Serie TV > Buffy
Ricorda la storia  |      
Autore: SaraRocker    16/08/2014    4 recensioni
una brevissima OS ambientata dopo la morte di Buffy nella stagione 5.
Una conversazione tra uno Spike distrutto ed una Dawn sull'orlo di arrendersi. Tra due persone che hanno perrduto la cosa a cui tenevano di più.
Estratto.
"Dawn si morse il labbro inferiore -Soffro più degli altri, perchè io, oltre a Buffy, non avevo nessuno. Willow era amica sua, non mia. lo stesso vale per Xander. Io avevo solo lei.- lo sguardo della bruna si posò in quello del vampiro -Ed anche tu avevi solo Buffy. Per questo, quando sei tu a dire che ti dispiace, ti credo.-
Spike si sentì completamente trafitto da quella verità, ed a stento riuscì a trattenere le lacrime che spingevano per potere essere liberate. "
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Buffy Anne Summers, Dawn Summers, William Spike
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 


| Straziante.


































La sentiva singhiozzare. La sentiva piangere così dannatamente forte.

E pensare che aveva appena varcato la soglia della casa.




Willow lo aveva contattato al più presto, e gli aveva raccontato tutto.
La rossa aveva trovato Dawn colta dall'ennesima crisi di pianto. L'aveva scoperta  rannicchiata sul pavimento del bagno, in un angolo freddo e disgustosamente umido. Stava piangendo a dirotto, gli occhi rossi ed i singhiozzi inarrestabili. L'aveva vista reggere in grembo, in una stretta incredibilmente ferrea, un secchio pieno del suo stesso vomito. Aveva cercato di aiutarla, di parlarle, di confortarla, ma la piccola non l'aveva voluta ascoltare. Le si era accostata, ma Dawn l'aveva cacciata via con urla disumane, colme di dolore e graffiante stanchezza. Ed alla fine, arresasi, Willow le aveva semplicemente rivolto quelle solite parole. Quelle che facevano sentire la giovane sedicenne incredibilmente vuota.

-Mi dispiace.-

Sì, si era detta Dawn avvertendo le sue stesse lacrime strozzarla, anche a lei dispiaceva. Dio, si sentiva così in bilico, sul punto di precipitare e non tornare mai più. Non aveva più neppure la forza di mangiare. Il suo corpo rigettava ogni cosa: cibo, acqua...

-Voglio Spike.-

La bruna aveva replicato semplicemente così a Willow, facendola irrigidire qualche istante sul posto. La strega era rimasta per lunghi momenti lì, in piedi di fronte a quell'angolo in cui -inspiegabilmente- Dawn aveva deciso di sfogarsi. Non era certa che fosse una buona idea, quella di contattare il vampiro biondo. Eppure, alla fine, lo aveva fatto comunque.














Spike non rivolse neppure una parola a Willow. Non appena entrò, i singhiozzi ed i lamenti di Dawn gli fecero alzare lo sguardo in direzione delle scale. Sentiva quella ragazzina piangere persino da lì, constatò, immaginando di che portata dovesse essere il suo dolore, comprendendolo orribilmente.

Subito si fece avanti, ormai l'invito lo aveva da parecchio, e salì a passo svelto le scale. I suoi passi pesanti rimbombarono senza ritegno per la casa, mentre lo spolverino si muoveva nell'aria con grazia, facendo sembrare il vampiro una sorta di eroe con mantello. Quel pensiero fece sorridere leggermente Willow che, osservandolo da dietro, lo vide sparire al piano superiore.
Sperava solo che Spike potesse davvero fare stare meglio Dawney.


