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Autore: So_Simple    19/08/2014    2 recensioni
Santana viene mandata dai genitori sull'orlo del divorzio in vacanza in un paesino dimenticato dal mondo, alla bizzarra casa di un bizzarro parente.
Riuscirà ad ambientarsi in questo luogo, o impazzirà prima dello scadere dei due lunghi mesi che dovrà trascorrere lì?
Forse resisterà. E, forse, tra intrighi, intrecci e misteri, troverà dei nuovi amici e, magari, anche l'amore.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grazie mille per le recensioni :)


Rimasi a fissare la lapide, il ragazzo e l’incisione sul marmo con espressione sconvolta. Sono piuttosto certa che i miei occhi fossero schizzati fuori dalle orbite, tanto che a un certo punto, mio zio, accortosi che non lo stavo più seguendo lungo il vialetto ma che ero invece ferma davanti a una certa tomba, tornò indietro, guardandomi preoccupato. “Lo conoscevi?”

Come aveva potuto pormi una domanda così stupida, davvero. “No, direi che non lo conoscevo affatto.”

“Sembra che tu abbia visto un fantasma…” buttò lì lui.

Avrei voluto rispondergli “Eh, zio, sì, più o meno è quello che credo di aver visto!” ma dato che non volevo passare per pazza e visionaria, gli dissi invece “No, è che… era molto giovane quando è successo, mi ha un po’ sconvolto.”

Lui annuì. “Sì, frequentava l’accademia Dalton, a non molti chilometri da qui. Erano in gita scolastica quando accadde. Il pullman uscì di strada e si schiantò mentre tornavano verso la scuola. Si salvò solo l’autista. Fu un brutto colpo per la comunità, se ne parlò per giorni. Anzi, per anni direi.” Sospirò alla fine del discorso, con aria triste.

“Immagino” commentai io, sinceramente colpita.

Andammo verso casa poco dopo. Carlos mi aiutò a portare la valigia – che fino a quel momento aveva portato lui – alla camera al piano di sopra, dove mi sarei dovuta sistemare.

Era una piccola stanza piuttosto accogliente, se si esclude il fatto che puzzava di chiuso e che si trovava in una casa dentro a un cimitero in cui il fantasma di un
diciottenne si aggirava minaccioso, tuttavia mi presi comunque il disturbo di ispezionarla per controllare che sotto il letto non ci fossero mostri, mummie o simili, e che nell’armadio non si nascondessero scheletri e/o altri fantasmi. Fortunatamente trovai ovunque solo polvere e, dentro all’armadietto del comodino un vaso da notte dall’aria antica, con un disegno scrostato sopra.

Le restanti ore del pomeriggio le passai in fibrillazione, intenta a meditare sul ragazzo fantasma. Non avevo mai creduto che tali entità esistessero, e anche in questo caso, neanche la visione poteva convincermi del contrario. Ci doveva essere qualcosa sotto.

Sebbene non avessi mai avuto delle aspirazioni da detective, decisi che ficcare il naso un po’ in giro e cercare di saperne di più non sarebbe stato così male. Alla fine sarebbe stato comunque un ottimo modo per passare il tempo in quel luogo altrimenti noioso. Avrei potuto fare la ghostbuster a tempo perso e magari, nel frattempo, andare a conoscere la ragazza del mausoleo.
 
 
Quello che non potevo di certo sospettare, era che la ragazza del mausoleo sarebbe venuta da me molto prima di quando pensassi.

Dopo cena, quella sera, zio Carlos si congedò, dicendo che non poteva permettersi di essere stanco morto – penso che la scelta di parole fosse stata oculatamente calcolata – e che l’indomani si sarebbe dovuto svegliare presto. Disse che io sarei potuta rimanere sveglia ancora un po’ e avrei potuto fare ciò che desideravo – a parte dissotterrare i cadaveri.

Osservai la sua schiena allontanarsi lungo il corridoio e lasciarmi da sola in sala da pranzo. Uomo di compagnia, non c’è che dire.

Salii in camera mia poco dopo, pensando che non ci fosse niente di più terrificante dello scricchiolante salotto di casa, coi suoi quattro mobili antichi in legno rosicchiati dai tarli e le finestre dai vetri sottili che permettevano di vedere chiaramente il bagliore dei fuochi fatui all’esterno.

Guardai un attimo fuori dalla finestra per controllare che non ci fossero sul davanzale giovani fantasmi pronti ad assalirmi, e poi mi misi sul letto, dopo aver sostituito i jeans con dei pantaloni della tuta e la maglietta con una canottiera. Non volevo mettermi il pigiama perché se per qualche ragione fossi poi fuggita dalla casa e dal
cimitero, farlo con addosso il mio pigiamino rosa sarebbe stato imbarazzante. Insomma, capiamoci.

Sistemai il cellulare sul comodino e guardai l’ora. Erano da poco passate le dieci; mi sembrava presto per andare a dormire, ma almeno in quel modo avrei smesso di pensare a tutti gli orrori che mi passavano per la testa da tutto il giorno.

Chiusi gli occhi e mi sforzai di prendere sonno.

Stavo camminando lungo il vialetto del cimitero con tranquillità, quando una sagoma nera si parò davanti a me. Era contro luce e il sole le oscurava il volto, ma riuscivo comunque a distinguere a fatica il sorriso arrogante di Sebastian Smythe. Mi avvicinai per dirgli qualcosa, ma lui si voltò e fuggì, veloce. Io mi misi a correre, ma non riuscivo a raggiungerlo.

