Capitolo Uno

L’estate è da sempre stata la mia stagione preferita: il mare, il rumore rilassante delle onde, il sole che ti riscalda la pelle, la spensieratezza. Ho sempre passato bene le mie estati, perché le consideravo un estraniarmi da quella che era la mia vita di tutti i giorni, quella vita grigia e monotona che conducevo d’inverno in quella prigione chiamata scuola. D’estate fai sempre cose diverse: esci quando vuoi, vai in spiaggia, dormi quanto vuoi, ma soprattutto stai sempre con i tuoi amici. Beh a dire la verità non è che io abbia tanti amici, tanti conoscenti sì, ma amici ne ho pochi perché adesso l’amicizia forse è un po’ sottovalutata. Cioè sono del parere che ormai non siano molte le persone che meritano la tua fiducia, che credo sia una cosa molto importante.

Ad ogni modo quella si prospettava l’estate migliore di tutte. Cominciò tutto quando mio padre, per il mio compleanno, mi fece in regalo la cosa che desideravo da tanto, troppo tempo: i biglietti per il concerto del mio gruppo preferito. Almeno tutto sembrava perfetto fino a quando Alice, il mio cuore, la mia compagna di tutto e amica più stretta, mi ha detto che i suoi l’avrebbero mandata quasi tutta l’estate all’estero. Ecco, in quel momento mi è crollato tutto addosso. Pianificavo quell’estate, il giorno del concerto, la felicità che avrei dovuto condividere ancora un’altra volta con lei, da mesi e ricevere quella notizia è stato proprio un colpo basso, proprio non me l’aspettavo. Ce l’hai presente quella sensazione di vuoto che hai dentro? No, non parlo di quando si ha fame. Si tratta proprio di vuoto, senso di neutralità. Avevo perso un po’ di entusiasmo.

Dopo settimane di disperazione però, una piccola scintilla di speranza si è riaccesa in me: ho pensato che ormai ero abbastanza matura da capire che Alice era importante, ma non indispensabile. Nonostante ciò sapevo che non sarebbe stato lo stesso.

I mesi passavano ed io, completamente ripresa dalla notizia, mi ero decisa a provvedere alla cosa che adesso era più importante: il concerto dei One Direction. Nessuno e niente avrebbe più potuto distogliere il mio pensiero da quel giorno. Quindi, tra i preparativi e l’organizzazione, non avevo ancora deciso con chi andare visto che ancora avevo il biglietto di Alice, e il tempo passava velocemente. Il 14 luglio ci sarebbe stato il concerto e a giugno ancora non avevo trovato qualcuno che mi accompagnasse e per la disperazione chiesi a Lucia. Lucia è una ragazza un po’… come dire? Strana? Diciamo che molto spesso non si rende conto di quello che le accade, vive in un mondo tutto suo. Che alla fine è una cosa che la rende un po’ unica, anche se spesso rompe le scatole come poche. Ma comunque si sarebbe trattato di un giorno e per farla stare zitta bastava un cioccolatino.

Nel frattempo i giorni passavano e cominciava il conto alla rovescia per la partenza.

-6; -5; -4; -3; -2; -1.

C’eravamo.

Ovviamente insonne preparo la valigia e con i miei genitori e Lucia mi imbarco per volare a Londra. Sarei rimasta lì una settimana. Ancora a pensarci mi sale una strana voragine dallo stomaco per finire in un nodo alla gola; chi avrebbe mai immaginato quello che sarebbe successo solo poche ore dopo?