Quando il vampiro raggiunse il bagno non riflettè neppure un istante se bussare o meno e, con un colpo particolarmente violento contro la porta in legno, fece il proprio ingresso nella stanza. Subito, un aroma di bagnoschiuma e shampoo gli impregnò le narici, ma non vi fece caso. La sola cosa su cui riusciva a concentrarsi era il pianto di Dawn, il fatto che esso non azzardasse neppure per un istante a cessare.
Si mosse velocemente, seguendo quel suono continuo e tremante, sino a che non la vide spuntargli di fronte. Porprio come aveva detto la rossa, la piccola si trovava seduta a terra,  nascosta in un angolo, e reggeva quel secchio pieno del suo stesso rigetto.
Immediatamente, Spike si chinò e le strappò dalle mani il recipiente. La udì frignare contrariata, ma non le prestò attenzione. Buttò invece il contenuto del secchio nel wc, per poi dare il via allo scarico. Si voltò quindi in direzione della ragazzina e si prese finalmente del tempo per osservarla attentamente: era deperita, i continui rigurgiti la stavano portando ad avere seri problemi, ed era abbastanza certo che, se non avesse trovato un modo per aiutarsi, sarebbe potuta incappare persino nell'anoressia. Guardandola più attentamente, notò le mani che, febbrili, tremavano senza sosta, come colte da un'improvviso timore. Restavano a mezz'aria, vibrando scosse, inarrestabili. Poi, sprecò qualche istante per controllarle il viso: gli occhi erano lucidi, troppo. Attorno ad essi un gonfiore rossastro si stava spandendo, e la superficie delle guanche era completamente  fradicia a causa dei continui pianti.

Sospirando stremato, il vampiro abbandonò il secchio a terra, inginocchiandosi di fronte la ragazzina. Se non errava, quella che la giovane stava affrontando, era più o meno la dodicesima crisi nel giro di poche settimane. Non andava affatto bene. In quel modo, Dawn si sarebbe distrutta, e lui non avrebbe sopportato di perdere anche lei. Di perdere anche l'ultima cosa che Buffy aveva lasciato di se stessa. Quella preziosissima cosa che lui aveva giurato di proteggere.
Spike cercò lo sguardo della ragazza, e lo incontrò ridotto in mille pezzi. Dio, anche il suo doveva essere conciato così.
Si sistemò lo spolverino e prese parola. Cercò di controllare la propria voce, di farla risultare per lo meno confortante, e sperò tanto che lei lo ascoltasse.
-Briciola, come ti senti?-
la vide passarsi il dorso di una mano contro il viso in un tentativo di asciugarsi, almeno in parte, le infinite lacrime che le ricoprivano il volto. Le sorrise gentile.
-Spike... Non ce la faccio.- sospirò stremata lei, scossa dai singhiozzi e dall'orribile mondo che la circondava. Il biondo si passò una mano tra i capelli e deglutì a vuoto.
-Oh sì, che ce la farai.- cercò di rassicurarla, la voce ormai non più così confortante come sarebbe dovuta essere -Ventitre giorni. Ventitre giorni e siamo ancora tutti qui.- le sorrise mesto, poggiandole una mano su una delle sue piccole spalle, piccole quanto lo erano quelle della sorella maggiore.
-Non posso sopportare un'intera vita senza mia sorella!- replicò la piccola, serrando le proprie mani in due pugni addolorati e stanchi. E strinse, strinse sino a che le unghie non le si conficcarono nei palmi, ed il dolore non divenne soprattutto fisico. Perchè, per lo meno, quel tipo di male sapeva come affrontarlo.
Il biondo annuì -Nemmeno io posso.-
-Gli altri dicono sempre le stesse cose.- tornò a parlare Dawn in pochi istanti, scuotendo il capo oltraggiata e singhiozzando -"Mi dispiace". E' diventato un ritornello così ripetitivo.- Strinse la mascella -Dispiace anche a me, dannazione!-
-Dispiace anche a me, Briciola. Tua sorella era...- Spike arrestò le proprie parole. Non sapeva sinceramente come proseguire, e non aveva decisamente voglia di farlo. Avrebbe finito con il dire le solite cose, quelle a cui nessuno credeva. Quelle che tutti ritenevano mere menzogne dette da un uomo privo di anima. Beh, forse lui non aveva un'anima, ma aveva amato Buffy in modo infinito. Ed in quel momento, ovunque lei fosse, sperava solo che lo sapesse.
-Quando lo dici tu è diverso. Sembra più sincero.- intervenne Dawn, interrompendo bruscamente i pensieri del vampiro -Non sto dicendo che gli altri non tenevano a Buffy, o che non manchi loro.- mormorò, guardandosi i calzini chiari -Ma, quando lo dicono, lo fanno per me.. Non perchè sentono quel vuoto che sento io... Che sento costantemente.- Dawn si morse il labbro inferiore -Soffro più degli altri, perchè io, oltre a Buffy, non avevo nessuno. Willow era amica sua, non mia. lo stesso vale per Xander. Io avevo solo lei.- lo sguardo della bruna si posò in quello del vampiro -Ed anche tu avevi solo Buffy. Per questo, quando sei tu a dire che ti dispiace, ti credo.-
Spike si sentì completamente trafitto da quella verità, ed a stento riuscì a trattenere le lacrime che spingevano per potere essere liberate. Immediatamente si alzò, dirigendosi verso la finestra del bagno, e la aprì. La luna era alta quella notte. Afferrò un pacchetto di sigarette dalla tasca dello spolverino, e ne accese una. Aveva bisogno di nicotina, di sollievo e distrazione. Eppure, ultimamente, nulla lo distraeva dal pensiero di Buffy.
Deglutì un paio di volte, cercando di mandare via tutto lo strazio ed il pianto, e si portò il filtro della cicca alle labbra.
La ragazza lo guardò, ancora seduta a terra. Nel parlare, il pianto era andato con il calmarsi, ed ora quello che rischiava pericolosamente di cedere era lui.
Il silenzio cadde pesantemente all'interno della stanza, travolgendo l'animo di entrambi. Eppure, Spike rimase. Rimase vicino a Dawn anche nel silenzio più completo, perchè doveva proteggerla, perchè Buffy lo aveva pregato di farlo, perchè lei aveva creduto in lui, si era fidata e lo aveva persino baciato. E cazzo, lui voleva davvero bene a Dawn.




