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Autore: Mad Genius    18/08/2014    3 recensioni
Questo piccolo, dolciastro racconto, è nato la notte di Halloween e tratta proprio di questa lugubre nottata. Ancora una volta sarà una commedia ConanxAi, nata ovviamente in un momento di calma e con protagonisti i Detective Boys, rimbambiniti inclusi, alle prese con la notte più paurosa dell'anno: lo scherzetto è assicurato.
Vi prego, di nuovo, di leggere la nota iniziale poiché IMPORTANTISSIMA.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi (stasera  pubblicherò quasi tutte le mie shot del forum) con quella che è la storia che si sono divertiti a plagiarmi. Anche qui vi ricordo di contattarmi qualora vi fossero dubbi sul fatto che la storia sia mia (ma non devono essercene, ho scritto io questa shot.) e di perdonarmi per lo stile maledettamente acerbo delle storielle che sto andando a pubblicare. Have a nice night (di nuovo!)!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Baci Di Strega.

 

 

 

 

 

 

Il giorno di Halloween era un giorno che Shinichi da piccolo adorava: l’atmosfera tetra, i dolci, l’abitudine dei genitori di riunirsi a casa del dottor Agasa assieme alla famiglia Mouri per passare la serata in attesa che “gli spiriti maligni se ne andassero”, come dicevano sempre loro, e che i figli potessero andare a saccheggiare i dolci dei cortesi abitanti del vicinato, era davvero tutto molto piacevole. Eh si, Shinichi adorava proprio Halloween… quando aveva davvero sette anni magari. In effetti il vestirsi a diciassette anni, anche se il suo corpo da bambino ne dimostrava appena otto e solo con un notevole sforzo di immaginazione, da mostro non era più divertente come una volta, e a giudicare dallo sguardo di Ai nemmeno lei sembrava troppo contenta dell’idea. I Detective Boys, squadra di piccoli investigatori composta dai due sopracitati rimbambiniti e da tre veri ragazzini di sette anni, ossia Ayumi, Mitsuhiko e Genta, tuttavia avevano deciso all’unanimità, tre voti contro due, di andare in giro per Halloween a fare Dolcetto O Scherzetto e infine, dopo un lungo giro, di riunirsi a casa del buon dottor Agasa per raccontarsi storie da brividi. Ora a Conan, falso nome di Shinichi, non sarebbe nemmeno dispiaciuta troppo l’idea di stare in casa con i suoi giovani amici ma… si vergognava come un ladro al pensiero del Dolcetto O Scherzetto. I due finti bambini inoltre trovavano imbarazzante l’idea del travestirsi perché Ayumi e gli altri avevano già le intenzioni di fare una sorta di set fotografico per l’occasione e sia Conan che Ai odiavano le foto… soprattutto foto che li avrebbero imbarazzati in eterno.
I tre bambini già avevano un costume adatto all’occasione ovviamente: Ayumi era una piccola vampira, Mitsuhiko era uno zombie e Genta invece un lupo mannaro piuttosto… “enorme”. Conan e Ai invece non lo avevano affatto e avevano ricevuto l’ordine categorico di procurarselo entro le quattro del pomeriggio, orario in cui i ragazzini si sarebbero riuniti per decidere l’itinerario della “caccia”, e soprattutto, Ayumi ci teneva molto, Conan avrebbe dovuto trovare un costume che avrebbe dovuto, all’occorrenza, potersi relazionare con una giovane vampira: il detective liceale si stupì di come persino ad Halloween Ayumi pensasse al romanticismo, romanticismo che curiosamente coinvolgeva sempre lui.
Sorrise triste al pensiero; non osava nemmeno pensare al momento in cui sia Conan che Ai avrebbero dovuto abbandonarli per ritornare alle loro vite di sempre: quelle di Shinichi Kudo e Shiho Miyano. La bella scienziata osservò l’amico.
<< Kudo-kun hai deciso di aspettare che i tuoi piedi mettano le radici? Forza dobbiamo muoverci se vogliamo trovare dei costumi, alle quattro i ragazzi saranno qui non ricordi? >>
Conan la fissò: Ai aveva usato un tono che non era da lei.
<< Come mai non sembri infastidita come lo eri prima? >>
Ai lo guardò con occhi strani.
