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Autore: Ehris    14/08/2014    7 recensioni
Dal Capitolo 1:
-Che cosa vuoi?- domandò Musa con un po’ di freddezza nel tono di voce.
-Sei preoccupata?- osò allora il giovane.
-No…- negò dapprima Musa -Cioè…- proseguì poi, voltandosi verso Riven e mostrando finalmente il volto.
-Se ci fossi andato io questo non sarebbe mai accaduto- esclamò Riven con decisione ma Musa si limitò a stringersi nelle spalle.
La fata e lo specialista si guardarono per un altro istante poi Musa crollò: si gettò fra le braccia di Riven, in lacrime, spezzando il filo di pensieri del ragazzo e anche il silenzio.
Dal capitolo 2:
-Sei sempre lo stesso! Pensi di bastare a te stesso e di non avere bisogno di nessuno. Non hai capito niente, come al solito!- Il tono di Musa era tutt’altro che pacato.
-Fermati!- Disse Riven esasperato, catturandola poi in un abbraccio che sapeva di sicurezza e di amore -Musa voglio sentirti dire che tornerai, che tornerai da me... Ti amo
Dal Capitolo 3:
-Riven aiutami, ti prego!- Lo aveva implorato Musa, credendo di aver trovato finalmente la sua ancora di salvezza. Colui che l’avrebbe tirata fuori da quel pasticcio.
-E perché dovrei?- Le aveva risposto lui, incrociando le braccia al petto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come Acqua & Fuoco

 

-Sei sempre lo stesso! Pensi di bastare a te stesso e di non avere bisogno di nessuno. Non hai capito niente, come al solito!-

Il tono di Musa era tutt’altro che pacato. La sua voce esprimeva rabbia, amarezza, tormento, mentre indispettita puntava i piedi come una bambina alla quale era stato sottratto il lecca-lecca. Riven invece se ne stava lì davanti a lei, in tutto il suo splendore, con le braccia incrociate sul petto e un’aria di sufficienza dipinta sul volto, come se la situazione non lo toccasse minimamente. L’istinto di Musa era stato quello di serrare i pugni talmente forte da ferirsi i palmi delle mani con le unghie. Questo era ciò che al ragazzo piaceva di lei: il fatto che fosse trasparente e pura, come l’acqua; non sapeva fingere e non sapeva celare le sue emozioni.

Musa non chiedeva tanto perché oramai aveva imparato a conoscere ogni lato dello specialista. Sapeva del suo carattere chiuso, della sua fatica nel mostrare i sentimenti o ad aprirsi con le persone. Lui voleva far credere di essere un duro ma la fata, che provava più che del semplice affetto per lui e che quindi  ne studiava il comportamento, sapeva che la sua era unicamente una maschera di protezione. Una facciata per difendersi dalle ingiustizie e dalle sofferenze. Tuttavia, almeno in quell’occasione, si era aspettata che lo specialista le dicesse qualcosa; qualcosa di carino o più semplicemente qualcosa che la facesse stare meglio dal momento che la missione che stavano per intraprendere era ardua, pericolosa. Anche lei come le sue compagne era spaventata. Temeva per la sorte dei ragazzi, aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere a Bloom, la sua amica, e di quello che avrebbero potuto incontrare all’interno del castello di Darkar. Quella volta Musa aveva sperato con tutto il suo cuore che Riven riuscisse a mettere da parte l’orgoglio per aprirsi finalmente a lei e lasciarsi leggero dentro. 

Era rimasta immobile a fissarlo, con le lacrime agli occhi per il nervoso, una decina di secondi che tuttavia a lei sembrarono un’eternità. Quando però, con rammarico, constatò che lui non avrebbe fatto nemmeno un passo verso di lei, stizzita, si voltò. Il ragazzo aveva avuto la sua occasione ma l’aveva miseramente sprecata e Musa non era più disposta ad attendere un gesto, una parola o qualsiasi altra cosa. Ora era tardi. Era rassegnata così fece un passo in direzione del castello, per andarsene. Voleva scappare e lasciarselo alle spalle una volta per tutte ma fu proprio in quel preciso istante, che lui la stupì: il giovane l’afferrò con decisione per un polso, bloccando la sua miserabile fuga.

Non voleva lasciarla andare. Non avrebbe permesso che lei andasse via da lui perché era l’unica che aveva imparato ad apprezzarlo così com’era. L’unica che non avrebbe mai cambiato una virgola in lui.

