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Autore: LilyProngs    15/09/2008    1 recensioni
Julien è una diciassettenne un pò chiusa e fuori dal comune. Si ritrova a cambiare città ed andare a vivere in un altro piccolo paesino dove con la sua famiglia a preso un pub. Impaziente di sapere cosa ha in riserbo per lei il futuro si ritrova a cambiare una nuovapagina della sua vita impaziente di sapere se qualcosa possa cambiare...Quali saranno le avventure di questa giovane ragazza?Leggere per scoprirlo!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte che cambiò! Eccovi il nuovo capitolo!
Questo per adesso è quello che ho preferito scrivere!XD

Sogni di una vita precedente...

Quella sera al pub si festeggiava. Il compleanno di Gigi non era cosa da poco, visto che era una delle più classiche, eccentriche e pettegole figure del paese! Quell'anno decise di festeggiare il suo compleanno proprio da noi, occupando il salone. La festa era iniziata alle due e per quanto io stessi lavorando mi stavo piuttosto divertendo. Ma non fu la festicciola a restarmi marchiata a fuoco nella mente, no. Quella sera cambiarono molte cose, e come succede con le cose più belle, nel modo più naturale ed inaspettato possibile. Non c'erano i giovani di Nomaglio alla festa però, il Gigi compieva cinquant'anni e quindi la media di età era piuttosto elevata. C'era solo Giada, venuta assieme ai genitori. Io in quel momento stavo sfogliando un catalogo per viaggi studio in Inghilterra (avevo adocchiato avidamente un college ad Edimburgo) quando lei mi chiese qualcosa da bere, dopodiché si sedette al mio tavolo e, pian pianino, iniziammo a chiacchierare.

"Quanta vita che c'è di là" iniziò.
"Già, stanno ballando il liscio come dei matti!" risposi con un sorriso. Non ero molto sciolta, ma Giada mi metteva sempre a mio agio.
"Ora, non che il liscio non mi piaccia, anche la moda "vecchia" ha il suo fascino! Ed il mio papino mi ha fatto volteggiare come una trottola, ma adesso pausa... ho bisogno di gioventù!" borbottò.
Io sorrisi. Nomaglio mi ha fatto concedere molti più sorrisi, ha aperto tra il muro un piccolo, minuscolo spiraglio di luce. Solo che dopo quel piccolo passo a volte, se non sapevo che dire, i sorrisi diventavano le mie risposte.
"Vacanze studio?" chiese addocchiando il catalogo, io annuii.
"Si, almeno mi piacerebbe, se non quest'anno il prossimo... Mi piace molto l'inglese e l'Inghilterra!"
"Beata te, io non sono proprio un genio in materia ma quest'anno con la scuola vado ad Oxford, speriamo mi svegli un po'!"
"Beh, quando sono andata l'anno scorso mi è piaciuto moltissimo, sono stata in famiglia però. E' stato molto utile... e divertente"
"Già, immagino... Speriamo bene!"

In quel momento arrivò mia madre. In alcune cose siamo davvero molto simili ma in altre, completamente opposte. Lei è nata per un lavoro a contatto con la gente: lei parla, chiacchiera in maniera piacevole (per quanto a volte credo che dovrebbe lasciare un po' i clienti in pace) però ha sempre avuto un modo di fare così aperto e loquace, senza nessun problema. Che io, ammetto, ho sempre invidiato. Altra incredibile dote di mia madre, oltre a fare fenomenali cioccolate calde, è che è in grado di leggere i fondi di caffè. Incredibile direte voi, concordo, ma assolutamente affascinante. Questo attira molte persone e le fa affezionare a questo posto. La mia famiglia ha sempre avuto un'attività. E molto spesso le persone si sono proprio affezionate a noi. La mia famiglia è calorosa, unica e un po' matta. Io sinceramente l'adoro e tra loro sono il personaggio meno eccentrico. Sono sempre stata circondata da grandi diamanti nella mia vita che brillavano di una luce talmente splendente che mi mettevano in ombra. Chi più, chi meno. Chi me lo faceva pesare, chi dolcemente, non se ne rendeva neanche conto. Molte di queste persone appartenevano al mio passato e tra questa c'è la mia famiglia. Ma questo loro brillare però non mi ha mai fatto male, anzi, mi ha sempre resa incredibilmente orgogliosa... E amandomi così tanto mi permettono di brillare a mia volta.

