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Autore: tiamoharreh    19/08/2014    2 recensioni
« Quegli occhi spaccarono il vetro che li separava. Erano azzurri. Neanche tanto profondi, erano chiari, talmente limpidi e abbaglianti che si poteva scorgere la loro lucentezza anche da lontano. »
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Are you even real? 


Non c'era fretta. La giornata era mite, non faceva né caldo, né freddo, ma il suo nervosismo si poteva percepire da lontano. Chiunque le passasse di fianco avvertiva una scarica elettrica e a lei andava bene perché per nessuna ragione al mondo voleva essere disturbata.
Aveva litigato con tutti quei dannati vestiti che costituivano il suo armadio. Con questo fa troppo freddo, con questo fa troppo caldo! Santo cielo, cosa diavolo mi metto?! urlò contro sé stessa fissandosi allo specchio mentre ormai il resto della famiglia aveva perso le speranze di poterle dare una mano. Lei avrebbe fatto di testa sua.
E così, tesa, con una maglia a maniche lunghe non troppo pesante e dei jeans, uscì di casa per andare a comprare quelle poche cose che sua mamma le aveva richiesto per preparare la cena. Le si leggeva chiaro negli occhi il nervosismo e la rabbia scatenati dal nulla. Bastava poco per farla arrabbiare. Chiunque le passasse di fianco veniva fulminato dal suo sguardo bruciante.
Dunque si affrettava ad andare al supermercato con passo veloce. Guardava dritto e non pensava a niente. Aveva solo bisogno di scrollarsi il nervoso da dosso.
Dovette entrare nella via principale del paese, quella piena di negozi di vario genere.
Sempre decisa, proseguiva il suo cammino quando a un tratto sentì delle musica a un volume decisamente esagerato.
Oh mio Dio, chi è che fa questo baccano?! la sua mente urlava infastidita. Con sguardo omicida cercò tra le persone intorno a lei finché trovò il responsabile.
Proveniva da un negozio proprio sul marciapiede dove lei stava in piedi.
Guardò questo pazzo furioso ed ebbe un sussulto.
La sua mascella si rilassò, i suoi denti erano più stretti e i suoi occhi si erano dissociati dal mondo. Non è possibile pensò.
Era una delle creature più angeliche che avesse mai visto. Si avvicinò lentamente alla vetrina, dimenticando il motivo per cui fosse su quella strada. Voleva scrutare il ragazzo da vicino.
Lui stava con gli occhi bassi, intento a fare il suo lavoro. Il suo naso era così elegante e la sua bocca così sottile che forse non sarebbe piaciuta a nessuno, ma che colpì invece l'attenzione di Noemi. Anche se a dir la verità resto ancora più ammaliata dalla stravagante capigliatura castana di questo particolare ragazzo. Così... incasinata ma così... ordinata. Si sentiva confusa da quei lineamenti del viso. La sua canottiera scura faceva intravedere le sue spalle massicce e i suoi bicipiti impegnati qua e là nel loro lavoro.
Le mani erano coperte da guanti neri e, mentre una conteneva un fazzoletto sporco, l'altra tratteneva un arnese.
Il ragazzo stava tatuando.
Si muoveva in modo aggraziato, il modo in cui si girava, come si concentrava... come aggrottava la fronte, e il modo in cui, quando qualcosa lo disturbava, gli si arricciava il naso. Noemi arrossì nel vedere quella scena.
Si perse nei suoi tocchi fini e leggeri. Lei non amava i tatuaggi, non li considerava importanti, tuttavia rimase affascinata da quelli del ragazzo: ne aveva il braccio pieno e dalla canottiera si poteva scorgere delle parole d'inchiostro sul suo petto. Wow era tutto ciò che Noemi riuscì a pensare.
Poi il ragazzo si fermò. Oddio di sta muovendo, e se mi vede? si tempestò d'ansia la ragazza.
Lui aveva detto qualcosa al povero signore sacrificato, e gli abbozzò un sorriso. Lo salutò e cominciò a riordinare la sua roba. Era quasi l'ora di chiusura.
Alzò gli occhi senza preavviso e incontrò immediatamente quelli di Noemi. Lui sorrise.