-Fermati!-

Disse Riven con un tono esasperato, catturandola poi in un abbraccio che sapeva di sicurezza e di amore; un abbraccio che era arrivato con un tale impeto da devastare ogni singola certezza della fata; un abbraccio caldo ed avvolgente come le fiamme di un fuoco. In pochi attimi, Musa, si era trovata contro il corpo scolpito ed assolutamente perfetto del giovane. Un fisico che era l’esito dei durissimi allenamenti di Fonterossa, dell’ambizione di voler essere il migliore, sempre il numero uno e un passo avanti agli altri. Anche se avesse voluto, la giovane, non sarebbe riuscita ad allontanarsi da lui perché la presa era estremamente salda. Era tanto vicina al ragazzo da poter sentire i suoi muscoli tendersi e il suo cuore battere; battere veloce come mai prima d’ora.

Quel contatto l’aveva catapultata in una dimensione parallela. In un modo nuovo, lontano dalle sue amiche e dai suoi amici, lontano dai mostri d’ombra e lontano da Darkar. Era un universo in cui la parola “preoccupazione” perdeva completamente di significato. Sarebbe potuta rimanere lì, fra le sue possenti braccia, per una vita intera perché era sicura che non si sarebbe mai potuta stufare di un gesto tanto forte ma allo stesso tempo tanto delicato.

-Musa voglio sentirti dire che tornerai, che tornerai da me-

Ansia, dolcezza, timore, le parole di Riven erano un cocktail di emozioni. Lui aveva espresso il desiderio di vederla tornare, sana e salva. Per la prima volta da quando lo conosceva, Musa, aveva sentito di contare qualcosa per lui. Malgrado il suo carattere scorbutico, malgrado i suoi molteplici difetti fra cui la superbia e talvolta anche l’arroganza era riuscito, in quell’occasione, a dimostrarle dell’affetto. Questo era il gesto che lei sentiva di aver bisogno. Quelle parole avevano avuto su di lei l’effetto di una scarica elettrica; erano adrenalina pura. Non avrebbe chiesto niente di più perché pensava che questo fosse già il massimo che potesse ottenere… ma forse si sbagliava…

-Ti… Ti amo-

Le aveva poi sussurrato all’orecchio Riven. La sua voce era roca, leggermente imbarazzata ed insicura. Il cuore di Musa, che aveva perso un battito per l’emozione, si era sciolto, come un cubetto di ghiaccio si scoglie al sole. Quella semplice frase, quella dimostrazione d’amore valeva più di qualsiasi pietra preziosa.

La fata della musica non aveva saputo replicare. Non avrebbe voluto rovinare quel momento tanto perfetto per niente al mondo. Era semplicemente rimasta in silenzio ad ascoltare i battiti dei loro cuori impazziti. Danzavano seguendo uno spartito ed un ritmo tutto loro. Sentiva un calore piacevole irrorarle tutto il corpo. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente per assaporare tutta la dolcezza di quel momento e di quell’abbraccio.

Nessuno dei due avrebbe mai dimenticato quell’istante tanto inteso; sarebbe rimasto impresso nelle loro menti per tutta la loro vita. Entrambi avrebbero ricordato quel gesto in ogni attimo della loro esistenza perché è difficile, se non impossibile, scordare un evento simile. È difficile dimenticare come l’amore talvolta possa permettere all’acqua di rimanere tale fra le braccia del fuoco. È difficile dimenticare come in quell’occasione il fuoco avesse trovato sicurezza stringendo a sé l’acqua. Due entità tanto diverse ma allo stesso tempo tanto perfette e tanto compatibili. Semplicemente fatti l’uno per l’altra.





Note dell'autrice: Salve popolo di EFP! Ecco cosa accade quando le giornate di maltempo iniziano ad accumularsi... Questa è il frammento che mi ha fatto letteralmente innamorare di Musa e Riven :) Nel finale della seconda stagione questa scena occupa soltanto qualche secondo. Sono poche battute ma dietro secondo me c'è molto di più! Ho tentato di raccontare come ho vissuto io questo momento, cosa ci ho visto... Ecco il risultato; lo avete letto :) che ne pensate? Vi è piaciuto? Spero tanto che me lo farete sapere!! :)
A presto, Ehris.
 
  
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