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Autore: Afaneia    14/08/2014    2 recensioni
Dopo averlo dovuto forzatamente abbandonare sulla costa spagnola, Jack Aubrey è tornato a prenderlo, come gli aveva promesso. E Stephen riflette di non aver mai dubitato, neppure per un momento, di quella promessa.
(Attenzione: riferimenti al libro.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti!

È la prima volta che mi capita di scrivere qualcosa su questi due, ma in questo periodo, dopo aver rivisto il film e riletto il primo libro, non potevo proprio trattenermi. Non credo davvero che sia un granché, ma del resto, è solo un primo tentativo.

Una piccola precisazione: il testo è basato piuttosto sugli avvenimenti del primo libro, Primo comando, che del film. Ho deciso di postarla in questa sezione pensando che fosse la più adatta, ma nel caso dovesse andare bene, non esiterò a spostarla in un'altra.

La storia si ambienta (idealmente) pochi giorni dopo che Jack è tornato a prendere Stephen da una costa dove l'aveva dovuto lasciare solo per pochi giorni e dove gli aveva lasciato un messaggio inciso sulla pietra. Marshall, per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, è il nocchiere della Sophie con marcate tendenze omosessuali, nello specifico è molto attratto da Aubrey.

Detto questo, vi lascio alla storia.

Enjoy!

Afaneia


"Il signor Marshall è geloso del dottore, non te ne sei accorto?"

Era difficile non recepire questa voce che circolava tra i marinai, persino tra gli allievi, ma Stephen faceva sempre finta di non averla udita. Gli sembrava sconveniente darvi peso, sapendo di quale natura fossero le attenzioni che il signor Marshall riservava a Jack; tuttavia non aveva potuto non rendersi conto che, aldilà del profondo rispetto che il nocchiere provava per lui, effettivamente lo guardava talora con una punta di gelosia.

Ma gelosia per cosa?

Nel suo profondo, Stephen sapeva di saperlo, anche se gli faceva piacere fingere il contrario. Era per il dolore che tutti avevano letto negli occhi di Jack -nessuna voce che circolava tra i marinai gli sfuggiva- quando, per il bene del servizio, era stato costretto a partire senza attendere il suo arrivo, lasciandogli solo, perché non credesse di esser stato abbandonato, quel messaggio inciso su una pietra: Regrediar. Era per l'ansia che, a detta di tutti il capitano aveva manifestato al momento di andare a riprenderlo, quella volta sul serio e definitivamente, da quella costa nemica.

Infine, la gioia che aveva illuminato il suo volto, ancora sfigurato e ustionato dall'esplosione, quando lui era stato caricato sul ponte e subito Jack aveva potuto invitarlo nella sua cabina a far colazione insieme. Di quella gioia Stephen stesso aveva potuto essere testimone e forse soprattutto a quella era dovuta la gelosia di Marshall.

Anche in quel momento Stephen non aveva potuto evitare di sentire qualche commento da parte dell'equipaggio: "Riccioli d'oro era agitato forte per il dottore!" Solo mezzi sussurri scambiati di nascosto, certo, ma ora, chino com'era sulle sue autorità stampate, con gli occhi assenti e la mente presa da tutt'altro, Stephen non poteva trattenersi dal ripensarci. Il suo sguardo scorreva sulle righe senza recepirne alcunché. Decisamente, stava pensando ad altro.

Sì, forse davvero Marshall provava una vena di gelosia per lui. Sarebbe stato ancora più geloso se avesse potuto assistere a quella loro tranquilla colazione dopo la loro riunione? Sì, probabilmente sì. Anche per un occhio poco esperto come il suo – Stephen davvero di sodomia non sapeva niente- la felicità di Jack nel rivederlo era stata un poco eccessiva per un amico. E poi, e poi... di nuovo Stephen sorrise, ripensando all'espressione di Jack quando, distrattamente, gli aveva accennato di aver ballato in piazza durante quel suo breve soggiorno in Spagna. Era davvero solo sorpresa quella che aveva letto nei suoi arditi occhi azzurri, sul suo volto in parte ustionato e in parte cotto dal sole? Non v'era stata, forse, una lievissima punta di gelosia che subito Jack si era affrettato a mascherare, chiedendo notizie sulle varie navi spagnole?

Guardò l'orologio: entro breve doveva recarsi nel quadrato. Prima di avviarsi, Stephen si concesse una lunga occhiata a una certa pietra che si era portato dietro, di nascosto, da terra. Era un sasso grande e piatto, quel sasso su cui Jack, che pure aborriva il latino, gli aveva scritto il messaggio che tante volte lui aveva riletto negli ultimi giorni: Regrediar. Tornerò.

Era stata forse un'eccessiva mollezza da parte sua conservare quello stupido sasso, pensò per l'ennesima volta, riponendolo assieme ai suoi libri - era l'unico posto dove di certo nessuno sarebbe andato a guardare- eppure non la rimpiangeva. Gli faceva ricordare la sensazione di fiducia che gli aveva scaldato il petto quando l'aveva letto e si era reso conto di fidarsi ciecamente della parola di Jack Aubrey. Sì, lui che aveva subito tante delusioni nella vita, proprio lui, rifletté sorridendo mentre si avviava verso il quadrato, non aveva mai dubitato che Jack sarebbe tornato a prenderlo, come aveva scritto.



   
 
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