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Autore: Canto_della_notte    16/08/2014    0 recensioni
Ho scelto di essere libera. Non dovrei neanche essere a conoscenza di questa parola, del peso e, soprattutto, della forza che ha. Per una fortunata coincidenza ho incontrato questa parola; parola che amo e che mi ha spinto a desiderarla al punto da lasciare le mie origini per partire alla volta di un regno sconosciuto, dove i miti ascoltati da bambina sono la realtà, dove esistono specie e culture differenti mai viste prima. Un mondo da scoprire.
Sono Shila e questo è l'inizio del mio viaggio.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sento leggera, come se dalle mie spalle fosse scivolato via un peso che mi opprimeva.
Il fatto che Antion abbia scoperto, anche se solo in parte, il mio piano mi ha stravolto, ma mi ha anche alleggerita: è davvero buffo e, a mio parere anche abbastanza insensato, sentirsi meglio dopo aver svelato una parte di noi che tenevamo gelosamente nascosta; ci siamo impegnati così tanto per impedire che venisse alla luce e, quando accade, ne siamo addirittura sollevati.
Forse gravava troppo sulle nostre spalle, ormai non più capaci di sostenere un tale peso. È debolezza o, semplicemente, la nostra natura?
Peso o non peso la situazione non cambia: devo affrettarmi a fuggire. Antion non ha capito che voglio andarmene da Ithalak, poiché non ritiene che ci sia altro posto oltre ad esso, ma pensa che io voglia entrare nella classe Z, feccia della società; considerato l'affetto che prova per me, tenterà in tutti i modi di impedirmelo e, per farlo, sono sicura che informerà innanzitutto la signora Sith, coordinatrice della nostra classe e vicepreside dell' istituto, che, con la sua vocina acuta e irritante, farà convocare i miei genitori per un colloquio.
Se voglio mettere in atto il mio piano, devo andarmene prima che ciò accada poiché, se non dovessi farcela, verrei sottoposta a un interrogatorio che mi terrebbe occupata per un bel pezzo, impedendomi così di riuscire a fuggire prima del Passaggio.
Una volta superatolo, sarei rintracciabile a causa del rintracciatore inserito nel mio ombelico, molto difficile e doloroso da estrarre.
Sento le campane della piazza risuonare. Sei rintocchi.
Mi infilo in un vicolo e mi appoggio al muro di pietra cercando di riprendere fiato: se sono le sei del pomeriggio, vuol dire che ho corso ininterrottamente per circa mezz'ora.
Cosa starà facendo Antion? Sarà ancora lì, dove l'ho lasciato, sconcertato dalla mia rivelazione, con le mani in mano, oppure si sarà messo in azione? Sarà già andato a parlare della mia situazione (o meglio, di quello che lui ha capito della mia situazione) alla Sith?
Nel dubbio è meglio che passi a casa, per l'ultima volta, a prendere il minimo indispensabile per il viaggio. Da dove sono adesso, dista più o meno 5 minuti a piedi; potrei correre di nuovo, impiegando così meno tempo, ma allarmarmerei i miei vicini di casa, rischiando di complicare ulteriormente la mia fuga.
Qui tutti conducono una vita talmente eccitante da trovare interessante perfino una ragazzina di diciassette anni che cammina, figuriamoci una che corre!
Esco dal vicolo e imbocco il viale Oghise: ho sempre amato questo viale per via degli alberi sempreverde, che lo rendono un piccolo angolo di primavera perenne.
Mi mancherà percorrerlo ogni giorno , respirando l'aria impregnata dell'odore intenso dei suoi alberi; mi mancheranno i ricordi che mi tornano alla mente ogni volta che calpesto il suo suolo ghiaioso.
Mi mancheranno perfino i gradini consumati di casa mia, a cui mi trovo davanti proprio adesso.Infilo per l'ultima volta la chiave nella serratura ed entro in casa: come avevo previsto, è buia e deserta.
Accendo la luce e attraverso il salotto, percorro silenziosamente il corridoio e sto per entrare in camera mia, quando noto che la porta è socchiusa: io faccio sempre attenzione a chiuderla a chiave,per via del Libro, perciò, il fatto che sia anche solo socchiusa, mi sembra molto sospetto.
Eppure ero sicura di averla chiusa a chiave!
In casa non dovrebbe esserci nessuno: mia madre e mio padre gestiscono un piccolo negozio di alimentari e non tornano mai a casa prima delle nove di sera; mio fratello frequenta la facoltà di medicina a Tamina, una città della regione vicina, molto distante da qua.
Mi avvicino camminando ancora più silenziosamente di prima e appoggio delicatamente l'orecchio sulla porta, in modo da capire se vi sia qualcuno all'interno della stanza: silenzio assoluto.
È davvero possibile che mi sia dimenticata di chiuderla prima di andare a scuola? D'altronde solamente io possiedo la chiave per aprirla...
Ancora un po' titubante, spingo la porta e premo l'interruttore alla mia sinistra.
La lampadina si accende e, così facendo, illumina la stanza e di conseguenza anche la ragazza con gli occhi chiusi seduta sul mio letto a gambe incrociate.
Ancora con gli occhi serrati, gira la testa nella mia direzione, quasi riuscisse a vedere oltre le palpebre. Si alza dal letto e mi viene in contro.
Le mie gambe sono immobilizzate, come se avessero messo radici nel pavimento di legno.
La sconosciuta si ferma a pochi centimetri dal mio viso e splanca improvvisamente gli occhi.
Due biglie azzure screziate d'oro.
Per la sorpresa mi accorgo troppo tardi del pugno che sta venendo verso di me e lo prendo in pieno.
Due biglie azzurre screziate d'oro.
L'ultima cosa che vedo.
E poi più nulla.
   
 
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