<< Non lo so Kudo-kun… in effetti l’idea di travestirmi da mostro non mi va troppo a genio ma forse l’idea del divertirsi tutti assieme riesce a farmi dimenticare anche l’imbarazzo. Non lo credi possibile? >>
Conan la squadrò con fare ironico.
<< Chi sei tu? Che ne hai fatto della vera Haibara? >>
Lei lo fissò dritto negli occhi e Conan smise subito di fare lo spiritoso: i grandi occhi blu dell’amica ora sembravano tristi.
<< Non ho mai avuto quelli che si possono definire veri amici prima di te e i Detective Boys, Kudo-kun… mai un Natale, un Compleanno o persino un banale Halloween passato con degli amici. Vorrei poter dire di averli perlomeno passati con la mia famiglia ma sarebbero pochi se paragonati a quelli passati da sola a studiare per scuole private asservite a Loro o a studiare su veleni di ogni sorta. >> Ai abbassò lo sguardo mentre Conan avvertiva il cuore sprofondare.
Fece per avvicinarsi a lei per scusarsi, erano poche le volte in cui lo faceva ma stavolta sentiva il bisogno di farlo dopo i tremendi ricordi che aveva risvegliato nella sua partner, tuttavia poco prima di avvicinarsi per cingerle le spalle con un braccio lei alzò il volto di scatto con un sorriso.
<< Stavo solo scherzando. Non mi crederai così piagnucolona? >> Sorrise ironica incamminandosi verso l’uscio della residenza del dottor Agasa.
Conan la guardò: Ai era da sempre l’unica persona al mondo in grado di metterlo in difficoltà e di saperlo prendere in giro in maniera così raffinata da fargli dubitare delle sue capacità da detective ma al momento Shinichi non era poi tanto sicuro che la sua amica avesse davvero scherzato sulla sua solitudine. Ignara di tutto Ai non notò l’occhiata lunga e penetrante che l’amico le rivolse: Conan poteva essere un po’ duro sui sentimenti delle ragazze ma, per chissà quale ragione, avvertiva sempre uno strano brivido quando si trattava di Ai.
I due liceali ristretti così si misero in cammino verso il più vicino negozio di costumi che sembrava preso d’assalto da almeno una trentina di madri e da altrettanti ragazzini: sarebbe stata una lunga attesa. Alla fine, a Conan parve di riemergere da un lungo letargo, riuscirono ad arrivare al commesso che li accolse con un sorriso stanco.
<< Cercate dei costumi ragazzi? Se volete ho ancora numerosi costumi da vampiro per te ragazzino e da principessa per te signorinella. >>
Ai si immaginò per un momento travestita da principessa: ok, il divertimento tutti insieme era un conto ma il rendersi ridicola un altro.
<< No grazie… cercherò qualcosa per conto mio. >>
Conan annuì in direzione del commesso e si diresse con l’amica alla ricerca di un costume perfetto. Il ragazzino occhialuto adocchiò subito un costume da “detective” che ricordava molto Holmes ma un cipiglio sarcastico di Ai bastò a farlo desistere. La ragazzina invece notò che quasi tutti i costumi femminili erano basati esclusivamente su principesse delle fate e ciò la inquietò parecchio. Conan la guardò e con un sorriso la chiamò a se.
<< Hai visto qualcosa Edogawa-kun? >>
Il ragazzino sembrò allargare il sorriso e le indicò con un dito un costume da strega. Lei lo guardò con quel suo tipico cipiglio mentre lui faticava a trattenersi dal ridere.
<< Beh non puoi dire che non sia adatto a te. >>
<< Stai dicendo che sono una brutta strega? >> Lo fulminò con lo sguardo la giovane scienziata.
Conan indietreggiò e rise nervoso.
<< Ma no è che ti si addice: la strega è generalmente pericolosa, maliziosa, adescatrice… >>
<< E brutte come poche cose al mondo. Mi stai dicendo che sono brutta e che per di più “adesco” la gente? Hai davvero una pessima opinione di me Detective… >> Biascicò Ai con voce altezzosa.
Conan abbassò il capo: non voleva affatto dire che era brutta, anzi… tuttavia ora si trovava in bel guaio. Lei lo guardò con cipiglio offeso per un po’ e quando Conan fece per scusarsi, per la seconda volta in meno di un giorno la scienziata gli rise in faccia.