Improvvisamente sentii “Tac, tac, tac, tac” un suono costante, sempre più intenso, sembrava molto vicino a me…

Mi svegliai di soprassalto terrorizzata e, dopo il primo minuto di confusione, mi resi conto che il “Tac, tac” c’era davvero e sembrava provenire proprio da dentro la mia stanza. Mi guardai attorno sempre più in ansia, poi mi sembrò di scorgere del movimento dietro alla finestra. Rimasi un attimo immobile a osservare meglio, poi, come uno stupido e temerario personaggio dei film dell’orrore, mi alzai per avviarmi verso quella che, potenzialmente, poteva essere la mia rovina. Scostai le tende e mi trovai davanti, illuminata dai raggi lunari, una ragazza pallida, dagli occhi verdi e i capelli biondi, che mi faceva segno di aprirle la finestra.

Non so cosa mi impedì di strillare come un’aquila, ma riuscii a rimanere zitta e, col cuore in gola, le aprii la finestra. Se non altro questo sembrava un fantasma civile.

Appena aprii lei saltò dentro con uno scatto felino, mentre io mi spostai di lato continuando a stringere la tenda con una mano.

Rimanemmo a fissarci per un attimo, io zitta e immobile, angosciata. Lei con un sorriso sulle labbra e l’aria divertita.

“Tu saresti la nipote di Carlos, giusto?”

“Sì, Santana… come cavol-”

 “Curioso abbinamento di nomi tu e tuo zio, non trovi? Ahah” mi interruppe lei. Io ci misi un po’ a capire a cosa si stesse riferendo, poi, quando ci arrivai, le rivolsi un sorriso forzato.

“Allora, tu invece saresti il fantasma di chi?!” le chiesi poi, sperando che fosse disposta a rivelarmelo, ma lei mi guardo come se fossi pazza, poi scoppiò a ridere.

“Quinn Fabray, piacere di conoscerti Santana. Ah, no, non sono ancora morta però. Suppongo abbia fatto anche tu il tuo incontro con Sebastian, o non parleresti di fantasmi.”

“Sebastian… già. Aspetta, anche tu…?! Aspetta! Tu sei la ragazza del mausoleo! Piacere di conoscerti!” le porsi la mano con eccessivo entusiasmo, ma lei rispose con un sorriso, mentre mi stringeva la mano, poi andò avanti a parlare.

“Sì, anche io ho visto Sebastian.”

“E cosa ci fai qui a quest’ora?!”

“Lo stavo giusto inseguendo” spiegò lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo “Uscivo da casa di Brittany e lui era lì, in mezzo alla strada. L’ho visto e ho cominciato a inseguirlo, non mi sono neanche accorta di stare scavalcando il cancello del cimitero finché non sono inciampata su una tomba.” Io la guardai perplessa e ammirata al contempo. Questa ragazza aveva il coraggio di inseguire un fantasma in un cimitero nel cuore della notte; io al posto suo sarei svenuta.

“Chi è Brittany?”

“Anche lei ha conosciuto il granchio della Sirenetta?” una voce estranea alle mie spalle mi fece girare di scatto. “E tu chi cavolo sei?!” la ragazza, bionda e con luminosi
occhi azzurri e innocenti, in un solo movimento atletico saltò dentro alla stanza e si avvicinò a me “Brittany, piacere.” Sorrise.

“Eh, scusa, stavo per avvisarti del fatto che sarebbe arrivata Brittany. L’ho avvisata prima di arrampicarmi qui.” Intervenne Quinn, notando la mia espressione confusa.

“Scusate, voi abitualmente inseguite i fantasmi di notte? E poi… perché sei venuta qui?!”

Quinn sorrise, enigmatica. Scambiò con Brittany uno sguardo complice, poi rispose “Noi siamo amiche di Carlos e sapevamo che saresti venuta tu qui. Ho visto che la finestra, di solito con le imposte chiuse, oggi era aperta e ho dedotto che dovesse esserci qualcuno.”

Appena la bionda numero uno finì di parlare, la bionda numero due chiarì l’altro punto. “No, non inseguiamo abitualmente fantasmi. Anzi, non ce ne sono altri di fantasmi a parte lui. Noi lo inseguiamo perché siamo convinti che ci sia qualcosa di più sotto. E poi si sa che i fantasmi hanno dei conti in sospeso.”

“Probabilmente qualche brutto affare, conoscendo il tipo”

“Già. Era cattivo Sebastian, non come il granchio della Sirenetta” il volto di Brittany assunse un’espressione triste che, per qualche strana ragione, mi fece molta tenerezza. “Anche il suo fantasma lo è.”

Io non stavo capendo niente, ma ero già esaltata perché avevo scoperto che in quel paese non esisteva solo Quinn, ma anche quest’altra ragazza. Erano ben due le persone più o meno mie coetanee con cui avrei potuto socializzare. Anche se questo probabilmente mi avrebbe portata a inseguire fantasmi malvagi per tutto il cimitero nel cuore della notte.

“Siete solo voi due a inseguirlo?”

“Di solito ci sono anche Kurt e Rachel, ma oggi dovevano fare qualcosa”

“Sì, di solito ci sono altri due ragazzi.”

“Ah” ero sempre più entusiasta. A quanto pare avrei avuto più compagnia lì che standomene a casa, alla fine.

Improvvisamente, il volto di Quinn sbiancò. “Ragazze… fate silenzio..."

In lontananza giunse un grido sommesso, soffocato, ma straziante, di puro terrore.

"Britt... non sembra anche a te la voce di...?"

"Rachel?" concluse la frase la bionda in piedi di fianco a me.

Dopo di che, mi ritrovai, senza neanche pensarci, a inseguirle mentre scendevano le scale dirette alla porta d'ingresso, intenzionate a cercare la loro amica Rachel, che gridava in preda all'agonia nel mezzo di un cimitero.
   
 
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