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Autore: Sognatrice_2000    14/08/2014    2 recensioni
Shiho Miyano è una giovane ma bravissima dottoressa che svolge il suo lavoro con passione,guarendo anche le persone che apparentemente non hanno nessuna speranza. Il destino sembra giocarle un crudele scherzo,facendola innamorare di un paziente misterioso e affascinante affetto però da un grave tumore che non riesce a curare in nessun modo.
Egli,inizialmente attratto solo in modo fisico da lei,poco per volta svilupperà un sentimento più profondo nei suoi confronti,ammirato dal coraggio e dalla forza di quella giovane donna così matura e altruista che sembra decisa ad aiutarlo a superare la sua malattia a tutti i costi.
La storia d’amore che nasce tra di loro però comporta per Shiho,poco a poco,la rivelazione di una realtà sempre più assurda e inquietante,nonché la morte di sua sorella,unica testimone di quell’impensabile verità, avvenuta in circostanze misteriose.
Shiho si ritroverà coinvolta in un’incredibile avventura,catapultata in un passato ricco di intrighi,colpi di scena,odio,amore,speranze e sofferenze. Riuscirà ad affrontare i fantasmi di un passato crudo e doloroso, pronti a mettere in discussione tutta la sua vita e le sue convinzioni?
Genere: Drammatico, Erotico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Capitolo 6:
 
