Un giorno venne a casa nostra un tipo, ero piccolo ai tempi, mamma e papà dicevano che era una persona a posto, che mi ci sarei trovato bene e così effettivamente fu.
Era un chiacchierone di mezza età che vestiva in maniera eccentrica e beveva té nella sua tazza di porcellana, scherzava e parlava del più e del meno, quella serata ha lasciato un bel ricordo nella mia memoria, ma fu ciò che seguì la notte stessa a portarmi a scrivere ciò che segue: mentre mi affacciavo al balcone di casa per dare un'occhiata alla diroccata casa del vicino sentii delle urle, provenienti dall'abitazione, erano delle urla femminili e da quel che rimembro si protrassero per qualche secondo, fino ad essere interrotte da un suono metallico.
Preferivo non sbilanciarmi su quel che ipotizzavo potesse essere successo lì dentro, ma ciò non toglie che la situazione mi mise una certa strizza addosso.
Aspettai affacciato al balcone ancora qualche secondo, giusto per accertarmi con quel poco che potevo percepire da lassù che non fosse successo nulla di grave, ebbene, come potei capire in seguito, era successo qualcosa di grave.
Dalla finestra della casa di fronte uscì il nostro vecchio ospite e teneva in braccio una donna, completamente bendata, presumibilmente la stessa donna da cui provenivano le urla di prima.
L'uomo la legò al balcone a testa in giù per i piedi, come un salame, lei era viva, ma inerme, la sua bocca era legata dalle stesse bende che la tenevano ferma e ogni sua invocazione di aiuto non portava a nulla.
Piangeva, mi aveva visto e probabilmente mi pregava di fare qualcosa, l'unica cosa che mi venne di fare era avvertire i genitori, far loro vedere che cosa faceva lo stesso tipo che loro definivano come "a posto", ma una volta riuscito a convincerli ad andare al balcone la donna era sparita.