"Ciao Giada... bella, come stai?" chiese. Giada fece un grande sorriso. Aveva un sorriso da bambina, tenero e dolce.
"Tutto bene Sofia, te?"
"Bene, cara" si sedette con noi e iniziammo a chiacchierare, arrivò anche la madre di Giada. Dopo un po' tornarono al salone ed io rimasi di nuovo sola soletta.
Erano quasi le dieci, la festa era ancora in pieno svolgimento. Io ero seduta al mio solito, classico sgabello dietro al bancone. Quando di nuovo arrivò Giada.
"Ju, ho una proposta da farti!"
Io mi raddrizzai sullo sgabello, stupita. "Dimmi tutto" risposi.
"Senti, stasera sono sola a casa e mi guardo un bel film. Ti va di venire da me?" io rimasi assolutamente spiazzata e contenta però, decisamente contenta. Quella proposta così semplice per me sembrava, seppur debole al momento, un primo barlume di luce in quel buio che
la mia vita stava diventando ogni giorno di più. Ero spesso sola, triste e senza nessuno di importante o speciale per me, nessun porto sicuro.


Jocelyn entrò nella sua modesta e piccola stanzetta. Mise la mantellina e si preparò per uscire quando qualcuno bussò alla sua porta.
"Sì?"
"Jocelyn, sono io!" sussurrò Gaia. La ragazza aprì subito.
"Mia signora, non vi è permesso di entrare nelle stanze della servitù!"
"Questa l'ho sempre trovata una regola assurda! Comunque state andando dove penso io?"
"Stavo per partire, sì."
"Mi piacerebbe tanto venire con voi!"
"Ma, mia signora, ne abbiamo appena parlato oggi... Non è possibile! Non voglio che veniate scoperta!"
Gaia annuì tristemente.
"Comprendo, dama Jocelyn, è che... sento così piatta la mia vita..."
Jocelyn guardò verso la finestra ancora aperta, la notte era ancora lontana: solo un manto bluastro dominava il cielo. La ragazza prese la sua padrona per mano e la fece accomodare vicino al suo letto.
"C'è qualcosa che vi turba?"
"Mi piacerebbe essere come voi, sapete? Siete libera ed indomabile ed il vostro grado sociale non vi confina a nessun obbligo e responsabilità specifica."
Jocelyn le accarezzò il viso pallido.
"Mia signora, non scherzate! Siete in una posizione ottimale...Cosa vi manca?"
"Un po' di emozioni, di avventure...E' così piatta la mia vita!"
"Ma non dovete correre un rischio così grosso come seguirmi, per cambiare la vostra vita!"
"Lo so... Ma è così triste restare sola qui, tra le mura di questo castello!"
"Sentite, questa notte è molto importante per me... Sarò accettata come nuovo membro, se tutto va bene... E' la notte di Pallas, questa..." iniziò a dire. Gaia la guardo sinceramente confusa, non comprendendo le parole della sua dama di compagnia. Jocelyn fece un mezzo sorriso.
"Vi spiegherò, un giorno... Comunque vi prometto che presto cercheremo di fare qualcosa insieme, magari non di così rischioso come ciò che faccio io".
Gaia sfoderò il suo bel sorriso fanciullesco e annuì.
"Mi avete dato la vostra parola, dama Jocelyn!"
"E sarà sempre mia intenzione mantenerla, contessina."
"Perfetto!"
"Ah, e non avete completamente ragione, sapete, con la storia del grado sociale... Certo, io sono libera... ma non sono libera di amare colui che desidero".

