1. Tonto



Gohan entrò in camera da letto, quella che condivideva con Videl da ormai due anni, e trovò la ragazza con solamente un asciugamano addosso sdraiata sul loro letto.‏
Gohan si avvicinò a lei, che lo guardava intensamente con uno strano sguardo, e le appoggiò una mano in fronte. 
«Stai bene? Così prenderai freddo...» le sussurrò con tuono affettuoso.
Videl strinse i denti e i pugni e, infine, rossa di rabbia, gli mollò un pugno.
«Tonto!» gli urlò alzandosi e uscendo dalla stanza, lasciandolo solo e sbigottito.









2. Castrare



Gohan sovrastò con il suo fisico possente quello esile di Videl, baciandola con passione.
La ragazza, spaventata dalle strane movenze del fidanzato, inizialmente rimase paralizzata.
Mai, prima di allora, il diciannovenne si era comportato in modo così audace nei suoi confronti. Doveva ammettere che un po' la stava spaventando.
Che i suoi ormoni si fossero risvegliati? 
Quando, però, lui le sfiorò il fianco, mettendole una mano dentro la maglia, la ragazza rispose con una ginocchiata dove... non batte il sole. 
«Provaci ancora e ti castro!»










3. Cintura di castità



«Che ti succede in questi giorni? Sei... strano» sussurrò Videl accarezzando la guancia del fidanzato. 
Il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente. 
«C-credo... siano gli ormoni...» disse con voce flebile, paonazzo.
Che argomento imbarazzante! Colpa sua che si era fatto prendere da... nemmeno lui sapeva cosa, eppure adesso si ritrovava con un gran dolore in mezzo alle gambe e rossore in viso.
«Se non ti dai una calmata guarda che ti metto la cintura di castità» lo minacciò scherzosamente.
Gohan sbiancò. Forse Videl non sapeva quanto male faceva, sperava solo che non avrebbe chiesto spiegazioni a lui.










4. Coltello



Gohan guardò terrorizzato Videl. 
Mai far arrabbiare la sua ragazza.
Mai far arrabbiare la sua ragazza se stava facendo qualcosa di importante.
Mai far arrabbiare la sua ragazza se stava facendo qualcosa di importante con un coltello in mano.
«S-Stai scherzando, vero?» chiese deglutendo e arretrando di qualche passo.
Videl si avvicinò ancora a lui tenendo basso, troppo in basso, quell'oggetto troppo pericoloso e affilato per i suoi gusti.
«Ho la faccia di una che scherza?» sibillò avvicinandosi ancora a lui. «Quante volte ti ho detto di non baciarmi mentre cucino?» chiese a denti stretti.
Gohan deglutì. 
Troppo pericolosa.
«Adesso te lo taglio, così ti passano queste belle fantasie» ghignò facendogli sgranare gli occhi e perdere i sensi.










5. Collana‏



«Sei. Solo. Uno. Stupido. Scimmione!» urlò Videl colpendo ripetutamente Gohan che, impacciato, cercava di bloccarle i polsi.
«Dai, calmati! Non l'ho mica fatto di proposito!» tentò di giustificarsi.
«Non cercare scuse! Potevi bussare prima di entrare in bagno, invece di spalancare la porta senza nemmeno accettarti che fosse vuoto!» lo rimproverò togliendosi la collana che qualche tempo prima le aveva regalato Gohan.
Il giovane sussultò. «Perché la stai togliendo?» chiese allarmato.
L'espressione della fidanzata, però, si addolcì. Lentamente si avvicinò a lui, godendosi il suo sguardo terrorizzato, e sedendosi sulle sue gambe.
«Ti amo, lo sai?» chiese lei mettendo la collanina attorno la gola del ragazzo.
E adesso che le prendeva? 
«Anch'io» le disse sorridendole dolcemente.
«Ma, non per questo, la passerai liscia» disse tirando la catenina attorno al collo di Gohan. «Ti strozzo, idiota!»









6. Sguardo



Gohan fissava da ormai cinque minuti buoni quella torta.
Era la sua preferita: quella panna e crema gianduia.
L'adorava con tutto se stesso e continuava a fissarla con uno sguardo sognante e quasi sbavando.
Quando si sarebbe decisa sua madre a dargliene una fetta? La stava mangiando con gli occhi da svariati minuti eppure sembrava non accorgersene.
Una scappellotto sulla nuca lo fece risvegliare dai suoi pensieri.
«Ahia! Che c'è?» chiese aggrottando la fronte e girandosi verso la madre, che l'aveva colpito.
«Smettila di guardare Videl così, sembri un maniaco» lo rimproverò.
Gohan sobbalzò. Si girò di nuovo verso la torta e notò che, effettivamente, proprio dietro la torta si trovava Videl.
Si girò nuovamente verso la madre, per spiegare, ma lei era già andata via, non dandogli l'opportunità di difendersi dall'insinuazione di ''guardone maniaco''.










