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Autore: Cocchi    18/08/2014    1 recensioni
Shot introspettiva su Natasha Romanoff. Contiene accenni a WinterWidow e Clintasha
[...]
«Non devi mai abbassare la guardia in questo modo.» Dice con un tono severo senza allentare la presa su di me, solo spostando le mani sopra le mie, ferme all'altezza dell'addome.
«Sapevo che eri tu.» Rispondo accennando un sorriso che lui però non può vedere, fermo alle mie spalle.
«Non importa. Non devi mai farti sorprendere con la guardia abbassata.» Continua serio posando il mento sopra la mia spalla sinistra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton, Natasha Romanoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rallento il ritmo della mia camminata quando raggiungo la radura.

Come al solito è silenziosa e mi regala una sensazione di rilassatezza e pace che non riesco a trovare in nessun altro luogo.

La mia vita ultimamente è tutto tranne che pacifica e rilassata, anzi oserei dire che è tutto fuorché normale. 
Faccio qualche passo accentrandomi nello spazio libero circondato da una circonferenza di abeti.

Mi sono sempre chiesta il motivo della presenza di un luogo del genere in mezzo ad un bosco, fin da quando venivo qui da bambina, ma non sono mai stata capace di trovare una risposta.
Forse esiste solo per me.

Penso egoisticamente.

Forse esiste una qualche entità superiore che vuole che io viva almeno qualche minuto della mia vita senza pensare a niente.

Senza pensare alla mia vita incasinata.

Ad Alexei

Al mio addestramento.

Lascio scivolare lo zaino dalla spalla destra fino a terra, lo deposito sulla neve accanto ai miei piedi e muovo qualche passo osservando ora il cielo grigio sopra la mia testa, ora gli alberi e il fitto del bosco dietro di essi.

Permetto al silenzio di avvolgermi mentre socchiudo gli occhi e lascio che il vento ghiaccio trascini qualche piccolo fiocco di neve sul mio volto.

Il freddo contatto non mi riscuote, serve solo ad allontanare tutta la tensione che ho accumulato in questi giorni.

Soffio via tutto, osservando la nuvola di fumo bianco uscire dalla mia bocca e dissolversi piano nell'aria.
Scrocchio il collo e faccio un po' di stretching, poi comincio a muovermi sulla neve.

La musica è solo nella mia testa, ma muovo i muscoli del mio corpo cercando la perfezione come quando mi esibivo al Bolshoi.

Passi veloci…Salti…Riesco a svolgere tutto e mi azzardo anche a fare qualche piroetta per quanto possa permetterlo l'utilizzo di un paio di stivaletti militari, la neve ed il terreno boschivo al di sotto di essa. 
Ho smesso di stupirmi del fatto che uno dei pochi doveri che avevo prima, è adesso l'unica cosa normale in una vita di obblighi.

Mi godo i momenti in cui riesco ad evadere come se fossero la cosa più preziosa che ho.

E forse lo sono davvero...

Non riesco a finire questo pensiero che, come a ricordarmi che ho altro di molto più prezioso, mi ritrovo stretta in una morsa d'acciaio, in parte letteralmente. 

«Non devi mai abbassare la guardia in questo modo.» Dice con un tono severo senza allentare la presa su di me, solo spostando le mani sopra le mie, ferme all'altezza dell'addome.

«Sapevo che eri tu.» Rispondo accennando un sorriso che lui però non può vedere, fermo alle mie spalle.

«Non importa. Non devi mai farti sorprendere con la guardia abbassata.» Continua serio posando il mento sopra la mia spalla sinistra.

Tra la sua pelle e la mia ci sono i tre strati dei vestiti che indosso e i due che indossa lui, ma sento comunque il suo calore.

«Agli ordini…» Rispondo voltandomi verso il mio interlocutore.

Fissando il mio sguardo in quello di lui.

All'inizio in quegli occhi non vedevo altro che un ghiacciaio che non sarei mai riuscita a superare con le mie sole forze, ma col tempo tutto è cambiato. Non solo sono diventata più forte, ma ho condiviso parte di quel ghiaccio, scoprendo che celava una splendida distesa d'acqua che poteva avvolgermi, proteggermi e riscaldarmi.

Proprio come sta facendo in questo momento.

Le sue mani carezzano la mia schiena con dolcezza e lentezza mentre il battito del mio cuore diventa così lento da essere quasi impercettibile.

Osservo i lineamenti del suo volto così dolci per un uomo come lui, mi prendo tutto il tempo che posso per imprimermi ogni singolo dettaglio nella mente. Perché non so quando potrò riaverlo così vicino.

Perché non so se dopo le nostre missioni ci rivedremo.

Ho questa tremenda sensazione che tutto possa cambiare da un momento all'altro.

Questa paura paralizzante di perderlo, di non riuscire a poter più avere questo.

Di non avere più questa pace.

Con urgenza annullo la distanza fra le nostre labbra.

La sua presa sul mio corpo si fa più stretta senza perdere la sua tenerezza al tempo stesso.


Apro gli occhi e allungo il braccio destro bloccando la mano tesa sopra la mia testa.

«Sempre così in guardia, Nat

Lascio la presa sul braccio dell'uomo biondo che mi guarda con una nota divertita nello sguardo.

«Un giorno ho paura che mi pianterai una pallottola in testa.»

Continua lui mentre si massaggia il punto dove lo ho afferrato.

«Un giorno potrei farlo, Clint.»

Rispondo mettendomi a sedere sul divanetto dove mi ero addormentata.

Natalia non esiste più. Natalia è rimasta in quel bosco, dove è tornata da sola a piangere tutte le lacrime che aveva.

Porto le mani al volto massaggiando le tempie. 

Non ancora dopo tutti questi anni, Natalia.

