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Autore: _Girella_    18/08/2014    0 recensioni
[IronFrost] [One-shot] [Rating Arancione] [Introspettivo-triste]
-Post The Avengers-
La cosa veramente ridicola era che Stark ancora non avesse capito.
Non gli era venuta voglia di conquistare Midgard così, da un momento all'altro. Cosa gli interessava, dopotutto, di quel pianeta arretrato, di quella popolazione sciocca e così priva di risorse?
No, il motivo era un altro, ma Stark, stupido, cieco Stark, non lo aveva mai capito.
[...]
Aveva perso la guerra, si, ma non come i popoli di Asgard e di Midgard credevano.
Aveva perso nel momento in cui aveva permesso a se stesso di guardare Anthony Stark negli occhi e di dirgli che lo amava
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Destructive effect

 

Loki non era stupito di essere stato tradito.

Sarebbe stato sciocco da parte del Dio degli Inganni stupirsi che qualcuno gli avesse voltato le spalle, dopo una vita di intricate trame tessute attorno al fuso della bugia.

No, ciò che davvero stupiva Loki, e che lo portava ad essere infuriato con se stesso al punto da desiderare di provocarsi del male fisico, era che, nonostante le esperienze passate, avesse consentito a qualcuno di entrare nel suo cuore e nella sua mente. Di nuovo.

Il sangue che gli scorreva lungo le nocche avrebbe dovuto farlo sentire meglio, e, nonostante così non fosse, Loki non riusciva a smettere di prendere a pugni la parete davanti a sé, con tanta forza che nemmeno la guarigione accelerata permetteva alla sua pelle di rigenerarsi in fretta come avrebbe dovuto.

Era una persona complicata, Loki, un principe viziato, a detta di molti, e lui non se l'era mai sentita di dissentire.

Preferiva quella definizione, comunque, a quella assolutamente non veritiera di Frigga, secondo la quale lui non avrebbe avuto bisogno altro che di amore.

Lui non soffriva a causa della mancanza di amore, lui soffriva a causa del troppo amore che aveva consentito a se stesso di provare, per Odino, per Thor, per quello stronzo.

Chiunque fosse passato in quel momento, avrebbe potuto facilmente assistere al crollo emotivo di Loki attraverso le pareti trasparenti della prigione di Asgard, ma a nessuno era stato permesso di avvicinarsi.
Per rispetto?? No, più probabilmente per paura. Erano tutti consapevoli che Loki li avrebbe potuti ancora fare a pezzi, anche dopo essere stato sconfitto, anche dopo essere stato spezzato. O forse per indifferenza, nessuno aveva interesse a recarsi dal bastardo disconosciuto da due due popoli, da due padri.

Non per amore. Per amore mai.

 

-Abbandonati a me- gli soffiò all'orecchio mentre Loki buttava la testa indietro e si lasciava andare, liberando il frutto del suo piacere tra i loro ventri, chiudendo gli occhi per la vergogna, mostrandosi debole per la prima volta.

Il corpo dell'uomo di metallo lo sovrastava, Anthony Stark si muoveva ancora dentro di lui mentre si aggrappava alle sue ciocche corvine e gli depositava un bacio sulle labbra.

Non un bacio dolce, no, Loki non glielo avrebbe permesso. Un bacio fatto di morsi e di sangue, di dolore e di abbandono, di quel poco affetto che tale non può essere definito che ognuno poteva offrire all'altro.

Stark ansimò, si aggrappò a lui, gemette, sorrise, e Loki capì.
Capì di aver perso, capì di averlo lasciato andare troppo oltre, capì che quello non era semplicemente sesso come avrebbe dovuto, ma qualcosa di più malato, di più disgustoso.
Era forse amore quello che sentiva riempirgli il cuore sotto forma di tempesta?

 

Finalmente le forze vennero a mancargli, e Loki si lasciò andare con la schiena contro la parete, scivolando a terra, abbracciandosi le ginocchia.

