Lezioni
di
Volo
Se
c’era una cosa che Rose Molly Weasley odiava dal profondo
del suo cuore, quelli erano i Manici di Scopa.
Nonostante la passione sfrenata di suo padre per tali aggeggi e per il
Quidditch in generale, la ragazza era cresciuta odiando tutto
ciò che riguardasse
quello sport. Era
del tutto inutile
cercare di convincerla a salire su un manico di scopa, anche
perché, dopo la
prima lezione di Volo con il professor Baston, era caduta da due metri
e, senza
neanche sapere come, si era rotta un braccio.
Da quel giorno, il suo odio per i manici di scopa era diventato
viscerale.
Allora perché si stava dirigendo verso la sua morte, quel
giorno?
La ragione per cui, quel giorno, scendeva nel campo di Quidditch con
una
Firebolt 3000 tra le mani, si poteva riassumere in unica persona:
Scorpius
Malfoy.
Scorpius Malfoy,
oltre ad essere la
causa di quanto più orribile le stava capitando in quel
periodo, era il suo
migliore amico – da sette anni – e il ragazzo di
cui era disperatamente
innamorata – da due anni.
Proprio la settimana prima, il professor Paciock aveva spedito una
lettera ai
suoi genitori per dire che la loro adorabile figlia femmina si
distraeva di
continuo durante le lezioni per parlare con Scorpius Malfoy. Inutile
parlare
della Strillettera arrivatale il giorno dopo a colazione, in cui suo
padre
esprimeva il suo totale dissenso sull’amicizia tra lei e il
giovane rampollo
Malfoy.
“Sei arrivata, finalmente!”
Scorpius Malfoy si sporse leggermente dagli spalti e le sorrise,
divertito. A Rose
mancò il fiato per qualche secondo, poi si
ricordò di respirare.
La figura eterea del ragazzo scese le scale che portavano al campo e le
venne
incontro, posandole un braccio sulle spalle.
“Credevo che non venissi più” ammise,
giocando divertito con i boccoli castani
che sfuggivano alla coda con cui Rose li aveva raccolti. Inutile dire
che la
ragazza era diventata di un gradevole rosso fuoco.
“Be’, non credo che avrei potuto rifiutare una
proposta del genere” commentò
lei, storcendo il naso e stritolando il manico di scopa tra le mani.
“Lezioni
di volo da Scorpius Malfoy! Wow!” aggiunse, con ben poca
allegria.
“Che entusiasmo, Rosie!” La ragazza lo
fulminò con i suoi occhi celesti e tornò
alla sua occupazione: cercare di rompere la Firebolt – regalo
di suo padre per
il suo diciassettesimo compleanno, nella vana speranza di farle amare
il
Quidditch – prima dell’inizio della lezione.
“Malfoy, se tu non avessi minacciato di dire a tutta Hogwarts
che io ho una
cotta per Vincent Flint, non sarei affatto venuta”
replicò Rose, mentre
Scorpius le sorrideva divertito e si passava una mano fra i capelli,
biondissimi. Le palpitazioni della ragazza sfiorarono le milleduecento
al
secondo.
“Sarebbe stato uno spettacolo, vederti rossa
d’imbarazzo!” Il ragazzo sospirò,
con aria sognante. Un’aria piuttosto ridicola sul volto di un
Malfoy. “Sei più
carina quando sei imbarazzata”
Rose stentava a credere alle sue orecchie. Scorpius le aveva fatto un
complimento? Dopo sette anni di indifferenza?
E se ne era accorto?
Da come la guardava, Rose avrebbe detto di no.
“Be’...sarebbe stato orribile da parte tua,
Scorpius” borbottò, storcendo il
naso e diventando ancora più rossa.
“Nah, sarebbe stato da Malfoy!” replicò
lui, divertito, per poi posare gli
occhi sul manico di scopa che lei si stava impegnando per distruggere.
“Rosie...”
il ragazzo deglutì, sbarrando gli occhioni verdi.
“Rosie, è una Firebolt 3000?”
Rose si accigliò, vedendo l’espressione del suo
migliore amico. Sembrava avesse
avuto una visione.
