Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: guitarssound    14/08/2014    0 recensioni
Cathy continua a spingermi verso il palco, ma io ogni tanto mi fermo perchè penso di non volerci salire. La gente mi guarda strana, o per i miei vestiti o per l'espressione del mio volto. Cosa c'è che non va nei miei abiti? Sono banali, d'altronde sono quelli che io posso permettermi di comprare. Ciò che faccio nella vita è qualcosa di veramente pesante, aspetto sempre che la gente mi ingaggi per esibirmi così che io possa guadagnare qualche soldo per pagare l'affitto della casa e per nutrirmi. Lo ammetto, non ho genitori, neanche li conosco, però colei che mi ha raccolta dalla strada è stata Livia, mamma Livia. Mi ha cresciuta lei, una sconosciuta, tra le lenzuonala che, da neonata, mi avvolgevano trovò un foglietto in cui c'era scritto:'Abbi cura di lei, chiunque tu sia, io non posso crescerla'. Ora questa frase ce la ho appesa in cornice sulla parete della mia camera. E' questa la mia vita, colpita da un duro abbandono, da illusioni e da delusioni. Ma quel ragazzo che vedo nel pubblico potrebbe cambiarmi la vita, ma cosa dico? Sono illusa come sempre. Sono sul palco e canto.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1.
 
‘’Ed ora, ecco a voi,  Adrianne Sanchez!’’ 
Ad un tratto mi volto di colpo verso quell’uomo che mi ha nominata, ed è solo lì che mi rendo conto che sono sul palco e devo cominciare a cantare la mia canzone. Ho il vizio di ingoiare la mia saliva prima di cominciare a cantare, così, dopo tre volte che l’ho fatto, ho pronunciato le prime parole di Clarity.
 
‘’Hide dive into frozen waves where the past comes back to life.’’
 

Sento i brividi sulle braccia, non mi capita spesso quando canto, o forse è la mia timidezza a crearla; è la timidezza che provo a cantare davanti a quel ragazzo, chiunque lui sia.
 
‘’If our is tragedy, why are you my remedy?
If our love is insanity, why are you my clarity?’’

