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Autore: _Cthylla_    18/08/2014    2 recensioni
La pessima influenza di Howard su Robin Mask ora che vivono insieme.
N.d.A.: il dottor MacNeil, che compare nella storia, è un OC appartenente a vermissen_stern.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robin Mask
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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tuquoque

“inizio a pensare che tutto sommato, forse, ospitare Robin Mask qui non sia stata una grande idea”.

Fu l’unico pensiero lucido di un’attonita Janice nell’osservare il marito e l’ospite imprevisto in piedi sul tavolo a tirare di scherma uno contro l’altro con…dei coltellini da burro.

«en garde! Vile masnadiere!»

Howard in particolare era concentrato su quella loro battaglia, calatosi irrimediabilmente nei panni del suo eroe d’infanzia: Charles de Batz de Castlemore d’Artagnan!...si, perché nonostante fino agli otto anni fosse stato una vera ed autentica peste, era stato anche una peste che leggeva parecchio. Quante volte da bambino aveva sognato di compiere tutte quelle eroiche gesta, o di vivere avventure rischiosissime assieme al Corsaro Nero o, ancora, di andare a salvare la bellissima principessa degli elfi del sole per poi sposarla?

Si, a dire il vero quest’ultima cosa si era avverata anche se non aveva salvato Janice da un mortale nemico non meglio definito.

«masnadiere a chi?! Come osi insultarmi?!»

«se non lo siete, o vile, fatevi avanti e dimostratemelo incrociando la vostra lama con la mia!»

«la lama di un coltellino da burro?!» sbottò Robin stizzito tendendo la suddetta “arma” contro il suo avversario, che fece spallucce.

«beh, si fa quel che si può».

«e quelle spade delle armature medioevali in corridoio?»

«l’hai detto, Robbie, sono in corridoio».

«scendete subito dal tavolo!!!» strillò Janice una volta che si fu ripresa alzandosi di scatto come una furia; vedendo questa scena entrambi gli uomini saltarono rapidamente giù, pur continuando a fare affondi, parate, finte e schivate «che figura fate, comportandovi come due bambini?! Specialmente considerando che il dottore arriverà a minuti…»

Quelle parole riscossero brutalmente Howard Lancaster dall’eroica fantasia in cui era entrato. «Janice, cara, potresti ripetere per cortesia?...»

«il dottor MacNeil arriverà a minuti» scandì con lentezza la donna «e questa volta, per favore, non potresti cercare di-»

«mi sono appena ricordato di dovere urgentemente andare…» andare dove? Non gli veniva in mente nulla adesso che serviva! «…a fare…qualcosa» concluse rapidamente dirigendosi in fretta verso la porta.

Ma un Robin Mask che probabilmente sotto la maschera stava sogghignando si mise sulla sua strada, niente affatto intenzionato a perdersi la divertente -e per il dottore estremamente irritante- scenetta che sarebbe seguita se Howard e MacNeil si fossero disgraziatamente trovati faccia a faccia. «Howard, dovresti preoccuparti di più per la tua salute. Ricordati che stai per raggiungere il mezzo secolo».

«tsk, non ho ancora quarantasei anni, mentre tu sessantasei nei hai già compiuti da un po’» ribatté l’altro, che sentendosi ancora “g-g-giovane” non apprezzava affatto che gli si ricordasse che invece non era più veramente giovane da una quindicina d’anni «quindi hai molto più bisogno tu del dottore di quanto ne abbia io!»

«Howie…non potresti comportarti bene per una volta?»

Era ben più difficile resistere alle suppliche di sua moglie che alla sciocca opposizione di Robin, ma come lui ed Emerald avevano concluso una volta, quando l’allarme MacNeil scattava non c’era supplica o tentativo d’imposizione che tenesse: trattavasi di sopravvivenza.

“Emerald…”

Già, c’era da sperare di poter tornare presto a darsi alla fuga insieme alla sola vista del loro medico di base. O a fare qualche giro in macchina a duecentotrenta all’ora, o a strigliare Abraxas, o andare a caccia di nocciole -o fagiani- nella tenuta. Poco importava se si era sposata: l’unica reale differenza risiedeva nel fatto che adesso invece di essere la principessa di un solo uomo, lo era di due.

In modo diverso, naturalmente.

«Janice, ascolta, tu sai che…miss Kalinina!» esclamò Howard con aria stupita guardando in un punto dietro Robin, dove la porta era aperta «non mi aspettavo di vedervi qui!»

«miss Alya?» si sorprese Janice sporgendosi per vedere.