“Sì, me l’ha regalata mio padre per il
mio compleanno...” mormorò, spostando il
peso del suo corpo da un peso all’altro e facendo dondolare
leggermente la
Firebolt tra le mani. Scorpius si riscosse leggermente. “Ma
non l’ho mai usata”
aggiunge la ragazza, piegando lievemente la testa.
Il ragazzo la guardò, stupito.
“Non l’hai mai usata?” ripeté,
scandalizzato, mentre Rose scuoteva la testa. “Rosie,
sei pazza? Hai ricevuto un tale regalo e non lo usi neanche?
E’ un crimine
contro l’umanità non usare questa scopa!”
La ragazza inarcò un sopracciglio, scettica.
“Più che altro, è un crimine contro
l’umanità se la uso io, questa scopa”
precisò, storcendo il nasino. Scorpius ridacchiò
leggermente.
“Be’, per questo sei qua, no?” chiese,
sorridendo. Rose si scordò di respirare.
“Per imparare a volare dal grande maestro”
“E saresti tu il grande maestro?” chiese scettica
la ragazza, inarcando un
sopracciglio bruno. “Non pensavo l’avrei mai detto,
ma è meglio se iniziamo la
lezione”
“Ehi!” esclamò il ragazzo, offeso.
“Vorresti dire che non sono bravo? Guarda
che le mie lezioni non le distribuisco così! Tu sei
un’eletta ,una prescelta!”
Rose fece un gesto con la mano, come a scacciare una mosca fastidiosa.
“Tieniti
forte, capito? Non voglio che tu cada di nuovo”
Rose annuì, troppo spaventata per dare davvero retta al
ragazzo che, accanto a
lei, illustrava le diverse funzioni della sua scopa nuovissima.
“E...Rosie, mi stai ascoltando?”
Rose aveva un’aria davvero impaurita, tanto che Scorpius
smise di elogiare la
scopa – neanche fosse un essere umano – e le
posò una mano sulla spalla. La
ragazzo sobbalzò e cascò dalla scopa.
Fortunatamente per lei, la scopa distava
dal terreno sì e no mezzo metro.
“Ahio!”
Scorpius ridacchiò, divertito e aiutò la ragazza
a rialzarsi. Lei afferrò la
sua mano, ma una volta alzatasi, invece di lasciarla,
rimase a stringerla, fissando i suoi occhi
come in trance. Scorpius arrossì – stranamente,
visto che lui non era mai
arrossito nella sua vita – e inarcò un
sopracciglio, all’indirizzo della
ragazza, che, però, rimase incantata.
“Ehm...Rose?”
Rose si riscosse di botto e arrossì, lasciando in fretta la
presa dalla mani
del ragazzo e allontanandosi, ancora più rossa di prima.
“Che ti era successo? A che stavi pensando?”
Scorpius sogghignò, malizioso. Di certo sapeva
benissimo a cosa stava
pensando Rose, ma si divertiva a metterla in imbarazzo.
Sì, Scorpius sapeva tutto. E come non poteva saperlo? Anche se Rose avrebbe volentieri
volato su un
manico di scopa rotto piuttosto che rivelargli tutto, era impossibile
che non
si fosse accorto di nulla.
E doveva tormentarla. Ovvio. Scontato.
“A niente, a cosa dovevo pensare?” La voce della
ragazza era leggermente
isterica e Scorpius rise, divertito, ma non inferì oltre.
“Dai, dobbiamo ricominciare” La prese per le
spalle, la guardò con un piccolo
sorrisetto divertito e le scostò un ricciolo dalla fronte.
Rose sprofondò nell’imbarazzo.
“Scorpius, io su quel coso non
ci
risalgo” borbottò lei, guardandosi i piedi per non
arrossire ancora.
Scorpius sospirò e si trattenne dallo specificare tutte le
funzioni del coso, come la sua amica aveva
chiamato la scopa migliore
di tutti i tempi.
“Rosie, devo dire a tutta Hogwarts che ti piace Vincent
Flint?” chiese,
sarcastico. Rose alzò lo sguardo e lo fulminò,
mentre il ragazzo rideva
divertito.
