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Autore: The Lady of His Heart 23    14/08/2014    0 recensioni
Lucas e Hanna due persone, due cuori, due destini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanna Marin, Lucas Gottesman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora ragazzi prendete posto. Oggi tratteremo un’argomento un po’ particolare di cui voi tutti ne siete più che bene a conoscenza. La sessualità. Restare adolescenti vergini non è una debolezza, ma qualcosa di cui andarne fieri. Oggi faremo un piccolo esperimento. Tentatori e non. Hanna?” disse.
“Si?”
“Ti andrebbe di partecipare?”
“No”
“In piedi, farai la tentatrice e … Lucas?”
“Ah-ah?”
“Cercherai di resistere alle Avance di Hanna”
“Ahahah” Lucas scoppiò a ridere. “Si certo come no”
“La trovi una cosa divertente Lucas?”
“La trovo molto divertente. Andiamo, nessuna ragazza del genere ci proverebbe mai con me”
“Non è reale Lucas”disse l’insegnante.
“Questo mi sembra ovvio”disse lui.
“Al centro forza”
Lucas si mise davanti a me e mi sorrise gentile. Ricambiai il sorriso con un po’ di imbarazzo e chinai il capo timida.
“Iniziate pure” disse l’insegnate.
“V- v- vorresti venire … venire a letto con … me”balbettai. Le parole mi si erano fermate in gola per l’imbarazzo. Tutto ciò era così ridicolo. Però poteva capitarmi di peggio. Poteva esserci Sean al posto di Lucas. Allora si che non avrei aperto bocca.
“No no Hanna, più convinta”disse l’insegnante. Avvampai di rossore e chinai il capo. Dovevo farcela. Respirai a fondo e ripresi con più coraggio e convinzione.
“Vuoi venire a letto con me?”domandai.
“Si!” la risposta di Lucas risuonò in tutta la stanza rimbombando da parete a parete. Scoppiai in una fragorosa risata e lui si unì a me. Il suono della campanella era un piccolo sussurro a confronto. Tutti uscirono dalla stanza.
“Questa non era la risposta che mi aspettavo, ma faremo i conti alla prossima lezione”disse il prof.
Sorridendo uscii dalla stanza.
“Hanna?” mi chiamò qualcuno. Mi voltai e lo vidi.
“Lucas … ciao”dissi.
“Senti, riguardo a poco fa … ecco io scherzavo”disse lui impacciato.
“Si, lo avevo capito.” Risposi voltandomi.
“Senti, mi occupo della redazione dell’annuario scolastico e mi chiedevo sa … ti andava di darmi una mano nello scegliere le foto”
“Io … ma si dai, perché no.”
“Perfetto. Ho delle foto della banda scolastica su cui non so decidermi”
“Okay”

… Nell’aula.

