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Autore: ValeA    18/08/2014    1 recensioni
Nessuno può dirti che non puoi fare una determinata cosa.
Se qualcuno te lo impedisce o ti ostacola, tu continua a farlo lo stesso. Anche quando i risultati sono negativi, un giorno migliorerai. E quel giorno potrai riprenderti la tua rivincita su chi non credeva in te.
***
Sapere che qualcuno crede in te, molte volte, ti invoglia a migliorare, a perfezionarti sempre più perché non vuoi deluderlo.
Ma sapere che per qualcuno è indifferente a ciò che fai, ti spingerà a essere sempre più perfetto per fargli capire che tu puoi farcela, anche dopo tanti sacrifici e rinunce.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Be a Champion

 
«Bene, bene ragazze. Continuate così.» l'insegnante di danza si stava complimentando con le sue allieve. «No, Effie. Porta quella gamba un po' più su.» tranne con una di loro.
Elizabeth Lucas, figlia di una donna che gestiva una bar e il padre meccanico.
Di certo lei, su tutte le ragazze che frequentavano quella scuola per ballerini, spiccava per non essere una riccona viziata e figlia di papà.
Miss Carlyle non faceva altro che riprenderla se sbagliava un passo, la rimproverava dicendole alcune volte che nei suoi movimenti era poco aggraziata, non come le sue compagne. Tutte perfette, brave, invincibili.
Non sapeva per quale motivo continuava a prendere lezioni di danza classica, la sua vera passione era l'hip hop. Era un genere che rispecchiava di più il suo carattere da maschiaccio.
Sapeva che in casa essendo in minoranza le donne, solo lei e sua madre contro i suoi tre fratelli e suo padre, non poteva essere altrimenti.
Ma Effie non si era mai demoralizzata, aveva sempre camminato a testa alta e andava fiera delle sue origini e soprattutto dei suoi fratelli, tutti più grandi di lei.
A lei non interessava entrare nelle grazie della sua insegnante che senza un motivo valido la criticava e la odiava. Anche solo il fatto che respirassero la stessa aria le dava fastidio, pensò Effie.
«Va bene ragazze, per oggi abbiamo finito. A lunedì.» tutte le ragazze, neanche fossero state create per essere sincronizzate, si avviarono verso i loro borsoni. Anche Effie stava per fare la stessa cosa ma fu richiamata da una voce autoritaria. «Signorina Lucas, lei venga qui.» fece qualche passo indietro, arrivando a essere di fronte a Miss Carlyle.
Non disse nulla, aspettò solamente che la donna iniziasse la sua ramanzina. Ormai era abituata a riceverne una dopo ogni lezione. Non ci faceva più caso. Come faceva finta di nulla ogni volta che metteva piede in quella sala e tutte le ragazze smettevano di parlare perché ovviamente l'argomento su cui spettegolare era lei.
«Non vedo miglioramenti, è rigida e maldestra...» la donna continuava a parlare ma Effie non la stava più ascoltando, invece non riusciva a distogliere il suo sguardo dalle rughe che si creavano sulla fronte della sua insegnante quando era infuriata, pensava anche che la vena che sporgeva dal suo collo ogni qual volta era arrabbiata, sarebbe scoppiata un giorno. «Mi sta ascoltando?»
«Sì, sì.» e anche se non era vero, in ogni caso era in grado di ripeterle il discorso appena fatto. Era sempre lo stesso.
Pensava che se lo fosse scritto in un foglio e la notte lo ripassava nel caso in cui lo dimenticasse.
«Adesso vada, la prossima lezione venga puntuale.» un difetto di Effie? La scarsa puntualità.
Non riusciva mai ad arrivare in orario, sempre cinque minuti dopo l'orario prestabilito.
Ma da quando aveva scoperto che Miss Carlyle non tollerava i ritardi, arrivava dopo quindici minuti. Solo per farle un dispetto.
Uscì dalla sala sotto gli occhi di quelle ficcanaso delle sue compagne e non salutò nessuno. Non ne valeva neanche la pena fare quello sforzo minimo per quelle viziate.
Era in ritardo, senza neanche farlo apposta, per la sua prossima lezione. Il suo amato Hip hop.
La fortuna aveva voluto che almeno l'insegnante di quella disciplina fosse simpatica, Miss Stewart si comportava sempre gentilmente con lei e inoltre non poteva lamentarsi dei ritardi di Effie perché lei era la prima che non arrivava in orario, addirittura sempre dopo la sua allieva.
Si avviò verso lo spogliatoio, non vedeva l'ora di togliersi quel tutù bianco e indossare qualcosa di molto, molto largo.
«Ciao Effie.» venne salutata da alcune ragazze, loro entravano nella categoria di persone da salutare quindi ricambiò con un sorriso. 
«Ciao ragazze.» loro erano lì per il suo stesso motivo e non appena furono tutte pronte, si avviarono verso la sala.
Come ben sapeva, la sala era vuota. Miss Stewart non era ancora arrivata.
 