 
Finisco lì, li ringrazio per avermi ascoltata e scendo dal palco.
‘Brava Dianne! Sei stata bravissima, come al solito!’ urleggia Cathy, mia sorella, così per dire. Le sorrido. Adesso che sono nel pubblico, le persone invece di guardarmi strana, mi chiama per nome e si complimentano con me per la mia voce. Ancora mi chiedo da chi ho preso nel canto, da mia madre o da mio padre. Ma che importanza ha? Entrambi mi hanno abbandonata.
‘Cathy, andiamo? O restiamo ancora qui?’ le chiedo, non è che mi sto annoiando, ma se proprio devo preferisco andare a visitare Livia.
‘Di già? Ma non vuoi sentire come canta quel ragazzo?’ indicando il misterioso ragazzo che da prima stavo notando.
‘Ma perché, canta?’
‘A quanto pare Dianne’, lei sembra incantata per la sua bellezza, così si siede e aspetta che lui salga nel palco e inizi ad intonare la sua chitarra nera.
‘Come non detto! Ti aspetto fuori dal cancello!’
Prima di uscirmene del tutto, mi dirigo verso la direttrice del festival e le dico che sto andando via.
‘Vai di già? Ma è ancora presto!’
‘Scusami davvero, ma devo andare perché mia madre mi sta aspettando!’
‘Va benissimo, non ti preoccupare. Comunque, tieni i 20euro di cui abbiamo parlato!’
‘Ti ringrazio davvero!’
‘Ti chiamerò anche in futuro, quindi rispondi sempre alle chiamate!’
‘Ok!’ dico sorridendo. Inizio a calpestare il prato che avvolge il palco e la platea, ma quando sto per uscirmene risento quella voce maschile che mi ha presentata dicendo ‘Un applauso a Josh Eversoon!’. Di colpo mi giro e lo rivedo, lui, e la sua bellezza sul palco. ‘Salve a tutti, questa è una canzone che voglio dedicare a tutte le ragazze che soffrono. Sorridete, perché siete tutte bellissime.’, gratta la chitarra, come si suol dire, e inizio a capire quale canzone starà per cantare: The A Team, Ed Sheeran. Rimango lì a guardarlo, a vedere la sua posizione mentre suona la chitarra, alla sua bocca che continua ad aprirsi per tirar fuori quelle santissime parole del grande autore.
Dopo due minuti, vedo che tutti applaudiscono, così faccio pure io, ma con meno forza. Cathy sta venendo verso di me, e di nuovo mi urleggia:’Ma allora sei rimasta qui!’
‘Sì, ho preso i soldi da Noemi!’
‘Si, si, come no! Dillo che volevi sentire come canta!’
‘No Cathy, ma cosa dici? Non posso distrarmi con queste cose, lo sai’. Le do le spalle e mi siedo in macchina di Cathy, perché io non ho nessun mobile.
Mentre guida mia sorella comincia a chiedermi qualcosa su Livia:’Senti Dianne, ma la mamma ti ha detto qualcosa?’, ecco perché la chiamo sorella, è sua figlia, quella legale.
‘Su cosa?’ chiedo incuriosita.
‘Sul fatto che forse parte per l’America’, girando il volante.
‘E perché mai dovrebbe partire?’
‘Vuole conoscere i tuoi genitori’ dice, ma questa volta senza urlare.
‘Cosa?’
‘Dice che ha trovato un procedimento per trovare i tuoi genitori’
‘Ma quale procedimento?’
‘Ma quante domande fai?’
‘Mi pare ovvio, no?’
‘Senti Dianne, hai 19 anni, sai che non hai mai visto i tuoi genitori, almeno accettali, visitali, non so!’
‘Cathy, anche tu hai 19 anni, ma tu non sai cosa vuol dire essere abbandonati da entrambi i genitori’
‘Sì che lo so, in diciannove anni ti ho osservata cara mia’.
‘Bene Cathy, scendo qui’.
‘Dove vuoi andare?’
‘Cammino, vado a casa’.
‘Sicura?’
‘Sì’. Spero non abbia pensato che sono arrabbiata con lei, ho bisogno di riflettere, per la milionesima volta. Cammino, e intanto penso a come siano fatti i miei genitori, alti o bassi, belli o brutti.
Prendo le chiavi dalla mia borsetta, e comincio a girarle. Apro la porta d’ingresso della mia casa, prendo il telefonino e poi butto la borsetta sul pavimento, come niente fosse. Skinny inizia ad abbaiare, cosa che odio quando è già tardi, così gli do qualche schiaffetto e gli urlo nel muso di starsi zitto, ed ineffetti, si sta zitto. Mi sdraio sul letto, Skinny mi segue e si siede accanto a me. Apro il telefonino e vedo che ho tre messaggi e cinque chiamate perse, e così penso ‘Oddio, di nuovo Skylar’.
‘Skinny, se meni Skylar ti compro un nuovo osso’, beh sì, amo il mio cane.
‘Skylar Unite :
Dianne, parliamone, Melissa mi ha baciata, non sono mica stato io!’
‘Mamma :
Bellissima, rispondi alle chiamate, ti devo parlare!’
‘Mamma :
Mi ero scordata che stavi al festival, ti chiamo domani quando esci da scuola’
Ah ecco, controllo le chiamate e sono tutte di mamma, quindi niente Skylar.
Skylar è il mio ex, venerdì l’ho visto che si stava baciando con una tizia, ma è da tanto che non provo più niente per lui, perciò, lascio perdere.
‘Skylar, ne parliamo domani a scuola. Buonanotte.’
‘Mamma, domani dopo scuola vengo a mangiare da voi, ho bisogno di farti qualche domanda.’
Spengo il telefonino, non voglio più pensare a niente. Voglio dormire, ma non ci riesco, ho sempre qualche pensiero di troppo nella mia testa. Penso al ragazzo che ho visto al festival questa sera, penso al suo sorriso e alla sua voce angelica, mi metto le cuffie, e non so perché, mi ascolto continuamente ‘The A Team’ e piano piano mi addormento.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: guitarssound