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Autore: HakunaMatata_3    14/08/2014    2 recensioni
So dance your final dance: this is your final chance to hold the one you love...
-Questa one shot fa parte della serie "Never too late", ma non è necessario aver letto l'altra storia per poterla leggere =)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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So dance your final dance: this is your final chance to hold the one you love

La festa è iniziata da poco. Mi guardo intorno, la pista da ballo è ancora fredda, sono tutti ancora al buffet a godere dell’ottima cucina degli elfi del castello. Da lontano intravedo la McGranitt che chiacchiera con il ministro Shacklebolt e con il professor Silente.
Prendo un altro bicchiere di Acquaviola. Sento che qualcuno si avvicina, ma non ci faccio troppo caso.
<< Balli? >> mi chiede. Fisso i miei occhi nei suoi e gli rido in faccia.
<< Dovresti >> aggiunge per nulla turbato alla mia reazione. << Insomma, hai organizzato tu questa pagliacciata, no? >>.

PagliacciataNon è quello che avevo pensato quando la McGranitt mi aveva affidato l’incarico.
<< Il due maggio di quest’anno ricorrerà il venticinquesimo anniversario della Battaglia di Hogwarts, signorina Weasley. Voglio che lei, alla guida degli altri Capiscuola, si occupi di questo importante evento. Saranno presenti tutte le autorità del mondo magico e ho piena fiducia nelle sue capacità >>.

Pagliacciata… Non è quello che avevano pensato i miei parenti e i miei compagni di casa subito dopo l’annuncio della notizia.
<< Sei sul Profeta, Rose, sei sul Profeta! >>
<< Cosa?! >>
<< E anche sul Cavillo! Me l’ha appena mandato la mamma >>
<< “Rose Weasley… diciassette anni… figlia di- ” mmm lo sappiamo già… Ah, ecco! “In occasione del venticinquesimo anniversario della Battaglia di Hogwarts, la giovane strega e gli altri Capiscuola della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts…” Rosie… WOW! >>
<< E non è finita qui, sorellona. C’è una lettera scritta, a occhio e croce, da tutti i Weasley e relative famiglie acquisite… Rosie? Rosie! È… svenuta? >>