Nessuno può dirti che non puoi fare una determinata cosa.
Se qualcuno te lo impedisce o ti ostacola, tu continua a farlo lo stesso. Anche quando i risultati sono negativi, un giorno migliorerai. E quel giorno potrai riprenderti la tua rivincita su chi non credeva in te.
 
«Rivers, non ne azzecchi neanche uno.» Kendall Rivers aspirava a diventare un cestista professionista ma il destino aveva voluto, oltre a dargli un allenatore antipatico e pretenzioso, che non fosse così tanto atletico.
Però la bellezza giocava a suo favore, forse per questo motivo tutte le ragazze erano ai suoi piedi. Anche la figlia dell'allenatore lo era, quest'ultima era riuscita a farlo entrare in squadra.
Lui amava quello sport, sin da piccolo insieme al padre non si perdeva neanche una partita.
Rispetto a qualche anno prima era visibilmente migliorato ma non tanto da meritarsi di giocare più di due tempi a partita, non era ancora in grado di sostenerli. Ma lui non era un tipo che si arrendeva facilmente.
Sapeva che con tanto duro lavoro e determinazione ci sarebbe riuscito. 
Trovò davanti a sé il suo compagno di squadra più grosso e alto, fece finta di passare la palla al ragazzo alla sua destra per distrarre il marcatore e tirò inaspettatamente a canestro. La palla iniziò a ruotare intorno al cerchio rosso del cesto. Girava, girava, girava. Non faceva altro che girare e infine dopo vari secondi la palla cadde all'esterno senza fargli fare nessun punto. 
Se fosse entrata, il suo canestro sarebbe valso tre punti.
L'allenatore lo guardò allibito, per un attimo aveva creduto che ci sarebbe riuscito. 
«Bravo Rivers, bella mossa.» finalmente un mezzo complimento da parte del suo allenatore. «Però dobbiamo migliorare il tiro.» e riusciva molto facilmente a smontare il suo sorriso con altre semplici parole.
«Bene, quindici minuti di pausa.» tutti corsero per bere un po' d'acqua, Kendall per dimostrare con tenacia quanto fosse importante per lui quello sport e quanta voglia avesse di migliorare, iniziò a tirare da varie angolazioni e sempre più lontano.
Qualche volta il pallone entrò, qualche altra volta sfortunatamente no.
«Dovresti direzionarlo con l'indice verso il canestro, vedrai che funzionerà.» si voltò e trovò alle sue spalle il suo allenatore che gli sorrideva, fece come gli aveva detto e fu sorpreso quando il pallone entrò nel canestro senza esitare.
«Grazie.» lo ringraziò per il consiglio. L'uomo scrollò le spalle. 
«Anche se non sembra, io credo che tu possa diventare davvero bravo, per questo la maggior parte delle volte sono duro con te. Hai un bel caratterino e vuoi sorprendermi, solo così dai del tuo meglio.» dopo ciò lo lasciò lì facendolo continuare da solo. 
Pensava che quell'uomo stava facendo di tutto per buttarlo fuori dalla squadra e invece credeva in lui, un sorriso spontaneo nacque sul suo viso.
 
Sapere che qualcuno crede in te, molte volte, ti invoglia a migliorare, a perfezionarti sempre più perché non vuoi deluderlo.
Ma sapere che per qualcuno è indifferente a ciò che fai, ti spingerà a essere sempre più perfetto per fargli capire che tu puoi farcela, anche dopo tanti sacrifici e rinunce.
 
