Andael: dietro le
quinte di Mordor
CAPITOLO PRIMO
ANDAEL
(Aprile 3002)
Andael era una persona tranquilla. Sul serio.
Era un bel giovane. Moro, quieto, con gli occhi
grigi e la pelle chiara.
Era una persona civile. Aveva sempre la tunica
pulita ed i libri in ordine.
Potete quindi immaginare la somma inquietudine che
lo colse quando scoprì che il suo saggio mentore, Saruman il Bianco, al quale
era stato affidato sin da bambino, aveva deciso di servire l’Oscuro Signore
Sauron, nella sua riscossa.
E ne giorno in cui la nostra avventura ebbe
inizio, ogni cosa sembrava andare per il verso sbagliato.
Mattina. Alba, galli che cantano, uccellini che
cinguettano, mosche che ronzano, soli che sorgono, animali che ringhiano.
E già questo non andava troppo bene.
Andael si stiracchiò, usandosi violenza per uscire
da sotto le coperte.
Fuori dal letto la temperatura era fredda, ed uno
spiffero in particolare andava a peggiorare la situazione.
Il giovane raccolse la propria tunica da per
terra, imprecando sottovoce, e tentò di infilarsela al contrario.
Sommesse imprecazioni accompagnarono la scoperta
che no, il suo bel corpicino non poteva entrare nella manica.
Con uno sbuffo, il giovane protetto di Saruman si
vestì, si allacciò i sandali, si rassettò i capelli e scese dabbasso.
O, almeno, l’idea era quella.
Cadere per le scale era ormai tipico, per Andael.
Una botta, due botte, tre botte. Un gradino, due gradini... e la scalinata era
piuttosto lunga, considerato che il giovanotto dormiva nel sottotetto.
- Mi avete chiamato, maestro?- chiese alla fine,
quando riuscì a raggiungere il piano terra.
Saruman stava seduto a braccia conserte,
probabilmente intento a riflettere.
- Ti ho chiamato, mio apprendista...- esordì,
salvo poi vedersi costretto a tacere.
Andael, entrando nella stanza senza grande
circospezione, ancora intento a divorare una focaccia dolce per colazione,
aveva raggiunto il proprio maestro, urtando un sostegno di marmo, e facendo
crollare a terra una palla.
Una palla... un po’ speciale. Il Palanthir.
- Maestro io... vi chiedo umilmente...- fece il
giovane, dispiaciuto, chinandosi per raccogliere l’oggetto magico,
inciampandoci sopra e facendolo rotolare per tutta la stanza, assieme ad una
colonna sonora fatta di sommesse imprecazioni.
- Non importa, Andael, non importa.- sospirò
Saruman, ormai abituato a scenette di quel genere. Dopotutto, non poteva fare
altro, specie ora che aveva scelto di schierarsi con l’Oscuro Signore.
Sauron stesso gli aveva comandato di coinvolgere
il giovane discepolo nella sua satanica crociata.
Quindi non si poteva proprio fare il contrario,
pena la morte celebrale e non solo quella.
- No, sul serio, adesso prendo su questa cosa e
dopo...-
- Basta, Andael! Cielo, ascoltami!-
Il giovane tacque, rialzandosi in piedi e tentando
di darsi un contegno.
- Maestro, ditemi pure.-
- Ho una missione per te.-
Andael non si preoccupò eccessivamente. Saruman
aveva spesso delle missioni per lui. Missioni pericolose e piene d’adrenalina
come poteva essere l’affannosa ricerca di una piantina spastica, o l’arcano
mistero della raccolta di bacche ambigue.
- Cosa devo fare, Maestro?- chiese, con un respiro
profondo
- Parti con i Cavalieri Neri. Raggiungi
Nella mente di Andael si mescolarono svariati
pensieri, svariate imprecazioni, ed una buona dose di interrogativi inquietanti
“Cavalieri COOOSA? Oh Valar, ma è pericoloso!!”
“Contea? E dove c***o sarebbe
“Baggins? Ma solo esseri viventi? Hanno l’aria di
puzzare parecchio”
“Io devo andare a studiare il tomo sette sui
demoni arcaici! Quando lo finisco, quello?”
“Chissà cosa sarà quella palla nerastra... mi
inquieta un pochino...”
Ma tutte queste valide argomentazioni si fusero in
una sola risposta
- Sì, Maestro. Ovviamente.-
Fu allora che i Nazgul entrarono, sfondando la
porta.
-
Miseria nera ambigua e profana!- esclamò Andael, spaventato.
Il cuore gli martellava furiosamente nel petto, e
respirava affannosamente per la paura. Non proprio un cuore di leone,
converranno con me i lettori, ma il nostro protagonista è fatto così e così ce
lo dobbiamo tenere.
- Padroooone... Aneeeeeellooooo....- dissero i
Nazgul in coro
- Lugubre.- commentò il moro, prendendo un respiro
profondo
- Va’ con loro e portami l’Unico Anello.-
- L’Unico Cosa?- chiese Andael, incuriosito,
iniziando a giocherellare con il pendente della propria collana – Nove cosi
neri ed un unico anello piccolino? Mi sa che qui le cose si mettono male, non
trovate?-
- Verrai informato strada facendo.- lo tranquillizzò
Saruman, scuotendo il capo
- Verrò informato strada facendo.- ripeté il
giovane, come se ripetere la frase potesse rendere la situazione più...
verosimile.
Scosse il capo, mentre i Nazgul lo guidavano fuori
dalla stanza.
Verrò
informato... strada facendo.
Facile
a dirsi!
Sono
qui, ignaro, stanco, infreddolito, accerchiato da nove (no, aspetta, sono solo
otto. Mi sa che l’ultimo che lo siamo persi per strada... lo dicevo io, che
quel guado non era sicuro!) mostri feroci con tuniche nere svolazzanti e
cavalli ringhianti... oltretutto sono caduto tre volte da cavallo, e adesso sto
procedendo a piedi, con questi cosi neri che fanno battutacce sulla mia
imbranataggine, dall’alto della loro Anello-dipendenza.
Mi
sento stupido.
Dico.
Stavo
affettando radici e frutti esotici solo ieri, e adesso... adesso sto marciando
verso un posto chiamato Hobbiville che non ho mai visto e che non ho mai
chiesto di vedere!
Oltretutto
mi sa che il capo dei Nazgul si sta scaccolando.
Fantastico.
Un
ottimo esordio, per questa patetica farsa di missione.
Come
diavolo ho fatto, a cacciarmi in questo guaio?
FINE
CAPITOLO PRIMO
Finalmente riesco a scrivere qualcosa di non
deprimente!
Sia lodato il cielo!! Potenze della terra, siete
infine giunte in mio soccorso!
Salve a tutti, sono di nuovo qui!!
Questa storia è buffa, patetica, un po’ demente,
ma credo abbia un filo logico.
Il primo capitolo non era proprio il massimo, ma
mi impegnerò per migliorare la cosa, andando avanti!