Jocelyn correva veloce. Il fitto bosco era il solito, tenebroso, intruglio di rami ed antichi alberi. La notte ormai regnava nel suo manto blu intenso. Percorse la discesa di una collina, dopodichè si trovò davanti ad un grande spiazzo. Un grande falò dominava il centro, ardendo di fiamme rosse che scintillavano nella notte. Alzò lo sguardo, dove la luna piena con i suoi delicati raggi illuminava il suo viso pallido.

"Eccola, la nuova eletta!" disse una donna dalle forme abbondanti e morbide, avvolta in un vecchio e consumato abito. Attorno al falò erano presenti una quantità considerevole di donne, di tutte le età. Jocelyn sorrise e si lasciò trasportare da tante mani che la condussero al centro del fuoco. La spogliarono dei suoi vestiti e la unsero con delle creme fatte con erbe del vecchio mese di giugno che erano conservate sempre per una nuova arrivata nel caso che, ogni nuovo mese, ce ne fosse stata una. La rivestirono con una tunica leggera e nera contornata da bordi di un bianco così puro che sembrava brillare alla luce della luna. Un gruppo di giovani era tenuto in disparte e possedeva vari strumenti: archi, flauti e percussioni. Erano l'unico gruppo di sesso maschile presente. Iniziò a suonare una musica lenta, carezzevole ma con qualcosa di selvaggio... simile alla musica che crea la natura.

"Luna, Luna, madre prediletta!
Eccoci a mostrarti la dama bianca e pura inchinarsi dinnanzi a te!
Modeste le nostre dilette ma fedeli alla tua luce corrente!
Eccovi o Luna, lei piange per il tuo giudizio divino!
Arriva lentamente e ti chiede cortesemente,
tu che tutto vedi,
tu che tutto senti,
tu che tutto illumini,
Dea del cielo e della terra
noi ora ti chiediamo
della nostra eletta avvicinare!
Le tue piante raccoglierà
e la tua acqua berrà
tu o Luna prediletta
da la risposta
a questa tacita diletta!"

Una donna bellissima ma decisamente anziana iniziò ad intonare la poesia del rito, la sua voce era melodiosa e suonava lenta come una nenia. Jocelyn era inchinata al centro ad attendere il giudizio divino della luna. Il vento iniziò a soffiare forte e l'anziana donna alzò le mani al cielo: i suoi occhi erano bianchi, cieca era la Strega Madre che, privata dalla vista, poteva vedere dove nessuno poteva.

"Cantatemi o madre la vostra decisione!
Io aspetto il vostro divino canto!
Degna è la diletta a succhiare il nettare
della tua Madre Terra?"

La donna all'improvviso abbassò le braccia e le chiuse a croce davanti a sé, piegandosi fino ad inginocchiarsi. Tutt'intorno, mentre la musica si faceva più incisiva e forte in attesa della risposta divina, le streghe attorno alle due donne le guardavano con il fiato sospeso fin quando la Strega Madre alzò la testa. Jocelyn la guardò, in attesa del suo giudizio.

"Vieni, o diletta!"

Le donne esultarono e Jocleyn tirò un sospiro di sollievo. Tutte la circondarono, facendola girare e circondandole la testa con una corona di gigli. Tutte si presero per mano ed iniziarono a girare intorno al falò. Il suo calore entrò nel corpo di Jocelyn come mai l'aveva sentito. Sentiva il sussurro delle fiamme scorrere nelle sue vene. I suoi piedi nudi penetravano la terra e la sua freschezza le faceva venire i brividi. Il vento accarezzava il suo corpo e i suoi capelli e sentiva l'energia fluire dentro di sé. La Strega Madre le portò una coppa che conteneva semplice acqua cristallina di un ruscello delle vicinanze e glielo fece bere. Fuoco, terra, aria e acqua. I quattro elementi scorrevano ora nel suo sangue. Eccola, la prima svolta della sua vita. Jocelyn ora era... una strega.