Pagliacciata… Non è quello che tutta la gente qui dentro pensa.
Continuano a cercarmi, a farmi complimenti, a lusingarmi. E io vorrei dire che dovrebbero congratularsi anche con gli altri tre Capiscuola, con gli elfi che hanno preparato il cibo in quantità industriale, con zia Hannah e madama Piediburro che hanno fornito le bevande e… E poi vedo mio padre.
<< Ancora complimenti, stellina… Malfoy… >>. Si annuncia così, col soprannome che detesto e che mi fa sempre arrossire e con un’occhiataccia all’indirizzo del mio interlocutore.
<< Buonasera, signor Weasley >> gli risponde quello sbiancando leggermente.
Papà è astioso, Malfoy rispettoso. Quanto a me…
<< Papà! Cosa… che c’è? >> balbetto imbarazzata.
<< Tutto bene? >> chiede senza staccare gli occhi di dosso a Malfoy.
<< Sì, papà >> rispondo spazientita.
<< Mmm okay. Ehm… Ti ho portato un po’ di torta. Faresti meglio a mangiarla subito, credo che Kingsley stia per iniziare il suo discorso >>.
Mio padre si allontana così com’è venuto, mollandomi un piatto di porcellana in mano e facendo ritornare il ghigno sul viso di Malfoy.
Mi accosto al tavolino più vicino e mi accomodo sistemando per bene il vestito azzurro che mi ha comprato mia madre. Inutile dire che Malfoy mi segue.
Fingo di ignorarlo mangiando pian piano la torta, la torta scelta da me, eseguita ad arte dagli elfi di Hogwarts.
<< Non è una pagliacciata >> commento piano. << È un evento sociale molto importante, mette in contatto generazioni diverse, ci permette di commemorare tutti insieme i caduti e i vincitori… Potevi rinunciare all’incarico, Malfoy. L’unico pagliaccio qui sei tu >>.
Sono soddisfatta di quello che ho detto. Non può ribattere in nessun modo, l’ho messo all’angolo.
<< Ma davvero, stellina? >> mi chiede subdolo. E io arrossisco di nuovo. Odio quel soprannome, lo odio detto da lui, odio il fatto che lui possa riderne. Raccolgo con il dito un po’ di panna mentre penso a cosa dire. Me lo porto alla bocca senza malizia, ma ,vedo la sua accendersi in quello sguardo di ghiaccio. Sorrido dentro di me e raccolgo un altro po’ di panna.
<< Davvero >> dico guardandolo negli occhi. Sbatto le ciglia, civettuola. Poi gli stampo la mano piena di panna in faccia.
<< Sei impazzita, Weasley? >> mi chiede.
Estraggo la bacchetta dal corpetto del vestito, mormoro Tergeo e mi pulisco la mano.
<< L’ho detto che sei un pagliaccio >> dico facendo spallucce pensando ai clown dei film babbani.
Anche Malfoy estrae la bacchetta e fa in tempo a pulirsi prima che la McGranitt richiami l’attenzione e chieda ai quattro Capiscuola di avvicinarsi per ricevere i ringraziamenti del Ministro in persona.
Malfoy mi fa cenno con la mano di precederlo.
<< Prima le signore >> borbotta mentre gli occhi di tutti sono puntati su di noi: Scorpius Malfoy, Caposcuola di Serpeverde, impeccabile nel suo smoking nero di ottima fattura; Rose Weasley, Caposcuola di Grifondoro, gambe tremule ma passo sicuro… Spero solo di non inciampare nello strascico del vestito; Sarah Gorey, Caposcuola di Tassorosso, avanza piano piano nel suo vestito rosa, leggermente contrariata perché Lysander Scamandro, Caposcuola di Corvonero, a pochi passi da lei, non la sta accompagnando come ora sta facendo Malfoy con me.
Gli applausi della Sala Grande sono tutti per noi e sento le orecchie scottare.
<< Meno rigida, stellina >> mi soffia Malfoy all’orecchio mentre ci giriamo per volgere gli occhi alla Sala che ci guarda.
Il Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt, inizia il suo discorso. Narra le gesta degli eroi caduti, legge i nomi di coloro che hanno partecipato alla battaglia, fa salire sul palco i miei genitori, zio Harry, zio Neville e zia Luna. Dicono qualcosa anche loro, poi mia madre legge la lista con i nomi dei caduti. Mi scivolano addosso non so quanti nomi, persone che non conoscevo, ma i miei genitori sì. Sono tanti, troppi per una sola notte e mia madre ha un autocontrollo che non le avrei mai attribuito. Dopo Colin Canon la sua voce si fa sempre più frettolosa. Fred Weasley, Ninfadora Tonks. Sospira, forse ha finito. No. La voce si spezza sull’ultimo nome, Remus Lupin. Un applauso delicato si diffonde dalle ultime file e coinvolge tutti. Battiamo le mani anche noi, un accenno di applauso, non rumoroso, ma altrettanto incisivo.
La McGranitt prende la parola ringraziando tutti i presenti e invitandoli a trovare il prima possibile un partner per danze. Vedo i miei che si allontanano piano da noi e avanzano verso il bordo della pista, mentre Harry, Neville e Luna vanno a recuperare i rispettivi consorti. Shacklebolt e la McGranitt si avvicinano piano a noi. Lysander va a cercare la sua ragazza e non so che fine fa la Gorey, perché Malfoy mi dice che non ho scappatoie, ora. Sta per tendermi la mano e non posso rifiutarmi di ballare davanti alla preside e al Ministro della magia, che ora sono fermi accanto a noi.
<< Kingsley, conosci già Rose, vero? È stata lei a ideare il tutto >>. La McGranitt sprizza orgoglio da tutti i pori, mentre io vorrei solo sotterrarmi.
<< Non ti dispiacerà, allora, se do il via alle danze con lei, vero Minerva? >>.
Kingsley Shacklebolt mi conduce al centro della pista, il primo giro di valzer è nostro e non ho il coraggio di guardare niente che non sia la spalla del mio cavaliere.
Dopo un po’ iniziano anche gli altri.
<< Ti vedo strana, Rose >> ridacchia Kingsley.
