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Autore: Athelas    13/08/2014    2 recensioni
«Non dormi?» domandò Ron, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
«Vorrei farlo, ma gli incubi non me lo permettono» Ron sbuffò e annuì. La capiva bene. «E tu?» domandò Hermione.
«Stesso motivo, più o meno» di nuovo silenzio. Ci sarebbero state così tante cose da dire, eppure nessuno dei due sembrava avere l’intenzione di parlare. Era bello, quel silenzio. Era bello sentire la presenza l’uno al fianco dell’altra. A Ron sembrava di condividere un po’ il suo dolore con Hermione, in quei momenti. Non servivano parole: il silenzio parlava da sé

[Romione pochi giorni dopo la Battaglia di Hogwarts]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dopo l'Apocalisse

(raccolta)
 
​Pagina 1 di una nuova vita. Nuova storia, si mette un punto a quella vecchia e si va a capo. Se solo fosse così semplice. 
Nessuno aveva previsto che la morte di Voldemort avrebbe portato tutto quel dolore. Era come se il Signore Oscuro si fosse portato via la voglia di ricominciare a vivere. Certo, era stato sconfitto. Ma a quale costo? Ogni famiglia aveva i suoi morti da seppellire. C'era chi lasciava un fiore sulla tomba di un amico e chi versava una lacrima su quella di un fratello. L'intero mondo magico era in lutto, e nessuno sembrava avere la forza di raccogliere i pezzi della propria vecchia vita per cominciarne un'altra.
Ma in qualche modo si va avanti. Si volta pagina o, se non ci si riesce, si fa finta di averlo fatto. 
Il mondo magico del dopoguerra, del dopo Voldemort. I primi passi dopo l'apocalisse, verso la tanto bramata pace
 

#1 Anchor
 
La Tana non era mai stata affollata come nelle due settimane successive alla battaglia di Hogwarts. Un po' perché quella era una delle rare volte in cui la famiglia Weasley era al completo e un po' perché maghi provenienti da ogni parte dell'Inghilterra si materializzavano ad ogni ora del giorno. C'era chi veniva a fare le condoglianze alla famiglia e chi passava  solo per un saluto. Tra membri dell'ordine, lontani parenti, amici e colleghi di Arthur la casa era diventata un via vai notevole.
Hermione, invece, una famiglia non ce l'aveva più; per questo gli Weasley le avevano cortesemente offerto soggiorno alla Tana.
"Puoi restare per tutto il tempo che ti va, cara" le ripeteva la signora Weasley ogni giorno. Alla ragazza faceva piacere e non perdeva occasione per ringraziare Molly e Arthur per la cortesia.
 
