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Autore: Oducchan    14/08/2014    1 recensioni
Koutarou non dovrebbe proprio avvertirla, quella scarica di adrenalina che si rovescia dalla nuca giù per la colonna vertebrale.
[Midousuji/Ishigaki]
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Midousuji, Koutarou Ishigaki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Titolo: i'm the closest to hell that I'll ever be
Fandom: Yowamushi pedal
Personaggi: Midousuji Akira, Ishigaki Koutaro
Pairing: MidouIshi
Genere: erotico
Avvisi: pseudo dub!con (insomma, è un po' contorta come cosa)
Rating: arancione
Note:
E, uhn, boh, ecco, non so bene dove volessi andare a parare, volevo che non fosse una sorta di abuso nei confronti di Ishigaki-san ma, uhn, Midousuji è quello che è, presumo, e non è uscita come la volevo io >.<

 
I’m the closest to hell that I’ll ever be

Koutarou non dovrebbe proprio avvertirla, quella scarica di adrenalina che si rovescia dalla nuca giù per la colonna vertebrale. Non dovrebbe sentire l’eccitazione schizzargli in vena e dilagargli nelle membra rendendole instabili e vibranti, non dovrebbe essere scosso da quel brivido che lo irrigidisce dalla testa ai piedi e lo rende aperto, malleabile, indifeso.
Inerme.
-Disgustoso-
E quel sussurro dovrebbe indignarlo. Dovrebbe accendergli una scintilla di ribrezzo e di rifiuto, dovrebbe opporsi, sottrarsi e scappar via da quello spogliatoio improvvisamente troppo buio e troppo caldo e troppo silenzioso. Dovrebbe infuriarsi, far qualcosa, reagire e togliersi di dosso quella sensazione limacciosa e stagnante che lo fa sembrare una mosca prigioniera in una ragnatela velenosa, un uomo disperso in una palude putrida di desideri inaccettabili.
E invece quella parola gli scivola all’orecchio e gli fa intirizzire l’epidermide, gli fa mordere forte il labbro per trattenere suoni che la sua gola vorrebbe gemere ma che non sa come verrebbero accolti, lo fa tremare di una sensazione nuova che lo atterrisce e lo esalta assieme. Quando Akira lo spinge, le grandi mani dalle dita sottili che si avvolgo come ragni attorno alle sue spalle, è il ripetersi cantilenato dello stesso suono che lo fa indietreggiare fino al muro, per poggiarvi la schiena e allargare docile le gambe.
Midousuji lo guarda, con quei suoi occhi tondi e spiritati che paiono bere ogni millimetro del suo viso, ogni microscopico mutamento della sua espressione, ogni più infimo cambiamento che il suo corpo riesce ad attraversare. Lo scruta da capo a piedi, lo ispeziona con attenzione ossessiva, quasi fosse affascinata da queste reazioni del tutto nuove, da questa materia totalmente inconsueta e misteriosa, e a Ishigaki muore il respiro in gola, sentendosi messo a nudo, spogliato di ogni protezione ed eviscerato con tanto puntiglio che per qualche istante è sicuro di essere stato squartato per davvero, di essere aperto alla mercé del suo morboso interesse. 
Invece non è accaduto nulla di tutto ciò. Midousuji abbassa una mano, lasciandola serpeggiare sul suo petto, poi inclina il capo con un debole schiocco, facendo uscire la lingua per umettarsi le labbra. Batte le palpebre offuscando lo sguardo, e poi si decide ad abbassarlo e a concentrarlo su un punto molto più in basso del suo volto.
Ishigaki non si è mai sentito più intontito e sottomesso. Non si è mai sentito così caldo e incapace di controllarsi. Non si è mai sentito così bisognoso di un tocco, per quanto minimo, per quanto insignificante, di un’altra persona. Sente il proprio corpo tendersi, i muscoli che fanno forza contro la parete scrostrata pur di avvicinarsi, pur di rendere minime le distanze tra loro, anelando allo spasmo che faccia sì che la tensione si allenti, che quel nodo in fondo all’addome si sciolga e gli conceda un po’ di abbandono. Rischia, incapace di contenersi.
-Ishigaki-kun- Akira cantilena il suo nome, una nenia stridula e pericolosa sulla sua bocca, tossina che disintegra ogni sua difesa, e lo accontenta, facendo un passo e avvicinandosi, piano. Gli fa sentire la presenza fisica del suo corpo occupare il suo spazio personale, gli fa sentire quanto può essere vicino, gli fa sentire la sua presenza sovrastarlo e soverchiarlo. Gli fa sentire la mano stringersi, le dita che affondano nella stoffa e poi nella pelle, graffiargli la carne, reclamare tutta la sua attenzione, quasi desiderasse arrivare fino al suo cuore per cavarglielo poi dal petto.
-Sei disgustoso, Ishigaki-kun-
Midousuji lo denigra, ancora, e ancora, eppure non si allontana; e anche se il suo viso esprime stupore e un certo qual disprezzo, Ishigaki si ritrova a gemere, incapace di trattenersi ancora, a muovere i fianchi a vuoto, quasi bastasse solo quell’imposizione, quel vilipendio della sua persona, a dargli l’agognata soddisfazione. E forse è proprio quello, che vince anche i contorti pensieri di Akira, quello che lo porta a mordergli le labbra, forte, fino a sentire il sapore del ferro sulla lingua, e a insinuare il palmo tra le sue gambe a sfregare tra la stoffa imbottita e la carne calda e sudata, per farlo irrigidire e boccheggiare e bisbigliare uggiolii imploranti senza un briciolo di senso. Forse è la scoperta di possedere un potere nuovo, così terribile, da poter esercitare sul suo gregario, ancora diverso dai giochi di psicologia che mette in atto sulle due ruote, e per questo più intenso, più potente. Forse è la meraviglia di fronte della varietà di reazioni che riesce a strappargli, mentre lo conduce con la crudeltà di un bambino capriccioso verso un orgasmo sfiancante e privo di piacere.
Forse è lo scoprire di essere incapace di togliergli le mani di dosso nonostante il raccapriccio, nonostante il ribrezzo per ritrovarsele sporche e appiccicose. Ha importanza che lo siano, quando Ishigaki ha appena soffiato il suo nome in uno squittio più acuto degli altri mentre il suo corpo tremava senza controllo per il suo semplice tocco?
-Disgustoso...-
   
 
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