It is not only rain.
Taci. Su le
soglie
Del bosco
non odo
Parole che
dici
Umane; ma
odo
Parole più
nuove
Che parlano
gocciole e foglie
Lontane.
I nostri passi
ci conducono nel bosco. Le tue parole si dissolvono nelle mie orecchie; non una
sola nota di quello che dici. Ora non ho più bisogno di ascoltare te, ma la
natura e il perché nostri passi ci
hanno condotto qui. Tu continui a parlarmi o forse a rimproverarmi ma io ti
indico di tacere, e lo faccio con dolcezza, avanzando di qualche passo. Tu mi
segui.
Ascolta.
Piove
Dalle
nuvole sparse
Sottili gocce
d’acqua si alternano in una dolce danza e ricadono su di noi e su tutto il
mondo intorno a noi. Tu mi guardi. Ascolta. Un dolce suono; un dolce silenzio.
Piove su le
tamerici
Salmastre
ed arse
Magnifico
questo bosco, vero? Non mi ero mai accorto della sua bellezza eppure sono anni
che ci conviviamo. Le sue bellezze così strane, i suoi arbusti sempreverdi
riarsi dal sole, da questo caldo sole di Giugno. Fra pochi giorni tutto questo
sarà terminato e allora cosa ci rimarrà? Un ricordo sbiadito dei giorni passati
insieme a ridere della vita, all’ombra scura di un albero leggendario.
Piove sui
pini
Scagliosi
ed irti
Ti osservo
silenzioso mentre il tuo sguardo si posa su di me. Cosa starai pensando? Che sentimento
aleggia ora nel tuo cuore pieno di spine irte, pieno di ferite mai guarite e
sempre aperte? Piove ora sui pini, dalle foglie irte che hai nel cuore. Non ti
mancherà tutto questo?
Piove sui
mirti
Divini,
su le
ginestre fulgenti
di fiori
accolti
di coccole
aulenti.
I fiori
splendono sotto l’effetto della pioggia. Ma tu ora splendi ancora? Tutti quei
colori, quell’insieme di petali che tanto ti piaceva annusare… lo senti ancora
quel profumo penetrante che sconvolge e allieta insieme? Tutto sembra ricadere
piano, scivolare con lentezza...la pioggia…i nostri ricordi che vorremo
afferrare, ma che sappiamo di non poterlo fare.
Piove sui
nostri volti
Silvani,
piove sulle
nostre mani
ignude
sui nostri
vestimenti leggieri
guarda come la
pioggia ci sta fondendo con la natura, i nostri volti bagnati, con lo sguardo
pensoso, le tue mani lasciate cadere sulla tua gonna di seta, le gocce che si
assorbono sulla tua camicia. E tieni la testa china, come di chi sta
riflettendo, pensando, come di chi sta parlando senza voce.
Piove anche su
di me e pare che il bagnato penetri anche dentro di me; percorrendo ogni
centimetro della mia anima, della tua anima.
Sui freschi
pensieri
Che l’anima
schiude
Novella,
Su la
favola bella
Che ieri
T’illuse,
che oggi m’illude,
o Ermione.
Sento che
anche i tuoi pensieri sono stati invasi dall’acqua. Sono freschi, leggeri, ma
consapevoli della loro fine. Te l’ho raccontata tante volte quella favola, quel
lieto fine, che non esiste. Però tu hai continuato a vivere nell’illusione. Ma
l’illusione ti ha condotto lo stesso nel baratro della delusione. Non credere a
nulla, io non lo faccio più. Non potrei neanche se lo volessi.
Odi? La
pioggia cade
Su la
solitaria
Verdura
Con un
crepitio che dura
E varia
nell’aria
Secondo le
fronde
Più rade,
men rade.
La natura pare
sospirare mentre viene invasa dalla pioggia. Vedo che tu avanzi, addentrandoti
nella parte più remota del bosco. Non credi sia contro le regole? Così avresti
detto qualche giorno fa, ma ora hai cambiato idea. Hai capito che la vita si
estende molto al di là delle regole. Ma mentre le gocce mi accarezzano il viso
e si confondono con le lacrime, mi chiedo se per te sia un bene averlo capito.
Ascolta.
Risponde
Al pianto
il canto
Delle
cicale che il pianto australe
Non
impaura,
né il ciel
cinerino.
Anche gli
animali si ridestano e si mostrano al pianto del cielo. Le senti le cicale?
Ricordo che qualche anno fa ne eri spaventata, ma ora cosa ci fa più paura? A
me nulla e a te…tutti i tuoi ideali sono crollati in pochi secondi. Anni di
convinzioni errate, di vita nascosta. Hai aperto gli occhi, ora. Come ti sembra
il mondo?
E il pino
ha un suono, e il mirto
Altro
suono, e il ginepro
Altro
ancora, stromenti
Diversi
Sotto
innumerevoli dita.
Non senti come
ogni pianta sembra assumere un suono diverso sotto le dita del pianto? Proprio
come noi. Siamo diversi, mutiamo a seconda di chi ci sta vicino. A seconda di
chi suona per noi la dolce melodia di quell’attimo. Di quel segno inciso in
ognuno di noi, in ogni piccola parte di tutti.
E immersi
Noi siam
nello spirto
Silvestre
D’arborea
vita viventi
Stiamo
diventando parte del bosco, racchiusi in una linfa, con i tuoi petali che
splendono al sole, con la tua voce roca, tutt’uno con la pioggia, con la mia
anima, zuppa, bagnata, stanca…con la tua anima fresca, perennemente ricca
d’estate.
E il tuo
volto ebro
È molle di
pioggia
Come una
foglia
E le tue
chiome
Auliscono
come
Le chiare
ginestre,
o creatura
terrestre
che hai
nome Ermione.