Quella di Ron si prospettava come l'ennesima notte passata in bianco. Il ragazzo passava, infatti, nottate intere a fissare i contorni indefiniti dell'armadio di fronte al suo letto, mentre la sua mente pompava pensieri e non sembrava dargli pace. Pensava alla Battaglia, a Voldemort, a Fred. Pensava a tutte le volte che aveva  rischiato la vita nell'ultimo anno e si chiedeva per quale motivo lui fosse ancora vivo mentre tanti altri erano morti. Remus e Tonks. Silente. Tutte persone sicuramente più nobili di lui. E più degne di vivere. 
Ron si alzò dal letto ed uscì a prendere una boccata d'aria fresca. Si fermò in piedi, poco più in la della porta. Era Maggio e le notti cominciavano ad essere più calde. C'era una leggera brezza che soffiava da est e che scompigliava i capelli rossi del ragazzo. Ron chiuse gli occhi e ispirò profondamente quell'aria, nella speranza di trovare un po' di pace interiore e di scacciare le immagini della Battaglia, che scorrevano nella sua mente come un film ogni volta che tentava di prendere sonno. Quando li riaprì, dopo diversi minuti, si accorse di non essere più solo. Hermione, in pigiama e con i capelli in disordine, era in piedi al suo fianco. I suoi occhi guardavano lontano, oltre le colline all'orizzonte, appena visibili nell'oscurità. 
In due settimane Ron e Hermione non avevano avuto tempo di parlare. Dopo quel bacio nel bel mezzo della battaglia, dove entrambi si erano fatti trasportare dall'euforia del momento, non era successo molto. Non che non lo desiderassero, ma erano state due settimane intense. E poi c'erano stati i funerali. 
In ogni caso i due non avevano mai smesso di cercarsi a vicenda. I loro occhi si cercavano e si incontravano spesso, e lo stesso accadeva alle loro mani. Ron si era a poco a poco reso conto che gli bastava uno sguardo negli occhi bruni di Hermione per ritrovare la calma. Anche quando il mondo sembrava girare al contrario, e tutto sembrava non avere più senso. Anche nei momenti più bui, come il funerale di Fred. Hermione c’era sempre e lui si aggrappava a lei ogni volta che ne aveva bisogno. Era la sua ancora di salvezza, quella che gli impediva di sprofondare, quella che gli faceva prendere una boccata d’aria dal dolore che non accennava ad andarsene.
«Non dormi?» domandò Ron d’un tratto, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
«Vorrei farlo, ma gli incubi non me lo permettono» Ron sbuffò e annuì. La capiva bene. «E tu?» domandò Hermione.
«Stesso motivo, più o meno» di nuovo silenzio. Ci sarebbero state così tante cose da dire, eppure nessuno dei due sembrava avere l’intenzione di parlare. Era bello, quel silenzio. Era bello sentire la presenza l’uno al fianco dell’altra. A Ron sembrava di condividere un po’ il suo dolore con Hermione, in quei momenti. Non servivano parole: il silenzio parlava da sé. Poi, dopo diversi minuti, Ron si voltò per guardarla. La luna piena bastava appena ad illuminare i lineamenti sottili del viso di Hermione, che quasi spariva dietro ai capelli arruffati. Le prese una mano e le orecchie gli si tinsero appena di rosso. Lei non si mosse: rimase immobile a fissare l’orizzonte, ma Ron riuscì a scorgere un piccolo sorriso incresparsi tra le sue labbra.
«L’ultima volta che mi sono fermata a fissare queste colline» disse ammiccandole con il mento «era il matrimonio di Bill e Fleur» Non capendo dove volesse arrivare Ron rimase in attesa, aspettandosi che continuasse il discorso. Ma Hermione non lo fece e quando, voltandosi, vide lo sguardo interrogativo di lui, scosse la testa.
«Scusami. È una cosa che faccio continuamente. Catalogo tutto ciò che faccio in “prima” e “dopo” la Battaglia. È stupido, lo so, ma lo faccio senza neanche pensarci.»
«E cos’hanno di diverso dall’ultima volta? Le colline, intendo»
«Niente, credo. Sono io che sono cambiata. Io e ciò che mi sta intorno. Per esempio adesso ci sei tu che mi tieni la mano al mio fianco» Ron arrossì e ringraziò l’oscurità della notte: Hermione non lo notò.
«Ed è un buon cambiamento?» Hermione sorrise e cominciò a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
«Lo sai» disse.
«So cosa?»
«Che lo è»
«Che è cosa?»
«Oh Dio, Ronald! Sai che è un buon cambiamento!»
«Volevo solo sentirtelo dire» disse. «E smettila di tormentare quella ciocca di capelli!» aggiunse coprendole la mano che aveva nei capelli con la sua.
Ormai erano uno difronte all’altra, che si tenevano per entrambe le mani. Ron fece scorrere le sue lungo i bracci di Hermione, poi le spostò dietro la sua schiena e la strinse a sé in un abbraccio. Lei ricambiò la stretta e poggiò la testa sul petto di Ron, le cui orecchie divennero rosse ancora una volta. Quando la ragazza alzò lo sguardo incontrò quegli occhi azzurri nei quali si era rifugiata tante volte nelle due passate settimane, proprio come aveva fatto lui. Allora Ron le alzò leggermente il mento con un dito e la baciò. Fu un bacio dolce, sincero e lungo, completamente diverso da quel primo bacio. Perché sentivano di avere tutto il tempo del mondo davanti a sé, ora che non c’era nessuna Battaglia intorno a loro. Non c’era più l’urgenza di quella prima volta, e neanche la consapevolezza di non essere soli. Quello era un momento tutto per loro. E mentre si beavano l’uno dell’odore dell’altra e si godevano ogni singola carezza, cominciava ad albeggiare.
 
 
*Angolo Autrice*
Finalmente. Perché questo progetto, questa raccolta sul dopoguerra, era in work in progress da secoli. Finalmente ho trovato l’ispirazione per iniziarla. La prima FF della mia prima raccolta non potevo che dedicarla a Ron e Hermione. Sentivo proprio l’urgenza di scrivere qualcosa su di loro.
Anyway. Io ho provato prima di tutto a dare l’idea di un Ron tormentato (spero ci sia riuscita) e poi a restare il più possibile nell’IC. Perché sì, per quanto ami AU, what if, e chi più ne ha più ne metta, sono troppo devota al Canon e all’IC. Almeno per alcune opere, tra le quali rientra Harry Potter.

 
  
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