“Allora io questa la toglierei” dissi mentre sfogliavamo le foto al pc.
“Davvero? E’ buona”
“Ma se quasi tutti i ragazzi hanno gli occhi chiusi?”
“Vero” disse lui e io sorrisi. Continuò a sfogliare le foto in maniera lenta in modo che potessimo controllarle tutte. Ad un certo punto ne saltò una andando veloce.
“Cos’era quella foto?”domandai.
“Niente”disse lui fingendo.
“Torna indietro”dissi io calma.
“No.”
“Su avanti torni indietro” dissi io sporgendo il braccio per afferrare il mouse. Ma lui lo tirò verso di se. Lo guardai per un momento e staccai la presa del mouse passando le mani sul mouse touch e tornai indietro. Lui cercò di fermarmi ma era troppo tardi. Rimasi imbambolata osservando il monitor.
“Questa sono io?”domandai. Lucas era in evidente imbarazzo e chinando il capo arrossì e annuì.
“E’ molto bella Lucas. Grazie. Potresti spedirmela?”
“Ti piace davvero?”domandò lui stupito.
“Certo”dissi io con un sorriso che lui ricambiò. Le nostre mani si sfiorarono leggermente e ci guardammo negli occhi per un breve, ma per me lunghissimo, istante. Iniziammo a parlare e ci intrattenemmo per un po’ in aula. A fine lezione mi accompagnò al mio armadietto. Chiacchierammo tra una lezione e l’altra ridendo e scherzando. Scoprii di avere molte cose in comune con Lucas.
“Senti ti andrebbe di … prendere un caffè con me?”disse Lucas.
“Ehm … in realtà”provai a dire.
“Non ti piace il caffè, neanche a me piace, preferisco il caffè e latte, ti piace anche a te o vorresti un frullato?” parlò svelto e impacciato.
“Non è quello. Adoro il caffè. Il fatto e che adesso devo andare a casa, ma possiamo incontrarci domani a scuola come sempre.”dissi io.
“Ti passo a prendere se vuoi”disse lui e io lo guardai dubbiosa.
“Ho la patente”disse infine lui.
“Non è questo e solo che … aspetta, hai la patente?”domandai sorpresa.
“Tu no?”
“Devo fare il test tra un mese. No, e solo che … ecco” provai a dire, ma davanti a quel suo faccino tenero e rattristito, sospirai e cedetti. “sarebbe fantastico.” Dissi.
Tornai a casa e senza mangiare me ne andai a letto. Quella sera dormii poco e niente, ripensando tutto il tempo a Lucas e a quello che era successo oggi. Non sapevo cosa pensare, cosa provare, non capivo niente in quel preciso istante. Fino a ieri esisteva solo Sean e adesso c’era lui. Mi rigirai tra le lenzuola e mi portai il cuscino sul capo.
Il mattino seguente, come previsto, Lucas mi venne a prendere sotto casa e mi accompagnò a scuola.
“Signorina”disse lui aprendomi la portiera.
“E’ tua?”chiesi stupita nel guardare la splendente e metallizzata copertura dell’auto.
“Di mio cugino.”confessò.
In auto durante il tragitto, restai in silenzio per tutto il tempo osservando imbarazzata gli alberi scorrere dal finestrino lungo la strada. Arrivati a scuola scoprimmo che il test era stato rinviato a causa di un ritardo dell’insegnante. Passammo tutta l’ora a ridere e scherzare tra di noi esattamente come il giorno prima. Lucas aveva la capacità di farmi sentire bene, al sicuro e felice.
“Hanna? Posso parlarti?”si intromise Mona.
“Certo”dissi.
“Da sole” precisò lei.
“Ci scusi un momento?”chiesi e Lucas con un cenno si allontanò.
“Bene, allora ho saputo che Drake è di nuovo sul mercato e vorrei tanto uscire con lui, ma non posso organizzare una cena a casa mia e quindi mi chiedevo …”
“Mona mia madre mi ammazza”protestai io.
“Dai! Ti prego! Ti procurerò un appuntamento con Sean” disse lei.
“Sul serio?”chiesi eccitata e lei annuì.
“Allora a sabato, devo andare” disse lei allontandosi.
“In verità sabato ho … un impegno”provai a dire ma lei era già lontana ormai. Lucas comparve alle mie spalle appena mi voltai.
“Allora a domani?”disse lui.
“Domani?”domandai io confusa facendo finta di niente.
“Avevi detto che saremmo andarti al cinema, te lo sei dimenticato” disse lui.
“No e che, non mi sento tanto bene”dissi io fingendo di tossire. Lui mi sfiorò la testa.
“Sei accaldata in effetti”disse lui.
“Non vorrei che mi venga un raffreddore” dissi.
“Tranquilla, sarà per un’altra volta”disse lui e tornò a lezione.

