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Autore: Myloverispayne    18/08/2014    1 recensioni
Innamorata di Oreo potrebbe sembrare, nel suo principio, una storia palese per il target della sezione "Romantico", ma in realtà è vera. Realmente accaduta.
Martina ha 16 anni e che parte in vacanza per New York con i suoi cugini: Luca, Amalia e Rebecca.
Roberto ha 16 ed è un amico d'infanzia del cugino di Martina, Luca. Ama follemente gli Oreo. Tra i due ragazzi ci saranno dei momenti dolci, imbarazzanti, commoventi e piccanti.
Se vi ho incuriosito cominciate a leggere il prologo e a breve pubblicherò il primo capitolo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Innamorata di Oreo.




Le gambe mi tremavano e cercavo di mantenere l'ansia che avevo in corpo al minimo. Tra poco il mio volo sarebbe partito e mi avrebbe portato a 7,000 km di distanza dal mio paese e da casa mia.

I miei cugini sembravano tranquillissimi e cercavano di farmi rilassare, mi rassicuravano. Avevo bisogno solamente di stare cinque minuti da sola e riflettere sull'esperienza che da lì a 9 ore sarebbe iniziata.

Amalia, mia cugina più piccola, aveva paura di salire poiché erano poche le volte che aveva volato in aereo e la prima senza genitori. Rebecca era la sorella di Amalia e avevano anche un fratello di nome Luca. Lei era eccitatissima all'idea di poter partire e rimanere per un mese da soli senza genitori in America.

Luca, dal canto suo, non era agitato ma gli dispiaceva dover lasciare a casa la sua ragazza.

Mancava sempre meno a salire sull'aeroplano e piccole gocce salate scendevano dai miei occhi e sentii piano, piano che passavano sopra le labbra chiuse e morse in continuazione dai denti.

“Volo per New York, JFK, inizio imbarco al Gate 10.” una voce metallica annunciava l'inizio del nostro viaggio. Abbracciai con tutta la forza possibile mia madre, lei mi passo una mano sulla schiena per tranquillizzarmi. Mia zia era in lacrime, come me, mentre abbracciava i miei cugini.

Dopo tutti i saluti, cominciammo ad avvicinarci al gate. Arrivato il nostro turno, consegnammo i passaporti che vennero controllati nei minimi dettagli.

Ed eccoci sulla pista pronti per salire sulla scala che conduceva al gigantesco aero-mobile che ci sovrastava.

L'aeroplano dentro si presentava bene. Sedili erano di un blu marino e su ogni posto c'erano coperte e cuscini per poter riposare durante tutto il viaggio.

“Rebecca, noi abbiamo i posti 27 G e H.” Avvertii mia cugina dandole un colpetto sulla spalla.

“Okay, io mi metto al finestrino.” accordai la sua volontà con un semplice cenno della testa. “Martina, io ho un po' paura.” cominciò lei dopo poco che ci fummo sedute.

“Io un po', più che altro non ho mai affrontato un viaggio così lungo!” affermai sorridendole.

Il volo partì con qualche minuto di anticipo e questo mi rese più tranquilla. Sarei arrivata lì prima del previsto. Durante le 9 ore di viaggio, alternai sonno alla musica, mia fedele amica, e chiacchiere con mia cugina.

Atterrammo al JFK alle 13 di pomeriggio ora Americana, 19 ora Italiana. Luca era preoccupato per i controlli alla dogana. Tutti eravamo in ansia. Non perché nascondevamo qualcosa, ma per la paura di non capirli e delle domande che potevano farci. Una sicuramente sarebbe stata: “Dove alloggerete qui in America?” e noi c'eravamo preparati la risposta “Da nostra zia a Long Island.”. Alla fine non ci chiesero nulla.

 

Arrivati in macchina con zia, cominciammo a parlare di cosa volevamo fare nei giorni successivi.

“Zia, che possiamo fare domani?” chiese Amalia euforica per il nostro arrivo nella “città che non dorme mai”.

“Amalia, credo sia il caso di aspettare domani che arriva anche Roberto.” mia zia era Americana, anche se lei in realtà era nata in Guinea e aveva i genitori delle Isole Vergini. Parlava perfettamente Italiano, Americano e Creolo, ovvero la lingua che utilizzavano nelle V. Island.

“Chi è Roberto?” chiesi io sorpresa dalla sua affermazione. Amalia e Rebecca mi guardarono con gli occhi sgranati.

“E' un amico di Luca...non sapevi che sarebbe venuto anche lui?” io per risposta scossi la testa in segno di negazione.

Bene, una nuova svolta a questa vacanza.

   
 
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