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Autore: _Hydrangea_    17/08/2014    3 recensioni
[ dalla canzone ] 
 
Voci acute stanno riempendo l'intera stanza, 
con parole dagli orribili significati 
sicuramente, stanno dicendo che non c'è niente di buono 
vieni, sputiamoci sopra con tutte le nostre forze! ♪ 
 
- dal testo - 
 
Loro due si amavano, Luka e Miku. 
Il loro era un amore proibito, un amore che non poteva essere accettato. 
Ma perché...? 
 
« Vieni con me, lasciamoci in mondo alle spalle ». 
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Luka Megurine, Miku Hatsune
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ~

Allora. Parto col dirvi che è la mia prima fanfic nel fandom (anche se ascolto i Vocaloid da quasi due anni ormai) e che quindi siate clementi (anche se non è la mia prima fic, in generale, lol) ~

Ehm... s-scusate ma... c'è qualcosa che non mi torna…

perché diavolo i Vocaloid si trovano nella sezione “anime e manga”. Si sa che i Vocaloid non sono anime a manga, ma sintetizzatori vocali.

Perché non metterli in “artisti musicali”? Mi pare più sensato.

Anyway  ~ per la storia mi sono ispirata (come potete intuire dal titolo) alla canzone World’s End Dancehall, di Miku e Luka, a mio parere stupenda.

Nient’altro da aggiungere, spero possa piacervi!

Buona lettura ✿  

 

World's End Dancehall. 

 

 

1 nuovo messaggio!
Da: Luka ♡
Testo: ...è finita. Vivere sta diventando insopportabile… ti ho amata… ti amo… addio. Non ti dimenticherò mai.

 

Miku strabuzzò gli occhi. Cos’era quel messaggio? Cosa aveva appena letto? No. No, non poteva crederci. Non poteva mollare tutto così, no, no e poi no.

Una lacrima bagnò il suo viso.

Il cuore iniziò a battere forte, quasi volesse uscire dalla cassa toracica. Presto altre lacrime caddero sul suo volto. Voleva urlare.

‘Non puoi lasciarmi così!’, fu la prima cosa che le venne in mente.

Si alzò dal suo posto scaraventando a terra la sedia su cui sedeva, correndo verso l’uscita, stringendo il cellulare fra le mani.

Erano circa le dieci del mattino. Gli altri studenti della sua classe si voltarono a guardarla sbattere la porta increduli.

« Hatsune Miku! Signorina Miku, che sta facendo?! » il professore provò a chiamarla, ma ormai era già andata via.

Scendendo di corsa le scale Miku non era per niente intenzionata a tornare indietro. Sapeva dove andare perché era certissima del luogo in cui si trovasse Luka.

Corse il più velocemente possibile. 

 

* * *  

 

Miku e Luka si conoscevano fin da bambine.

Avevano all’incirca quattro o cinque anni; avevano frequentato la stessa scuola materna, le stesse scuole elementari (in classi diverse perché Luka era un po’ più grande), e anche dopo aver intrapreso studi/strade diverse, erano rimaste amiche.

Si volevano un gran bene; passavo le giornate insieme, guardavano film, a volte cantavano: entrambe amavano cantare, e ad entrambe piaceva la danza.

A volte era anche inevitabile bisticciare, ma poi finivano sempre col fare pace.

Uscivano insieme, si raccontavano segreti, si confidavano e si sfogavano, come farebbero due vere migliori amiche.

Si fidavano tantissimo l’una dell’altra.

Un giorno si resero conto che la loro non era amicizia. Era un tiepido giorno di primavera, la scuola stava quasi per iniziare.

A causa di un’incidente nel quale Miku rischiò di perdere la vita, si resero entrambe conto che la loro, non era amicizia.

Loro si amavano.

E non come amiche, ma come qualcosa di più

 

◈◈◈

 

« Ti senti meglio? » la mano di Miku accarezzò il viso di una triste Luka.

Le lacrime che aveva pianto resero il suo viso brutto; non aveva un aspetto molto bello.

