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Autore: m o o n l i g h t    18/08/2014    1 recensioni
Perchè scegliere di essere chi non si è? La risposta : Perchè talvolta essere se stessi è talmente difficile da rinunciarci.
C'è chi dice che certe cose portino alla rovina del nostro mondo, alla fine della nostra esistenza.
Probabilmente non sanno che ciò che mette fine alla nostra vita è l'ipocrisia e la falsità, la guerra e l'odio, di certo non l'amore.
Finchè c'è amore, in qualsiasi modo esso si esprima, tutto esiste e tutto vive.
Non smettete mai di amare, poichè esso è la nostra unica salvezza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I o  n o n   s o n o   u n ' e r r o r e .
Same Love►




Ti amo.

E' davvero bizzarro come due semplici parole possano cambiare l'umore di qualcuno, come possano addirittura cambiargli la vita.
Un secondo e tutta la tua esistenza si riversa in quell'attimo.
Ci sono vari modi per dire a una persona quanto tu tenga a lei. Ci sono gli abbracci, i baci, ci sono le frasi dolci, le carezze, ma nessun gesto è come una confessione d'amore fatta con sincerità.

Io non sono da meno, si può dire che la mia intera esistenza sia stata stravolta da quelle parole, un minuto prima ero io, il minuto dopo non lo ero più.
Ma probabilmente non vi importa nulla della mia storia.
Andiamo, su sette miliardi di persone, la maggior parte con una vita molto più interessante della mia, come potrei interessarvi io.
Ma magari, su sette miliardi di persone, sono poche quelle che hanno davvero il coraggio di mettersi a nudo, di parlare senza ritegno di loro. 
E, ancora, magari in queste poche persone la maggior parte parla di sè per attirare le attenzioni, oppure perchè in realtà ha avuto una vita così normale da non aver nessuna paura nel raccontarla.
Io non credo di appartenere a nessuna di queste due categorie. 
Io sono qui a raccontare di me perchè voglio che sappiate che non c'è assolutamente nulla di male ad essere se stessi, la vita va colta al momento, non si vive due volte.
Okay, forse sto cominciando a diventare come uno di quei poeti da strapazzo che postano link su facebook pensando di cambiare il mondo, quindi, credo sia ora di cominciare a raccontare la mia storia.

Avevo diciassette anni, quindi ognuno sa cosa comporta quest'età : Ormoni impazziti, sigarette nascoste, amici e molte altre menate che però tanto rimpiangiamo una volta passate.
Insomma, ero nel pieno della mia beata adolescenza.
Frequentavo un liceo artistico, l'arte era da sempre la mia passione più grande, la mia ragione di vita e il mio sogno nel cassetto. Ero al terzo anno precisamente.
Per molti quello è il periodo più bello, sei ancora a scuola, ma cominci ad essere veramente autonomo, esci con gli amici, arriva la patente, sabato sera ubriachi.
Io quelle cose non le ho mai vissute in prima persona.
Non so cosa si prova a tornare da una festa alle quattro di notte completamente brilli, non so cosa si prova a scoparsi qualcuno nel bagno di una discoteca, non so neanche come si usi un preservativo.
Ma non è perchè sia un tipo di quelli a cui piace la solitudine, quelli che si chiudono in camera al buio a giocare alla Play.
Io odio la solitudine, ma non potevo farne a meno.
In pratica, questa è la piccola storia di una persona inadeguata, una persona che non poteva farsi accettare per il semplice fatto che non lo faceva lei per prima, ma che grazie a quella strana cosa chiamata Amore si è rialzata ed è cambiata per sempre. 

