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Autore: Bloody_Amy    18/08/2014    2 recensioni
Siamo sicuri che le risate portino sempre a qualcosa di buono? E' quello che succede ai protagonisti di questa avventura.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTACCO DEI CONIGLI-CANE
Un rumore interruppe il loro scambio di sguardi confusi. Un leggero trotterellare di centinaia di zampette si avvicinava sempre di più dalla foresta. I due si videro circondati da un branco di esili animaletti sconosciuti. Le piccole bestioline assomigliavano molto a dei coniglietti batuffolosi ad eccezione dei musi, che ricordavano molto dei teneri cuccioli di cane. Il branco guardava gli umani con occhi dolci e innocenti, e con un sorriso sdentato, innocuo. Formarono un cerchio composto da varie file, tenendosi ad una certa distanza dai due intrusi.
“Che cosa vogliono, secondo te?”, chiese Robin, che intanto si stava stingendo sempre di più verso il compagno.
“Non lo so, ma ho una strana sensazione. Meglio stare all’erta.”, rispose Franky.
Passarono degli attimi in cui ci fu uno scambio di sguardi teneri, da parte degli animaletti, e di sguardi dubbiosi, da parte dei due compagni. D’un tratto le bestiole saltarono tutte contemporaneamente verso i due umani. Come un gesto quasi automatico, Robin fece comparire un’enorme bracciò che scaraventò via una parte del branco, aprendo un varco. I due fuggirono via rincorsi dalle bestiole fameliche che emettevano dei versi striduli e demoniaci. Qualcosa sul terreno complicava la corsa, ma era difficile definire cosa fosse. I due correvano sempre più veloci, ma gli animaletti potevano compiere salti rapidi e di lunghezze grandissime. Improvvisamente Robin sentì qualcosa di forzuto colpirgli la spalla destra. Cadde a terra e si vide arrivare addosso cinque coniglietti canidi. Avevano una forza spaventosa, quasi disumana. Sembrava irreale, visti i loro piccoli ed esili corpicini. La donna cominciò a lottare contro quegli esserini. Franky, che si era accorto che la compagna era stata attacca, disse “Robin! Adesso mi avete stufato. Weapons… left!”. Il cyborg riuscì a colpire il numeroso branco che avanzava verso di loro. Poi si diresse dalla compagna per aiutarla, ma vide che se l’era cavata anche lei. Non poterono tirare un sospiro di sollievo, che alcuni animali si erano ripresi dall’attacco di Franky, e li stavano di nuovo inseguendo. I due si misero a correre ancora più veloci, fin che l’archeologa non vide a poca distanza da loro una cascata, coperta ai lati da liane. Subito chiamò il compagno, facendogli cenno di seguirla. Si diressero ad alta velocità verso le liane e riuscirono ad attraversarle, poiché si rivelarono liquide. Infine si girarono verso la cascata e videro gli animaletti sbatterci ripetutamente contro, ma, dopo aver visto che ormai le loro prede erano irraggiungibili, si arresero e se ne andarono. Riprendendo fiato, Franky chiese “Come sapevi che saremmo riusciti ad oltrepassare le liane?”.
“Non lo sapevo.”, rispose Robin, con molta naturalezza.
Franky immaginò subito le peggiori conseguenze se le liane non fossero state liquide. Poi gli cadde l’occhio su Robin. I suoi vestiti erano  strappati e logorati. Aprì la pancia e ne tirò fuori una camicia viola a fiori neri. La porse alla compagna e disse “Tieni. Non è molto… ma almeno portai cambiarti.”.
Robin lo guardò con infinita riconoscenza, lo ringraziò, ed uscì dalla grotta per cambiarsi. Quando tornò il robot non credeva ai suoi occhi: la mora aveva allacciato la camicia per farlo sembrare un vestito senza spalline, e aveva legato le maniche intorno alla vita. La luce del tramonto risaltava la pelle pallida che si sposava a meraviglia con i capelli corvini dai riflessi argentati. E poi quegli occhi blu intenso, solo il mare avrebbe potuto essere più blu. La ammirò dall’alto in basso, ritrovando le meravigliose gambe della giovane. Aveva curve che mozzavano il fiato. Un leggero rossore si fece strada sul viso del cyborg.
“Super.”, bisbiglio il cyborg imbambolato. Robin non lo sentì.
“Allora, ora che sappiamo meglio cos’è questo posto, come pensi che dovremmo procedere?”, disse l’archeologa riportando alla realtà l’uomo.
“Non lo so, ma la cosa è sospetta. Perché siamo capitai su quest’isola? E perché proprio noi?”, disse Franky sedendosi a terra con braccia e gambe incrociate.
“E’ quello che vorrei scoprire anche io…”, disse Robin. Ormai la sera cominciava a manifestare la sua presenza.
Il cyborg guardava per terra da alcuni minuti quando si vide comparire un braccio davanti. Gli spinse il naso per tre secondi e sulla sua testa uscì il folto ciuffo azzurro che era stato reciso durante il timeskip.
“Ci ero rimasta un po’ male quando ho visto che ti eri tagliato il ciuffo.”, rivelò la donna sedendosi in parte al compagno e appoggiando la schiena alla cascata. “Tu pensi che i nostri compagni ci troveranno presto?”.
“Penso che faranno il possibile, e anche di più.”, rispose Franky.
I due si addormentarono contemporaneamente pochi minuti dopo. Robin era appoggiata alla spalla di Franky, mentre i raggi lunari filtravano timidi dalla cascata in movimento.








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Ciao a tutti. Eccovi qui il quarto capitolo di questa avventura. Spero che la storia vi stia piacendo e che vogliate vedere come andrà a finire. Grazie mille per la vostra attenzione e non dimenticatevi di recensire. A presto.
  
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