Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Black_Oblivion    13/08/2014    1 recensioni
Un giorno, durante un bacchetto si presenta una ragazza dall'aura oscura che vuole uccidere il re. Ma Merlin riuscì a deviare questo Destino verso di sè... pagandolo a caro prezzo.
Chi è la ragazza? Merlin dovrà svelare il suo segreto davanti ai Cavalieri di Camelot e al suo re. Riuscirà Merlin a sopravvivere? Riuscirà Arthur ad accettare Merlin come uno stregone? La ragazza che fine farà? E questa scrittrice riuscirà a non far vomitare tutti i lettori?
*************************************************************************************
Una parte non è adatta a chi ha uno stomaco sensibile... metterò un avvertenza in quel passaggio... potete saltarlo senza problemi.
Non sono responsabile della sgridata che vi darà vostra madre/padre se vomiterete sul pavimento. ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gaius, Lancillotto, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Quarta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia conterrà riferimenti Pre-slash e Het. Inoltre, come ho scritto nell'intro, una parte è meglio che le persone con uno stomaco sensibile non la leggano.
Buona lettura,
cristy_black.




***




A
GONIZES AND A NEW LIFE


 



Il banchetto in onore del nuovo cavaliere sir George era iniziato alla ben e meglio, molti dei cavalieri erano lì e sir Gwaine e i suoi amici lo stavano accogliendo molto bene, fiumi di vino riempivano tutte le coppe e nessun calice rimaneva mai vuoto troppo a lungo, molti servitori si occuparono dei loro padroni e così anch’io ero 'costretto' a servire e riverire il mio 'amato' padrone, e asino, Arthur.

... Povero me...

Aggiunsi un altro po' di vino nel calice dell'asino reale, prima di ritirarmi vicino alla mia colonna preferita.

Vedevo Arthur guardarsi in giro... probabilmente cercava Gwen senza però trovarla.
Il mio povero principe...

All'improvviso le grandi porte della sala si aprirono rivelando una figura femminile dell'oscurità creata da quella creatura.
Subito tutti i cavalieri estrassero le loro spade pronti per combattere, ma lei li fermo con un movimento degli occhi facendoli sedere e trasformando le spade in ragni orrendi che si defilarono. Tutti erano immobili, pure io, ovviamente era un incantesimo, e uno davvero potente.

La ragazza indossava un vestito nero strappato in più punti, ma che manteneva la raffinatezza di un tempo, a dimostrarlo erano i complicati arabeschi argentei sul vestito, si vedeva il seno prosperoso dalla scollatura profonda che aveva. 
Il mantello nero la ricopriva interamente non lasciando intravedere i lineamenti del viso, ma solo i capelli lunghi e neri che si arricciavano dolcemente tra loro scendendo fino a metà pancia.
I piedi erano fasciati da scarpette nere con rifiniture argentee.
Le mani curate con unghie lunghe possedevano due anelli in tutto e dieci braccialetti sottili neri, blu e argento.

"E così l'intera corte di Camelot è ai miei piedi. Mi presento, sono Lily... ma preferisco essere chiamata Turphen.
Sono venuta qua per uccidere re Arthur. Su di voi e su tutto il castello ho posto un incanto d'immobilizzazione, solo uno stregone veramente potente potrebbe rompere il mio incanto. E poiché in questo regno la magia è vietata... Non corro alcun rischio..."

"Beh, è qui che ti sbagli Turphen. Il mio nome è Emrys, e sono lo stregone più potente che sia mai nato su questa terra!
Non ti permetterò di uccidere Arthur!"

Durante il suo discorso mi ero concentrato nel liberarmi dall'incanto. E ci ero riuscito, spronato dal desiderio di fermare la volontà assassina di Turphen.
Mi ero posto in difesa del re, estendendo le braccia di fronte a lui e rivolgendo uno sguardo determinato alla ragazza d'innanzi a me.

"Padre... Non dovresti proteggere colui che ha tentato di ucciderti!"

"Padre?!" esclamai lasciando andare le braccia.

Lei si portò una mano alla bocca e vi soffio sopra per poi dirigere la mano verso di me.
Vidi chiaramente i suoi occhi diventare dorati e brillare di una luce compassionevole.

Fui investito da quel soffio dorato... Qualcosa mi diceva che non era malvagia, ma portare le mani davanti al volto fu istintivo.

Ricordi... Annegavo nei ricordi... Pienamente e dolcemente... Vedevo la madre di mia figlia, la nostra vita insieme, l'amore l'uno per l'altra, poi la scoperta dei miei poteri, Arthur ordinò la mia esecuzione, sarei bruciato sul rogo come uno stregone qualunque.
Avrei potuto fuggire, ma non lo feci; vidi mia moglie e mia figlia essere cacciate da Camelot, unico 'favore' per me.
Le vidi, dopo la mia morte, rivolgere al re il loro odio.
Fuggirono e si nascosero nella caverna, dove anni prima avevo conosciuto mio padre, anche se per poco, trovarono rifugio per cinque anni, ma un epidemia stroncò la vita di mia moglie... Aveva undici anni quando sua madre morì... Da quel momento in poi, lei che aveva ereditato i miei poteri e il mio dono si dedicò interamente alle arti oscure. 
Come ultima signora dei draghi curò Aithusa, crescendola e crescendo insieme a lei, trovò un altro uovo di drago nelle viscere della terra, un maschio e ripristinò la dinastia dei draghi... Viaggiò accrescendo i suoi poteri fino a domarli tutti, fino all'età di sedici anni.
Poi aveva deciso di venire qui... Prima che tutto iniziasse, per uccidere il re che uccise suo padre, ed esiliò lei e la madre.