Oddio. Noemi non si era mai fatta cogliere in fallo in vita sua. Nessun ragazzo era mai riuscito a beccare i suoi sguardi rubati, ma lui l'aveva stregata e le era impossibile smettere di ammirarlo.
Quegli occhi spaccarono il vetro che li separava. Erano azzurri. Neanche tanto profondi, erano chiari, talmente limpidi e abbaglianti che si poteva scorgere la loro lucentezza anche da lontano.
Quando Noemi vide quegli occhi fu presa in una morsa di emozioni. La rabbia era sorprendentemente sparita. Tutto ciò che le importava era vedere le mosse che avrebbe fatto il ragazzo misterioso.
Quel suo sorrisetto nascosto e lanciato, la catturò. Era in gabbia. Era la creatura più bella che avesse mai visto. Ma da dove vieni tu? pensò, mentre con gli stivali indietreggiò un po' per ritornare nell'ombra e poterlo spiare in segreto.
Arrossì involontariamente e si sentì così stupida a essersi bloccata davanti a quel gesto cortese. Poteva ricambiare, ma non l'ha fatto. Quegli occhi ghiacciati l'avevano raggelata.
Quando lui, un po' deluso che la ragazza dietro il vetro non gli avesse risposto e un po' divertito dell'imbarazzo evidente di quest'ultima, sparì dietro le tende del suo negozio.
Noemi ritornò sul pianeta e uscì da quel sogno.
Proseguì lentamente la strada fino al supermercato. Ripensava a quel ragazzo, e al magico effetto che aveva avuto su di lei. Era così sofisticato si ripeteva, e ne rimaneva affascinata solo al pensiero.
Quel suo sguardo fugace l'aveva riportata sulla Terra e ora si sentiva meglio rispetto a quando era uscita di casa.
Si era lasciata alle spalle il supermercato e teneva un grosso sacchetto fra le braccia. Fuori stava uscendo il buio e un po' di fresco iniziava a sentirsi.
Camminava con sguardo basso, ancora persa dentro le sue piccole emozioni.
Ahia! sentì la sua fronte sbattere contro qualcosa. Tirò su la testa dolorante per capire contro cosa fosse andata.
Ancora quel sorriso.
“Ciao” il ragazzo occhi-blu si era appena battuti in lei e l'aveva appena salutata, riproponendole lo stesso lieve sorriso di una mezz'oretta prima.
“Stai bene?” si affrettò a chiedere lui, mentre si strofinava delicatamente le dita sulla fronte, anche la sua un po' dolorante.
“Ehm, sì, grazie” il tono di Noemi era così staccato. Così intimidito. Aveva il cuore in gola e le mancava il fiato. Quegli occhi la mettevano in imbarazzo.
“Se vuoi ti do una mano” esordì lui.
Noemi non capiva.
“C-cosa?” era stordita.
“Guarda” e lui con la mano indicò per terra.
Noemi non si era nemmeno accorta che alcune cose le erano scivolate dalla borsa della spesa nel momento dell'impatto.
Stava lì impalata non sapendo cosa dire, cosa fare.
Poi lui si chinò e in gesto di cortesia le raccolse quelle poche cose piombate a terra.
“Grazie, ehm...”
“Louis. Tanto piacere”
“Noemi” ebbe un momento di esitazione. Sul suo volto si leggeva enormemente PANICO! e solo lei sapeva che in realtà era solo soffocata dalla bellezza inaspettata così ravvicinata del ragazzo che le stava davanti. Esisti davvero?
“Grazie, Louis” rispose finalmente con un po' di coraggio.
Lui la guardò per pochi attimi poi si congedò.
Oh, un altro di quei sorrisi.
Noemi sentì il cuore sciogliersi in petto. Quella smorfia incantevole era la sua firma.
Louis si allontanò e proseguì lungo la strada che andava contromano.
Noemi rimase lì immobile a capacitarsi della fortuna che aveva appena avuto. Si sentiva così su di giri, così presa, così piena di positività. Quanto è bello! Esplodeva di euforia e il sorriso di Louis le lasciò il più buon umore che avesse mai provato. Quella felicità creava una scia sull'asfalto che tutti potevano vedere.

  
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