l’ha anche sentita dire a un ragazzo che “ieri sera è stato bellissimo”. Oddio. Non devo ridere. Non devo.
Guardo Andrea, il quale si è reso conto benissimo della situazione e mi sta fissando disperato come a dire “ti prego salvami, fa’ qualcosa”. Ma io sto già facendo qualcosa. Sto cercando di non ridere. E non è facile.
Lancio un’occhiata a Emma. Non sembra aver capito minimamente quello che io e Andrea stiamo pensando. Per questo Andrea fissa me, perché sa che io capisco al volo.
Nel frattempo Clara continua a sussurrargli cose incomprensibili all’orecchio e Andrea è decisamente imbarazzato e mormora di quando in quando “mmmh, sì, ok “ e il padre continua a fissare la scena.
Come diavolo fa Emma a non capire? E Clara perché non la smette? Mi stanno tremando le labbra per lo sforzo di trattenere le risate.
A un certo punto si ferma una macchina con dentro gli amici di Andrea di fronte a noi, così lui ci saluta e sale sull’auto decisamente sollevato.
-Clara?-
Lei si gira verso il padre.
-Tu stasera non esci!- non capisco se sta scherzando o se sta dicendo sul serio. Secondo me non lo sa neanche lui. In ogni caso non riesco più a trattenermi, così scoppio a ridere.
-Cosa?- fa Clara, assolutamente sbalordita –stai scherzando, vero? Certo che esco! Oggi è sabato!-
Ok, la protesta potrebbe andare avanti ancora per molto così la prendo per il braccio (sempre ridendo) e la trascino via.
Quando svoltiamo l’angolo Emma mi chiede –ma cos’e successo?-
-Ooooooh- faccio io –dolce, ingenua Emma! Non hai capito niente vero? Suo padre l’ha sentita dire a un ragazzo che ieri sera è stato bellissimo! Secondo te quel poveretto cos’ha pensato?-
-Oddio, giusto!- dice e finalmente scoppia a ridere anche lei.
-Ma che dici?- mi chiede Clara –io l’ho detto piano! Mio padre non può avermi sentita, è mezzo sordo!-
-Ah sì?- rispondo –e allora perché ti ha proibito di uscire stasera?-
-Perché è pazzo! E io comunque stasera esco. Non m’interessa niente-
-Ehiiiiiiii-
Ci voltiamo tutte a quell’urlo e vediamo Antonella, l’autrice del grido, e Sabrina che ci sorride.
Ci dirigiamo verso di loro e le salutiamo.
-Che è successo?- chiede Sabrina.
Le raccontiamo tutto quello che è successo, dalla faccenda di Emma con suo padre e di Clara, e dopo che riescono a smettere di ridere riprendiamo a camminare.
-Allora, com’è venuto il lenzuolo per Alessandra?- chiede Antonella. Lei e Sabrina non l’hanno fatto con noi perché neanche la conoscono, e mica potevamo chiederle di aiutarci a realizzarlo.
-Perfetto- dico io sorridendo.
-Senti Andrea, stavo pensando, ma come sta venendo il tuo vestito per il matrimonio?- chiede Sabrina.
Bella domanda. Domani si sposa la migliore amica di mia mamma, Elisabetta, e il mio migliore amico, Daniele, aspirante stilista, e gay, come la maggior parte degli stilisti uomini (non che io abbia qualcosa contro, anzi. Non discrimino nessuno, per me siamo tutti uguali), e mi ha pregato di permettergli di crearmi il vestito perché “sarà favoloso e tu sei la mia migliore amica da quando sono nato e come puoi negarmi una cosa simile”. Tutto questo è successo mesi fa, e ancora non ho visto il famigerato abito. Mai. Neanche una volta. Ho visto solo la stoffa e il modello. Sinceramente dubito che Daniele riesca a finirlo per domani, così ho già comprato un altro vestito in questa eventualità. E Sabrina mi ha fatto quella domanda perché anche se non me l’hanno mai detto apertamente, ne dubitano tutte.
-Non ne ho idea. Sentite, potreste venire con me a casa sua adesso? Per chiederglielo?-
-Certo!- dice Emma –tanto non abbiamo nient’altro da fare-
Torniamo indietro verso la casa di Daniele.
-Andrea! C’è Stephen!- mi dice Antonella entusiasta, indicando due ragazzi che camminano diversi metri davanti a noi. Uno è Stephen, e l’altro è il suo fratellino minore Romeo. Si sono trasferiti qui a Vita con i loro genitori da qualche mese, e Stephen non fa altro che fissarmi in continuazione. Mai visto un ragazzo così insistente. Le mie amiche sperano tantissimo che ci mettiamo insieme.  Forse anche perché così anch’io saprò cosa significa avere un ragazzo, dato che sono l’unica del gruppo a non averlo mai avuto. Clara dice sempre che è perché “i maschi sono stupidi, tu sei la più bella del nostro anno, la più intelligente e la più matura, e loro si accontentano di fissarti senza rivolgerti la parola”. Anche Andrea è convinto che avrò presto un ragazzo, dato che, detto con le sue parole “sono carinissima”.
