Di una cicatrice rimane solo il ricordo
 

In tutta la sua vita, Harlock aveva provato paura così poche volte che si potevano contare sulle dita di una mano...
Una fu la morte di Tochiro, il suo migliore amico, la persona che per lui era come un fratello, quel fratello che non aveva mai avuto da bambino per giocare spensierato e condividere gioie innocenti... Scomparso troppo presto a causa di un destino crudele.
L'altra fu la perdita di Maya, colei che fu il suo giovane amore. 
Per lui lei era il sole, bella e luminosa come un giorno d'estate. Era il vento, fresco e inebriante della primavera. Era un fiore, profumato e delicato come la seta.

Ricorda quando anch'ella gli venne strappata dalle braccia, così presto che non riuscì ad amarla come avrebbe voluto...
E, guardando quella foto che tiene fra le mani, ricorda i momenti con lei vissuti e i momenti lontano da lei, ritornando con la mente a quel periodo in cui non aveva né colpe né ripianti per un mondo ed amici ormai perduti. Si rende conto, osservando quella foto, che ormai la sua vita e il suo spirito sono cambiati, che lui non è più il ragazzo di un tempo, ma è diventato con gli anni un uomo, che ha visto e vissuto il dolore, la perdita, la solitudine... fino a quel giorno, in cui giunse nella sua vita quel raggio di luce che diede di nuovo respiro alla sua esistenza e gli fece capire, con gli occhi di un uomo ormai maturo, cosa volesse dire amare una donna con tutto se stesso...
Ripone la foto nel cassetto da cui l'aveva presa poco prima, non si era accorto che Meeme aveva smesso di suonare quella dolce melodia con la sua arpa, non si era accorto di avere ancora il bicchiere mezzo pieno di quel colore scarlatto, come le rose sul tavolo accanto a loro, riposte in un vaso di cristallo... Rose bellissime, pure ed effimere, che hanno cominciato a perdere qualche petalo, adagiato ormai sul ripiano di legno massiccio.
Le guarda Harlock, con sguardo perso in quei ricordi che quei fiori portano alla sua mente e al suo cuore. Delicatamente ne prende una dal vaso portandola al viso per sentirne il profumo inebriante, poi la sposta piano, come fosse una carezza, sulla cicatrice che gli percorre parte del volto, accennando un velato sorriso. Si alza lentamente, avvicinandosi a quella donna che adesso è la sua luce melodiosa, in una vita fatta di oscurità. Le infila la rosa fra i capelli, mentre lei riprende a suonare con la sua arpa.
Poi adagio si avvicina a quel grande quadro fatto di Stelle, ricordando silenzioso il giorno in cui ha lasciato andare quel fiore, bello come una rosa e ormai lontano, sperando per lei che abbia vissuto in un altro Universo, quella vita che lui avrebbe desiderato per lei.
Pensa Harlock al segno permanente che porta sul corpo, ricordandogli ogni giorno quel dolore per quel fiore così giovane strappato alla vita stessa... Quel candido fiore che è divenuto il simbolo della libertà che porta nel cuore!
Ma di una cicatrice rimane solo il ricordo che, per quanto possa far male, alla fine lascerà dentro di sé ricordi incancellabili, pungenti come le spine di una rosa, ma altrettanto gentili, come un candido petalo baciato dal Sole.





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Note: Vorrei ringraziare la mia amica PapySanzo89. Ho preso in prestito il titolo, parte della prima frase e l'inizio dell'ultima che mi hanno dato subito l'ispirazione per creare questa mia storia :)
Ringrazio come sempre chiunque si fermi a leggere regalandomi il proprio tempo!
Alla prossima...