Una foglia si
stacca dall’albero che si flette per effetto del vento e ricade davanti al tuo
viso, ma non ti smuove. Non ti ferma. Continui a inoltrarti tra le foglie
mentre i tuoi capelli si riflettono e sembrano splendere come i fiori; tu sei
forte, e lo sai. Tu sei una creatura dalle molteplici capacità intellettiva e
sai che il tempo trascinerà con sé i nostri dolori, le nostre paure…la nostra
pioggia…
Ascolta.
Ascolta. L’accordo
Delle aree
cicale
A poco a
poco
Più sordo
Si fa sotto
il pianto
che cresce;
ma un canto
vi si mesce
più roco
che di
laggiù sale,
dall’umida
ombra remota.
La nebbia ci
avvolge e le cicale non reggono più il suono della pioggia che batte, ribatte,
come se volesse qualcosa da te, da me, che non ha ancora ottenuto. Intanto tu
vai avanti e la nebbia non pare abbia la forza di fermare i tuoi passi. E sei
più forte, più forte. E batti, ribatti. Anche tu cerchi qualcosa.
Più sordo e
più fioco
S’allenta,
si spegne.
Solo una
nota
Ancor
trema, si spegne,
Risorge,
trema, si spegne.
Non s’ode
voce del mare.
Il tuo passo;
il mio battito, si fa incerto, la pioggia sembra suonare una nota più dolce. Tu
ti fermi. Mi guardi. Negli occhi una luce nuova. Un sole che non c’è. La
pioggia ricomincia a crosciare. Non distinguo bene la tua figura tra il verde,
ma il mio cuore i osserva mentre i tuoi piedi calpestano decisi il suolo,
sprezzanti di tutto, mentre cerco di dirti qualcosa. Quello che non so. Quello
che ho tenuto dentro, che ho nascosto. Non riesco a schiudere le labbra. Quello
che ho tenuto dentro, che ho nascosto. E che continuerò a nascondere.
Or s’ode su
tutta la fronda
Crosciare
L’argentea
pioggia
Che monda,
il croscio
che varia
secondo le
fronde
più folte,
men folte.
Non ti
rallegri? La pioggia ci sta rendendo puri e tutto si ridesta dal dolore. Puri,
freschi, lontani da ciò che è male, da ciò che affrontiamo da anni. Lontani da
tutti gli innocenti che abbiamo visto cadere, lontani dal sangue, che ora è
acqua. Che ora è nulla…
Puri, e
nient’altro.
Ascolta.
La figlia
dell’aria
è muta; ma
la figlia
del limo
lontana,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa
dove! Chi sa dove!
Ascolta come
tutto si sta avvicinando. Senti la rana? È lontana, come te. Dove sei? Dov’è la
ragazzina ingenua che conoscevo? Non c’è. Ora c’è una donna consapevole del
significato della parola vita e tutto questo non può che farmi male, non può
che indurmi a seguirti ovunque tu stia andando. Dalla rana, dalla nostra
quercia preferita, in capo al mondo. Non m’importa dove. E non mi sento più in
dovere di fermarti.
E piove su
le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le
tue ciglia nere
Si che par
tu pianga
Ma di
piacere, non bianca
Ma quasi
fatta virente,
par da
scorza tu esca.
Non stai
piangendo, vero? No, sono solo le gocce di pioggia che t’inondano il volto,
rendendolo verde come la natura. Sono sicuro che se però le gocce fossero
lacrime, tu non soffriresti. Sarebbe un pianto liberatorio, un pianto di
sollievo, di ritrovata felicità. Mimetizzata come sei ora, pare che tu esca da
una corteccia.
E tutta la
vita è in noi fresca
Aulente,
il cuor nel
petto è come pesca
intatta,
tra le
palpebre gli occhi
son come
polle tra l’erbe,
i denti
negli alveoli
son come
mandorle acerbe.
Abbiamo la
fortuna di avere tutto il tempo per meditare. Tutto il tempo per riscattarci.
Siamo giovani, forti; i nostri occhi sono limpidi come le acque dei ruscelli, i
nostri denti bianchi come morbide mandorle. I nostri cuori pronti ad amare.
Siamo ormai pronti per vivere.
E andiam di
fratta in fratta,
or
congiunti, or disciolti
(e il verde
vigor rude
ci allaccia
i malleoli
c’intrica i
ginocchi)
Chi sa
dove! Chi sa dove!
Percorriamo i
sentieri più stretti; a volte ti abbraccio, altre volte ti inseguo. È un dolce
camminare, un dolce dolore provocato dai cespugli spinosi che ci sfiorano le
gambe, una dolce scalata alla felicità.
-smetterò di
camminare solo quando cesserà la pioggia e tornerà il sole- la tua voce è il
suono più confortante. Vorrei incitarti a farlo davvero, ma riesco solo a
sorridere. E una luce di speranza si riaccende in me. Ora hai ritrovato la
sicurezza di un tempo, la determinazione, il coraggio e io sono un po’ meno
amareggiato, e anche lui lo è, lassù.
E piove sui
nostri volti
Silvani,
piove su le
nostre mani
ignude,
su i nostri
vestimenti
leggieri,
su i
freschi pensieri
che l’anima
schiude
novella,
su la
favola bella
che ieri
m’illuse,
che oggi t’illude,
o Ermione.
E allora
andiamo, modifichiamo la favola e realizziamo i nostri sogni. Alterniamo
insieme i nostri momenti di pioggia. Cammineremo insieme e quando tutto finirà
torneremo a ridere, a illuderci…
PERCHE’ NON
PUO’ PIOVERE PER SEMPRE…