“Puoi dirlo a chi ti pare – tanto non è
vero – ma io su quel coso non ci
risalgo”
Si allontanò dal ragazzo e sistemò il boccolo che
le cadeva davanti agli occhi,
stizzita.
“Dai, Rosie! Per favore!”
Scorpius la rincorse mentre lei si affrettava a recuperare la Firebolt
ed ad
allontanarsi dal campo.
“No!” sbraitò lei, il viso rosso.
“Sono caduta venti volte, mi sono fatta male
e ho anche rischiato di non esistere più! E’ ovvio
che non voglio riprovarci!”
Scorpius sospirò, rassegnato al fatto che la sua allieva
– e la scopa più bella
che avesse mai visto – se ne stessero, inesorabilmente,
andando.
Poi un’idea, fulminea, gli invase la mente.
“Rosie!” la chiamò, ma lei, ovviamente,
non si voltò e Scorpius si ritrovò a
parlare con i boccoli castani che oscillavano sulle sue spalle.
“Rosie! Torna
indietro! Ti giuro che se riesci a stare in equilibrio sulla scopa per
tre secondi
ti bacio!”
Rose si immobilizzò, poi si voltò.
“Eh?”
“Te lo prometto, Rosie”
Rose scese in fretta le scale e lo raggiunse, con gli occhi ridotti a
due
fessure.
“E chi ti fa credere che io voglia baciarti?”
Scorpius alzò gli occhi al cielo e sorrise, poi prese Rose
per le spalle e si
chinò a baciarla.
Rose, per un solo secondo, rimase, rigida e stupita al suo posto, poi,
mentre
Scorpius la stringeva di più a sé e le e le
passava le braccia attorno alla
vita, lei ricambiò il bacio e allacciò le sue
braccia attorno al collo del
ragazzo, giocherellando con i suoi capelli biondi.
E in quel momento – il momento,
l’istante
perfetto – Scorpius decise che era il momento di porre fine
alla sua
dimostrazione e scostarsi da lei, divertito.
“E allora?” chiese, sogghignando, mentre Rose si
portava una mano al cuore e lo
guardava con occhi sbarrati.
“Mi hai baciata! Malfoy, mi hai baciata!”
trillò, istericamente, mentre il
ragazzo inarcò un sopracciglio. Che il suo bacio avesse
avuto qualche riscontro
sul cervello della ragazza? Qualche neurone le era saltato? O si era
ostruito
un collegamento?
“Be’, te l’avevo promesso”
replicò lui, alzando le spalle. Rose lo guardò
ancora, poi sorrise, maliziosa.
“E se prendessi lezioni di volo da te, mi baceresti
ancora?”
“Certo” Si chinò di nuovo a baciarla e
lei sorrise sulle sue labbra. “Ma devi
volare sul serio, bimbetta fifona”
“Ci puoi contare” mormorò Rose, con aria
leggermente elettrica.
“Allora,
pronta?”
Rose annuì, decisa, mentre Scorpius spiccava il volo e
rideva, allegro.
“Ricordati, qualunque cosa, io ci sarò”
Rose annuì di nuovo, poi spiccò il volo con un
sospiro, sapendo benissimo di
essere vicina alla morta.
Certo, non sarebbe voluta morire così. Avrebbe voluto avere
almeno il tempo di
salutare i suoi cugini e le sue amiche.
Sospirò di nuovo, sapendo che, in ogni caso, poteva dirsi
soddisfatta della sua
breve vita, visto che aveva raggiunto il suo secondo obbiettivo nella
vita:
baciare Scorpius. Ovvio che il suo primo obbiettivo fosse prendere il
massimo
ai M.A.G.O, ma se fosse morta quel giorno, lei non li avrebbe neanche
conseguiti.
Scorpius vide Rose immobile sul suo manico di scopa e sorrise,
divertito. Le si
avvicinò e, con un piede, la spinse leggermente.
Lei urlò e traballò pericolosamente, per poi
aggrapparsi malamente a Scorpius,
che, intanto, continuava ad avanzare, indifferente, tenendosi forte al
suo
manico di scopa. Rose procedeva dietro di lui, aggrappata al suo
braccio, a
cavallo del manico di scopa che continuava ad avanzare, ignaro.
“Malfoy, non lo fare mai più!”
