Film > Star Wars
Segui la storia  |      
Autore: pxsticca    16/08/2014    1 recensioni
"Ombre nella Galassia" è una raccolta che prende vita nell'universo di Star Wars. Ogni capitolo tratta di un personaggio differente, raccontando una parte più o meno importante della propria vita. Le "ombre" in questione non sono soltanto i protagonisti della saga ma anche i personaggi secondari, che non incontriamo nei film oppure originali.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Trono di Alderaan
Alderaan - 9 BBY e 2 BBY




Il piede sprofondò nella neve.
Uomini con abiti blu scuro e lunghe strisce dorate, che riprendevano i colori dello stemma della nobile Casa Organa, suonavano particolari strumenti: simili a trombette, arpe e piccoli violini. Tutti decorati d'oro. 
Non si badava a spese, certo, ma non era uno di quei pianeti come Naar Shadda, dove i Crediti della Repubblica erano sempre in bella vista: o nelle mani dei giocatori d'azzardo o ai piedi di qualche ballerina-schiava. Pianeta in cui vi si trovava una gigantesca statua d'oro di un Hutt, illuminata dalle luci colorate delle insegne dei troppi bar. Era ben diverso anche da Coruscant, il pianeta che non dorme mai. Tutto qua era più armonioso, più regale. 
Tirò il piede fuori dalla buca coperta dalla neve. I suoi stivaletti neri erano ora tutti bagnati e le gocce fresche sopra di essi, sembravano piccole stelle. Camminò lì dove l'erba faceva capolino, fino ad avvicinarsi alla strada principale, fischiettando la sinfonia che sentiva da lontano. La conosceva benissimo: quando era piccola veniva sempre suonata durante gli eventi più importanti. Continuò a correre per il prato, tenendo gli occhi fissi sulla grande montagna davanti a lei. Si voltò, Shaula era dietro e correva con difficoltà a causa dei suoi lunghi capelli castani che le andavano costantemente in faccia. Una piccola risata e un "andiamo", mentre la sinfonia in lontananza proseguiva tra gli applausi del pubblico. 
Riprese a correre, finché arrivò in cima alla collinetta e si trovò davanti il grande palazzo Organa. Si fermò e allargò le braccia, come per riempire di aria fresca i suoi piccoli polmoni. Un enorme Thranta volò sulla sua testa e al battito delle ali, i suoi capelli vennero scompigliati. Un sorriso le comparse sul volto.
I Thranta l'avevano sempre affascinata, avrebbe desiderato tanto viaggiare sopra uno di loro ma essendo troppo piccola, si sarebbe aggrappata con più difficoltà. Inoltre i suoi genitori non avrebbero mai accettato di farle fare una cosa così pericolosa.
Il Thranta era ormai lontano, coperto dai grandi alberi innevati. La musica si fermò ma ripartì poco dopo con una nuova sinfonia.
Shaula, che adesso si trovava dietro di lei, mise una mano sulla sua spalla come per appoggiarsi, altrimenti sarebbe caduta rovinosamente a terra. Aveva il fiatone.
«Leia! Leia, tesoro vieni qua!» urlava da lontano una donna vestita di bianco e oro. La principessa si voltò verso questa e corse al palazzo. Shaula, lentamente, si incamminò verso i suoi genitori, i quali stavano ascoltando le note di quella gioiosa sinfonia. Si sentiva triste, come ogni anno.
«Tesoro, vai a prepararti» una carezza sulla guancia data dalla mano di sua madre, un sorriso e uno sguardo dolce. Eppure, quella madre non le somigliava neanche un po'.



Scale su scale, una grande entrata, uno scalino seguito da una sala immensa che si estendeva a perdità d'occhio, davanti a lei. Si fermò a guardare in alto, come aveva fatto poco prima col Thranta. Continuò a correre e correre su per le rampe di marmo e per i lunghi corridoi decorati d'oro e tappeti color rosso scuro. Ogni tanto in alto si intravedeva una bandiera celeste e bianca e qualche lunga ed esile statua, la quale teneva una spada. Si faceva spazio tra gli invitati che conversavano, ridevano e tenevano in mano bicchieri con liquidi dorati e un sacco di bollicine. Tutto ricordava lo stemma, persino le bevande.