Quella sera …

Mona aveva organizzato tutto. Sean e Derek vennero a casa e cenammo insieme. Il piano era cena e film. Sean non era poi così simpatico come pareva. Quella cena fu una noia e mi trovai in disparte a lavare i piatti quando qualcuno bussò alla porta.
“E’ il tizio delle patatine”annunciò Derek dirigendosi verso la porta.
“Andiamo Derek, non dirai sul serio?”domandò Mona.
“Ho pagato per le patatine e voglio le mie patatine”disse Derek.
“A no, è quel tizio strambo dell’annuario scolastico.”disse Derek entrando in cucina con Lucas.
Quando mi voltai rimasi a bocca aperta, ero imbarazzata e non sapevo cosa dire.
“Lucas che ci fai qui?”domandai.
“Ti avevo portato del gelato perché pensavo che stessi male e ti servisse compagnia … ma vedo che ci hanno già pensato loro”
“No, Lucas, tu non capisci”provai a spiegare.
“No capisco benissimo invece”disse e uscì fuori sbattendo la porta con rabbia.
“No Lucas aspetta”provai a seguirlo, ma Mona mi afferrò e trattenne per un braccio.
“Hanna, non vorrai seguirlo per caso?” domandò incredula.
“Be è esattamente quello che voglio fare.”dissi. “E adesso credo che dobbiate andarvene, mia madre sarà qui a momenti.”dissi e mi precipitai fuori. Per fortuna era ancora sul portico che scendeva le scale.
“No Lucas aspetta”dissi io.
“Perché? Ho rovinato la tua uscita con Sean?”chiese lui.
“No io, stavo solo cercando di fare un favore a Mona”
“Si certo come no”
“Devi credermi è la verità”
“Come il tuo malore?”
“Mi dispiace io …”
“Sai cos’è, sono stanco Hanna. Stanco. Voi tutti mi trattate come se fossi un idiota e tu non sai da meno. Pensavo che fossi diverso, invece sei uguale a tutti quanti gli altri.”disse con rabbia e scese le scale e se ne andò. Rimasi pietrificata davanti al portico di casa mia e respiravo a fatica. Non potevo lasciarlo andare via, non potevo permettere che mi odiasse per sempre. Senza pensare saltai con un balzo i gradini di casa e corsi sulla strada per raggiungerlo. Ero quasi arrivata da lui quando dei fari gialli mi abbagliarono. Mi voltai di scatto e vidi Sean che tentava di frenare, ma era come se la macchina non rispondeva. Ad un tratto mi ritrovai in aria, rimbalzai sul cofano della a sua auto e caddi a terra battendo la testa sul terreno. Sentii una strana confusione e un sacco di cose contemporaneamente. L’urlo di Mona, la voce confusa di Derek e quella disperata di Sean che chiamava qualcuno al telefono. Cercai di aprire gli occhi e vidi tutto offuscato e un sacco di ombre confuse davanti a me. Notai che qualcuno correva verso di me e sentii delle mani sui miei fianchi afferrarmi e sollevarmi da terra. Socchiusi gli occhi confusa. Mi girava la testa e avevo la nausea. Sentii degli strani suoni acuti e una portiera chiudersi. Quando riaprii gli occhi vidi il bianco. Cercai di alzarmi e vidi da dietro la porta finestra dell’ambulanza un ragazzo che parlava con un paramedico.
“Lucas” sussurrai e subito sentii qualcuno afferrarmi dalle spalle e aiutarmi a stendere sul lettino.
Non ricordo con l’esattezza per quanto tempo viaggiai in quell’auto. Dopo un po’ le porte si riaprirono e venni messa su una barella e poi su un lettino trasportabile. Mi venne subito messa una maschera per l’ossigeno addosso. Sentivo un sacco di voci attorno a me, ma una voce acuta spiccava tra tutti.
“Non può entrare” disse qualcuno.
“No aspettate devo vederla … Hanna”urlò qualcuno. Ma preso, quelle voci diventarono solo un sussurro e sprofondai in un pesante e profondo sonno.
mentre dormivo sentii come una leggera pressione sulla mia fronte. Quando mi svegliai vidi un’ombra andarsene furtiva fuori dalla sala e confusa sprofondai di nuovo.