-Pensi che...- la ragazza esitò, catturandosi le gambe in una sorta di abbraccio -credi che Buffy sia all'Inferno?-
Il silenzio che aveva a lungo preso possesso della stanza cessò in quell'istante grazie a quel timore di Dawn, che subito distrasse il biondo dalle proprie riflessioni. In pochi istanti, Spike le fu nuovamente di fronte, chinato esattamente come lei, sconvolto di fronte il pensiero della piccola. 
-No, assolutamente no.-
Dawn avvertì dei nuovi singhiozzi, che però non sfuggirono affatto al vampiro.
-Buffy era grande.- disse quindi, sperando di distrarre la piccola bruna -Scommetto che anche ora, ovunque si trovi, sta bene.-
Le mani della piccola non smettevano di tremare, non volevano smettere. Ed altrettanto facevano le sue labbra, completamente spaventate e incerte. Le parole di Spike erano un magro conforto, qualcosa di astratto e distante. Dentro lei, ormai, vi era solo una certezza.
-Ma non tornerà mai.-
Spike tentò di replicare, ma non vi riuscì subito. Dawn non era una bambina. Era giovane, ma non una bambina. Sapeva tante cose sul mondo, tante cose che Buffy le aveva insegnato. Non poteva raccontarle storielle inventate o cazzate varie. Quindi, con un sospiro pensante, riprese parola.
-Briciola, non sono il tipo che dice "resterà sempre con te, dentro il tuo cuore", ma so qualcosa.- lo sguardo dell'adolescente di fronte a lui continuava ad essere spento, ma William non si diede per vinto -So che lassù, laggiù, od ovunque si trovi, le hanno riservato un posto speciale. Un posto da cui può assicurarsi che tu stia sempre bene.-
Dawn, se possibile, tremò ancora di più. Voleva solo che tutte quelle cose fossero vere, voleva averne la certezza.
-E come lo sai?-
-Perchè se lo meritava- le mormorò in risposta il vampiro, sorridendole un'ultima volta.  

E con quella frase, si disse distrutto nell'animo e nel corpo,  era stato totalmente, dannatamente sincero.






































 
Le ispirazioni delle 23:50;

Saaaalve! Se siete arrivati alla fine di questa Missing moment... Beh, grazie! Non lanciatemi pomodori e... Perdonate tutta la carica di depressione che ci ho messo ^^''

Sapete, in sti giorni scrivo roba decisamente triste e... Boh, l'idea mi stuzzicava. Ci vedevo abbastanza bene una conversazione del genere tra Dawn e Spike e... Spero di ricevere qualche renesione! Mi farebbe davvero piacere!
Alla prossima!-Sara
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Buffy / Vai alla pagina dell'autore: SaraRocker