Strepitò, indignata, reggendosi forte al braccio
del ragazzo.
Lui sospirò e si voltò a guardarla.
“Ti dispiace lasciarmi? Potremmo cadere”
borbottò, guardandola male.
“No! Non ti lascio affatto! Tu sei la mia unica
ancora!”
Scorpius sospirò ancora, esasperato, cercando di staccare il
braccio della
ragazza dal suo, ma, ovviamente, non ci riuscì.
“Scorpius, io ti devo dire una cosa di vitale
importanza” bisbigliò lei,
attaccandosi ancora di più al ragazzo e tirando su col naso.
“E me lo devi dire appiccicata a me come la Piovra
Gigante?”
“Sì, se necessario!”
strepitò, mentre il vento le muoveva gran parte dei
riccioli che erano sfuggiti alla coda.
“E allora dimmi”
“Ti amo”
Strano come in punto di morte, una persona diventi così
immediata. Se fosse
stata una situazione normale, Rose sarebbe arrossita e avrebbe
biascicato
qualcosa. Certamente ci avrebbe messo tre ore.
Certo, in punto di morte il tempo è prezioso.
“Eh?”
Scorpius si voltò verso di lei, con un sopracciglio inarcato
e Rose si concesse
di arrossire e di distogliere lo sguardo.
“Tu...tu mi ami?” chiese Scorpius, a
metà tra lo stupito e il divertito. Rose
arrossì ancora.
“Sì”
“Me?”
Rose sbuffò e Scorpius ridacchiò, divertita.
Poi, entrambi si girarono per guardarsi negli occhi e sorrisero
– Rose imbarazzata
e Scorpius, ovviamente, sadicamente divertito .
E poi, Scorpius si chinò a baciarla nuovamente, ma questa
volta non era un bacio
dato per gioco. Era un bacio vero, un bacio che simboleggiava qualcosa
di
serio. La tenne stretta a sé per quanto poteva permettersi e
giocherellò con i
capelli castani che lei teneva raccolti.
E di nuovo, quell’attimo perfetto fu interrotto. Non da
Scorpius, però. Dall’anello
segnapunti.
Se
c’era una cosa che Rose Molly Weasley odiava più
dei
Manici di Scopa, quella era perdere tempo.
Questo atteggiamento di ansia e di iperattività lo aveva
ovviamente ereditato
dalla madre e la rendeva piuttosto irritante agli occhi degli altri.
Solo pochi
riuscivano a sopportarla.
Quello che stava facendo in quel momento, rientrava esattamente nelle
perdite
di tempo. Certo che rompersi spalla, braccia e mano destri cadendo da
una scopa
non è il massimo della vita, considerando di doverlo guarire usando i metodi
Babbani.
Sbuffò ancora una volta, esasperata, mentre il bianco
accecante dell’infermeria
le accecava gli occhi.
“Signorina Weasley, la smetta di sbuffare” la
rimproverò Madama Light,
guardandola con un mezzo sorrisetto e sistemando le lenzuola del letto
di
fronte al suo. “Non si addice ad una ragazza carina come
lei”
“Ma io mi annoio!” replicò Rose,
giocherellando – con l’unica mano sana, tra
l’altro
– con un ricciolo castano. “Perché non
posso usare l’Ossofast?”
“Perché, mia cara signorina Weasley, è
stato giudicato letale per l’organismo
umano anni fa, come lei dovrebbe ben sapere”
Era irritante avere a che fare con Madama Penelope Light, visto che
aveva
sempre la risposta pronta.
Albus, seduto accanto al letto di Rose assieme a sua sorella Lily,
ridacchiò,
divertito. La ragazza lo ignorò, invece di fulminarlo con lo
sguardo.
“Ma mio zio Harry lo ha preso ed è ancora
vivo!” rispose, esasperata, mentre
Lily sorrideva e scuoteva la testa. “Come se lo
spiega?”
“Be’, si tratta di Harry Potter, no? Con la fortuna
che ha...” Arrossì, quando
si rese conto di aver espresso quell’opinione ad alta voce.
“E comunque è
letale nella maggior parte dei casi” si affrettò
ad aggiungere.