Le lacrime erano sparite, e ripensandoci in seguito, avrebbe negato a se stesso che ci fossero mai state.

Aveva perso la guerra, si, ma non come i popoli di Asgard e di Midgard credevano.

Non aveva perso quando era stato sconfitto in battaglia, non aveva perso quando il mostro verde aveva cancellato la sua dignità sbattendolo più volte sul pavimento, non aveva perso quando Thor gli aveva messo le manette e lo aveva riportato ad Asgard, non aveva perso quando suo padre lo aveva condannato a una vita di prigionia.

Aveva perso, giusto un po', quando aveva visto il dolore negli occhi di Frigga, nascosto dietro a quella maschera che negli anni aveva imparato a trapassare.

Ma soprattutto, aveva perso nel momento in cui aveva permesso a se stesso di guardare Anthony Stark negli occhi e di dirgli che lo amava.

 

C'era l'odore del sesso appena consumato tra quelle lenzuola, e Loki aveva come l'impressione che non se ne sarebbe liberato tanto presto.

Non che in quel momento fosse il maggiore dei suoi desideri, si capiva.

Non mentre le braccia muscolose e abbronzate di Tony lo stringevano, non mentre la sua barba gli solleticava la guancia facendogli venire voglia di alzarsi, costringerlo su una sedia e raderlo fino a che non gli fosse rimasto un solo pelo in faccia. Si era decisamente stufato di avere sempre le labbra gonfie per colpa di quella peluria ruvida.

Si divincolò dall'abbraccio, e Stark lo lasciò fare. Aveva rinunciato già da un po' a cercare di impedirglielo, Loki non si tratteneva mai troppo nel suo letto dopo il rapporto. Ma dopo le prime volte, ormai quel pensiero non lo preoccupava più.
Sapeva che Loki sarebbe comunque tornato da lui, la notte seguente.

 

La cosa veramente ridicola era che Stark ancora non avesse capito.

Gettò la testa indietro e rise, Loki, perché lui rideva sempre.

Non gli era venuta voglia di conquistare Midgard così, da un momento all'altro. Cosa gli interessava, dopotutto, di quel pianeta arretrato, di quella popolazione sciocca e così priva di risorse?
No, il motivo era un altro, ma Stark, stupido, cieco Stark, non lo aveva mai capito.

Si passò una mano tra i capelli e rise, Loki.
Rise, perché lui rideva sempre, anche, e soprattutto, quando aveva voglia di piangere.

 

Era entrata una donna nella sua -nella loro- vita, un giorno.

Così, di colpo, Loki era arrivato alla Stark Tower e invece che trovarlo in camera da letto, seduto tra i cuscini, o nel suo laboratorio, chino su qualche esperimento di dubbia utilità, o in sala da pranzo, convinto che fosse dovere di un buon padrone di casa offrirgli qualcosa da mangiare, aveva trovato le stanze fredde e vuote.

Il letto rifatto, il laboratorio buio, la cucina silenziosa.

Non era stato difficile, per il dio degli inganni, scoprire dove fosse andato.

Un appuntamento con una donna.

Quelle cinque parole gli vorticavano nel cervello, incapace di fare assumere un'immagine concreta a quel concetto.

Lo aveva aspettato, seduto sul letto, rigido, muovendosi appena per non spiegazzare troppo le coperte, senza premurarsi di chiudere la finestra e senza chiedersi perché, nonostante la sua natura di Jotun, sentisse tutto quel gelo attorno a sè.

Stark non era tornato, e Loki aveva dedotto che avesse passato la notte a casa di quella donna.
Quella fu la prima volta che Tony si scordò del loro anniversario.
 

Non aveva fatto parola del loro passato durante il loro incontro né, Loki ne era sicuro, ne aveva mai parlato con nessun altro.
Soprattutto non con quella donna, no, altrimenti, quando un paio di giorni dopo si era nuovamente presentato da lui e li aveva trovati assieme, Stark non avrebbe fatto finta di non conoscerlo.