Gli occhi rossi e gonfi, i capelli scompigliati e le unghie mangiucchiate ne erano la prova.

Era già un po’ di tempo che andava così. Luka stava soffrendo, ma anche Miku non poteva dire che andava tutto bene.

Si ritrovavano sempre vicino al parchetto, in quello che chiamavano ‘il loro posto segreto’, da quando i loro genitori le avevano proibito di frequentarsi.

Luka era quella forse più presa dalla faccenda: amava tanto Miku, così come lei la amava a sua volta, ma non riusciva a sopportare tutto quel dolore.

Tante persone si amano, e stanno insieme… perché loro non potevano? Perché erano entrambe donne? Sembra una cosa stupida.

Ormai Luka e Miku stavano insieme da quasi un anno. Un anno di loro, che non riuscivano a godersi per colpa di questa cavolo di società.

Quando si confessarono ai loro genitori, quando fecero coming out, sembrava tutto così… semplice. Ed invece… invece non lo era affatto.

Furono costrette a lasciarsi, a non frequentarsi più, anche se continuarono sempre a farlo di nascosto.

Non potevano camminare mano nella mano, le avrebbero derise. Le avrebbero schifate.

In realtà, non potevano camminare insieme e basta: dovevano evitare di farsi vedere insieme.

A scuola, in giro, tra gli amici, tra i conoscenti: ora tutti sapevano di loro due, ed erano pochissime le persone che le appoggiavano.

La verità è che nel ventunesimo secolo, c’è ancora gente che non accetta che una persona possa innamorarsi di qualcuno del suo stesso sesso.

Entrambe stavano soffrendo, ma non si sarebbero lasciate. Mai. Era una promessa.

Luka sospirò affranta.

« Sì… sì, sto meglio. Credo… » stava cercando di riprendersi.

Si erano trovate lì perché Luka l’aveva chiesto; sicuramente l’avevano presa in giro e derisa, ed in quel momento l’unica cosa di cui aveva bisogno era il sostegno della sua compagna.

Miku provò a sorridere senza riuscirci, così le baciò una guancia per confortarla.

« Io ci sarò sempre per te, sappilo. Non mi interessa di cosa pensano gli altri, io voglio stare con te, e nessuno me lo impedirà. »

Luka sorrise felice, prendendo il suo viso tra le mani.

Si guardarono negli occhi che sembravano scrutarsi l’anima.  Quelli di Miku erano di un azzurro chiarissimo, come il mare, mentre quelli di Luka era un po’ più scuri, tendenti al blu.

Restarono per qualche minuto a guardarsi, a contemplarsi; si amavano così tanto eppure… era certo che Miku era più forte psicologicamente.

Lei riusciva davvero a non importarsene del giudizio altrui, ma per Luka non era così, Luka viveva di pregiudizi.

Sin da bambina era sempre stata presa in giro per il colore inusuale dei suoi capelli, per il suo seno abbondante (in seconda elementare portava già una terza) o per il fatto che fosse più alta rispetto alla norma: le ragazze giapponesi solitamente non superano il mentro e cinquantacinque/sessanta mentre lei era alta uno e settanta.

E prontamente Miku era sempre lì a consolarla, per cercare di farla stare bene.

Ma questo non significa che Miku non ci stesse male; semplicemente, era diventata brava a nascondere le sue emozioni.  

Miku poggiò la fronte contro la sua in modo affettuoso. Pronunciò piano le parole di una canzone.

La loro canzone.   

 

《 ...dakiyosete  hoshii ♪ tashikamete  hoshii ♪

machigai  nado  nainda to  omowasete ... 》

 

sorrise, canticchiando i pezzi della canzone.

Luka sorrise a sua volta e continuò dopo di lei.

 

《 Kiss  wo  shite,  nurikaete  hoshii ♪

 miwaku  no  toki  ni  yoishire  oborete  itai  no ... 》

 

Sorrisero ancora, poi si baciarono. 

 

◈◈◈

 

Quella sera Miku era davvero stanca.

