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Autore: Rota    14/08/2014    0 recensioni
Riemerge dalle lenzuola, il capo scuro per i capelli morbidi in contrasto netto con il candore del letto che vi ospita. Ha gli occhi chiari aperti, l'attenzione rivolta a te e una macchia di colore appena sopra gli zigomi – labbra schiuse, che non permettono né ai sospiri né alle parole di liberarsi e di raggiungerti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Kiss – While your lips are still red
Autore: Rota
Fandom: Shingeki no Kyojin
Personaggi: Eren Jeager, Levi
Genere: Fluff, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Flash fic, Shonen ai, What if...?
Credits: “While your lips are still red” lyrics de NightWish
Note dell'autore: Niente di così assurdo da segnalare. È una Riren scritta giusto perché mi andava. Se ascoltate la canzone, nel mentre, sarebbe meglio (L)
Solo una dedica al mio Eren personale (L) *manda chu

 

 

 

 

 

Riemerge dalle lenzuola, il capo scuro per i capelli morbidi in contrasto netto con il candore del letto che vi ospita. Ha gli occhi chiari aperti, l'attenzione rivolta a te e una macchia di colore appena sopra gli zigomi – labbra schiuse, che non permettono né ai sospiri né alle parole di liberarsi e di raggiungerti.
Le manette che gli legano i polsi tintinnano quando si poggia sulle mani e si sporge verso di te, mentre il lenzuolo scivola sulle sue spalle nude. Ti distrai a pensare alla morbidezza di quella carezza lungo la sua schiena, e immagini la punta delle tue dita al posto del tessuto: in quel caso, il respiro trattenuto sarebbe stato per te. Trattieni a stento quella punta di insoddisfazione.
Una sillaba formulata male, fievole in un tono basso, ti costringe a tornare al suo viso e ai ciuffi scuri davanti ai suoi occhi; li scansa con un gesto veloce della testa, ma quelli tornano a solleticargli il naso e a corrucciargli l'espressione un poco infantile.
Il tuo gesto di aiuto, poi, si trasforma in una carezza, che espande il pomo di colore sulle sue guance, proprio contro il tuo pollice. È delicata la sicurezza di ricevere in cambio, per ogni ripetizione futura, quella precisa e sincera reazione, per quanto tu possa baciarlo e baciarlo ancora.
Tese le spalle, chiaro il collo: il segno delle cinghie scava la pelle appena più in basso, e quando posi lo sguardo su quel punto è solo un attimo passeggero, che non bada né al tempo né allo spazio. Ti bacia il palmo della mano, e tu immergi le dita tra i suoi capelli, scoprendo anche la parte alta del suo volto.
Rimane fermo a farsi guardare, certo di non ricevere alcun male da te. E quando tu ritiri il braccio passi di nuovo sul suo mento e sulle sue labbra, con le unghie chiare.
Hai smesso di chiederti o di pensare a quando gli hai permesso di farti abbassare la guardia. Lui ha cominciato a chiamarti per nome, e a ripeterlo tante volte fino a farti impazzire.
Impara in fretta, quel dannato moccioso.
Si alza sulle ginocchia quando avanza per sedersi sopra le tue cosce; altro tintinnio chiaro. Non pesa molto, ma la sensazione di averlo contro è legata a quella di saperlo vivo, e il calore che la pelle nuda trasmette è quasi disturbante.
Ti costringe, quando viene in avanti, a premere la schiena contro il muro che ti sorregge, al limite del letto, e ad alzare il viso per continuare a guardarlo: lì ti trova, e tu puoi prendergli le spalle con i palmi aperti delle mani. Uno sguardo diretto, che sorregge il tuo così abituato al comando e alla fermezza, è capace di sciogliere la tensione dei muscoli, quell'attimo appena perché si permetta il lusso di un altro sbaglio della bocca.
La pancia piatta contro la tua trattiene, allora, un sospiro lungo, e la cassa toracica si fa cassa per una tonalità grave scandita da un ritmo non pacato.
Lui sa del rosso del vita, sa dell'intensità della forza, sa del candore del bello – anche il suo bacio.
E lo vuoi, finché è lì per te. All'infinito.

 

   
 
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