I suoi vestiti sono ormai incollati contro il proprio corpo come una seconda pelle. E questo grazie all’ingrata umidità di quell’estate. Le braccia sembrano appesantite, i sensi più lenti del normale, e tutti i pensieri convergono in un unico e tipico desiderio: Devo mettermi là fuori sul balcone, sdraiato sull’asciugamano a guardare le nuvole.
Ovviamente il caldo non se ne sarebbe andato con quell’espediente banale.
Non sente ragioni, Shikamaru: attraversa la sala da pranzo di quel minuscolo appartamento per studenti, arriva di fronte alla vetrata della finestra disposta ad altezza d’uomo, la fa scorrere lateralmente, esce sul balcone. Guarda con attenzione se il pavimento è attraversato da qualche fastidioso insetto, controlla se l’ombra sia sufficiente da proteggerlo dai raggi solari.
Poi quell’asciugamano azzurro, impreziosito da guizzanti pesci gialli che sembrano nuotarvi dentro, viene steso a terra e il ragazzo ci si sdraia sopra, le braccia incrociate sotto la nuca, gli occhi socchiusi, lo sguardo levato sul cielo, sgombro di qualsiasi nuvola.
Peccato che mancasse il salvavita estivo: il vento. [ShikaTema]