Le lezioni erano davvero pesanti e aveva un mucchio di compiti e interrogazioni da fare, non riusciva a trovare un momento libero per rilassarsi, in più era sempre preoccupata per Luka e pressata dalla situazione.

L’unica cosa che voleva era stare con lei, perché con lei stava bene

Erano circa le nove di sera.

Miku aveva già cenato, così dopo aver preso un succo di frutta alla pera, accese il computer sperando di svagarsi un po’.

Fece l’errore di entrare su Mixi. *

Digitò l’e-mail, poi la password, e una volta entrata notò tantissime notifiche e messaggi non letti.

 

Utente x: Fate schifo… due femmine non possono stare insieme! Va contro la natura! Vi rendete conto? È vomitevole! 

 

Diceva uno.

 

Utente y: Se un giorno la mia migliore amica venisse a dirmi di essere innamorata di me probabilmente non le parlerei più! Che dico, non la guarderei neanche più in faccia! Bleah, che schifo! Non potete stare insieme!

 

Diceva un altro.

Miku si sentì morire dentro. Calde lacrime bagnarono il suo volto. Spense il computer e si lasciò cadere a peso morto sul letto.

Pianse affondando il viso nel cuscino, stringendo le lenzuola tra le mani, provando a reprimere la rabbia.

No, non era possibile. Tutta questa gente che le disprezzava, che le derideva, era senza cuore.

Come si può dire che  amare una persona dello stesso sesso è uno sbaglio? L’amore è amore!

Dopo un lungo pianto afferrò il cellulare. La luce del display per un momento la acceccò, le dita tremanti danzavano sui tasti.

 

Allo stesso tempo Luka provava ad addormentarsi senza riuscirci. Si rigirò ancora una volta nel letto quando sentì il telefono vibrare. 

 

1 nuovo messaggio!
Da: Miku ♡
Testo: Io non voglio lasciarti, e non lo farò. Ti amo Luka. Buona notte✿

 

Sorrise nel leggerlo, e finalmente, riuscì a prender sonno. 

 

◈◈◈ 

 

Il giorno dopo, tutto sembrò ancora più brutto. La situazione non migliorava per niente.

Erano precisamente le sette e quarantacinque del mattino, Miku, seduta su un muretto nel cortile della scuola, attendeva l’apertura dei cancelli.

Anche Luka era lì, ma ovviamente, non potevano stare insieme.

Se si trovavano il luoghi pubblici, ad esempio la scuola, cercavano di ignorarsi il più possibile. Anche se ciò faceva soffrire entrambe.

Miku sentiva già sguardi indignati scrutarla. La guardavano, ridevano sotto i baffi e la deridevano alle spalle.

Quella mattina, alcuni ragazzi si avvicinarono a lei.

Erano in tre. Due ragazzi ed una ragazza.

Avevano un’espressione divertita sul volto, strafottente.

« Ciao, tesoro! Come va, tutto bene con la fidanzatina? » aveva iniziato la ragazza, scoppiando a ridere sguaiatamente. Gli altri due la imitarono.

« E dov’è, dunque? Non mi dirai che vi siete già lasciate? » continuò l’altro ragazzo alto dai capelli scuri.

Miku strinse i pugni nella mani. Sentiva tremarle.

« Non ti piacciono proprio i maschi? Per te potrei anche farci un pensierino… vieni qui, dammi un bacetto » continuò l’altro ragazzo biondo, avvicinandosi a lei.

Miku non resistette e lo schiaffeggiò, per poi spintonarlo via a calci.

Idioti senza cervello, ecco cos’erano.

Il ragazzo cadde a terra facendo una smorfia. Gli altri due fecero un’espressione arrabbiata, e si avvicinarono di più, con aria da sfida.

« Senti un po’, stronzetta » aveva iniziato la ragazza. L’altro ragazzo la spintonò forte, la testa della povera Miku battè contro il muro.

Cadde a terra. Feceva malissimo.

La ragazza sorrise soddisfatta, gli altri due la imitarono sorridendo beffardi.

In poco tempo furono accerchiati da altri studenti, che incuriositi, stavano guardando la scena senza intervenire.