Entrò nella sua camera e le numerose ancelle, vestite come la schiuma del mare, accorsero per riceverla e prepararla. La misero davanti ad uno specchio e le sciolsero i capelli. Iniziarono a pettinarla lentamente, lunghe ciocche scure sulla morbida spazzola bianca. Un'altra ancella, vestita di un azzurro un po' più scuro degli altri , cominciò a truccarla. Un trucco sobrio, uno strato quasi invisibile. Dopotutto era ancora troppo piccola ma, allo stesso tempo, era una principessa e come tale doveva essere sempre in perfetto ordine, anche se a lei questo non piaceva affatto.
La figura, però, cresceva fino a diventare una ragazza. E le ancelle ancora spazzolavano i capelli sempre più lunghi e le tagliavano qualche punta rovinata. Il trucco divenne più pesante, le veniva messo sempre l'azzurro sulle palpebre, il colore del cielo e della Casa Organa, per ricordarle le "origini". Le ciglia venivano fatte allungare con piccole spazzoline apposite e poi colorate d'oro con minuscoli e precisi pennellini. La bocca dipinta di rosso scuro, la pelle doveva sempre più bianca possibile. Il messaggio era chiaro: lei era la principessa della casa Organa, sangue nobile e reale, e avrebbe regnato sulla fredda e pacifica terra di Alderaan.



Si era sempre sentita lontano da l'essere una ragazza, ma il vestito che indossava adesso diceva il contrario. Un abito candido, stretto in vita, del colore della neve e con dei disegni celesti, come rametti e steli di qualche fiore. Si uniscono in piccole spirali e poi si allontanano. Si concentrano sul bordo del corpetto e a metà, come una fascia, per poi unirsi nella schiena andando verso il basso, perdendosi nel bianco. Il vestito sembra spezzato sul davanti, e in queste "crepe" escono ancora questi disegni blu, azzurri, zaffiro.
«Siete bellissima, principessa Leia» le disse Winter, la sua migliore amica.
Sbuffò. «Quante volte devo ripeterti di non darmi del voi, Win» le sorrise dolcemente. «E poi questo vestito starebbe meglio a te che a me»
«Oh no, Lelila, non dire così! Io non sono una reale»
«Da come ti comporti direi di sì! E' a me che mi scambiano sempre per una domestica!» risero insieme.
Leia si mise a sedere sul letto. Winter pensò di fermarla, non voleva che sgualcisse il vestito, ma conoscendo la ragazza, la lasciò fare.
Tra poco sarebbe scesa nella sala principale, insieme a tutti gli invitati, gente sconosciuta, i suoi genitori, la famiglia ma sopratutto le sue tre zie: Tia, Celly e la più odiosa di tutti Rouge. Le tre "formidabili vecchiette" sempre appiccicate e a confabulare. "Vestiti per bene", "non correre per i corridoi del palazzo", "attenta a non sporcarti il vestito" e così discorrendo. Una vera noia, le rendevano la vita un inferno.
Sarebbe entrata nella sala e tutti sarebbero rimasti in silenzio, anche la musica si sarebbe fermata.
Leia appoggiò una mano sul materasso azzurro con una riga bianca spessa al centro, invitando l'amica a sedersi. Winter fece come richiesto e si portò avanti le due lunghe code bianche.
«Qualcosa non va, princip-» si corresse subito. «Lelila?»
«No, Win. Solo che non sopporto più questa festa. Sopratutto da quando ho scoperto che un quarto degli invitati fa uso di droghe come spaccacervelli o cose così» fece spallucce con aria ancora più triste. «E poi come può la gente divertirsi quando ci sono persone, compresi i bambini, che muoiono di fame e non hanno nemmeno una casa in cui stare? O, ancora peggio, con l'Impero» disse con rabbia, afferrando il lenzuolo e stringendolo forte. Le sue nocche divennero bianche. L'amica poggiò delicatamente la mano su quella di Leia, per farla calmare almeno un po'.
