Ed eccomi a Voi
con l'ennesima produzione di questa mente bakata! Grazie a Mnemosyne per aver
indetto il
“First-Aid-Kit Challange!”
E grazie a Silen per avermelo segnalato!^^
Prompt 33# Vaselina
Buona lettura e buon divertimento!
"Tuo padre ti ucciderà, lo sai,
vero?" una manata pesante cala esattamente al centro della schiena del portiere
con un tonfo sordo, strappando un gemito al malcapitato. Una ruga di disappunto
appare sulla fronte seminascosta dalla lunga frangia corvina del goal keeper
mentre il capitano della Toho sghignazza ironico, scavalca agile la panca sulla
quale è seduto l'altro e si lascia andare a sbattere con le spalle contro gli
armadietti chiusi, le braccia muscolose conserte nella sua classica posa
strafottente ed un brillio divertito negli occhi scuri.
"Se mio padre non
m'ha ammazzato quando ho lasciato il karate, non vedo perché dovrebbe farlo per
una scemenza simile! E comunque sono cose personali nelle quali lui non deve
mettere becco!" bofonchia il portiere levandosi la maglia e restando per
un secondo bloccato nel tessuto che s'è attorcigliato attorno al collo. Kojiro
non soffoca una risata e aiuta l'amico a finire di svestirsi strattonando con
malagrazia l'indumento e rischiando di strozzarlo.
"Ahi! Accidenti, capitano,
hai la delicatezza di un elefante!" si lamenta questi, riemergendo dalla casacca
che viene prontamente gettata in faccia al destinatario degli improperi.
"Non
ti credevo così delicatino, Wakashimazu!" sghignazza Hyuga, restituendo il
lancio ed andando ad infilarsi sotto la doccia.
"Mi spieghi perché diavolo
dobbiamo essere sempre gli ultimi, capitano?" brontola il portiere strofinandosi
la lunga chioma tornando verso il suo armadietto. Kojiro butta
l'asciugamano attorno al collo e fa spallucce, ridacchiando. Fa per rispondere
maliziosamente all'amico quando lo vede sussultare dal dolore e passarsi una
mano dietro la nuca, al ché scoppia in una sonora risata "Ecco! Lo vedi? Il tuo
peccatuccio ti sta già dando problemi!"
Lo sguardo inceneritore del karate
keeper non fa che alimentare l'ilarità del bomber, che scosso da risatine
convulse non riesce a schivare l'asciugamano fradicio che lo centra in pieno
volto.
"Accidenti!" sente esclamare mentre si toglie dalla faccia con finto
disgusto il telo bagnato "Che cerchi?" chiede, sempre
ridacchiando.
"Vaselina." L'attaccante fa tanto d'occhi e l'altro lo folgora
nuovamente, quindi scrolla i capelli ancora umidi e sibila un: "Idiota." a denti
stretti.
"Tra il sudore, il tessuto della divisa e la doccia, s'è irritata la
pelle e il tipo che me l'ha fatto mi ha raccomandato di metterci la vaselina."
Spiega con un sospiro scocciato "Solo che devo averla scordata a casa!"
Il
capitano volge gli occhi al soffitto e fa il gesto di schivare l'ennesimo
oggetto contundente pronto ad essere scagliato verso la sua faccia, soffocando
l'ennesima risata.
"Ok, ok, aspetta!" esclama, battendosi le mani sulle
ginocchia nude ed alzandosi scrollando il capo "Dev'essercene di sicuro
nell'armadietto del pronto intervento!"
Tra pomate di vario genere,
disinfettanti e garze, dopo cinque minuti buoni di ricerca, appare finalmente un
mezzo tubetto dell'oggetto del desiderio. Prendendolo dalle mani dell'amico,
Wakashimazu osserva con aria dubbiosa "Ma quanta cavolo ne fanno fuori? Ma dico,
o è qui da cent'anni o ne usano a tonnellate! Ma cosa se ne fanno?" Pronunciando
le ultime parole, incrocia lo sguardo del suo capitano. Il mezzo tubetto è
ancora sospeso tra loro, le dita che lo tengono si sfiorano e i pensieri corrono
veloci, così come il sangue che affluisce istantaneamente sui loro volti.
Il
silenzio teso calato nello spogliatoio è rotto dallo schiocco delle lingue nelle
gole dei due che deglutiscono in contemporanea.
"Lasciamo perdere..." "E'
meglio." convengono simultaneamente.
Wakashimazu si appropria della vaselina
e raccoglie i capelli in una mano, mentre svita il tappo tenendolo tra le
labbra. Alcune ciocche sfuggono però alla presa, tornando a battere sul
collo.
"Oh, accidenti!" brontola nel vano tentativo di mettere ordine nella
sua chioma ribelle.
Kojiro scrolla la testa, rinuncia a finire di vestirsi ed
strappa il tubetto all'altro, posizionandosi alle sue spalle "Wakashimazu, usa
tutte e due le mani per tenerli che ci penso io o domattina siamo ancora qui!"
ringhia scocciato.
Ken obbedisce con un sospiro stizzito mentre Hyuga
armeggia con l'unguento. Ne spreme una dose forse un po' troppo abbondante
sull'indice della mano destra e solleva lo sguardo sulla schiena nuda e perfetta
del compagno di squadra, inerme, le braccia sollevate e le dita intrecciate nei
soffici capelli corvini.
Un refolo d'aria fredda, proveniente da una finestra
semiaperta fa rabbrividire la pelle eburnea del portiere che sussurra impaziente
"E muoviti, capitano!" proprio mentre la porta si spalanca di scatto ed il
telefono del karate keeper comincia a suonare e vibrare sulla panca di fronte.
La chioma corvina scende a coprire le spalle possenti, il portiere si allunga ad
afferrare l'apparecchio che nel suo improprio movimento sta cadendo a terra, ma
così facendo l'asciugamano che gli cinge la vita scivola via, lasciandolo
nudo.
Gli occhi di Sawada sono spalancati, attoniti e la sua bocca si va pian
piano allargando in un sorriso scemo, precursore di una risatina
isterica.
Ken e il capitano sono lì, davanti a lui, in una posa a dir poco
inequivocabile: il bel portiere nudo, piegato a novanta gradi con le braccia
allungate a sostenerlo su una panca ed il suo capitano dietro di lui, in una
mano un tubetto di vaselina e sulle dita dell'altra una copiosa quantità della
scivolossissima sostanza. Entrambi lo guardano con aria d'esser stati colti in
flagranza di reato...
"Scusate" riesce a spiccicare dopo trenta secondi che
gli son parsi trenta secoli, nei quali mille piccoli particolari si sono andati
ad incastrare in un puzzle immaginario nella sua testa "tolgo subito il
disturbo..." richiude la porta dietro di sé. Certo: il capitano e Ken che fanno
sempre tardi, che fanno sempre la doccia insieme, che arrivano sempre insieme a
scuola e agli allenamenti...
Il giovane resta per alcuni minuti fuori dalla
porta chiusa, lo sguardo vacuo che man mano si schiarisce fino a che un sorriso
radioso appare sul suo viso"Oh, beh" si dice con una scrollata di spalle "se son
felici loro, sono felice anche io per loro!"
Dall'altra parte di quella
porta, Kojiro ha il tubetto tra le dita, stritolato, il liquido che cola dalla
sua mano al pavimento.
Si volta, adagio e posa lo sguardo di fuoco sulle
natiche perfette e sulla schiena dalla muscolatura cesellata del
portiere.
"Tu e il tuo cazzo di tatuaggio!"