La ragazza la colpì a calci sullo stomaco. Tutti si sorpresero ma nessuno mosse un dito: anzi, alcuni avevano preso il cellulare e stavano riprendendo con la videocamera.

La ragazza stava per colpirla nuovamente quando qualcuno la afferrò da dietro: Luka, quasi in lacrime, la spintonò di qualche metro, senza colpirla troppo forte, però.

« Lasciala stare! » aveva urlato. Era furiosa, sentiva la rabbia bollirle dentro. Avrebbe voluto prenderli a sprangate, ma Luka e la violenza, fortunatamente, non andavano molto d’accordo.

Erano entrambe in lacrime, gli altri continuavano a ridere e quando Luka abbracciò la più piccola quasi tutti tirarono fuori il cellulare per scattare foto e fare video, che sicuramente sarebbero finiti in rete.

Miku per un po’ perse i sensi, mentre Luka provava a trascinarla in infermeria, purtroppo, ostacolata dagli altri.

I ragazzi stavano per picchiare anche Luka quando fortunatamente, in mezzo a tutto quel trambusto che si era creato, intervenì il vice-dirigente scolastico.

« Che cosa state facendo?! Entrate subito in classe! Giù quei telefoni! ».

Tutti furono costretti ad entrare in classe, Miku e Luka furuno mandate in infermeria.

Luka sbagliava ad essere così brava con tutti, però.

Quando raccontò dell’accaduto al professore, fu così buona da non rivelare i nomi dei ragazzi che la picchiarono. 

 

◈◈◈

 

Passò una settimana da quell’incidente a scuola.

Quella mattina Luka aveva detto che non sarebbe andata a scuola: diceva che si sentiva male, che avrebbe preferito riposarsi, solo quel giorno.

Miku era ancora un po’ scossa, preoccupata, turbata… angosciata, spaventata.

Non stava affatto bene.

Era già trascorsa qualche ora dall’inizio delle lezioni; Miku non faceva altro che pensare a Luka, si chiedeva se stesse bene o cosa stesse facendo.

Al momento stavano studiando geografia, ma non era per niente attenta alla lezione.

A volte disegnava qualche cuoricino sul quaderno, a volte giocherellava con la matita passandosela tra le mani, a volte controllava il cellulare per vedere se ci fossero nuovi messaggi.

Poi, il telefono vibrò.  

 

1 nuovo messaggio!
Da: Luka ♡
Testo: ...è finita. Vivere sta diventando insopportabile… ti ho amata… ti amo… addio. Non ti dimenticherò mai.

 

Sentì il cuore fermarsi per qualche secondo.

Strabuzzò gli occhi. Cosa… no. Cosa aveva appena letto? No. No, non poteva crederci. Non poteva mollare tutto così, no, no e poi no.

Si alzò dal suo posto scaraventando a terra la sedia su cui sedeva, correndo verso l’uscita, stringendo il cellulare fra le mani.

Corse il più velocemente possibile. 

 

◈◈◈

 

Non aveva mai corso così velocemente in tutta la sua vita.

Correndo tra le strada affollate di Tokyo, ogni tanto si guardava intorno in cerca della strada.

Il cuore batteva fortissimo, le lacrime non avevano intenzione di fermarsi.

Arrivò a destinazione. Si fermò qualche secondo a riprendere fiato, asciugandosi le lacrime dagli occhi.

Era quell’enorme grattacielo di cui le aveva sempre parlato. Non sapeva quanti piano fossero precisamente, venti o forse trenta.

Alzò lo sguardo e riuscì a riconoscere i suoi capelli mossi dal vento.

« No, dannazione, no!! » urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Entrò dalla porticina senza curarsi delle persone/impiegati all’interno che cercarono di fermarla: gli ascensori ci avrebbero messo troppo tempo, decise di salire tutte le scale a piedi.

Corse forte, fortissimo.

Arrivata al quindicesimo piano sentiva di non farcela più, l’intero corpo tremava, le gambe facevano male.

Si fermò per qualche istante, poi guardò in alto.