-L’ho visto, stai calma!-
-Però lui non ha visto te- dice Emma preoccupata, come se fosse una questione di vita o di morte.
-Non fa niente se per una volta non mi vede. State calme- dico cercando di calmare l’agitazione generale che si è creata.
 -Stai scherzando? Non può non vederti, povero ragazzo!- risponde Emma. Poi si gira verso la folle del gruppo –Clara! Grida qualcosa, così si gira!-
-No!!!- dico io cercando di evitarlo, inutilmente, purtroppo.
Clara sembra che non aspettasse altro, così grida a pieni polmoni –ANDREAAAAAAA!!!!!-
Ovviamente lui si gira e mi guarda per qualche secondo, mentre cerco di far finta di nulla (come se fosse possibile. Chissà cosa starà pensando).
-Clara!- grido appena lui e il fratello girano l’angolo –sei matta? C’era bisogno di gridare in quel modo? Ma te lo immagini quello che avrà pensato?-
-Chi se ne frega!- fa lei felice –non hai visto come ti guardava? Com’era dolce! Ed è bellissimo, ma perché non vi mettete insieme?-
Ci rinuncio, tanto è inutile. Suono il campanello di casa di Daniele.
-Chi è?- risponde la madre al citofono.
-Sono Andrea-
-Ciao Andrea! Sali-
La porta si apre.
-D’accordo, sto salendo- dico alle altre –cercherò di fare il prima possibile-
-Vai tranquilla- mi risponde Emma.
Entro nella casa e la madre di Daniele mi dice di salire al piano di sopra.
Dio, quanto mi piace questa casa! È gigantesca.
Arrivo di fronte la camera di Daniele e busso alla porta. Nessuna risposta. Busso di nuovo. Ancora niente. Decido di entrare.
-Daniele!- esclamo forte vedendolo addormentato alla scrivania, dove si trova una macchina da cucire e la stoffa del mio vestito. Lui alza la testa di scatto e mi guarda con quella sua faccia comica, animata e innocente e gli occhi verdi iniettati di sangue. I suoi capelli ricci sono ancora più arruffati del solito.
-Andrea! Che ci fai qui?-
-Che ci faccio qui? Sono venuta per il vestito, ecco che ci faccio qui!-
-Oh- fa Daniele. Dopodiché si gira e guarda il tessuto del vestito come se lo vedesse per la prima volta. Dio, come ho potuto pensare che ce l’avrebbe potuta fare? -sì, sta andando bene- mi dice infine, non molto convinto.
Sospiro.
-Senti Daniele, non fa nulla. Metterò qualcos’altro-
-Cosa? Come sarebbe a dire che metterai qualcos’altro? Non puoi!-
-Sì che posso! Perché il vestito che ho intenzione di mettere si trova già nel mio armadio, pronto e tutto cucito-
-Mi stai licenziando?- mi guarda come se gli avessi detto che è finita dopo dieci anni di matrimonio.
-Ehi Andrea! Mi era sembrato di sentire la tua voce!- dice Riccardo, il fratello di Daniele, che sta entrando nella stanza. Ogni volta che li vedo insieme mi stupisco di quanto siano diversi. Daniele è sempre agitato e in movimento, mentre suo fratello è un tipo pacato e serio.
-Riccardo! Sei tornato! Come ti va la vita lì all’università?- Riccardo studia a economia a Bologna.
-Bene, grazie. E tu e tuo fratello?-
-Bene anche noi- Riccardo e mio fratello Emiliano hanno la stessa età e sono amici, ma mio fratello studia filosofia a Roma.
-Senti Andrea- dice Daniele –tu non puoi indossare un altro vestito. Devi metterti il mio. Sono il tuo migliore amico da sempre. Siamo sempre stati in classe insieme. All’asilo, alle elementari, alle medie e ora anche alle superiori. Nessuno mi conosce meglio di te. Nessuno. E tu non puoi farmi questo-
Vedo Riccardo alle sue spalle che alza gli occhi al cielo e trattengo una risata. Daniele dice che lui non riesce a capirlo perché è privo di senso del dramma.
-Io vado. Ciao Andrea!-
-Ciao Riccardo- rispondo –senti Daniele. Non voglio farti un torto, ok?-
-Ok Rea, ti prometto che entro domenica sarà pronto. Lavorerò sodo tutta la settimana, tutti i giorni e tutte le notti…-
-Daniele! Non hai una settimana! Il matrimonio è domani pomeriggio!-
-E allora ce la farò per domani pomeriggio!-
-Tu riusciresti a fare un vestito del genere…- indico il disegno del modello dell’abito –entro domani?- chiedo sbalordita.
-Certo! Fidati. Sarà fantastico-
 
 
* * *
 
 
-Allora, com’è andata?- mi chiede Antonella quando esco dalla casa.
-Dice che per domani sarà pronto-
-Davvero?- mi chiede Clara stupita.
-Davvero- rispondo io convinta.
Dio Santo. Speriamo bene.
  
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