Tutto cominciò l'11 gennaio 2003, probabilmente non mi dimenticherò mai questa data.
Ogni giorno, precisamente verso le quattro del pomeriggio, andavo al parco vicino casa.
Lì mi sedevo ai piedi di un'albero, un pino per la precisione, e disegnavo. Leggevo. Ascoltavo musica. Osservavo. Pensavo. Riflettevo.
Andavo lì perchè era l'unico posto in cui riuscivo davvero a rilassarmi, era un posto tranquillo.
Oltretutto mi è sempre piaciuto l'odore dell'erba, mi ricorda la mia infanzia, quando passavo i pomeriggi dai nonni e giocavo nel loro giardino sotto casa.
Quel giorno mi ero portato dietro il mio taccuino, dove facevo tutti i miei schizzi.
Ancora lo conservo.
Una volta al parco, mi diressi verso il mio albero (L'avevo chiamato Lino, fa rima con pino) e mi sedetti, come di mio solito, sulle sue radici.
Aperto il taccuino cremisi, cominciai ad osservarmi intorno, cercando ispirazione.
Dopo qualche minuto di ricerca una scena meravigliosa mi mi si presentò davanti.
Una madre, sui quarant'anni circa, stava allattando il figlio. Lo guardava con occhi colmi di dolcezza.
La testa china sul bimbo, i capelli corvini le ricadevano dolcemente davanti al viso. Lo sguardo stanco, ma allo stesso tempo riconscente; la bocca chiusa in un tenue sorriso. 
La camicia turchese aveva una manica abbassata, per consentire al neonato di bere dal seno. Lei lo teneva come fosse qualcosa di davvero prezioso, un miracolo.
Di fianco notai un paio di ragazzine sui quindic'anni assumere un'espressione schifata davanti a quella situazione.
A quanto pareva donare la vita al proprio bambino, agli occhi dei giovani, era una cosa disgustosa. Quale meravigliosa scoperta.
Distogliendo lo sguardo da quelle oche, ricominciai ad'osservare la madre, ancora chinata sul pargoletto tra le sue braccia.
Senza accorgermene avevo cominciato a grattare la matita sulla pagina ingiallita.
Segni neri insignificanti si stendevano sul foglio, creando lentamente la scena stupenda davanti ai miei occhi.
-Wow-.
Una voce dietro di me mi fece sobbalzare, portandomi a sbandare con la matita e tracciare una linea obliqua sul lato destro del foglio.
Sorpreso e infastidito mi girai di scatto.
Davanti a me due occhi verde scuro stavano fissando il disegno sulle mie gambe, profondi e concentrati.
-E' stupendo, dico davvero- continuò, senza smettere di fissare il mio operato.
-Emh...grazie- riuscii solamente a borbottare.

Ora, non voglio stare a dilungarmi troppo sul nostro incontro, saprete a memoria come due persone si innamorano, e il mio scopo non è quello di spiegarvi come nasce l'amore.
Quindi, riassumerò la nostra storia in  piccoli passaggi : Ci incontrammo al parco, gli piacque il mio disegno, mi continuò a guardare mentre lo finivo, arrivato buio tornammo a casa. Il giorno dopo tornammo al parco, stessa storia del giorno prima. La situazione continuò per una settimana, non parlavamo molto, se non per i suoi complimenti e i miei ringraziamenti borbottati. Un giorno, senza preavviso, si presentò, aveva tre anni più di me, mi presentai anche io, decidemmo di andare a prendere qualcosa insieme al bar. Cominciammo a conoscerci, a parlare, a discutere, mi trovavo veramente bene in sua compagnia, con nessuno mi ero mai trovato così. 

Infine, eccomi qui, alla veneranda età di ventotto anni, seduto su una panchina di quel nostro tanto amato parco.
La sua testa poggiata delicatamente sulla mia spalla.
Alzo lo sguardo nel cielo, ormai aranciato dal sole che comincia a tramontare.

La vita talvolta è davvero strana, ti fa credere di esserti perso nella sua immensità ,di essere scivolato nell'oblio dell'esistenza, e quando credi di aver sul serio raggiunto il fondo, essa ti tende una mano e ti riporta in superficie.
Ho sempre creduto di essere io quello sbagliato, quello che doveva cambiare, quello che non avrebbe mai potuto vivere normalmente.
Pensavo di essere l'errore.
Ora non lo penso più, io non sono un'errore, non lo sono mai stato.
Ho perso così tanto dalla vita, ho perso momenti che avrebbero dovuto essere indimenticabili, ma ora ne sto vivendo altri altrettanto meravigliosi.
Forse la mia esistenza è stata una prova, forse qualcuno, lassù, voleva vedere fino a che punto sarei riuscito ad arrivare, quando mi sarei spezzato, e, arrivato quasi al limite di rottura, mi ha mostrato il modo di raddrizzarmi.

