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Autore: Rosmary    17/08/2014    15 recensioni
Una Sala Comune, una favola tra le tante e un giullare intraprendente.
“Non esistono storie strane, le storie sono storie.”
“Quella che leggevi sembrava essere d’amore.”
“Non posso leggere storie d’amore?”
“Non c’era un potente e ricco mago, però.”
“I Babbani li chiamano principi.”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la oneshot è scritta senza alcuno scopo di lucro.





 
Le ragazze intelligenti scelgono il giullare
 
 
C’era folla quella sera in Sala Comune, più del solito. La Umbridge aveva anticipato il coprifuoco e il risultato era una mandria di studenti letteralmente imbufaliti chiusi tra le sbarre dorate del covo di Godric.
Rannicchiata su una poltrona usurata, Hermione succhiava una di quelle Piume di zucchero leggiucchiando qualche frase del tomo che aveva tra le mani. Di tanto in tanto le labbra s’incurvavano rapite verso l’alto e gli occhi della strega si fissavano sulle parole che l’avevano causato, l’ammaliato sorriso, leggendole ancora e ancora.
Non se ne accorse lei, che una figura s’era accucciata accanto alla sua poltrona, gettando lo sguardo curioso sulle macchie d’inchiostro che avevano conquistato l’attenzione della Grifondoro, causando in lei uno strano disinteresse per il caos che l’era intorno.
Dovettero trascorrere alcuni minuti prima che Hermione s’avvedesse dell’indiscreto soggetto che sbirciava senza ritegno alcuno tra i suoi sogni ad occhi aperti. Fu un attimo e il libro si chiuse in un tonfo tra le mani della ragazza, mentre la Piuma veniva messa via e gli occhietti, rimpiccioliti e inquisitori, fissavano il disturbatore.
 
“Cosa c’è?” domandò lui.
 
“Lo chiedi anche?”
 
“Non ho fatto niente.”
 
“Salvo spiarmi e disturbarmi.”
 
“Nessuna delle due. Partecipavo alla tua serenità, miss Prefetto.”
 
“Per partecipare occorre un invito, mister Guastafeste.”
 
Toccò a lui esibire un sorriso, ma quello del ragazzo aveva contorni sbarazzini e provocatori. Non un ghigno in piena regola il suo, ma certamente un’incurvatura sghemba delle labbra.
Hermione corrugò la fronte, incapace d’interpretare l’espressione del ragazzo: quando era con lui le succedeva sempre di non capire. Lei, lei ch’era avvezza a comprendere ogni cosa, a tradurre simboli, gesti, atteggiamenti consuetudinari, era cieca in presenza del Grifondoro più impudente che avesse mai avuto la sfortuna di conoscere. Eppure, eppure proprio quella sfacciataggine mescolata a un naturale carisma strappa-risate riusciva a incuriosirla al punto tale da osservarlo quando ne aveva modo, da avvicinarlo quando non le appariva sconveniente o sospetto.
 
“Sei arrossita,” affermò lui sereno. E le gote di lei s’imporporarono di più. “E continui ad arrossire. Non ti ho mai vista arrossire, devo sentirmi lusingato?”
 
“Cosa vuoi, Fred?”
 
“Leggevi una strana storia,” disse, eludendo la domanda.
 
Hermione, nonostante il rossore e quella strana bolla da cui percepiva d’essere stata risucchiata, decise di non dargli soddisfazione alcuna e di mostrarsi capace di tenergli testa, qualunque fosse il suo intento.
 
“Non esistono storie strane, le storie sono storie.”
 
“Quella che leggevi sembrava essere d’amore.”
 
“Non posso leggere storie d’amore?”
 
“Non c’era un potente e ricco mago, però.”
 
“I Babbani li chiamano principi.”
 
“So cos’è un principe, ma nella tua storiella non c’era.”
 
“Cosa vuoi, Fred?”
 
“C’era un giullare,” proseguì lui, ignorando per la seconda volta la domanda.
 
Hermione sbuffò, consapevole d’avere ancora il volto in fiamme. Non volle chiederselo, il perché. Né le balenò in testa l’idea di guardarsi attorno e scovare Harry, Ron o chiunque altro da poter tramutare in un convincente e banale pretesto per sgusciare fuori dalla bolla in cui Fred l’aveva intrappolata.
 
“C’era un giullare, è vero, ma la protagonista non è innamorata di lui. Il principe verrà, ma alla fine. Nelle favole Babbane il principe arriva sempre alla fine.”
 
“E perché leggevi e rileggevi sempre quella pagina?”
 
“Perché a me piace il giullare. È il mio personaggio preferito.”
 
“Non l’avrei detto, a te piace il giullare! Perché?”
 
“Perché mi fa ridere.”
 
“Se fossi stata tu la principessa, avresti scelto il giullare.”
 