Mi risvegliai in ospedale. Ero confusa e mi girava la testa. La prima cosa che notai furono i tubi che uscivano fuori dalla mia pelle. Rabbrividii voltando lo sguardo. Odio gli aghi. Notai che sul tavolino c’era una rivista di moda. Mi sporsi per prenderla e iniziai a sfogliare cercando di distrarmi. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
“Chi è?”domandai. La porta si aprì appena e Lucas uscì fuori.
“Posso?”chiese.
“Entra”dissi io abbassando la rivista.
“Ho portato del gelato”disse lui “Ho caffè, fragola e stracciatella”
“Stracciatella, mi piacciono i pezzetti di cioccolato”dissi io.
“Speravo che lo dicessi, perché al negozio avevano finito tutto ed era rimasto solo quello” disse e io sorrisi. “Beh!Dovremmo dividerlo perché anche io ne avevo voglia.” disse lui.
Aprì la busta e estrasse la ciotolina di gelato. Con un gesto teatrale tolse il coperchio e mi porse un cucchiaio.
“Non, posso … non posso prenderlo”dissi indicando l’indice della mia mano a cui vi era attaccato un aggeggio.
“Ah! Più per me allora”disse lui sedendosi accanto a me.
“Imboccami”dissi io, ma lui che mi aveva capito al volo mi precedette e aveva già il cucchiaio pieno di stracciatella rivolto verso di me. Aprii la bocca e gustai il boccone.
“Senti Hanna, io volevo chiederti scusa. Ero arrabbiato e non mi rendevo conto di cosa dicessi, sul serio scusa, mi dispiace.”disse.
“Hai parlato con Mona?”domandai.
“Si, mi ha detto tutto.”
“Cosa è successo, non ricordo. So solo che ti stavo inseguendo sulla strada per spiegarti tutto e poi …”
“Quel cretino di Sean ti ha investita”disse Lucas con una smorfia in volto.
“Di proposito? ”chiesi e Lucas scosse la testa.
“I freni erano guasti”
“Un incidente quindi?”domandai.
“Già”disse lui voltandosi e allora notai che aveva un graffio in volto.
“Che è successo?”domandai.
“Niente”disse lui.
“Perché quel graffio? Lucas che mi stai nascondendo?” domandai.
“Non è niente” disse lui cercando di evadere dall’argomento.
“Dimmelo” ordinai io seria e lui sospirò.
“Dopo il tuo incidente, dopo che quel sanbernardo ti aveva investita. Sono coso in ospedale, ma non mi permettevano di vederti, dicevano che finché non erano certi delle tue condizioni, non avrebbero permesso a nessuno di vederti. Così sono tornato a casa tua ad avvisare tua madre dell’accaduto e ho parlato con Mona e Dereck. E poi … ho parlato anche con Sean”disse lui.
“Parlato?”domandai alzando un sopracciglio.
“Non mi sono trattenuto e gli ho mollato un pugno e … lui ha risposto”confessò.
“Non dovevi farlo”dissi io.
“Lo so, ma torniamo a noi. Mi dispiace Hanna, dico sul serio. Tu sei l’unica con cui abbia legato e la cosa mi spaventava. Ma non voglio perderti, perchè mi spaventa ancora di più” confessò lui. Ricominciammo a chiacchierare e ridere insieme, fino a che non mi addormentai stordita dagli anti dolorifici. Nella notte sentii come una leggera pressione sulla mia fronte. Di nuovo. Sospirai e mi riggirai tra le coperte.

Lucas si rivelò molto protettivo nei miei confronti, gentile e dolce. E la nostra amicizia si rafforzò sempre più. Il ballo della scuola era vicino, ma dato le mie debolezze ero ancora sulla mia sedia a rotelle.
“Allora ci vai al ballo?” mi domandò lui.
“Con le stampelle?”domandai io.
“E allora?”chiese lui.
“Lucas, i ragazzi non invitano a ballare una ragazza che non può farlo” gli feci presente.
“Io si”disse lui “Ti passo a prendere alle sette venerdì”disse lui e mi salutò.

Al ballo …

“Vuoi ballare?”mi chiese lui.
“Non dirai sul serio?”chiesi io.
“Andiamo”disse lui porgendomi la mano. Con un sospiro mi alzai dalla sedia e afferrai le stampelle, ma lui me le tolse di mano.
“Hey …” provai a dire.
“Non ci serviranno queste”disse lui.
“Lucas se cado … ” provai a dire aggrappandomi a un suo braccio.
“Non cadrai. Fidati di me.”disse lui. Il suo sguardo era pieno di serietà e dolcezza che mi fece scogliere. Mi aggrappai silenziosa alle sue spalle mentre lui mi reggeva tra le braccia. Iniziò a cullarmi sulle note di una canzone d’amore. Ballando appoggiai la testa sulla sua spalla.
“Sei bellissima”sussurò lui al mio orecchio.
“Anche tu”dissi io.
“Hanna io …”provò a dire lui.
“Si?”dissi io.
“E’ da un po’ che volevo dirti una cosa, ma non …”disse lui tremante.
“Puoi dirmi tutto quello che vuoi Lucas”dissi io.
“Forse non bastano le parole”disse lui.
“Che vuoi dire?”chiesi alzando il capo. Ma la risposa era ovvia e lui si chinò sul mio volto per poi tentennare sulle mie labbra. Con un piccolo sforzo mi sollevai sulle punte e raggiunsi la sua bocca. Sentii una sua mano accarezzarmi il volto e afferrarmi da dietro la nuca per attrarmi a se. Ci staccammo e sorridemmo per un breve istante. Adesso lo vedevo. Non avevo ciò che volevo, ovvero Sean, ma ciò di cui avevo bisogno si. Lucas mi faceva sentire amata, protetta e sicura. Io lo amo e lui ama me, conta solo questo adesso.

   
 
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