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Autore: Dama degli Intrighi    15/08/2014    4 recensioni
“Vi ringrazio per essere entrati nel mio blog e perché mi state leggendo.
Ah, vi do anche il benvenuto e vi ringrazio ancora. Io sono -Invisible Girl-, non dico il mio nome perché forse sono troppo timida o sono semplicemente stufa della mia condizione; questo lo lascio decidere a voi. Non sto cercando di fare la solita persona interessata di gossip, sbandierando a tutti i segreti delle persone più in vista.
Ho iniziato a scrivere questo blog perché cerco un amico, un amico che mi possa aiutare…”
[...]
-Invisible Girl- “Sapete come possono essere duri i giovani di oggi con gli altri loro coetanei, con me è peggio! Sono presa di mira dal bullismo da sempre e ora sono stufa… Non voglio più ricevere scherzi telefonici da quelli del football, non voglio più essere presa di mira da quelle arpie delle cheerleader solo perché loro hanno una stupida divisa mini e io no… Non ne posso più, ma non so nemmeno come uscirne.
Se qualcuno non mi aiuta ho paura di finire come la maggior parte delle ragazze americane prese di mira dal bullismo. Chiunque stia leggendo, Help me”
---
Alcuni episodi sono tratti da fatti veri...
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blog of an InvisibleGirl'
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***

Scesi gli scalini uno alla volta. Chi poteva essere l’individuo misterioso che era venuto a trovarmi? Qualcuno di scuola? Qualcuno del mio blog? (No, impossibile, non ho mai scritto dove abito!) Qualche super genio di una casa editrice che vuole pubblicare un romanzo su di me? Sarebbe più plausibile un insegnante della mia scuola, ma improbabile. Il salone non ha porta e si accede direttamente grazie a un varco nel muro, subito dopo l’ultimo scalino.
Come al solito mi fermai e presi un respiro profondo. Mia madre stava cucinando delle torte, forse alle mele e cannella. No, mia madre odia la cannella; e allora perché… Capii all’istante chi c’era nel mio salone. Una sola persona che conosco oserebbe mettersi un profumo alla cannella e quella persona sta sempre attaccata a un odioso quarterback di football. Non si era mai spinta fino a casa mia, se non ad Halloween per uno scherzo eccezionale di qualche anno fa. Ora è di dominio pubblico su youtube.
-Invisible Girl- “Avete presente quando vi sale il “nazismo”? E all’improvviso vi sentite dei campioni di pugilato arrabbiati con il mondo e che vogliono solo arrostire l’avversario che hanno davanti? Ecco, in quel momento io mi sentivo così. Che si stesse finalmente rivelando quella parte coraggiosa di me che da secoli è sempre rimasta chiusa in una cella infondo al mio stomaco? Si perché dicono che ci voglia stomaco per queste cose… O forse era fegato? Non importa, io mi sentivo così. A scuola è una cosa, ma a casa mia… Vinco io!”
Entrai con impeto nel salone convinta di trovarmi davanti quell’arpia di Jennifer.
-Cosa ci fai a casa mia? Se speri di venire qui e di spruzzarmi addosso il tuo solito linguaggio sprezzante riempiendo la stanza con il tuo profumo ripugnante, beh, ti sbagli di grosso. Ora sono io che ti devo dire un paio di cosette che- quando arrivai davanti alla figura che era seduta sul mio divano in pelle bianca le parole del mio discorso in un batter d’occhio svanirono dalla mia mente.
Seduta davanti a me non c’era Jennifer, ma una delle sue due tirapiedi. Mi guardava a bocca aperta, un po’ impaurita persino. L’avevo spaventata con il mio impeto di rabbia, io che a scuola sono sempre pacifica e sottomessa a tutti.
-Cosa ci fai qui?- le chiesi cercando di ritrovare il filo dei miei pensieri. Era probabile che Jennifer l’avesse mandata per qualche suo diabolico piano ben congeniato a mie spese.
-Jennifer non sa che sono venuta, quindi mantieni il silenzio, per favore- mi disse in un sussurra. La sua voce era alquanto dolce, non avevo mai sentito parlare le due tirapiedi del capo delle cheerleader, di solito si limitavano a sghignazzare pacificamente dietro di lei.
Non sapevo se crederle. Perché avrei dovuto? Era ovvio per tutti che loro erano ai suoi ordini, ordini sacri per l’esattezza. Nessuno aveva mai osato disubbidirle e quindi perché avrei dovuto pensare che lei lo avesse veramente fatto? Inconcepibile.
Eppure, qualcosa nello sguardo di quella ragazza dai vestiti striminziti e firmati e dai capelli cotonati, mi fece capire che io e lei non siamo così diverse. Tutte e due abbiamo qualcosa in comune, o meglio qualcuno. Mi sedetti di fianco a lei e la guardai cercando di sembrare un poco titubante, anche se ormai ero sicura che non mi mentisse.
-Ok, va bene. Perché sei venuta a casa mia?-
-Volevo avvertirti- sibilò lei mentre si guardava intorno come se credesse che il nemico sarebbe potuto saltare fuori da qualche vaso decorativo di mia madre.