 
La prima cosa che faccio questa mattina,ancora prima di entrare nel mio studio,è predisporre una radiografia toracica per il paziente della stanza 202,Gin Kurosawa, quell’uomo tanto misterioso che mi ha colpita fin dal primo momento in cui l’ho visto.
Sono molto stanca,stanotte ho faticato tanto per addormentarmi e ho continuato ad avere incubi. Mi affanno a dare ordini e organizzare tutto,così presa che non mi accorgo della presenza di Ran fin quando lei mi posa una mano sulla spalla per richiamare la mia attenzione.
“Oh,sei tu!”
“Sei tornata,Shiho?! Sono contentissima,dev’essere stata dura per te”Mi sento confusa mentre mi abbraccia,poi mi vergogno di me stessa: in tutto questo trambusto,non ho pensato abbastanza a mia sorella. Eppure lei c’è sempre stata, quest’uomo è entrato nella mia vita solo da pochi giorni,ma ho come l’impressione di conoscerlo da molto,molto più tempo di quanto possa sembrare…
“Mi dispiace davvero. Sei sicura di sentirti bene,Shiho?”
“Come dici? Sì,certo. Scusami,ma adesso sono molto indaffarata…” Richiamo un’infermiera per accertarmi che la sala ecografie sia pronta,ma Ran mi blocca.
“Che stai facendo?”
“Un paziente deve effettuare un’ecografia al torace.”
“Oh,e chi è?”
Mi mordo un labbro,agitata: “Gin.”
“Davvero? Intendi dire il paziente che si è preso una cotta per te?”
“Ran! Quante volte devo dirti che non è come pensi tu?”
“Sì,come no. Devi effettuarla tu quest’ecografia?”
“Sì,voglio verificare di persona.”
“Perché,cosa devi verificare?”
“Niente,niente. Mi dispiace,adesso devo proprio andare…”
“Shiho!”
Mi volto impaziente,scrutando gli occhi preoccupati di Ran.
“Sei sicura che vada tutto bene?”
“Certo…”
La vedo scuotere la testa. “Lascia che me ne occupi io,sei troppo agitata.”
“Ne sei sicura? L’ecografia al torace richiede una grande preparazione e precisione…”
Mi sorride rassicurante,stringendomi una mano. “Stai tranquilla,ne ho fatte parecchie e conosco la procedura,anche se non sono brava come te.”
“Ma io non volevo dire questo…”
“Lo so. Fidati,andrà tutto bene.”Le mie dita tremano leggermente,e per un attimo ho la sensazione che quelle parole vogliano dire molto di più. Che abbia capito?
“Va bene,ora vado da lui.”
“Vuoi che venga con te?”
Fino a qualche giorno fa avrei accettato senza pensarci minimamente,anzi,ne sarei stata sollevata,ma adesso…
“No,preferisco andare da sola.”
“Come preferisci.”
Affretto il passo fino quasi a correre,mentre l’ansia continua ad aumentare in me.
Busso alla porta della camera ed entro velocemente.
“Stamattina va un po’ meglio?”
Gin annuisce,ma io noto lo stesso il colorito pallido del suo viso.
“Dovrebbe venire con me per un esame,una dottoressa bravissima la sta già aspettando. Si tratta di una semplice ecografia al torace.”
“Per quale motivo?”
“E’ solo un accertamento. Se non la sente posso trasportarla su un lettino.”
“No,ce la faccio.”Non appena si alza però rischia di cadere,allora passo il mio braccio attorno alle sue spalle per sostenerlo,e una nuova visione riempie i miei occhi.
La stessa bambina e lo stesso uomo delle altre volte. La bambina è in braccio all’uomo e ha una sbucciatura sul ginocchio destro. Faccio appena in tempo a vederlo chinarsi sulla ferita e baciarla,che tutto si offusca nuovamente.
Stavolta non ci faccio molto caso,lo aiuto a camminare fino alla sala dove si deve svolgere l’ecografia,e una volta entrato,mi siedo su una sedia lì fuori in attesa,perché non ho il coraggio di venire con lui.
La mia ansia cresce e le mani mi sudano. Perché il tempo deve passare così lentamente?
Dopo una ventina di minuti,vedo uscire Ran con il responso,e poco dopo anche Gin,che cammina a fatica. Prima di parlare con lei,mi preoccupo di riaccompagnarlo nella sua stanza,e intanto la mia angoscia aumenta sempre di più.
Quando ritorno,Ran mi aspetta in sala riunioni,seduta al grande tavolo circolare.
“Allora?”La aggredisco quasi,ancora prima di sedermi.
“Innanzi tutto calmati e siediti.”
“Perché non me lo dici? Qual è l’esito?”
“Shiho,calmati,non ti ho mai vista così. Siediti e ne parliamo”
Forse ho esagerato,non era necessario che mi mettessi a urlarle contro,ma è stato più forte di me. Prendo un  respiro profondo nel tentativo di calmarmi,e prendo posto sulla sedia accanto a lei.
“Scusami,Ran.”
“Non importa. Come si dice,l’amore si scopre sempre quando è troppo tardi…”Il suo sorriso scherzoso lascia spazio ad un’espressione cupa.
La voce mi esce tremante e i battiti del mio cuore si fanno sempre più mozzati: “Cosa… cosa intendi dire?”
Ran mi guarda seria per qualche istante,poi prende le mie mani tra le sue e mi fissa dritta negli occhi. E quegli occhi rammaricati mi parlano ancor prima della sua risposta. “Shiho… quell’uomo ha un tumore al polmone.”
Una pugnalata al cuore. Un dolore mai provato prima. E la terribile sensazione di essere del tutto impotente.
 