«Alya…?!» allibì Robin, quasi “spaventato” visto che Alya non avrebbe dovuto sapere che lui si trovava lì dai Lancaster. Per cui voltandosi cercò di mettere insieme una qualsiasi spiegazione da farfugliarle, ma quando ebbe finito e si fu completamente voltato si trovò a guardare il vuoto.

«hasta luego!...» esclamò Howard, che dopo averli distratti si era velocemente allontanato da entrambi uscendo dalla sala attraverso uno degli altri ingressi.

«ma…Howard!...Howard!!! torna qui immediatamente!!!» gridò Janice correndogli anche dietro, con le uniche difficoltà datele dalla gonna dal vestito verde menta pallidissimo ricco di volant «possibile che ogni volta…»

«l’invincibile Howard Lancaster teme un povero vecchio in sedia a rotelle» commentò sardonico Robin Mask, che a sorpresa aveva seguito Janice.

«avesse un valido motivo, poi. È una persona deliziosa» forse lo diceva perché il suo, di medico di base, non era lui…ma, attualmente, un bel ragazzo di una trentina d’anni! E quindi lei non aveva di questi problemi «ma lui…»

“e il peggio è che corre, il bastardo” pensò Robin, con una punta d’invidia per tutti quei metri di distacco che senza sforzarsi eccessivamente Howard aveva messo tra loro. Anche quando aveva quarant’anni non era mai riuscito a correre in quel modo, mentre Howard lo faceva nonostante loro due fossero di identica mole -ed avessero addirittura la stessa taglia di abiti-.

Il marchese durante la corsa, addirittura, quasi investì suo cugino Lionel che era appena sopraggiunto; se non fecero uno scontro frontale fu solo perché Howard fece un salto tale che nemmeno Super Mario con l’invulnerabilità, “volandogli” sopra la testa.

«ma che cosa-»

«questioni di sopravvivenza, cugino!»

Lo vide correre come se lo inseguisse il diavolo, e quando sopraggiunsero Janice e Robin formulò due ipotesi:

a) aveva fatto qualche scherzo perfido a Robin e stava scappando via.

Ipotesi confutata immediatamente per il semplice fatto che in un caso come quello Howard non sarebbe scappato.

b) stava arrivando il dottore.

Ipotesi estremamente plausibile sia per la velocità di fuga che dalle parole che gli aveva sentito pronunciare, nonché il fatto che Janice lo stesse inseguendo. Robin era una variabile imprevista.

«fatemi indovinare: Howard sta fuggendo perché tra poco dovrebbe arrivare il dottor MacNeil».

Era stato anche il medico di base di Lionel fino a quando questi non si era trasferito a Belfast. Il dottore lo ricordava come un paziente modello, senza la tendenza di Howard, ma anche di Hogan ed Emerald, a fuggire ogni volta che lo vedevano.

«già! Non riesco a farlo ragionare. Tanto per cambiare!» sbuffò Janice.

«Lionel Lancaster! Se solo tuo cugino ti somigliasse un po’di più!» esclamò una voce gracchiante con una nota di calore.

«dottor MacNeil, lieto di rivederla…ed in forma. Non è cambiato di una virgola, e si che non ci vediamo da quando io avevo trentadue anni!» Lionel andò a stringere la mano del medico con un sorriso.

«colpa della tua decisione di trasferirti a Belfast. È stato un peccato» disse, sbilanciandosi non poco «avrei potuto avere come paziente anche tuo…hai un figlio maschio, se non erro».

«già. Sebastian».

L’incupirsi del marchese non sfuggì a nessuno, nemmeno a MacNeil, che si limitò a pensare che dei due Lancaster più giovani nessuno riusciva a stare fuori dai guai, ma evitò di esprimersi.

Anche perché a guardar bene c’era un intruso, tra i presenti…

«Robin Mask?» era assurdo vederlo lì, tutti quanti sapevano che da anni ed anni i rapporti tra lui ed Howard erano tesissimi.

Inoltre aveva dato per scontato che la sua allieva trascorresse le ferie che le aveva dato insieme al suo compagno; quella povera ragazza ne aveva proprio bisogno, si era trovata casa non solo distrutta, ma anche infestata da un branco di scimmie…e non si poteva dire che la cosa piacesse né a lei né a MacNeil, che proprio per quel motivo sapendo di dover andare da Howard si era portato dietro la siringa con l’ago più grosso. Una bella puntura di vitamine, che a dire il vero non serviva neppure, ma non avrebbe nuociuto al paziente se non per il dolore dell’ago.