Mi riscossi dai ricordi guardandola sorpreso.

Mi sedetti sul pavimento.

"Piccola mia, mi dispiace..."

"Non dire altro... Come puoi difenderlo... Dopotutto ciò che ha fatto"

"Fiorellino..."

"SMETTILA!" urlò facendo tremare tutto. "Sei stato debole e per colpa tua sono cresciuta da sola, ma è soprattutto colpa di Arthur Pendragon. E lui pagherà per ciò che ha fatto..."

"Non te lo permetterò!" affermai alzandomi con le formiche alle gambe

"Perché continui a difenderlo?!" urlò scagliandomi addosso una palla di fuoco che bloccai con un battito di ciglia.

"Semplice... Lui è mio amico." dissi sbalordendo mia figlia e facendola infuriare ancora di più, da lì in poi fu tortura...




(NON LEGGETE SE AVETE UNO STOMACO DELICATO!!)


Insetti che ti trapassano la carne e mangiano le tue viscere, catene che annullano ogni tuo potere e intanto ti succhiano via la linfa vitale e la magia tra atroci sofferenze, insetti dal veleno mortale che causa atroci sofferenze, frustate chiodate e non, fuoco, ghiaccio, lance che ti trapassano ferendoti e poi ruotando nella ferita, mazze chiodate che feriscono la schiena spezzando le ossa al loro passaggio,  incantesimi oscuri che ti fanno vivere orrori su orrori, incantesimi così orrendi da farti perdere il senno, insetti che ti pungono gli occhi facendoti pregare di strapparteli per non soffrire, coleotteri la cui puntura è pari all'essere immersi in un fiume di lava, corvi che strappavano la carne fino a trovare l'osso e cibandosi di esso... subii tutto questo da mia figlia.

Giorni... ore... Settimane di tortura fino a non ricordarmi più chi ero... Tutto di fronte hai miei amici.



(ORA POTETE RIPRENDERE A LEGGERE)



Arrivai ad odiarli, ma non potevano fare altro che restare a guardare inermi tutto ciò che mi accadeva. Tentando in vano di liberarsi. 

Turphen non si stancava mai il suo odio corrodeva tutto, anche tutto ciò che di buono aveva nel cuore.

"Domani ho deciso di darti clemenza... Come continui a dire da mesi. Ti ucciderò, padre."

Lei agitò la mano in direzione di Gaius e sciolse l'incantesimo su di lui.

"Lavalo e fai ciò che puoi per renderlo presentabile."

Detto questo se ne andò portando con se la mia coscienza.



(ANCHE QUESTA PARTE NON E' PER STOMACI DELICATI)


Quando mi risvegliai, fu al tocco gentile del mio mentore. Non tentai neanche di sorridergli... Scappai dal suo tocco prima che portasse di nuovo il fazzoletto imbevuto di vino sulle mie ferite... Scappai da lui, allontanandomi velocemente quanto il mio corpo abusato poteva fare.
Scossi la testa causandomi dolore e lacrime.
Afferrai un coltello e presi a colpirmi ripetutamente la gola... volevo che finisse... doveva finire.
Gaius mi fermo, non ricordo come lo fece, ma so per certo che vidi i suoi occhi dorati, poi le tenebre che mi avevano ospitato così tante volte.




(ORA POTETE CONTINUARE A LEGGERE, sappiate che Gaius ha curato le ferite di Merlin)


Sentii dei sussurri prima di risvegliarmi. 
Gaius era sopra di me, piangente con il panno e il vino, lo lasciai fare, apatico a tutto ciò che mi circondava.

I battenti si aprirono in un gesto imperioso, due guardie dagli abiti neri portarono due pilastri a cui venni legato per formare una X.

Come al solito non disse niente, e niente traspariva dal suo sguardo e dalla sua anima nera.

Impugnò un coltello e incise la pelle del mio torace... Le corde vocali ormai abusate dal troppo urlare non emisero un suono e forse non lo avrebbero più fatto.

Poi lentamente portò il coltello verso il polso destro facendolo penetrare in profondità e tagliando il polso, tornò al torace percorrendo lo stesso sentiero e andando verso il polso sinistro tagliandolo.

Fece svanire con un gesto le travi che sostenevano il mio corpo e caddi con un tonfo sordo.

Mi volto le spalle e se ne andò, senza dire una parola, senza niente nel cuore.

Prima che potesse andarsene. Riuscì a raccogliere una misera percentuale di energia per lanciarle un incantesimo.