 
**
 
 
“Come?”
“E’ così,mi dispiace.”
“Ti dispiace? Ran,dobbiamo operarlo subito,non c’è tempo da perdere…”
“Shiho,il tumore ormai è in fase avanzata.”
“E con questo? Noi potremmo…”
“Non siamo dei maghi,Shiho. Arrivati a questo punto è impossibile fare qualcosa… quando si presenta l’emotisi ormai è troppo tardi.”
“Non… non è possibile…”Sento la testa che mi gira,le gambe molli,il cuore dolente. No,non posso crederci,non voglio crederci… è come se tutto il mondo mi fosse improvvisamente crollato addosso… è un peso che non riesco a sostenere,che non ho mai sostenuto in tutta la mia vita…
“Gli ho chiesto se per caso era un fumatore,ma la risposta l’ho avuta dagli esami. Guarda qui”Ran mi porge un foglio che io afferro con mani tremanti.
Spalanco gli occhi,stringendo quel maledetto esame,quel risultato inoppugnabile che una macchina spietata e insensibile ha deciso di presentarmi.
“E’… uno scherzo,vero?”
“Purtroppo no,come vedi la situazione è troppo compromessa.”
Avverto una voglia fortissima di piangere,ma non voglio farlo davanti a Ran,così senza dire altro salgo a corsa le scale,ignorando i richiami della mia amica,ed entro nel mio studio gettandomi a sedere sul pavimento. Scoppio in un pianto disperato, come quando avevo saputo della morte di mia sorella,e non mi basta altro per avere la mia risposta. Mi ritornano alla mente le parole che Ran ha pronunciato poco fa…
 
 
“Come si dice,l’amore si scopre sempre quando è troppo tardi…”
 
 
“Hai ragione,Ran”Sussurro tra i singhiozzi,asciugandomi le lacrime. Non ce la faccio più,ho bisogno di lui,devo toccarlo,sentire che è vicino a me,dirgli di non andarsene…
Le mie gambe si muovono prima del mio cervello,e arrivano fino alla sua stanza. Entro senza bussare,trovandolo seduto sul letto,e mi getto senza riluttanza tra le sue braccia,in lacrime.
Non so cosa mi stia prendendo,ma ho bisogno di lui,del suo abbraccio,della sua forza e della sua dolcezza.
“Stringimi forte,per favore…”Sussurro accoccolandomi sul suo petto e stringendo forte tra i miei pugni la stoffa del suo pigiama. Mi attira a sé in una stretta piena di calore,e io socchiudo gli occhi,assaporando quel momento che tanto desideravo.
Continuo a piangere,il mio corpo è scosso convulsamente dai singhiozzi,e lo stringo più forte per accertarmi della sua presenza. “Per favore,non lasciarmi…”
“Non piangere,sono qui. Non devi essere preoccupata per me…”Mi sollevo il volto asciugando dolcemente le mie lacrime,e io non resisto più.