«dottore».

Avrebbe voluto domandargli se anche Alya era lì, ma alla fine erano questioni private, e tanto che c’era poteva prendere due piccioni con una fava e visitare entrambi.

«beh, a questo punto direi che posso cogliere l’occasione per fare una visita doppia».

Robin, pur con una sottile inquietudine, stava per obiettare che non c’erano problemi. Peccato che proprio in quel momento Howard si riaffacciò sul corridoio; quando si era accorto di non essere più inseguito aveva pensato che ci fosse qualcosa che non andava.

«la siringa, Robbie! La siringa!» disse il marchese a gran voce prima di darsi nuovamente alla fuga.

Ma ormai il danno era fatto. Il trauma era stato rievocato, e non c’erano buon senso od Alya che tenessero.

«maledetta carogna, non lasciarmi qui!!!» urlò Robin dandosi a sua volta alla fuga, scomparendo come Howard nei corridoi.

«signor Mask!»

«tu quoque, Robin Mask?» sospirò Lionel passandosi una mano sul volto.

«fattene una ragione, tuo cugino nei miei riguardi ha una pessima influenza su chiunque gli stia attorno!» brontolò il dottore «ma non mi sfuggiranno! Ah-ha!» esclamò, lanciandosi fuori dalla finestra vedendo i due che correvano fuori «fermatevi! Ogni resistenza è inutile!!!»

«ha sfondato la finestra!!!» guaì Robin.

«devo far rifare la vetrata per colpa di quel vecchiaccio…di nuovo!» borbottò Howard «non stare a guardare indietro, pensa a correre! Non intendo farmi rallentare da te, e ti faccio notare che ci sta raggiungendo!»

«ma ha i motori a razzo in quella sedia a rotelle?!»

«l’unica cosa buona è che ha più di novant’anni, quindi tra poco dovrebbe finalmente andarsene all’inferno…sempre che il diavolo non abbia paura delle siringhe!» correndo erano arrivati ad una distesa di noccioli ultracentenari, su uno dei quali Howard salì rapidamente «che aspetti?! Muoviti!»

«non sono una scimmia come te, io! non so arrampicarmi! E poi non capisco il senso di questa cosa!»

«il senso è che lui qui non può raggiungerci, e che se mai saltiamo da un albero all’altro, genio» sibilò Howard tendendogli una mano, che Robin prese al volo salendo su con lui.

«è un’idiozia».

«però sei qui anche tu o sbaglio?

«mi domando com’è possibile che dopo anni ancora tu non sia arrivato a capire che è inevitabile! E almeno tu, Robin, potresti fare lo sforzo di tornare a ragionare!» disse loro seccato MacNeil.

«solo se mi spiega a cosa serve quella siringa con l’ago spessissimo, perché io non ne vedo l’utilità!» ribatté Howard da sopra.

«vitamine! Alla tua età fanno solo bene! …e comunque serve a molto più di quel che credi» aggiunse il dottore.

«ma se non ho nemmeno cinquant’anni, “la mia età”…tsk! Robin, lui si che è un matusa fatto e finito ed avrebbe bisogno di-»

«taci, serpente!»

«nessuno dei due è più un ragazzino…» disse il dottore.

«si, ma a me che ho quarantasei anni le visite ogni due settimane non servono! Lo ammetta che lo fa per tormentarmi! Lo ammetta!»

Si, molto in effetti era anche per quello, ma in verità lo faceva perché desiderava che il figlio di Phoebe Laidlaw rimanesse in buona salute, così da non darle troppi grattacapi. Era come se avesse un occhio di riguardo per il marchese, che questi però non apprezzava affatto!

«ah, che sciocchezze! Su, non fate i bambini e scendete…o potrebbe scapparmi per sbaglio qualcosa con la mia allieva riguardo questa tua nuova fuga, Robin!»

«è uno sporco ricatto!!!» protestò l’inglese.

Howard sollevò un sopracciglio.

«d’accordo, è meglio evitarti una brutta figura. Inoltre mi rallenti. Quindi sei sacrificabile» decise Howard, buttando giù Robin con una spinta e saltando via da un albero all’altro. Se doveva scegliere, meglio  Robin che lui!

«Howaaarrrrrrd!!! Questa me la paghi cara!!!»

«non ti preoccupare, poi toccherà anche a lui. Basta che sua moglie si presti a fingere di essere stata presa in ostaggio…»

«...ma fa sul serio?»

«a mali estremi...»

   
 
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