The Nekodachi
Capitolo 6
Conan sollevò le palpebre lentamente e vide la stanza immersa in un mare bianco-trasparente. L'effetto durò finché le lacrime non scesero dai suoi occhi blu e macchiarono silenziosamente le lenzuola. Si alzò faticosamente, stanco come se non avesse dormito neanche un secondo, e scostò il sacco a pelo dal suo corpicino per dare un'occhiata alla zampa sinistra; la fasciatura partiva dalle dita fino a coprire tutta la coscia. Aveva tenuto il gesso per una settimana, e l'arto gli sembrava così leggero ora... Si mise in piedi e provò ad appoggiare la zampa per terra, e il dolore che temeva non arrivò. Strappò via le fasce dalla ferita del collo, ormai rimarginata, e indossò il suo papillon, dopodiché incastrò il badge dei giovani detective nella fascia rossa del fiocchetto. Il piccolo Nekodachi posò il suo sguardo sul paesaggio fuori dalla finestra e non vide altro che massicce nuvole cariche di pioggia; le gocce avevano ormai riempito tutta la finestra della stanza di Kogoro. Senza volerlo ripensò alla creatura che lo aveva assalito, a quel terribile grugnito che ora lo sentiva ogni notte sibilare nelle orecchie, insinuandosi nei suoi sogni trasformandoli in incubi. Si chiese se anche la sua Teemee avesse la mente persa nei suoi stessi pensieri. Sì, LA mia Teemee... non mi interessa del mio umano! Ai è la Nekodachi della mia vita, io sono legato solo a lei!
Ein
Augenblick, man sieht sich an
An
instant, one
look to each other,
Und weiß, dass man vertrauen kann
and we know that
one can
trust the other.
Auf diesen einen Blick von dir
At the
first sight of you
Ein kleiner Funken fliegt zu mir
a little spark flies to
me.
Jeder Tag trägt dein Gesicht
Every day
looks like your face
Wo du auch bist, da bin auch ich
Wherever you are, there I am
too.
Hat du heut' schon an mich gedacht
Did you already
think of me today?
Hat dir das Glück schon zugelacht?
Did
the luck smile at you
yet?
Conan
uscì dalla camera
con passo felpato, gli occhi puntati
verso la cucina.
Sentiva il rumore delle stoviglie maneggiate da Ran e la sua Nekodachi,
e
l'odore del pranzo appena consumato ancora presente. Un singolo
brontolio alla
pancia gli ricordò che quel giorno non aveva mangiato. In
effetti il tavolo era
ancora apparecchiato ed era presente un piatto pieno di pietanze.
Probabilmente
la ragazza lo aveva lasciato riposare sapendo della ferita alla zampa.
Ma Conan
non badò al cibo e, con la pancia rasente al pavimento, si
avviò verso il
portone che dava alle scale dell'agenzia. Passando davanti all'ingresso
dello
studio, si fermò un attimo con le orecchie alzate, pronto a
cogliere il minimo
movimento. Dopo un minuto di attesa concluse che poteva procedere. Il
suo umano
non l'avrebbe fermato. Avrebbe incontrato Ai, ad ogni costo; non la
vedeva da
più di una settimana.
Fece un bel respiro e uscì all'aperto, la pioggia che
scrosciava e che gli
appiccicava il pelo al suo fragile corpo.
Denkst
du oft an mich
Think often of me
Wenn du alleine bist
If you are alone,
Wenn du dich einsam fühlst
if
you
feel lonely.
Die Welt verändert sich
The world is changing,
So ein Gefühl vergisst man nicht
you
don't forget a feeling
like that.
Denkst
du oft an mich
Think
often of me
Hörst du
meinen Namen tausendmal
You heard my name a
thousand
times,
Siehst meine Augen
überall
you saw my eyes
everywhere.
Die Welt
verändert sich
The
world is changing,
So ein
Gefühl vergisst man nicht
you don't forget a feeling
like
that.
Corse come
mai aveva corso, tra le
gambe dei passanti muniti di
ombrello e i
loro Nekodachi sulla spalla, tra i lampioni spenti e le vetrine dei
negozi
grigie e tristi come il cielo.
All'improvviso si fermò per schivare una pozzanghera, e si
rese conto di aver
sbagliato strada. Restò lì immobile per qualche
istante, osservando la sua
immagine riflessa nel piccolo pantano. Gli sembrò quasi di
vedere gli occhi di
Ai in esso, e due lacrime scesero dal suo muso e si mescolarono alle
gocce di
pioggia che sfuriavano sulla sua pelliccia bianca.
Teemee, ich
denk' an dich
Temee, I think of
you…
Conan
svoltò
a sinistra e si ritrovò davanti al parco di Beika. Un
brivido gli percosse la
schiena. Il Nekodachi demoniaco lo perseguitava anche da sveglio ora?