Gli afferro il mento e mi spingo vicino al suo volto,prima che le nostre labbra si scontrino tra loro. Il sapore di questo bacio… è caldo, appassionato, travolgente,ma sono sicura di averlo già vissuto. Non posso allontanarmi da lui, provo a resistergli in ogni modo,ma è solo la mia mente che fugge,il corpo e il cuore restano lì,incollati, succubi della sua presenza. Lui ricambia il bacio con lo stesso trasporto, facendo scivolare le sue mani dietro la mia nuca e stringendola più forte. Non voglio che termini questa dolce pressione sulle mie labbra,non voglio respingere il sapore di tabacco della sua lingua. Piego leggermente la testa di lato,completamente stordita da quelle emozioni mai provate prima. Le nostre bocche si cercano,si esplorano in una danza sempre più aggressiva,piena del desiderio che entrambi abbiamo soffocato per molto,troppo tempo. Continuo ad abbracciarlo e a baciarlo quasi con disperazione,e quando ci stacchiamo per riprendere fiato,lui mi sussurra all’orecchio,facendomi rabbrividire: “Perché sei così preoccupata per me?”
“Ti serve davvero una risposta?”Mi sorride e accarezza le mie guance ancora umide, cingendomi dolcemente la vita con un braccio e mandando il mio corpo lentamente all’indietro,sul materasso,sempre continuando a baciarmi. Non mi oppongo,perché so che sarebbe inutile,è quello che vogliamo entrambi.
E in un attimo,nella mia mente appaiono immagini molto più nitide delle altre volte. Ora posso riconoscere chiaramente una bambina con i capelli ramati come i miei,lo sguardo serio e un piccolo camice bianco che le scivola lungo il corpo. A giudicare dagli strumenti e le apparecchiature il luogo in cui si trova sembra un laboratorio,ma è tutto molto buio,non ne sono completamente sicura. La bambina sta scarabocchiando delle formule chimiche su un foglietto armeggiando contemporaneamente con una provetta contenente del liquido verdastro. Questo mi stupisce profondamente: sembra così piccola,eppure così perfettamente a suo agio…
La porta si apre con un lieve cigolio e la bambina assottiglia gli occhi,girandosi verso un’ombra che torreggia sulla soglia.
“Come procedono le ricerche,mocciosa?”
Lei assume un’espressione seccata e si gira di spalle con aria di sufficienza, continuando ad esaminare la provetta che tiene in mano.
“Qui c’è anche gente che sa svolgere il suo lavoro,nel caso tu non lo sapessi. E non è richiesta la presenza di altri scienziati,quindi…”
Scienziati? Quella bambina così piccola sarebbe una scienziata? Scienziati.. i miei genitori svolgevano questa professione prima di morire. Forse quella bambina lavora nello stesso laboratorio dove lavoravano i miei genitori prima di morire… era questo che voleva dirmi Akemi. Allora c’è un collegamento…  forse è sulla morte dei nostri genitori che devo indagare?
L’uomo avanza nell’oscurità,afferrando il colletto del camice della bambina e girandola bruscamente verso di lui.
“Sai Sherry,oggi ho un po’ di tempo libero… che ne dici di passarlo insieme?”
La bambina stende le sue labbra in un sorriso di sfida,non sembra per niente intimorita. “Preferisco tornare a lavorare,grazie.”
“Che ne dici di provare un altro tipo di lavoro?”
 