-Di cosa?- mi stavo iniziando a spazientire, cosa doveva dirmi di così importante?
-In questi giorni tutti hanno capito che stai sfidando tu-sai-chi-
-Voldemort? Guarda che non sono Harry Potter- risi prendendola un po’ in giro.
-Invisible Girl- “Cosa volete? Lei ha riso per le mie disgrazie da sempre. Se io ora la prendo un po’ per il “fondo schiena” è forse un reato?”
-Sto dicendo sul serio. La gente ti guarda diversamente, stanno iniziando a pensare che Jennifer non sia poi il massimo-
-Invisible Girl- “…Il suo vocabolario non gioca a suo favore. “Il massimo”? Non siamo più negli anni ottanta.”
-Continua- la incitai, ero curiosa di sapere cosa intendesse dire, anche se ne avevo una mezza idea.
-Jennifer sta calando di popolarità e anche Matt. Tu stai salendo. Se continui così Jennifer non sarà eletta come reginetta. Lei lo sa e vuole organizzarti uno scherzo come si deve-
Era davvero preoccupata, io non più di tanto. Un antro scherzo? Peggio della Regina del Lurido non ci poteva essere niente.
-Uno scherzo? Solo questo? Me ne fa da anni-
-Lo so, ma questo sarà diverso. Volevo avvertirti. Sta passando il limite, nessuno si merita quello che sta facendo patire a te. Mi dispiace davvero tanto.-
-Mi stai forse dicendo di smetterla di reagire?- feci due conti mentali io.
-No, certo che no! Non puoi dargliela vinta così. Volevo avvertirti di… Al ballo, non avvicinarti a palco prima dell’incoronazione. Faranno di tutto per farti arrivare al palco, tu non avvicinarti- la ragazza si alzò sistemandosi il vestito e stringendo la sua borsetta.
-Tranquilla, probabilmente non verrò al ballo.- alzai le spalle rassegnata.
-No!- esclamò lei guardandomi a bocca aperta. -Tu ci devi assolutamente venire! Sarà una serata memorabile per tutti. Qualcuno dice che sarà il giorno n cui il “regno di Jennifer” finirà. Devi esserci-
Rimasi sconcertata da quelle parole. Mi ricordava tanto una storia fantasy, del tipo che la supereroina diventa il simbolo della rivoluzione dei popoli oppressi. Sorrisi al solo pensiero di poter essere in uno di quei libri. Di sicuro sarei sicura di un lieto fine.
-Ci penserò, grazie di essere passata-
Proprio in quel momento mia madre fece capolino nella sala, sporca di farina ovunque e con un vassoio in mano. Ci stava portando del succo e dei biscotti.
-Te ne vai di già cara?- chiese sconsolata alla ragazza che mi era venuta a trovare, dato che era in piedi e sembrava che volesse andarsene. -Vi avevo portato la merenda-
-Si Signora White, devo andare a casa a studiare, domani ho un compito di aritmetica importante. La ringrazio per l’ospitalità, ci vediamo a scuola- mi salutò e uscì velocemente dalla porta. Io mi alzai dal divano mettendo a posto i cuscini.
-Che ragazza graziosa, sono contenta che sia tua amica, stellina- mi sorrise mia madre con ancora in vassoio in mano.
-Non è mia amica-
Uscii anche io dalla sala e salii le scale per tornare in camera. Mi chiusi dentro prima di poter sentire cosa volesse dire mia madre. Avevo voglia di rimanere da sola a pensare. Una settimana sola e poi Jennifer sarebbe caduta dal suo piedistallo d’oro. Mi veniva quasi voglia di andare al ballo del diploma. Qualunque scherzo fosse stato pianificato per me, io sarei riuscita a evitarlo. Ero fiduciosa.
Decisi di aggiornare il mio blog e di controllare se -RedBoy- aveva risposto ai miei post. Devo dire che mi sono davvero affezionata a lui. Forse era inevitabile.
Ma le sorprese per quel pomeriggio non erano finite. Seduta sulla mia solita sedia girevole, tolsi il computer dallo stand-by con un semplice “clic” del mouse. Mi arrivarono tantissime notifiche. Il contatore del blog iniziò a far vorticare velocemente tutti i numeri. Le visite erano cresciute esponenzialmente in pochissimo tempo. I commenti erano tantissimi e di tante persone diverse.
il cuore iniziò a battermi velocemente e sentivo una sorta di peso sullo stomaco.
La testa mi girava e pulsava per tutte quelle scritte. Molte erano quasi gentili, ma tante, forse troppe, erano un po’ sarcastiche che cattive. Mi accorsi presto che la più derisa dal mio nuovo pubblico non ero io, se non Jennifer stessa. Matt era il secondo, seguito dalla squadra di football. I miei compagni di scuola mia avevano trovata nel web e ora erano dalla mia parte. Risi dalla contentezza, girando sulla mia sedia come una trottola.
Mi sembrava di vivere in un sogno o in un film. Ora che finalmente stavo scoprendo una me stessa più forte, nessuno mi avrebbe fermata tanto facilmente.
  
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