Dopo quella visione così incredibilmente forte, per un attimo mi sentii mancare. Giada mi guardava in attesa, come se quell'attimo in cui la visione aveva corso nella mia mente per un tempo che a me era sembrato una vita, per lei fosse stata solo una piccola pausa prima di una risposta. Per quanto le visioni arrivassero raramente, ci avevo già abbastanza fatto l'abitudine. Ma quella volta per me fu decisamente più forte. Forse perchè évenni a sapere che uno dei miei più grandi desideri era divenuto realtà in una mia vita passata: ero stata una strega, questo voleva dire che tuttora, in me, scorreva sangue da strega. E venire a conoscenza di un mistero simile, sentire ancora l'energia dei quattro elementi scorrere in me, mi scombussolò.

Ancora una volta venni a conoscenza di un mistero, uno dei tanti che legava la mia vita reale a quella che sembrava un'intricata vita passata. Avevo una visione ogni volta che accadeva una piccola svolta nella mia vita, o dopo aver visto qualcuno che avrebbe poi assunto un ruolo importante nella mia vita. Quello voleva dire che probabilmente dopo aver risposto alla semplice domanda di Giada, anche la mia vita reale avrebbe subito una svolta.
"Sì... vengo volentieri!" risposi titubante. Giada fece il suo sorriso.
"Bene!Aspettiamo solo le dieci, non vorrei che Gigi si offendesse"
Io sorrisi a mia volta. "Non c'è problema!"

Le dieci arrivarono.
"Forza, andiamo!" mi disse con la sua solita, sconvolgente, energia.
Ed io che ero così timida ed impacciata mi misi al suo fianco ed insieme ci incamminammo verso la sua casa, che non avevo mai visto.
"Sono contenta che hai accettato di venire, chissà quanto ti saresti annoiata a stare tutta la sera li!"
"Già, ti ringrazio molto per avermi invitata"
"Figurati!Ah, vengono anche Kevin e Jack... Ti dispiace?"
In quel momento il mio cuore fece un sussulto ed iniziò a battere forte.
"No, no, nessun problema" risposi piano.
"Bene!"

Continuammo a chiacchierare mentre camminavamo e mi resi conto di quanto fosse facile per me parlare con lei, certo c'era ancora un pò di incertezza, che ha sempre fatto parte del mio carattere (soprattutto appena conosco una persona), ma le parole mi uscivano tranquille e mi sentivo incredibilmente a mio agio. Per la seconda volta, non sapevo quanto la mia vita stesse per cambiare.

Eccovi questo quarto capitolo,allora che ne dite?
Ringrazio:
HarryEly:Siiiiiiii che bello vederti anche qui!Sono davvero contenta che questa fic ti sia piaciuta(tra i preferiti addirittura!*__*)altro che Morgan,in questa ci sto mettendo sempre più cuore e vita reale ma spero che questo la renda più speciale!Si si,ora ormai mi ci sto affezionando sempre più,continuare a scriverla sarà un bisogno vitale!;)Grazie mille come sempre,spero di vederti al prossimo cap!
Ramoso4ever95:Ciao ci sei anche tu!:D Ti capisco, davvero tanto ma come dico sempre noi scrittori siamo fatti con lo stampino,un pò incompresi lo siamo sempre!Bisogna solo essere abbastanza forti per affrontare il tutto. Si, Nomaglio esiste davvero e davvero ha cambiato la mia vita. Esistono davvero praticamente quasi tutti i personaggi che ho descritto anche se al mio Jack mischierò un pò della mia fantasia!;)ed anche alcune situazioni. Questo paesino è entrato talmente tanto nel mio cuore che ci scrivo pure sopra!XD sei stata perspicace ad aver capito!;)Grazie mille per la recensione,tranquilla fin quando esistono scrittori e lettori non saremo mai sole!;)al prossimo cap!

un saluto
LilyProngs
  
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