“E io non posso rientrare nella minor parte dei casi? Sono
pur sempre la nipote
di Harry Potter!” esclamò Rosie, indignata, mente
Lily rideva e Albus faceva
una faccia contrariata.
“Sì, ma non hai il suo sangue nelle
vene” rispose il cugino, storcendo il naso.
“Sempre a precisare!”
“Ehi, salve! Di cosa si parla?”
Scorpius Malfoy fece il suo trionfale ingresso
nell’Infermeria, salutando tutti
con il suo sorriso sfavillante, mentre
Rose arrossiva e lo guardava in adorazione.
Albus inarcò un sopracciglio e fece una faccia inorridita.
“Del legame di parentela che abbiamo con Harry Potter per il
tramando del suo
leggendario Culo” rispose pronta Lily, sorridendo
all’indirizzo del nuovo
arrivato. Scorpius ricambiò il suo sorriso e
accarezzò il volto di Rose, con
tenerezza infinita.
“Lily!” esclamò Albus, guardando la
sorella con un sopracciglio inarcato.
“Ok, del suo leggendario Fondoschiena. Va meglio?”
Rose ridacchiò e Scorpius intrecciò la sua mano
con quella di lei. Albus li
guardò, scettico.
“Sentite, io ancora non ho capito come ha fatto Rose a non
accorgersi dell’anello
segnapunti” disse, divertito, guardando i due ragazzi.
“Sai, non è molto
piccolo”
Silenzio.
Scorpius e Rose evitarono accuratamente di guardarsi, Lily sorrise
mentre si
sistemava il cravattino verde-argento e Albus continuava a fissarli con
espressione curiosa.
“Allora?”
Rose deglutì.
“Ehm...” provò a dire, ma divenne
immediatamente rossa di imbarazzo.
“Ci stavamo baciando! Sì, stavamo pomiciando, per
Merlino! Ci stavamo baciando
e non ci siamo resi conto dell’anello, ok?”
sbottò Scorpius, diventando
stranamente rosso.
“Ah”
Albus e Lily rimasero di sasso, poi la ragazzina – sempre
più pronta di
riflessi del fratello – si alzò in piedi e,
raccogliendo tutte le sue cose -
compreso Albus - e
si diresse fuori dall’Infermeria.
“Potevi dircelo prima” disse, prima di andarsene
trascinando il fratello.
Rose fissò Scorpius furiosa, mentre lui sorrideva, divertito.
“Scorpius?”
“Sì?” chiese lui, innocentemente,
girandosi a guardarla. Rose avrebbe voluto
sul serio rimproverarlo, o fargli una sfuriata, ma quando si
ritrovò davanti
quegli occhi verdi, fu solo capace di sospirare.
“La prossima volta che ti viene in mente di dirlo a qualcuno,
almeno avvertimi”
Scorpius rise, divertito e le accarezzò il viso, intenerito.
“Certo”
“Perché poi vorrei regolarmi di conseguenza, non
vorrei che gli altri sappiano
tutto e io non so che sappiano e che...”
Scorpius non le fece finire la frase, ovviamente, e si chinò
a baciarla, con
una mano fra i capelli castani di lei, questa volta sciolti lungo le
spalle, e
un’altra attorno alla schiena esile.
Quando si scostò, Rose non aveva ripreso a respirare.
“Scorpius?” chiese, una volta ripreso fiato.
“Sì, Rosie?” domandò, con la
testa sul collo di lei e i capelli castani fra le
mani. Lei rise quando lui le solleticò il mento.
“Potresti avvertirmi quando mi baci? Così mi
preparo a non respirare”
Scorpius scoppiò a ridere e alzò il viso,
divertito.
Sogghignò.
“Rosie?”
“Uhm?”
“Ti sto per baciare, ti dispiacerebbe molto?”
“Nah” Rose
storse il naso, divertito. “Non
mi dispiacerebbe affatto”
“Ah” Scorpius si bloccò ad un centimetro
dal viso di lei.
“Sì?”
“Quando ti sarai ripresa, riprenderemo le lezioni”
“E mi premierai con un bacio ogni volta?”
“Certo”
“Allora ci vengo volentieri”
“Lo immaginavo, avida”