<< Sto scherzando Edogawa-kun. In effetti ti dirò che mi attira mille volte di più il vestito da strega che quello da principessa delle fiabe… e so bene che non intendevi darmi della strega in senso maligno. >>
Conan la guardò irato.
<< Però quando stuzzichi le persone in questo modo forse l’appellativo di “Strega” ti calza a pennello! >>
Ai emise un risolino, che in fondo stava contagiando anche Conan ma il finto bambino non l’avrebbe ammesso mai, e prese il suo costume. Dopo un altro quarto d’ora Conan decise di prendere, con il cuore in gola al solo pensiero di Ayumi, un costume da vampiro. I due rimbambiniti ebbero appena il tempo di tornare a casa e di indossare i costumi, Ai lanciò un paio di commenti piuttosto maligni sul fatto che Ayumi avrebbe fatto follie per un vampiro affascinante al pari del detective, prima che il resto della squadra arrivasse già vestiti di tutto punto e con cinque contenitori per dolci a forma di zucca. Ayumi lanciò un gridolino deliziato alla vista del “Suo” vampiro mentre Ai semplicemente ghignò in direzione del detective che veniva avvolto in un abbraccio stritola ossa da parte della piccola Ayumi. Dopo aver deciso l’itinerario, Conan spalancò gli occhi dato che il percorso lasciava intendere almeno due ore buone di marcia, i piccoli investigatori ricevettero la prima “dolcezza” della giornata: una merenda dal dottor Agasa, non preparata da lui ma da Ai la sera prima, che servì a passare il tempo in attesa che finalmente il buio calasse sul quartiere di Beika… anche se vista la voracità dei cinque bambini più che altro la merenda anticipò un bel paio d’ore abbondanti passate davanti ai videogame. Alle sette finalmente i detective boys partirono per la caccia. In effetti Conan dovette ammetterlo: si stava divertendo tutto sommato.
<< Ohh gli spiritelli! >> Urlò con un sorriso l’anziana signora Tanaka. << Vi prego prendete questi dolcetti ma non maleditemi. >>
Conan sorrise.
<< Grazie mille signora. >>
La casa successiva apparteneva ai coniugi Koushiro che furono ben contenti di dare a Conan e ai suoi amici caramelle di ogni sorta. Dopo una sosta a casa di Kogoro, una Ran vestita da quella che pareva una strana sorta di uomo baffuto, diede loro almeno mezzo chilo in dolciumi, Genta quasi si commosse. Alla fine restava solo la casa del vecchio dentista Haichi Yamamoto. Il dentista era noto per la bontà che dimostrava con i suoi pazienti e per la mano leggera. Non nutriva una gran passione per Halloween, sebbene a lui portasse molti giovani clienti, anzi raccomandava sempre ai genitori di dare ai bambini solo i dolci necessari senza eccessi per evitare dolori futuri. Quando i giovani investigatori bussarono alla sua porta il vecchio Yamamoto li accolse con un enorme sorriso.
<< Oh ma che abbiamo qui? Beh io ne ho viste di cose strane ma addirittura dei mostri che girovagano per la il quartiere mettendolo a ferro e fuoco no… direi che non ho altra scelta, vi prego prendete queste caramelle ma risparmiate la mia anima. >> Il dottore sorrise e i suoi occhi azzurri e penetranti parvero farsi più profondi e paterni.
I bambini, veri e non, si ritrovarono così con l’ultimo carico di dolci, che prevedeva pochi zuccheri, e si diressero verso casa: erano le dieci e mezza quando tutto finì. Il rientro a casa del dottor Agasa fu un trionfo: i bambini avevano ammassato un notevole quantitativo di dolciumi e avevano in programma una serata davvero mangereccia. In fondo Conan doveva ammetterlo: a qualunque età si divertiva comunque ad Halloween.
La notte così calò in fretta e soltanto il vampiro, che era riuscito ad evitare le avance di Ayumi, e la strega erano ancora svegli. Entrambi infatti, dotati di un metabolismo da adulti, non sentivano proprio il bisogno di dormire alle dieci e mezza della sera e così si erano ritrovati a chiacchierare su un divano del più e del meno.
