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Autore: DavidMac93    15/08/2014    2 recensioni
Come sarebbero andate le cose se un solo evento avesse cambiato lo svolgimento della trama di Twilight Princess? Link ce l'avrebbe fatta lo stesso? O l'Aura Oscura del Crepuscolo avrebbe preso il sopravvento su Hyrule?
Ecco a voi una rivisitazione di uno degli episodi più belli di tutta la saga di Legend of Zelda.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Epona, Link, Midna, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La caduta sbagliata
 

Link stava cavalcando verso Calbarico, appena liberata dalle tenebre. Proveniva da Tauro, la sua casa, che non aveva lasciato da molto tempo ma che già gli mancava. Pensava a quel luogo come al magico villaggio in cui era cresciuto, circondato da affetto e amici, in cui era diventato una guida per i bambini più piccoli. Le cose erano cambiate e la consapevolezza di ciò in parte riusciva ad alleviare la nostalgia e la voglia di tornare alla sua vecchia vita, quando ancora non era l'eroe prescelto dalle dee. I bambini non c'erano più, erano stati portati via, lasciando gli adulti a pregare per loro, preoccupati per la loro sorte.

Dopo aver rimosso l'Aura del Crepuscolo dalle terre di Oldin, Link era tornato a casa solo per qualche momento, lo stretto necessario per informare i rispettivi genitori che i bambini stavano bene, erano a Calbarico con il pastore Renaldo, un caro amico del capo villaggio Bod. La visita più difficile fu proprio quella dal capo villaggio: l'unica persona che mancava all'appello, ironia della sorte, era proprio Iria, sua figlia. Probabilmente era ancora prigioniera delle tenebre, da qualche parte nelle terre di Ranel, ridotta ad un'anima invisibile nella luce di quel Crepuscolo surreale. Faceva malissimo saperla prigioniera e Link durante il viaggio dovette evitare di pensare a lei, per non soffrire ulteriormente.

 

Il ragazzo non avrebbe mai immaginato che quello che aveva appena detto ai suoi compaesani non era del tutto vero. Furio, Birbo, Betti e Colin non erano al sicuro. Proprio in quel momento, mentre stava attraversando la Gola Calbarico, aveva visto dei luridi esseri con la pellaccia verde in sella a dei cinghiali entrare di gran carriera nel paesino di montagna. Che intenzioni avevano? Spronò Epona a galoppare più veloce che poteva, lungo la strada che lo separava dal cancello di ingresso.

Entrò in paese sfrecciando davanti alla sorgente dello spirito Oldin, attraversò come una furia l'abitato e a pochi metri dal bivio che portava alle pendici del Monte Morte il ragazzo vestito di verde vide di sfuggita Renaldo indicargli l'altra strada, quella per la piana di Oldin, mentre in mezzo al rumore ritmico degli zoccoli lo sentì gridare: «Sono andati di là!»

Continuò la corsa fino ad arrivare alla piana, bruciando in pochi minuti tutta la strada che passava tra le rocce rossicce della catena montuosa dei Goron. Qui vide in lontananza Bossblin, il re dei bulblin, in testa al gruppo. Aveva legato ad un palo di legno un bambino con un caschetto biondo platino e lo stava portando con lui verso quel muro cangiante, nero e arancione, che era il confine con le terre dell'ombra. Quel mostro aveva rapito Colin!

Non appena gli altri bulblin si accorsero dell'arrivo di un nemico, lo attaccarono con delle frecce incendiate, ma per fortuna da lontano avevano poca mira e per di più Epona era troppo agile per loro. Sferzato dal vento per la grande velocità, il ragazzo puntava direttamente a raggiungere il malvagio capogruppo, aprendosi la strada in quella marmaglia e disarcionando con la spada tutti i mostri che tentavano di assalirlo lateralmente. I bulblin erano aiutati nella fuga anche da alcuni kargarok che volavano sopra le loro teste e che di tanto in tanto cercavano di ostacolare la corsa del ragazzo scendendo verso di lui in picchiata, attaccandolo con i loro becchi appuntiti.

Dopo un rocambolesco inseguimento riuscì a raggiungere Bossblin e lo riempì di fendenti, distruggendo l'armatura che lo proteggeva. Quando il mostro capì che la situazione per lui stava diventando critica, costrinse il cinghiale che stava cavalcando ad accelerare, mentre la schiera di bulblin provava a proteggere la sua fuga parandosi davanti a Link e rallentandolo.

Aveva da poco iniziato a piovere e i mostriciattoli dalla pellaccia verde marcio stavano scappando sul ponte di Oldin, che univa le due sponde di un canyon in fondo al quale scorreva il fiume Zora. Bossblin lo aveva distanziato e quando il ragazzo passò sotto l'arco di pietra d'ingresso del ponte, saltando le assi di legno che lo sbarravano, il suo nemico si trovava già dalla parte opposta. Due arcieri diedero fuoco al legno da entrambi i lati e subito le fiamme divamparono altissime, impedendo la fuga ad entrambi. L'acqua piovana non poteva spegnerle, protette com'erano dall'arcata sovrastante.

 

Quel ponte era il più pericoloso di tutta Hyrule perché molto lungo e soprattutto per l'assenza di qualunque tipo di parapetto. Come se non bastasse con la pioggia il lastricato poteva diventare pericolosamente scivoloso. Dalle due estremità opposte i due avversari partirono alla carica. Sapevano che uno solo dei due sarebbe sopravvissuto.

Link era pronto, con la spada di Tauro sguainata, e quando furono a pochi metri l'uno dall'altro scartò bruscamente di lato colpendo violentemente il suo avversario al fianco, che barcollò ma rimase fortunosamente in sella. Arrivati alle pareti incendiate i due fecero dietrofront e si gettarono di nuovo uno contro l'altro. Ancora un colpo e Link sarebbe riuscito a scaraventare Bossblin giù dal ponte.

Questa volta, tuttavia, qualcosa andò storto: Link fece di nuovo deviare bruscamente Epona, ma i suoi zoccoli non aderirono bene alla pavimentazione bagnata e perse l'equilibrio. Bossblin ne approfittò per colpire violentemente il ragazzo, che fu sbalzato via. Scivolò sul lastricato tentando di frenarsi con le mani ma non ci riuscì. Era finito fuori dal ponte, e per miracolo si era aggrappato ad una piccola rientranza nel fianco, che lo aveva salvato da un brutto volo. La presa però non era molto salda, le dita rischiavano di scivolare da un momento all'altro.

Non doveva andare così, non doveva essere lui a cadere nel vuoto. Appeso là in alto, in bilico tra la vita e la morte, Link vide in un flash tutte le persone che amava, che doveva ancora salvare ma che di lì a poco non avrebbero più potuto contare su di lui. I bambini, Iria... No, non poteva permetterlo, doveva risalire, doveva tornare in sella ad Epona e portare in salvo Colin. Non poteva permettere che venisse portato via, nelle terre dell'ombra, ancora una volta. Colin...

In quel momento le dita di Link non fecero più presa, scivolarono sulla sporgenza bagnata e il ragazzo cadde di schiena, inghiottito dalla nebbia con la spada di Tauro ancora stretta in pugno. I bulblin avevano osservato tutta la scena e tra le grida di vittoria ripresero la cavalcata verso le terre di Ranel, sparendo insieme al bambino dai capelli dorati dietro a quel muro che mescolava luci ed ombre nel guazzabuglio dell'Aura del Crepuscolo.

   
 
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