Dopo qualche minuto di silenzio, la principessa si voltò verso la ragazza dai capelli bianchi e quasi sottovoce le ricordò «dopodomani parto per Coruscant, ho già pronte le mie valigie. Ora che ho finito la scuola, le zie vogliono che sposi qualcuno delle Antiche Case. Mi ci vedi? A me? Sull'altare?» Per ogni domanda si indicò con sempre più insistenza sul petto. Winter l'ascoltava in silenzio, avrebbe detto qualcosa soltanto alla fine del discorso dell'altra. Era solo la figlia di una delle badanti di Bail Organa, ma sembrava che avesse frequentato lei l'Accademia per Giovani Ragazze, invece delle sua migliore amica. 
«Non voglio partire, mio padre lo sa. Non voglio vedere l'Imperatore finché non diventerò una Senatrice. Purtroppo devo partire lo stesso, se le zie scoprissero che non andrò alla Cerimonia, andranno su tutte le furie» soffocò un risolino «già le vedo, si strapperanno i capelli!» e iniziò a ridere sguaiatamente. Winter rise piano, coprendosi la bocca con la mano. Leia smise di ridere improvvisamente e guardò quegli occhi azzurri davanti a lei, era così aggraziata eppure non era una nobile istruita da Madame Vesta. Si sentì così fuori luogo... ma presto scacciò via quel pensiero.
«Win! Ho un regalo per te» annunciò alzandosi in piedi di colpo e si diresse verso l'armadio, lo aprì e ne tirò fuori un vestito come il suo ma bianco con delle rifiniture rosse. La ragazza si alzò con le lacrime agli occhi. Non era certo la prima volta che lei le faceva un regalo, ma un vestito in quel modo! Potevano averlo solo i componenti della famiglia Organa o delle altre Antiche Case.
«Oh, Lelila!» allungò la mano per toccare l'abito, come per controllare che fosse vero e non un miraggio «io, io... non so cosa dire. Grazie mille, non so nemmeno come ringraziarti a dovere» continuò con le lacrime, abbracciando Lelila. Come veniva chiamata da lei e dai genitori e da alcuni parenti -non dalle zie, non era un nomignolo adatto ad una principessa. In più consideravano i soprannomi stupidi, nonostante attribuissero nomi a tutti, per poi spettegolare in pace alle feste.
«Dai mettitelo, vorrei pettinarti io ma sai che non me la cavo bene in queste cose. Posso chiamarti Khuy, è un'ancella bravissima. Vai a prepararti nella stanza qua vicino, quella dove ci nascondevamo sempre da piccole.» Winter sorrise al ricordo.
«Parteciperò alla festa di questa sera?» Ancora non ci credeva.
«No, se non ti sbrighi. Win, ho convinto mio padre, è la prima volta che qualcuno non nobile partecipa a queste serate, senza contare le cameriere...»
La ragazza si morse il labbro. Una non nobile? Sapeva di esserlo ma non le piaceva sentirselo dire. Sapeva anche che la principessa non lo faceva con cattiveria, per cui lasciò perdere.
Alla fine Leia rimase sola nella stanza e, prima di scendere, aprì il suo diario. Non avrebbe visto Alderaan per un po'. Se lo aspettava e allo stesso tempo si sentiva in pericolo. Ma ciò che le dava ancor più fastidio era sentirsi sola e incompleta. Voleva bene a Winter, la quale riusciva a sostenerla e a farla divertire, era come una sorella, ma non riusciva a capirla fino in fondo. Perché, appunto, non era sua sorella. Odiava essere figlia unica, avrebbe così tanto voluto una sorella gemella oppure, chissà, un fratello...
Invece si ritrovava chiusa tra le mura di un palazzo, solo qualche volta era uscita di nascosto sopratutto per vedere Raal. Raal Panteer! Quanto tempo era passato? Da quanti mesi non lo vedeva? Lo amava così tanto!
Si sarebbero rivisti, però. Sì, se lo sentiva. Qualcosa, dentro di lei glielo diceva, quindi doveva per forza essere così, no?
Sfogliò alcune pagine, tornando indietro a quando aveva dieci anni. "La linea che corre tra la vita che voglio vivere e quella che mi aspetto di vivere è sottile quanto un Hutt a fine buffet" e così si sentiva ancora adesso, nel giro di sette anni non era cambiata una virgola. Niente.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: pxsticca