7. Bibi


Gohan guardò la sua fidanzata, pallida in volto, che teneva la fronte sul banco e una mano sul ventre, lamentandosi di tanto in tanto.
Curioso e preoccupato, si avvicinò a lei con la sedia. 
«Che ti prende, amore?» chiese senza farsi vedere dall'insegnante.
Lei si girò verso di lui e gli mostrò un'occhiata sofferente. «Non mi sento bene» disse guardandolo.
«Vuoi che dica alla professoressa che ti faccia uscire?» domandò preoccupato dal colorito pallido che aveva.
Lei sorrise appena. «No, tranquillo, tanto non passa mica» disse tornando a guardare l'insegnante.
«Ma che hai?» chiese ancora, curioso.
Lei aggrottò la fronte. «Hai presente i problemi che ha una ragazza ogni mese per una settimana?» chiese a sua volta.
Lui sbatté le palpebre un paio di volte. «Bibi?»
«Che?»
«Bibi!» ripeté lui, convinto.
Lei ridacchiò. «Traduzione, prego» disse.
«Ehm... quella cosa... bibi... sangue...» farfugliò sottovoce.
«Comunemente chiamato ciclo» continuò Videl divertita.
Per un attimo le era pure passato il dolore.
«Si chiama bibi» disse convinto.
Lei si morse il labbro per evitare di ridere. «Come vuoi»
Le serviva un dizionario con la lingua del suo ragazzo.











8. Abbraccio


«Voi due siete cattive!» disse Gohan allontanandosi.
«Non siamo cattive noi, sei tu che sei tonto e viene naturale prendere in giro» disse Giulia Pierucci, ridendo.
Rohan guardò innocentemente Gohan, sorridendogli appena. «Ti amiamo noi»
Lui aggrottò la fronte. «Anche io, ma insieme mi fate paura: siete pericolose» disse con voce tremante.
Le due ragazze si avvicinarono a lui che indietreggiava ancora.
Ad un tratto, Gohan sentì di essere in trappola. Dietro di lui c'era il muro.
Le vide avvicinarsi ancora.
Chiuse gli occhi istintivamente, ma quando li riaprì trovò le due autrici avvinghiate a lui. «Stupido, ho detto che ti amiamo!» disse Rohan baciando la guancia del Saiyan.
«Esatto, tanto amore per la nostra fava preferita» continuò Giulia, baciando a sua volta la guancia del ragazzo.
Lui sbatté le palpebre un paio di volte e strinse entrambe le ragazze a sé. 
Non siamo cattive, è solo un modo di dimostrare il nostro amore.
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :D
Eccomi qui, di nuovo, oggi.
Bene, perché ho scritto questa stupidaggine? 
Questa è tutta colpa di Son Gohan, a cui è appunto dedicata la Raccolta. 
Qualche tempo fa (parliamo di fine Maggio ^^'') ha vinto una specie di scommessa e come pegno (?) mi ha detto di scrivere qualcosa.
Quel qualcosa è quello che è scritto lassù *indica sopra* 
L'ho scritta in videochiamata con Giulia Pierucci, infatti nell'ultima Drabble/Flash entriamo in scena entrambe xD
Caro Son Gohan, entra nel personaggio, perché il Gohan descritto sei tu, dovresti averlo capito xD Così come avrai intuito il motivo per cui ti avevo detto che non l'avrei più postata. 
Ma, al diavolo, ci siamo impegnate tanto a scriverle, quindi adesso le leggi e recensisci, o non ti rivolgo più la parola ewe (?)
*Per chiunque stesse leggendo: non pretendo le recensioni, ma stavolta me lo deve ewe (?)*
Il termine 'fava' vuol dire, in pistoiese, 'stupido' o cose del genere xD
Ah! Il banner è stato fatto da Giulia ♥ 
Grazie a tutti per l'attenzione xD  *ritorno con questi colori perché mi sento poco seria (?)*
Se notate qualcosa di sbagliato, o non corretto, vi prego di dirmelo ed io provvederò a correggere ed a migliorarmi.



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*