Una luce accecante provenne dal suo corpo così bella che spezzò ogni incantesimo del castello.

Odore di vomito si spanse su tutta la sala, i cavalieri migliori vomitavano l'anima mentre piangevano a dirotto.

Mi diressi strisciando verso il fagotto di vestiti dal quale estrassi una bambina di poco più che due giorni. Dormiva felicemente con la mano che circondava una collana di vite.

"Benvenuta al mondo, Lily." sbiascicai debolmente.

"Merlin!" urlò Lancelot subito prima di Arthur, entrambi si precipitarono verso di me cercando di richiudere le ferite ai polsi.

"Arthur?"

"Merlin... non parlare... non parlare..." pianse lui strappandomi la bambina dalle braccia e lasciando che Lancelot facesse il suo lavoro, fasciandomi le ferite con i lembi del suo mantello.

"Prenditi cura di lei, il suo nome è Lily ed è mia figlia... Ora ho bisogno di dormire."

Chiusi gli occhi appoggiandomi al torace di Lancelot che mi cullò dolcemente, piangendo anche lui.

Svanii... Semplicemente svanii lasciandomi dietro una polvere dorata, segno del mio passaggio.

Passarono sei anni da allora, e nessuno mi aveva rivisto, così come io non avevo rivisto nessuno. 
Aveva acquistato saggezza, potenza ed esperienza nelle terre di Avalon, ma poi fu il momento per me di svegliarmi e tornare da mia figlia e dal 'mio' principe.

Camminai verso Camelot con un mantello blu notte, e vestiti raffinati degni di un re. 
Incontrai mia figlia che passeggiava felice con una serva al seguito e un diadema in testa.

"Ciao, tu chi sei?"

Mi chiese con un sorriso birichino.

"Ciao, sono un amico del re."

"Bugiardo! Non ti ho mai visto. E io sono la figliastra del re!" affermò sorridente e altezzosamente lei.

Fui sorpreso dalle sue parole, mia figlia, la figliastra del re. Wow!

"É un piacere, principessa. Potrei parlare col re?"

"Se sei bravo e mi porti in spalle, allora va bene!" esclamò felice lei

Guardai per un attimo la serva che sorrise divertita, la riconobbi subito era Gwen.

No regina ma ancora serva.

Mi abbassai al livello della mia bambina e le dissi di salire, urlò felicemente e salì facendosi aiutare da Gwen. La ringraziai con un cenno.

Non mi aveva ancora riconosciuto perché avevo il cappuccio calato.

Tornammo al castello e occasionalmente saltavo facendo ridere la principessa seduta sulle mie spalle.

"Non mi hai detto come ti chiami. Io sono Lily."

"Non è importante per ora, Lily." le dissi salendo la grande gradinata e dirigendomi verso la sala dove Lily mi indicò.

Lei scese ed entrò subito.

"Arthur, c'è una persona che dice di essere tuo amico."

"Lily, quante volte devo dirti che non devi entrare qui senza bussare."

"Scusa zio." mugolò lei con le lacrime agli occhi facendo subito addolcire il re. Che si scusò dal Consiglio e prese per mano la bimba che sorrise radiosamente verso il consiglio e facendo ciao-ciao a Lancelot, il suo zio preferito che le aveva insegnato quella tecnica per comandare sul re, che non avrebbe detto di no ai suoi occhioni azzurri.

Uscirono dalla porta per trovare l'uomo che dovevano incontrare.

"Arthur, che piacere rivederti." disse lui

"Ci conosciamo?" domandò lui

"Certamente, ma forse mi riconoscerete adesso" 

Mi tolsi il cappuccio, rivelandomi per la prima volta in sei anni.

Arthur rimase a guardarmi a bocca aperta prima che la sua mano tastasse il mio volto. E i suoi occhi si velassero dietro una patina di lacrime, che fremevano per uscire.

Gli sorrisi dolcemente e mi abbracciò per un tempo lunghissimo.

Quanto sentii del bagnato sulla spalla, chiesi curioso: "State piangendo, asino?" 

"Idiota!"

Mi ribeccò per poi prendere in braccio Lily e dirle: "Lily, questo è tuo padre... Merlin."

"Papà?" 

"Sì, fiorellino mio."

Mi abbracciarono entrambi. Ed entrambi piangendo sulle mie spalle.



























Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei, tranne Lily (sulla quale ho pieno diritto), appartengono agli aventi diritto. La storia non è scritta a scopo di lucro.




Note dell'autrice:
Ci sono un sacco di cose che non ho scritto, un sacco di cose che ho lasciato nella mia mente, un sacco di cose che avrei potuto scrivere. Ma a volte, è meglio non scrivere niente e lasciare il racconto così com'è... lasciando il resto alla fantasia del lettore.

Spero vi sia piaciuto. Lasciate un commentino, alla prossima. ^^

ciao, un bacione
Cri


PS:
X Lucylu: Avevo promesso una storia felice... e invece ti propino questa roba... almeno questa storia ha il lieto fine. ^^""



 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Black_Oblivion