No, non poteva mollare; era per Luka, cavolo! Strinse i denti e continuò a salire lungo le scale.

Quando arrivò fin su al terrazzo, non poteva crederci. Per poco  i polmoni non scoppiarono.

Voltò lo sguardo in più direzioni alla ricerca della sua amata: poi vide i suoi capelli rosa salmone svolazzare in aria, e poi… poi…

« NOOOOO! » urlò con tutta la sua forza.

Corse verso la ringhiera e grazie ad una fortuna rara, afferrò la mano della più grande: Luka stava cercando di suicidarsi, buttandosi da quel grattacielo di chissà quanti piani.

Fortunatamente, e ripeto, fortunatamente, Miku l’afferrò.

La presa di Luka era debole. Non combatteva più, ormai era come rassegnata.

Ma Miku la stringeva forte; scoppiò a piangere, le sue lacrime bagnarono anche il viso di Luka.

« Che cosa stai facendo?! Luka, avevamo promesso! Saremmo rimaste insieme, l’avevi giurato! » il viso di Miku si contorse in un’espressione di dolore, le lacrime non smettevano di scendere e anche la presa si iniziava ad indebolire;

spaventata a morte, le tese anche l’altra mano, ma Luka non l’afferrò.

« Miku… lasciamoci il mondo alle spalle. » riuscì a dire Luka. **

« …co-cosa? » singhiozzò.

« Ti prego, vieni con me. Staremo insieme » allora Miku realizzò.

“Lasciamoci il mondo alle spalle”, che pazza, folle, strepitosa idea. 

Alla fine Miku aveva bisogno soltanto di lei. L’amava. Se era per lei… allora l’avrebbe fatto.

Tanto ormai non aveva più senso continuare a vivere! I loro genitori, i compagni, tutti erano contro loro due! Forse così sarebbe stato meglio.

Morire… insieme.

« Io… s-sì. Sì! »

Luka sorrise amaramente. Anche Miku sorrise.

Si lasciarono cadere nel vuoto, abbracciate l’un l’altra. 

 

◈◈◈

 

“Trovate morte schiacciate sull’asfalto Megurine Luka e Hatsune Miku, rispettivamente diciotto e sedici anni, sembrerebbe trattarsi di un suicidio, un uomo sembra dire che…”

 

La giornalista parlava come se avesse un nodo alla gola, come se fosse faticoso;

altri telegiornali ormai parlavano solo della morte delle due giovani amanti, così come i giornali, dove la notizia restò in prima pagina per quasi un mese.

Avrebbero potuto avere una vita normale, come tutti gli altri, ma qualcosa lo impediva.

La stessa cosa che le uccise entrambe.

Una cosa chiamata società

 

 

* per chi non lo sapesse ‘Mixi’ è uno tra i social network più diffusi in Giappone.

** ”Lasciamoci il mondo alle spalle” questa frase l’ho presa dalla canzone ☺ 

 

Angolo autrice ✿ :

E siamo giunti alla fine ~ allora.

Cosa ho voluto ‘dire’ con questa fic? Okay, non è che mi metta a scrivere storie con sotto morali o significati profondi e cose così (comunque parliamo di fanfiction appunto, lol) ma con questa sotto c’è davvero un significato.

Miku e Luka rappresentano in questa storia ciò che si trovano costretti ad affrontare i ragazzi di oggi perché omosessuali.

Insomma, ho visto/letto tanti casi di ragazzi che si suicidano perché vengono presi in giro, e badate che non è assolutamente una cosa bella!

Io non sono gay ma appoggio molto e difendo i diritti dei gay

Che dire, spero vi sia piaciuta e se posso darvi un consiglio, ascoltate la canzone e guardate il video perché è stupenda!

Grazie a chi leggerà/recensirà/apprezzerà la mia storia. ♡ 

 

PS: nella storia ho scritto che Luka era alta un metro e settanta, in realtà è alta uno e sessantadue, chiedo scusa °A°

PPS: ditemi che avete riconosciuto la canzone che ho citato nel testo ~ dai, regalo un biscottino se la indovinate. ~~ 

  
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