Cercò di
ricomporsi, sicuro che la creatura non attaccasse nel pieno del giorno,
ed
entrò nel parco. Percorrendo il tracciato sabbioso, vide una
donna insieme al
suo bambino seduti su una panchina, entrambi con un gelato e un
ombrello in
mano; i loro Nekodachi si stavano coccolando teneramente. Il detective
pensò
nuovamente alla sua Ai e al giorno dell'appuntamento. Lei lo aveva
accettato
anche se sapeva della sua condizione. Sono un
Crazydachi... uno stupido
Crazydachi innamorato... Distolse lo sguardo dalla
famigliola, ma
ovunque guardasse c'erano umani felici insieme ai loro Nekodachi,
Nekodachi
normalissimi, sorridere ai loro "padroni" e miagolare allegramente.
Conan si sentì all'improvviso piccolo e indifeso, ma
soprattutto si sentì
ridicolo in mezzo a loro, come se con una singola occhiata la gente
potesse
entrare dentro di lui e scoprire la sua natura. Sono un
Crazydachi... sono
diverso...
Es geht
mir gut, wenn ich dich seh'
I feel good when
I see you,
Wenn ich mit dir zusammen geh'
when I walk together with
you.
Und
ich weiß, dann geht es dir
And then
I
know you feel
Ganz genau so gut wie mir
Just
as good as
me.
Wenn auch einmal der Himmel weint
Even if the sky
is crying,
Und doch für dich die Sonne scheint
and
still the sun is shining for you,
Dann weißt du, du bist nicht allein
then you know
that you’re not alone
Dann weiß du, das muß Liebe sein.
Then
you know it gotta be love.
Ricominciò
a
correre a perdifiato, il vento che gli scompigliava il pelo e gli
faceva
lacrimare gli occhi. O
forse piangeva per altro... Gli
sembrava di
sentire la voce incoraggiante di Ai, sempre più forte man
mano che si
avvicinava alla casa di Agasa. Infine raggiunse la sua meta: Conan si
fermò
davanti alla porta principale e inspirò profondamente.
Persino da fuori si
sentiva il profumo di Ai, e ne fu deliziato. Assaporò
quell'istante con tutto
il cuore, ma durò poco. Un secondo odore si aggiunse, e
sentì un lontano ronzio
nelle orecchie. Si nascose nel cespuglio più vicino e
attese, il cuore a mille
e un brutto presentimento che si insinuava in lui.
Denkst
du oft an mich
Think often of me
Wenn du alleine bist
If you are alone,
Wenn du dich einsam fühlst
if
you
feel lonely.
Die Welt verändert sich
The world is changing,
So ein Gefühl vergisst man nicht
you
don't forget a feeling
like that.
Think often of me
Hörst du meinen Namen tausendmal
You heard my name a thousand times,
Siehst meine Augen überall
you saw my eyes everywhere.
Die Welt verändert sich
The world is changing,
So ein Gefühl vergisst man nicht
you don't forget a feeling like that.
Teemee, ich
denk' an dich
Temee, I think of
you…
La
Nekodachi dal ciuffo ramato stava guardando fuori dalla finestra con
fare malinconico quando sentì il campanello suonare. Si
sporse dal piano di
sopra e vide la sua umana che andava ad aprire così
Ai la raggiunse e si
mise accanto a lei. Appena la porta si spalancò,
drizzò ogni pelo del suo manto
e gonfiò la coda. Davanti a loro c'era Conan, gli occhiali
speciali accesi e
l'aria parecchio alterata.
-DIMMI
DOV'E'!-
La
piccola spalancò gli occhi quando vide Conan aggredire Ai
scuotendola
violentemente con le braccia.
-TOGLIMI
LE MANI DI DOSSO! IL TUO NEKODACHI NON E' QUI!-
Si
preparò a lanciarsi verso il detective per proteggere la sua
Teemee, i
denti scoperti e le orecchie all'indietro, quando vide un lampo bianco
con la
coda dell'occhio. Si girò per guardare fuori, appena in
tempo per vedere la
coda bianca di Conan sparire oltre il cancello. Istintivamente gli
corse
dietro.
-Teemee,
dove vai!?-
Ai
non si fermò a spiegare, ma continuò a rincorrere
l'amato lungo la
strada.
-Conan,
aspettami!-
La
Nekodachi lo chiamò, ma di lui non c'era neanche l'ombra,
poteva soltanto
sentirne l'odore. Seguì la sua traccia per molto
tempo, fino ad arrivare
alla radura del parco dove avevano assistito alle prove del
concerto. Ai
si fermò di botto, stranita: l'odore si fermava
lì. Poi vide per terra gli
occhiali di Conan a qualche metro da lei. Si avvicinò e in
quell'istante vide
delle macchie rosse che scintillavano tra i fili d'erba. L'odore del
sangue
di Conan le riempì le narici.
-No... CONAN!!!-
E ora... cosa succederà?! Siamo entrati nel vivo del racconto! Alla prossima!