Hermione aveva pronta la risposta, ma si limitò a serrare le labbra stranita: quella di Fred non era una domanda, ma un’affermazione. Per un attimo, si concesse il lusso di osservare per bene i lineamenti di lui, accorgendosi di conoscerli a memoria. Stranamente, ricordava quanto fosse scura la tonalità d’azzurro degli occhi di Fred, ricordava il suo naso pronunciato, ma non quanto quello di Ron, ricordava persino quelle rughette ai lati delle labbra, marchio indelebile di chi ha l’abitudine di ghignare o solo sorridere e di farlo spesso. Ricordava la fronte poco spaziosa e i capelli che non riuscivano a coprirla comunque, perché da un po’ aveva preso l’abitudine di tenerli corti. E ricordava anche la forma delle sue labbra – labbra sottili o assottigliate dai risolini? Non avrebbe saputo dirlo, quelle labbra ridevano o parlavano, non erano mai dritte, mai mute, mai invisibili.
 
“Cosa vuoi, Fred?” chiese ancora.
 
“Posso cambiare la tua storiella?”
 
“Vuoi cambiare la favola?”
 
“Diamo un cervello alla principessa.”
 
“Chi ti dice che la principessa non abbia un cervello?”
 
“Alle ragazze intelligenti piacciono i giullari. E la prova è qui davanti a me!”
 
Si concesse un sorriso Hermione, scuotendo quella testolina appesantita dai lunghi capelli ribelli. “Mi stai dicendo che hai interrotto la mia interessante lettura, ignorato quello scalmanato di Lee che ti chiama da circa mezz’ora e rinunciato a fare dell’ignobile baldoria in Sala perché vuoi dare un cervello a una principessa inesistente?!”
 
“Non proprio, no. Ho interrotto la tua noiosa e inutile lettura, ignorato il mio brillante ma inopportuno amico e rinunciato a una dose di sana e ragionevole baldoria in Sala per fare la malandrinata più malandrina del secolo!”
 
“Sarebbe?”
 
“Rubarti un bacio, miss Prefetto, e anche un appuntamento. Non c’è nessuno più giullare di me, e non conosco nessuno che abbia più cervello di te! Silente a parte, ma non è proprio il mio tipo!”
 
Scoppiò a ridere Hermione, tanto di gusto da piegarsi quasi su se stessa. Silente e Fred insieme facevano un certo effetto. Lui rise a sua volta, ma era una risata più posata, che gli consentiva di osservare il volto radioso di lei, i suoi capelli assolutamente indomabili, gli occhi grandi, scuri e terribilmente vivaci.
Fred non avrebbe proprio saputo dire quando fosse nato in lui quell’improbabile interesse, eppure era ben consapevole di cosa lo intrigasse di quella ragazza: aveva carattere, e da vendere, era stimolante passare del tempo con lei, stimolante e impossibile, una combinazione a cui non aveva saputo resistere e a cui non aveva intenzione di rinunciare.
Fu quando la vide rilassarsi contro lo schienale della poltrona che s’alzò in piedi e le tese la mano, quella volta ghignando apertamente e con evidente malizia.
 
“Non stavo scherzando.”
 
Hermione arrossì di nuovo, e il rossore figlio dell’imbarazzo si mescolò a quello prodotto dalle risate. Gli occhi divennero ancora più grandi, risvegliati dallo stupore e da uno strambo e piacevole formicolio in tutto il corpo.
Fu una delle rare volte, quella, in cui Hermione non ponderò. Poggiando il libro sul piccolo tavolino accanto alla seduta, accettò la mano di Fred, che rapido la strinse con fermezza ed esercitò la giusta pressione perché lei s’alzasse in piedi e urtasse contro il proprio sterno. Abbassò per un attimo lo sguardo Hermione, carezzando l'idea di tornare sui propri passi, di allontanarsi, ma lui non glielo permise: la cinse possessivo, obbligandola a guardarlo.
Se ne accorsero entrambi, degli occhietti curiosi che s’erano appollaiati attorno a loro per spiarli, ma Fred la baciò comunque, e lei comunque ricambiò; ricambiò incerta, imbarazzata e stordita dall’improvvisa consapevolezza di aver a lungo desiderato quel momento. Fred non ebbe bisogno di nessuna conferma o improvvisa illuminazione, lui lo sapeva bene, che le ragazze intelligenti scelgono sempre il giullare.







 
NdA: salve! Intanto, grazie a tutti coloro che sono giunti sino qui, dedicando parte del loro tempo a questa storia! Era da diverso tempo che non scrivevo un racconto leggero e molto che non pubblicavo nulla su questa coppia – che è la mia preferita, poi! Avevo voglia di un po' di fluff (sempre che io abbia davvero capito cosa sia il fluff!) ed ecco sbucare questo racconto. La favola cui si fa riferimento nel testo non è nessuna in particolare, quindi se non ricordate favole con principi e giullari è perché magari non esiste! Spero che, nonostante la semplicità e la brevità, sia piaciuto a chiunque l'abbia letto, questo momento dedicato alla Fred/Hermione! In ogni caso, alla prossima :)
 
   
 
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