<< Ayumi ha fatto un vero e proprio servizio fotografico sai Edogawa-kun? Dai dolciumi a noi travestiti… quando il dottor Agasa svilupperà le foto ha deciso che ne farà un album e lo mostrerà alla classe. >> La scienziata sorrise alla faccia dell’amico. << Sarà una figuraccia perenne. >>
Conan la guardò stupito.
<< Come fai ad essere così tranquilla in merito? >> Conan non capiva: generalmente era lei quella chiusa e lui che provava a farla aprire nei confronti degli altri mentre ora i ruoli sembravano invertiti.
Ai gli rivolse uno sguardo un po’ indagatore.
<< Tu non ti sei divertito? >>
Conan annuì.
<< Certo che mi sono divertito… ammetto che un po’ mi mancava non andare in giro per Halloween. >>
Ai annuì e i suoi occhi di zaffiro si incatenarono a quelli color cielo del Detective.
<< Beh ora sai perché sono tranquilla: so di essermi divertita… non so perché ma mi sono sentita così spensierata questa sera… non mi sentivo così bene da anni. E poi… eravamo insieme no? >>
Conan in effetti, pensandoci bene, doveva ammettere che anche lui si era sentito un po’ bambino dopo tanto tempo e aveva passato una serata davvero divertente.
<< Forse hai ragione… >> Conan chiuse gli occhi mentre le sue labbra si increspavano in una smorfia contenta.
Ai lo guardò e si sentì arrossire: possibile che non capisse? Quell’ “eravamo insieme” non si riferiva a tutta la squadra… la scienziata abbassò lo sguardo.
Era da un po’ che in effetti pensando al detective liceale si sentiva arrossire: quante volte l’aveva salvata? Quante volte l’aveva confortata e protetta? Le aveva promesso che l’avrebbe protetta sempre ma come proteggerla da una sofferenza che le causava, sia pure indirettamente, lui? Forse si era innamorata di lui quando aveva pianto davanti a lui per la prima volta, o quando l’aveva salvata da Gin, o quando semplicemente l’aiutava a non sprofondare nella cupa disperazione… come avrebbe mai potuto scordare il suo salvataggio all’epoca del dirottamento dell’autobus? O il suo sorriso quando finalmente l’aveva rivista felice dopo quell’evento drammatico che le era quasi costata la vita? Per un attimo si chiese che diritto aveva lei di pensare al detective in quel modo quando il suo cuore era già legato a quello di Ran.
<< Sai Ai? >> La finta bambina si stupì: Conan non la chiamava mai per nome, come lei non chiamava lui per nome. << In effetti è stato davvero bello stare insieme. >>
Ai si stupì: possibile che intendesse…?
<< Kudo-kun… >>
<< Shinichi… o Conan, come preferisci, non chiamarmi per cognome Ai… o Shiho. >>
<< Shinichi… cosa vuoi dire? >>
Conan, sempre non aprendo gli occhi, sorrise.
<< E’ stato molto bello… >>
Ai gli sfiorò una guancia con la mano facendolo voltare verso di lei. Il detective finalmente aprì gli occhi. Entrambi si imprigionarono in una reciproca gabbia di sguardi profondi come l’oceano. Fu naturale: i due volti sempre più vicini alla fine si congiunsero con un singolo, piccolo bacio sulle labbra. Il secondo fu meno piccolo e più approfondito ed ebbe fine solo quando ad entrambi mancò l’aria e in quanto al terzo… fu Conan a prendere l’iniziativa e avvicinando piano il volto a quello di Ai congiunse le sue belle labbra alle proprie e dopo un minuto approfondì il bacio iniziando un duello passionale che sarebbe risultato assurdo agli occhi di chi non sapeva della vera età dei due ragazzini. Il bacio mano a mano vide aggiungersi le mani di lei che carezzavano il volto di lui e le dita di lui che le stringevano le spalle: qualcuno lo avrebbe definito un bacio tra un principe e una principessa, come in una favola, una favola che portava un raggio di luce bianca nella tetra notte di Halloween.
Nessuno dei due si era però accorto del dottor Agasa che, con un sorriso, aveva appena finito di scattare un’ultima foto: che male c’era del resto se la sua figlioccia e uno dei suoi più grandi amici ricevevano uno scherzetto? Non era Halloween dopotutto?

  
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