<< Non lo faccia mai più >> mi limito a rispondere scoccando un’occhiataccia al vecchio amico di famiglia.
Dopo dieci minuti, Malfoy fa la sua comparsa.
<< Le spiace se gliela rubo, Ministro? >>.
Ora non ho davvero nessuna scappatoia.
<< Malfoy, ti prego, lasciami in pace >>
<< Voglio solo un ballo, Rose, che ti costa? >>. Mi tende la mano e io la accetto, sapendo benissimo che sta mentendo.
Una piccola scossa mi attraversa la spina dorsale mentre sento la sua mano poggiarsi al mio fianco. La mia vola sulla sua spalla, poi iniziamo a girare.
<< Hai le mani gelate >> butta lì a un certo punto, io annuisco senza darci troppo peso. Azzardo ogni tanto uno sguardo al suo viso e lo vedo concentrato. Mi impegno al massimo anche io.
All’inizio della quinta canzone, però, c’è qualcosa che non va. Le persone iniziano ad avvicinarsi troppo tra di loro, non  è solo un contatto di mani e vestiti, sono braccia di donne dietro il collo dei loro cavalieri, mentre loro stringono la vita delle loro dame. Sono corpi appiccicati e occhi negli occhi, respiri che si fondono. È troppo per noi.
<< Basta, Scorpius >> sussurro facendo scivolare via la mia mano dalla sua spalla.
Sto per lasciare anche la sua mano, ma è lui a trascinarmi lontano dagli altri, fuori della Sala Grande. Mi porta nel buio e nel freddo del parco e io inarco un sopracciglio.
<< Vuoi farmi ammalare? >> gli chiedo divertita.
<< Avrei il permesso di venirti a trovare in Infermeria? >>
<< Non credo >>
<< Allora non voglio farti ammalare >>.
Scuoto la testa mentre lui si toglie la giacca cerca qualcosa al suo interno.
<< La ingrandiresti tu? >> mi chiede. << Ho lasciato la bacchetta a tuo cugino prima di ballare >>.
Merlino… Il mio sorriso diventa di ghiaccio e abbasso lo sguardo sullo scollo del mio vestito, da dove spunta fuori un centimetro del manico della mia bacchetta. So che l’ho già sfoderata prima, ma ora siamo soli e la sua faccia non è più ricoperta di panna.
Sbuffo e la estraggo con finta nonchalance dal mio corpetto. Gliela tendo.
<< Sexy >>
<< Scemo >>
<< Engorgio >>. La giacca si fa enorme e la avvolge con cura attorno alle nostre spalle. Con un altro colpo di bacchetta la abbottona e ora siamo qui, al freddo, con la musica che proviene da fuori, il vento e le stelle attorno a noi avvolti da un pezzo di stoffa di ottima fattura. Ripongo la bacchetta senza accorgermi di quello che Scorpius sta facendo.
Mi ritrovo i fianchi stretti dalla sua presa salda e la giacca non lascia scappatoie.
<< Smettila, Scorpius >> chiedo severa.
<< Solo questo ballo >>. Mi concentro sulla musica: è un altro lento, uno di quelli sopracitati, in cui ci si scambia il respiro, la pelle, l’anima.
<< No >>
<< Ti prego >>. Non l’ho mai sentito dire “ti prego” in sette anni che lo conosco. Forse è questo a farmi cedere. Sospiro pesantemente e sento le sue labbra premersi sulla mia fronte. Poi balliamo.
E non è solo quella canzone, ne sono altre due e poi ancora un’altra. Stiamo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri e io pagherei tutti i Galeoni che ci sono alla Gringott per sapere cosa gli passa per la testa. Forse sta pensando a un’altra. Forse sta pensando al ballo di Natale dell’anno scorso, quando non si era staccato per tutta la serata da quella Corvonero del settimo dalle forme molto più generose delle mie. Forse sta pensando alla sua ex, sta pensando che non ne è valsa la pena. Lasciarla per aspettare me.
<< A che pensi? >> glielo chiedo direttamente, ormai sono pronta alle peggiori ipotesi.
<< Shh. Balliamo, Rose, ti prego >>. Di nuovo quell’urgenza, di nuovo quel “ti prego”. Non lo sopporto quando mi zittisce.
<< Si pregano i santi, Scorpius, non me >> dico smettendo di ballare.
Anche Scorpius si ferma e mi lascia andare. Improvvisamente fa più freddo.
<< Vuoi sapere a cosa penso? >> mi chiede e il suo tono non mi fa presagire nulla di buono.
<< Penso a te. Penso che il Cappello parlante abbia sbagliato a metterti tra i Grifondoro perché non sei affatto coraggiosa. Saresti stata una Serpeverde perfetta: astuta, subdola e calcolatrice. Penso che tu non mi voglia davvero, Rose, altrimenti staremmo insieme già da tempo >>.
È come ricevere uno schiaffo, fare una doccia fredda, svegliarsi bruscamente da un incubo per poi scoprire che la realtà è peggiore. Lo sento armeggiare con la giacca e io rimango immobile, come se qualcuno mi avesse scagliato un Incantesimo delle Pastoie Total Body. Non mi muovo quando lo sento tirare con rabbia la giacca, non mi muovo quando sento i bottoni saltare e il freddo avvolgermi completamente. Mi giro solo quando sento i suoi passi scricchiolare sull'erba. Non lo fermo, non gli chiedo scusa, non gli dico di restare. Scorpius mi lancia la sua giacca, lo sguardo pieno di pietà e disgusto.
<< Vaffanculo, Rose >>.
Cado sull'erba solo quando sento il pesante portone di quercia chiudersi alle mie spalle. Una lacrima scivola sulla gonna del mio vestito e presto delle altre corrono a farle compagnia, mentre io sono sola al freddo e nel buio più totale. Le luci del villaggio di Hogsmeade brillano in lontananza e un gufo tuba nella notte. Scorpius se n'è andato.
Sarebbe stato meglio continuare a ballare.



Questa one shot, nonostante sia indipendente, fa parte della storia Never too late. Se vi va di leggerla, ecco a voi il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2754221
  
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