Mi rimprovero mente sollevo il volto con fare annoiato verso l'agente Burton.

«Che vuoi?» Domando poco incline alle gentilezze o ai convenevoli.

«Vorrei tante cose. Per esempio una pizza. A te piace la pizza?» Domanda guardandomi incerto ma senza perdere il suo spirito da sbruffone.

«Preferirei di no.» Rispondo seria.

«Ma ti piace?» Insiste come se farmi tutte queste domande fosse la cosa più divertente di questo mondo.

«Beh sì.» Concedo alla fine.

«Allora a Budapest te la offrirò.» Dice sorridendo.

«Budapest? La pizza è cibo italiano, non ungherese.» Specifico.

«Ok. Allora cosa vorresti?»

«Palatsinka.» Pronuncio sovrappensiero e con un accento impeccabile facendogli aggrottare la fronte.

«Che sarebbe?» Chiede curioso.

«Studia.» Lo prendo in giro alzandomi e cercando di superarlo, ma lui mi segue.

«Spiegamelo Nat». Dice costringendomi a guardarlo male. «Per favore.» Aggiunge con un sorriso innocente.

«Solo se mi spieghi perché vorresti portarmi a Budapest.»

«Prossima missione.» Fa spallucce. «Fury ha lasciato i fascicoli nelle nostre stanze.» Mi volto automaticamente nella direzione in cui sarebbe la mia stanza, pensando a come siamo efficienti in questo posto.

La cosa mi lascia irrequieta ogni volta. 

La mano di Clint sta per posarsi sulla mia spalla destra ma lo intercetto senza neanche voltarmi.

«Sei incredibile.» Esclama divertito mentre gli libero la mano e inclino il volto con fare di sfida.

«Mi avvicino sempre più, presto riuscirò a sorprenderti con la guardia abbassata e allora...»

«Allora dovrò ucciderti.» Rispondo piccata.

Cercando di nascondere il sorriso che malgrado tutto cerca di spuntare sulle mie labbra.

«No, allora ti fiderai completamente di me.» Mi corregge incrociando le braccia dietro la testa e riprendendo a camminare come se non fosse successo niente.

Come se non mi avesse appena dimostrato che riesce a leggermi.

In qualche modo ci riesce.

Io gli permetto di farlo.

Perché forse la sua dannatissima faccia tosta risveglia sentimenti che non vivo da troppo tempo. 
Clint si volta e mi guarda con un sorriso.

«Insomma questa palasanta

«Palatsinka.» Lo correggo raggiungendolo scuotendo la testa. «È un dolce. E adesso dimmi della missione.»

Clint sbuffa platealmente iniziando a lamentarsi.

Non riesci a credere di dover la vita ad uno come lui.

Così diverso…

Inutile pensarci.

Non esiste più.

Come non esisti più tu.

Adesso c'è solo Natasha.

Natasha che non abbassa mai la guardia, ma che sente che potrebbe farlo. Anche solo per un attimo, anche solo per quella testa bionda.

 

***

Ciao a tutti!

Prima ff in questa categoria e devo dire che pubblico solo perché so che c’è qualcuno che vuole leggere quello che ho scritto. (ciao, tesoro. <3)

Adoro il personaggio di Natasha Romanoff, la trovo tremendamente affascinante, vorrei leggere sempre di più di lei, e conoscendomi farò un salto in fumetteria molto presto. Ma lasciando perdere questo, ho voluto dedicarle questa shot, perché sono rimasta un po’ delusa dalla mancanza del Winter Widow in Cap.america- The winter soldier. Nonostante sia una Clintasha fan per colpa dei film (mentre nei fumetti la trovo una bella Brotp) non ho potuto fare a meno di mugolare contrariata alla mancanza del loro passato.

Adesso vado a scrivere un’infarinatura generale del percorso di Nat nei fumetti, leggete per capire l’ambientazione del fumetto, ma per chi non segue i fumetti potrebbe esserci qualche spoiler qua e là. Io vi ho avvertiti.

Per chi non lo sapesse Natalia e James, si conoscono sotto la KGB dove lui è il suo maestro e amante, nonostante lei sia promessa ad Alexei Shostakov. La loro storia clandestina terminò quando il KGB decise di mettere in stato vegetativo il Soldato d’Inverno e Nat si sposò con Alexei.

Nei fumetti successivamente lei tradì il governo russo e si unì ai vendicatori dove si innamorò di (e sposò) Clint Barton. Successivamente nei fumetti i due si lasceranno e lei ritroverà Bucky dopo il Civil War (tasto molto dolente per me) e riallacceranno i rapporti. Mentre di Clint meglio se non vi dico nulla…

DA QUI NIENTE PIU’ POSSIBILI SPOILER.

Per la parte del “sogno”/ricordo ho preso spunto dalle mie vacanze austriache e dalla lettura di 1984 di Orwell e degli incontri di Winston e Julia.

Mentre per la parte al presente ho cercato di rendere Clint come è nei fumetti (potrei non esserci riuscita perché è veramente troppo sbruffone e non sono convinta delle mie capacità xD). Ho inoltre fatto molto riferimento al film per quel che riguarda Budapest (Voglio sapereeee, maledetto Whedon xD) e alla storia che Nat deve la vita a Clint, come rivela a Loki in “The Avengers”.

Ultimo ma non ultimo palatsinka è una specie di crepes ungherese fatta senza burro e riempita con cioccolato o marmellata, non l’ho mai mangiata, ma le foto su internet mi hanno fatto gola. xD (Fra le tante è scritto in tre o quattro modi diversi, spero che questo sia quello giusto, altrimenti mi scuso.)

Bon, la smetto di tergiversare.

Se vorrete farmi sapere, sarò felice di leggere la vostra opinione. J

Alla prossima

Cos

  
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