Si sarebbe lasciato tutto alle spalle, si, lo avrebbe fatto, perché lui era così, portava sempre una maschera addosso e no, non aveva niente a che fare con il suo elmetto cornuto.
Sarebbe stato bene.
Solo... non in quel momento.

 

-Stark. Perchè mi hai fatto chiamare??-.

Passò qualche minuto prima che Tony sollevasse la testa dall'apparentemente importantissimo esperimento che stava conducendo e fissasse i suoi occhi in quelli di Loki, immobile sull'uscio della porta, i muscoli tesi, i lineamenti di ghiaccio.

-Volevo solo spiegarti...-.

Loki lo interruppe, iniziando ad avviarsi verso l'uscita. -Non devi spiegarmi nulla, Stark-.

-Ma...-.

-No. Non preoccuparti. Capisco-.

Tony gli si avvicinò lentamente, ma restando sempre a più di dieci metri di distanza, metri che nessuno di loro due avrebbe mai più colmato.

-Mi sono innamorato, Loki-.

Il corpo del dio fu scosso da un fremito di gelide risate. -Va bene-.

-Io...-.

-Basta così, Stark. Va bene. Tu non mi devi niente. Noi non abbiamo nessuno tipo di legame, non lo abbiamo mai avuto. Non c'è mai stato niente-.

-Me lo hai detto tu. Mi amavi-.

Loki sentì quasi l'impulso di fermarsi, ma no, non lo avrebbe fatto, non si sarebbe umiliato ancora di più.

Perciò, si concesse giusto il tempo di scoccargli un'occhiata che, se avesse potuto, avrebbe gelato Tony sul posto. Gli rispose con un sorriso.

-Si. E tu no.
Tranquillo. Ci sono già passato-.

 

Nelle settimane seguenti, non avrebbe permesso a se stesso di ammettere il proprio dolore nemmeno per un un'ora, nemmeno per un minuto, nemmeno per un secondo.
Avrebbe sempre riso, perché era questo che Loki faceva quando soffriva.

Aveva reagito con la violenza, distruggendo qualsiasi cosa si trovasse sul proprio cammino, qualunque cosa a lui cara, solo per il puro desiderio di vendetta personale.
Aveva visto l'indifferenza nei suoi gesti, lo aveva osservato mentre si preoccupava della sua innamorata prima che di chiunque altro, aveva osservato i suoi occhi sperando invano di trovarci almeno il ricordo di quello che avevano passato.

Alla fine, aveva fallito anche nella sua vendetta. Era davvero un buono a nulla.
E così ora se ne stava in quella prigione perfetta, con tanto cibo da mangiare, tanti libri da leggere e tanto tempo per pensare.

E andava bene così, perché Loki aveva capito.

Aveva capito che a fargli male non era stato Odino, non era stato Thor, non era stato Hulk, e non era stato nemmeno Anthony Stark.

Non era stato Stark.

Non era stato Stark, anche se i suoi occhi lo affascinavano ancora come il primo giorno.
Non era stato Stark, anche se il ricordo delle sue carezze tormentava il suo sonno, facendolo svegliare dalle sue stesse grida.

Era stato l'amore per qualcuno a ridurlo in quel modo, e che fosse dannato se glielo avesse permesso di nuovo.

Non era stato Stark, anche se faceva male.

Si, faceva male.
Insomma, non tanto male.
Un po' lo aveva ucciso, però stava bene.

Davvero.

 




 

 

Note Finali

La mia prima fanfiction sul fandom ed è già piena di feels. Ma non è colpa mia, è il ciclo.

Ho letto millemila fic IronFrost su questo sito e alla fine mi sono decisa a pubblicare questa, che marciva nei meandri del mio pc.

Un bacio a tutte le IronFrost shipper e alla mia gemella Rae, a cui avevo già annunciato che Moffat aveva preso possesso di me.

 

Marty 

   
 
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