La nebbia offusca le immagini e i loro contorni perdono consistenza. Rabbrividisco. Cosa significa tutto questo?
“Non… non credo che questa sia una buona idea…”Annaspo improvvisamente spaventata e tremante,con il respiro rotto,provando debolmente ad alzarmi.
“Shh…”Mi posa un dito sulle labbra,stavolta completando il suo lavoro e mettendosi sopra di me. Mi sento così al sicuro sotto il peso del suo corpo,e mi rifugio tra le sue braccia con un fremito.
“Stai calma,piccola…”
“Ah,è così?”Metto un piccolo broncio,fingendomi offesa. “Mi consideri piccola?”
“Mocciosa…”Riesco a sentire tra gli ansimi,mentre le sue labbra strusciano sul mio collo con fastidiosa bellezza,annebbiandomi la mente e bloccando qualsiasi pensiero razionale.
“Davvero?”Lo obbligo a staccarsi da me,e prendo tra le dita i suoi capelli, avvicinandomi al suo orecchio. “Però non mi pare ti dispiaccia baciare una mocciosa…”
La sua reazione è totalmente diversa da quella che mi aspettavo: mi blocca entrambe le braccia e afferra la stoffa del mio camice,lacerando il tessuto bianco con uno strappo secco e gettandolo a terra.
“Questo non ti serve più…”Sussurra con un sorrisetto malizioso.
“Neanche a te…”Sollevo la sua maglia sfilandola con frenesia,mentre il mio respiro è sempre più accelerato. Dovrei allontanarmi,ma non posso impedirmi di continuare questo gioco pericoloso,è più forte di me.
Le sue mani si infilano abili sotto il tessuto della mia maglietta rossa,salgono lungo i miei fianchi liberandomi anche di quell’ostacolo. Inarco la schiena,invitandolo silenziosamente a proseguire il percorso,e poco dopo anche il mio reggiseno scivola silenziosamente a terra. Quando sento le sue labbra mordicchiarmi i capezzoli,un gemito mi sfugge dalle labbra. I battiti del mio cuore aumentano sempre di più,e con essi una meravigliosa sensazione di calore alla bocca dello stomaco.
Gin non si stacca un attimo,sento di nuovo le sue labbra premere sulle mie e le sue mani che scendono fino a liberarmi dei pantaloni. Un brivido di angoscia mista a piacere mi scuote con violenza e il mio respiro continua ad accelerare.
Le sue mani e la sua bocca si addentrano audaci e impazienti nella mia intimità, esplorandola con passione. Mi mordo le labbra per trattenere un grido di piacere, quando lo sento giungere fino all’elastico degli slip di pizzo. Sono colta da un tremito e mi aggrappo alle sue spalle. Gin solleva il volto e mi guarda con un sorriso divertito,facendo scivolare le dita sul bordo di pizzo e giocando con il merletto. Il mio respiro si fa sempre più spezzato e i miei gemiti aumentano,ma lui mi imprigiona la bocca mescolando i nostri respiri irregolari e bloccandomi in gola qualsiasi suono.
Sento le sue mani continuare a torturarmi dolcemente,e in un impeto di passione mi getto tra le sue braccia.
“Strappale…”Sussurro roca,scegliendo di abbandonare anche il mio ultimo barlume di lucidità.
Lui obbedisce quasi subito,come se non aspettasse altro,e mi allarga le gambe con decisione unendo i nostri corpi. Ad ogni spinta sento la mia passione e il mio desiderio aumentare,sento crescere la voglia di rimanere dentro di lui,di essere sua, ora e per sempre. E mi sento strana,perché io sento di essergli sempre appartenuta, come se questa non fosse la mia,la nostra prima volta. Divarico leggermente le gambe,attorcigliandole ai suoi fianchi,e il mio respiro si spezza sempre di più. Riesco a sentire il suo profumo,lo inspiro profondamente e lascio che si imprima sulla mia pelle. Le sue spinte adesso sono meno violente,e d’un tratto sento un calore dolce e allo stesso tempo devastante nascermi dentro. Subito dopo lo vedo crollare addosso a me,ma non posso vedergli il viso perché è nascosto nell’incavo del mio collo. Mi ubriaco del suo respiro affannato e lo stringo a me,sentendo i battiti del mio cuore diminuire leggermente. Sorrido,pensando che quella melodia suonerà sempre ed unicamente per la stessa persona,quella che brucia i miei organi e devasta in modo celestiale ogni mia azione e ogni mio pensiero.
 