Mamma mia, quanto posso essere poetico? 
Mi riscuoto leggermente, ritornando alla realtà.
Una mano mi sfiora la gamba, mi giro per guardare il suo viso.
Mi sta guardando con quegli occhi verdi che ho tanto amato e desiderato.
Gli passo una mano sulla guancia, sfiorandogli col pollice lo zigomo.
Come risposta mi passa la sua mano sui capelli, accarezzandoli dolcemente.
Contunuando a fissarmi, le sue labbra si schiudono in un sussurro.
-Ti amo Luca- mi dice.
-Ti amo anch'io, Alessio-.




 






Note: Finalmente ce l'ho fatta. Ho postato questo cavolo di capitolo, e non me ne pento minimamente.
Ho cercato di far pensare al lettore per tutto il capitolo che fosse una storia normale, un ragazzo che si innamora di una ragazza dagli occhi verdi, e infine, SBAM, la ragazza è un ragazzo. Probabilmente per la maggior parte di chi lo leggerà non sarà una sorpresa, poiche nelle indicazioni iniziali riguardanti il testo sono stata obbligata a dire che ci sarebbe stata una coppia omosessuale.
Il mio intento era quello di ''sensibilizzare'', per quanto una ragazza insignificante come me possa farlo, riguardo a una tematica che a me sta molto a cuore.
Ogni giorno sento stronzate di vario tipo, come che gli omosessuali sono anormali e sbagliati, che sono vicini a satana e che non dovrebbero esistere. 
Cioè, mi state dicendo che ora io non posso amare chi diamine voglio? Che tu sei abbastanza potente e importante per decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Che se io amassi qualcuno del mio stesso sesso tu ne risentiresti? Adesso capisco perchè le guerre non smetteranno mai di esistere. 
''​La madre dei deficenti è sempre in cinta'' cit. Mamma
L'amore non cambia dal sesso di chi lo vive, ve lo volete mettere in testa? Se io amo una ragazza, la amo quanto tu ami il tuo ragazzo e viceversa. Tu non puoi insegnarmi chi devo o chi posso amare, perchè forse io amo meglio di te. Io so cosa vuol dire amare e soffrire per questo, cosa vuol dire essere etichettato da tutti come ''finocchio'' o ''lesbicona'' e continuare ad odiare te stesso perchè sei così diverso, così sbagliato.
Forse io adesso amo meglio di te perchè ho lottato per questo e sto lottando tutt'ora. 
Ora, io non rientro in questa categoria, sono etero al cento per cento in quanto sbavo davanti a pettorali ben scolpiti. Ma di certo non vado in giro a puntare il dito su due ragazzi che nel parco si baciano appassionatamente mentre lascio in pace una coppia etero che si struscia in modo alquanto disgustoso dicendo ''Infondo si amano''.
Ovviamente con questo testo non pretendo nulla, come ho già detto, su sette miliardi di persone come potrebbe interessarvi della mia piccola storia. Questo era una sclero personale, uno sfogo che rinchiudevo da tempo e che oggi ho deciso di rendere pubblico.
Probabilmente alcuni di voi mi daranno dell'ipocrita, della falsa moralista o tante altre belle cose, lo so perchè anche quando ne parlo con la gente mi etichettano come ''filosofa a tempo perso'', probabilmente hanno ragione, probabilmente dovrei smetterla di parlare di cose che non conosco nemmeno direttamente e che non posso gudicare. Ma forse ho anche il diritto di dire ciò che penso.
Concludo con un sonoro : AMATE CHI CAZZO VI PARE, CHE SIA UNA CAPRA O LA TIPA DEL MARE. (Sono anche poeta a tempo perso a quanto pare)
Mi piacerebbe ricevere qualche recensione, sapere cosa ne pensate a riguardo e discuterne, poichè è un'argomento a cui tengo molto.
Spero di non aver fatto un flop assurdo ^o^''
Al prossimo sclero.


S.

Ps: Il ''Same Love►'' iniziale è un link per la meraviglia che è Same Love, di Macklemore (Per chi non l'avesse notato). L'ho aggiunta perchè mi sembrava alquanto perfetta per questa One shot.

   
 
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