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Autore: Sinnheim    17/08/2014    0 recensioni
Lettera di Haruka per Lyla, dove narra le emozioni e le reazioni delle Outer Senshi nel XXX secolo dopo gli eventi de "Il Drago Custode".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruka/Heles, Nuovo personaggio, Outer Senshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
- Questa storia fa parte della serie 'Song of Storm'
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LETTERA AD UN PASSATO LONTANO

Hai presente quando, in una giornata di vento fresco, questo si ferma di colpo e senti un calore fastidioso addosso, come se ti mancasse l’aria? Credo di essermi sentita così quando vidi Setsuna davanti la soglia della mia casa... Da sola.

Si dice che i genitori abbiano un sesto senso nei riguardi dei loro figli, e posso constatare che in un certo senso è vero: qualche ora prima che la mia amata sorella e compagna di tante battaglie venisse a trovarmi qui, nel XXX secolo, ho sentito una fitta dolorosa nella testa e nel petto, come se il cuore mi si rompesse in mille pezzi, come un tuffo interiore dei miei organi. Ero sul divano insieme a mia figlia Hotaru mentre cercavo di farle una treccia con quei suoi lunghissimi e bellissimi capelli corvini, mentre mia moglie Michiru suonava il violino per riempire quel silenzio angosciante... ma ormai sospettavamo tutte, lo sentivamo, ne eravamo terrorizzate.

Così, quando mi si presentò davanti la porta una Setsuna con gli occhi gonfi e rossi, mi pietrificai sul posto: pregavo una qualche divinità per cambiare le parole che mia sorella aveva da dirmi, ma sapevo che non mi avrebbe mai ascoltata. Povera Setsuna… quante responsabilità, quanto dolore doveva sopportare, e quanto stava per darne a noi. Le note del violino stonarono in un rumore stridulo, innaturale, la colonna sonora perfetta per il momento; quindi ella entrò e si sistemò sulla poltrona davanti a noi tre che, sedute sul divano su consiglio di Setsuna stessa, aspettavamo quelle parole. “Noa ci ha salvati tutti… ma non è più in vita.”

Non saprei definire con esattezza quel che provai: era come se il mio corpo si rifiutasse di sentire tanto dolore perché era consapevole che non lo avrebbe retto; così, mentre io rimasi immobile col mio cuore dilaniato, Hotaru si lasciò andare ad un pianto quasi nevrotico, mentre Michiru si strinse nelle sue stesse braccia, quasi a voler sparire... e non l’avrei biasimata.

Mia figlia non c’era più: la mia bambina, la mia anima, il mio sangue, i miei occhi. La tempesta era cessata. Hotaru si sentì male, dovemmo darle dei tranquillanti, così come a Michiru.

E così passarono i mesi: la mia casa divenne terribilmente vuota, terribilmente fredda, terribilmente triste, tanto che la mia famiglia mi implorò di traslocare.

Accettai subito, senza esitare un momento.

Queen Serenity ci offrì una casa bellissima con tutti i comfort possibili: veniva spesso a trovarci la dolce e bellissima Usagi; il suo ruolo non le impediva di essere come è sempre stata, la mia piccola testolina buffa da proteggere a ogni costo... chissà quanto fu terribile per lei essere responsabile della missione di Noa.

Noa… più passavano i giorni e più quel nome sembrava un eco lontano del passato, un lontano ricordo, una figura sfocata che piantava in noi il dubbio della sua stessa esistenza.

Iniziai ad odiare il nostro stato di quasi immortalità, senza di lei non era più vita.

Spesso Michiru mi dice che dovrei piangere di più, che il dolore mi avvelena dentro se non sfogato. Ma non riesco, davvero, sai come sono fatta, dura e testarda fino alla fine. Mia moglie cerca di resistere come può: anche lei abituata a reprimere le emozioni, spesso però non riesce a contenerne gli argini, dopotutto come si fa a contenere il mare in un bicchiere? Ha scritto molta musica dedicata a Noa sai, la aiuta a sentirla vicina, mentre Hotaru non smette mai di parlare della sua sorellina a chiunque. Essendo sua sorella maggiore, sentiva il dovere e voleva a tutti i costi tramandare il suo ricordo in modo tale che nessuno dimenticasse la figlia della tempesta, il drago custode che salvò tutti, per ben due volte.

E ora sono qui, cara Lyla, sul nostro amato pianeta Urano nel giorno del mio compleanno, sui resti della nostra casa.

Non ti ho mai dimenticata amica mia e sentivo che eri l’unica che poteva capire la mia devastazione, la mia tristezza, il mio vuoto incolmabile.

Ho perso mia figlia ed io lo ero per te, quindi anche tu sai cosa si prova: nel momento in cui hai visto i tuoi ultimi istanti di vita passare nella tua mente, avevi capito che anche io me ne sarei andata via presto, e questo ti fece morire dentro. Lo vidi sai... nei tuoi occhi, prima di vederti spirare davanti a me.

Passeggio nel giardino che tanto amavo, quello con l’erba che si illumina di notte, dove le brezze sono fresche e i fiori volano liberi.

Piaceva tanto anche a te mi ricordo. Ho scritto questa lettera sperando che tu un giorno la leggessi, sperando che magari saresti corsa da me ad abbracciarmi e a rincuorarmi.

Sei sempre con me nel cuore, ma a volte non basta.

Mancano poco meno di mille anni alla rinascita di Noa, alla battaglia che dovrà sostenere di nuovo, alla possibile fine di tutto per l’ennesima volta, ma sono sicura che, nel momento in cui i piccoli occhi della mia bambina torneranno a vedere il mondo, con lei ci sarai anche tu a riempire di nuovo la mia vita. Metto il mio dolore e le mie speranze in questi fogli e li sistemo per bene qui, sul trono dove una volta mi tenevi in braccio insegnandomi la vita.

Torno dalla mia famiglia ora, sanno che odio le feste ma hanno insistito tanto. Ci saranno addirittura le Inner e la famiglia reale, che scocciatura. Ma a Noa piacevano le feste, quindi penserò al suo sorriso, così simile a quello di Michiru, e proverò a divertirmi.

Quando esprimerò il mio desiderio sarà per te, quindi vedi di non distrarti e, magari eh, prova ad esaudirlo. Prova a fare un miracolo per me Lyla. Ti voglio bene.

Haruka Ten’o

  
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