«Dai, Hope. Iscriviti.» consigliò una ragazza biondina a una ragazza mora con dei bellissimi occhi verdi. Quest'ultima si chiamava Hope Grayson.
Si trovavano davanti la bacheca scolastica e l'amica di Hope cercava di convincerla ad iscriversi al corso di teatro che offriva la scuola. «Lo sai che mi vergogno.» si lamentò la mora.
«Appunto per questo.» fece ovvia la bionda. «Magari diventerai meno timida e più sfacciata.» 
Hope concentrò la sua attenzione sul ragazzo che stava per passarle accanto, le piaceva da morire. Ma non aveva neanche il coraggio di parlargli, in quell'attimo di distrazione Stephanie, l'amica bionda, scrisse il nome della sua migliore amica su quel foglio di fronte a loro.
«Non puoi tirarti indietro, adesso.» disse, facendole notare cosa aveva appena fatto.
«Cancellalo subito.» Hope ordinò all'amica. 
«Non si può.» scrollò le spalle. «Quel che è fatto, è fatto.» cercò di convincerla.
Suonò la campana per l'inizio delle lezioni, Stephanie prese Hope per un braccio e iniziò a dirigerla per i corridoi della scuola fino alla loro classe, Hope si era promessa che avrebbe cancellato il suo nome al cambio dell'ora.
Per fortuna lei e Stephanie avevano due materie diverse e quindi non l'avrebbe seguita poiché troppo impegnata ad andare alla propria ora di lezione.
Ma per sfortuna di Hope, l'ora dopo il foglio era sparito dalla bacheca, qualcuno aveva raccolto tutti i fogli d'iscrizione e adesso non poteva più tornare indietro.
Che figura avrebbe fatto se avesse rinunciato? E anche se avesse spiegato la situazione chi le avrebbe creduto? Inoltre l'avrebbero presa per stupida perché non sapeva imporsi alla sua migliore amica.
Quel pomeriggio c'era anche il primo incontro. Doveva andarci per forza, non poteva assentarsi già subito.
Nell'ora di pranzo quando Hope rivide Stephanie, le sussurrò un «Me la pagherai...» e la lasciò consumare il suo pasto da sola, in quel momento non voleva nessuno tra i suoi piedi.
Stephanie quel giorno le rispose «Un giorno mi ringrazierai...» ma Hope non l'aveva mai sentito per la troppa fretta di allontanarsi da quella stanza.
E quel giorno era anche arrivato, mentre le veniva consegnato il suo primo premio oscar come attrice non protagonista, come non poteva ringraziare la sua migliore amica Stephanie?
Grazie a lei aveva scoperto la passione per la recitazione, aveva studiato appositamente per intraprendere quella carriera, aveva iniziato a fare delle piccole comparse fino a ottenere dei ruoli più importanti che l'avevano portata a quella splendida serata.
Prima nomination e aveva pure vinto.
Quindi per questo motivo quando arrivò il momento dei ringraziamenti, fece «Un ringraziamento particolare all'amica che fin dall'inizio mi ha sostenuta e che senza la mia approvazione mi scrisse per la rappresentazione teatrale della scuola e sempre grazie a lei sono riuscita a superare la mia timidezza.» e Stephanie in quel momento non poteva che essere orgogliosa per Hope.
 
Se hai un sogno, cerca di realizzarlo.
I sogni son fatti per divenire realtà.
 
Effie, Kendall, Hope sono riusciti a realizzare i loro sogni anche se all'inizio erano loro i primi a non credere in sé stessi.
Effie adesso è un'acclamata ballerina classica di Broadway.
Kendall è uno dei giocatori più forti della pallacanestro e gioca nel NBA.
Hope ha vinto un oscar come miglior attrice non protagonista.
Ma Effie, Kendall e Hope sono soltanto dei semplici nomi e al loro posto potrebbero esserci i nostri, magari proprio il tuo!
Sì, dico proprio a te che stai leggendo...
Se credi in te stesso, sei già a un passo dalla vittoria.
Non smettere di crederci.





 

Holaaa!

Salve a tutti, questa è la prima one-shot che scrivo al di fuori della categoria One Direction e mi sono ispirata sia alla canzone Hall of Fame (ha ispirato la maggior parte della storia, anche il titolo xD) e Don't stop believin'.
Spero che vi piaccia e mi farebbe piacere se mi lasciaste una recensione, che sia bella o brutta :)
Mi scuso per eventuali errori, sono di frettissima. 
L'ho scritta per chi come me dovrebbe credere un po' più in sè, per chi dovrebbe essere più sicuro, spero che qualcuno si possa rispecchiare nei miei personaggi :)
Ps. Questa storia avrebbe dovuto avere altri due personaggi ma ho perso le bozze della storia cambiando cellulare e essendo incompleta e dispersa da più di un anno in una delle tante cartelle del mio computer, non ricordavo cosa mancasse e ho preferito non improvvisare e concluderla così :D
Un bacione! <3
 
  
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