 
**
 
 
Provo a calmare il mio respiro,stringendomi a lui e lasciando che giochi con i miei capelli,mentre la mia pelle nuda aderisce alla sua,ora che è disteso al mio fianco, osservandomi quasi rapito. Non provo imbarazzo,mi sento solo meravigliosamente completa,felice. Siamo stati un unico corpo,un unico respiro,un’unica anima,e provo una straordinaria sensazione di benessere,come se aspettassi da sempre questo momento. Non riesco a crederci: abbiamo fatto l’amore ed è stato bellissimo. La mia prima volta,con lui. Questo pensiero mi fa scoppiare il cuore di gioia,perché sento che è quello che volevo veramente,senza nessuna costrizione o obbligo. Ma perché questo strano presentimento? Come se decidere di mia spontanea volontà non fosse una cosa naturale…
Un dolce e leggero bacio sulla nuca mi distrae,e involontariamente mi metto a ridere,gettando la testa all’indietro nel sentire quel tenero solletico. Lo sento tirarmi a sé e continuare ad accarezzarmi lentamente i capelli,mentre io trovo rifugio sul suo petto,accarezzandolo senza fretta e godendomi quel momento perfetto. Sorrido rilassata,cercando la sua pelle fredda per rinfrescare il mio corpo in fiamme,e lo sento agitarsi.
“Cosa c’è?”
“Sherry…”I miei occhi si spalancano appena,quando lo sento sussurrare quel nome. Possibile che lui conosca la bambina delle miei visioni? Forse è l’occasione giusta per saperne di più.
Appoggio la testa sul suo petto e mi avvicino di più a lui. “Io mi chiamo Shiho.”
Lui mi fissa qualche istante,sembra assorto nei suoi pensieri,poi mi passa un braccio attorno alle spalle mordicchiandomi dolcemente il lobo dell’orecchio.
“Sei identica a lei…”Mi sussurra.
“A chi?”
“A Sherry.” Sento la sua voce tremare nel pronunciare quel nome,e poso una mano sulla sua guancia in una lieve carezza.
“Chi è?”Bisbiglio per non rompere questa strana complicità.
Ancora una volta i suoi occhi si posano su di me causandomi un piccolo brivido,poi si scostano fino a posarsi in un punto imprecisato davanti a sé.
“Saranno passati almeno quindici anni… lei mi piaceva da impazzire,era bella, intelligente,fredda e decisa,ma non sono mai riuscito ad averla.”
Quindici anni? La stessa data che mi ha comunicato mia sorella prima di morire… devo assolutamente sapere chi era quella bambina.
“Che strano nome…”Continuo nella speranza che lui possa dirmi qualcosa di più.
“Infatti non era il suo nome,io la chiamavo sempre così perché trovavo che le si addicesse bene. Lo sherry è il mio liquore preferito,dolce e sensuale come lo era lei…”
“E non conosci il suo vero nome?”Ancora una volta si gira a guardarmi,poi mi sorride stringendomi con più forza.
“Non te lo posso dire.”
“Perché?”
“Sono sicuro che tu la conosca meglio di chiunque altro.”
Non aggiungo altro,confusa da quella risposta enigmatica. Perché mai dovrei conoscerla?
Rimango pensierosa ancora per qualche istante,infine mi decido a rivolgergli una domanda che mi frulla nella mente già da un po’. “Eri innamorato di lei?”
Con mia grande sorpresa lo vedo scoppiare a ridere,e lo guardo perplessa. “Cosa c’è di tanto divertente?”
“Era una bambina.”
“Ma non mi pare che tu ti faccia tanti scrupoli…”Gli sorrido ammiccante,avvicinando le nostre labbra. “Non ti è dispiaciuto portarti a letto una ‘bambina’,se è per questo…”
Mi sorride misterioso,sfiorando appena le mie labbra e spingendomi contro il suo corpo. “Neanche in passato mi sono fatto scrupoli…”
“Cosa? Ma se mi hai appena detto che non sei mai riuscito ad averla…”
“Ci sono tanti modi per avere una persona…”
Mi alzo di scatto,allontanandomi turbata e disgustata. “Cosa stai cercando di dire?”
“Lo sai.”
“E cioè?”
Mi afferra il polso riportandomi vicino a lui e abbracciandomi con forza e dolcezza allo stesso tempo,come se non volesse lasciarmi andare. Mi passa una mano sui capelli,sussurrandomi le parole che in futuro sarebbero sempre rimaste impresse nella mia mente. “Vorrei chiederle di perdonarmi,ma sarebbe impossibile. Niente potrà cancellare quel ricordo che ha di me. Sono certo che anche se adesso non riesci a capire,un giorno te ne accorgerai e mi odierai nello stesso identico modo. E’ solo questione di tempo.” 
 
 
**
 
 
Mi sistemo il camice,quello di scorta che ho dovuto indossare dopo quello che è successo,e batto nervosamente le dita sulla tastiera del computer,completando un foglio di dimissione per uno dei miei pazienti,ma la mia mente è completamente altrove. Sono emozionata da un lato,ma dall’altro confusa. Cosa voleva dire Gin con quelle parole? Come potrei odiarlo? Mi sento nervosa,agitata. Mi sfioro appena le labbra,timorosa di cancellare il sapore di quel bacio,e mi stringo le braccia al petto per avere l’illusione di sentire ancora il suo abbraccio. Finalmente ho capito quello che cercavo di negare persino a me stessa.
 
 
Farò di tutto per salvarti… te lo prometto. Perché io non posso stare senza te. Ti amo,forse anche più di me stessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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