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Autore: aswium    19/08/2014    3 recensioni
Lei giaceva accanto a me, immobile, con gli occhi persi a fissare il vuoto.
Il suo corpo esanime non reagiva al richiamo disperato della mia voce.
Gridavo a squarciagola, nella vana speranza di potermi nuovamente deliziare con il suo sorriso innocente.
Jane era morta e con lei il mio cuore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La morte di Jane stravolse radicalmente il mio essere, da cima a fondo: in quel periodo casa mia diventò un totale squallore, un luogo invivibile, ma ciò non disturbò la fittizia quiete in cui veleggiavo illusoriamente; finsi di condurre la mia vita come se nulla fosse davvero accaduto, sebbene quella farsa non riscosse successo.
Concluso il lavoro l'unico momento in cui potei evadere dal dolore fu osservare la televisione al plasma, insieme ad una rinfrescante birra e una busta di patatine.
Avrei ridotto la televisione a brandelli se non fosse stato l'unico vero appiglio riconducibile alla donna che più abbia amato in tutta la mia esistenza.
Non scorderei mai quell'indimenticabile pomeriggio, quando invitai Jane a godere insieme a me del nuovo schermo al plasma che avevo guadagnato grazie alla fruttuosa produzione di metanfetamina.
L'appartamento in sé per sé era misero, praticamente spoglio, carente d'un normale arredamento casalingo, ma ciò che desideravo non era una dimora come tutte le altre; quella doveva essere la mia casa, il primo passo verso una vita migliore .. o almeno così m'illusi.
Jane indossava un canottiera nera, con un caratteristico disegno stampato al centro, aderente al seno e jeans corvini tenuti da una cintura di pelle scura; ciò che la rendeva realmente magnifica erano le sue iridi nocciola, un colore tenue che riusciva però ad incantarmi ogni qualvolta che l'ammiravo.
Dopo qualche infantile supplica accettò la richiesta, così le mostrai con smisurato orgoglio il fantastico televisore al plasma che campeggiava nel bel mezzo della parete scolorita; la prima reazione che notai in lei fu quella di squadrare ogni angolo dell'appartamento, ispezionando centimetro per centimetro il locale in affitto.
Certamente non la biasimai, considerando quanto la dimora somigliasse più ad un rifugio antiatomico e non un luogo dove poter alloggiare comodamente; passò qualche istante e, finalmente, s'accorse dell'attrazione principale, l'unico e buon motivo per apprezzare la casa ancora da decorare.
Lo schermo digitale si sviluppava su gran parte della facciata vicina all'ingresso, una posizione vantaggiosa e ottimale per cogliere al volo tale splendore! Ciononostante la risposta della ragazza non risultò affatto entusiasmante, non quanto speravo.
Mentre le consigliai d'accomodarsi su una delle sedie con rivestimento in vimini (esclusivo lusso della casa), io prelevai dal frigorifero due bottiglie di birra da bere al collo, una a testa, per deliziarsi con gusto i canali ad alta definizione del televisore.
Accesi l'apparecchio ed aspettammo con calma che i programmi s'installassero e attivarne così la configurazione, che per mia fortuna, non avvenne quel giorno.
La noia iniziava ad aleggiare nell'esigua stanza e il sapore amarognolo della birra non poteva placare a lungo l'insoddisfazione del momento; nessun divertimento, niente di niente .. finché non sentì le sue esili dite sfiorare la mia mano penzolante, accarezzandola con piacevole premura.
Un sogno? Oppure le mia fantasia stava solamente giocando un brutto scherzo? Però quella sensazione era reale, palpabile e percettibile, nulla che richiamasse un abbaglio o chissà quale visione onirica- lei era lì, seduta accanto a me, e il suo sguardo s'incrociò con il mio in una magica alchimia di sensazioni.
Non riuscì a resistere, dunque posi le labbra sulle sue e premetti con dolcezza, fino a quando non prese confidenza; un miscuglio di calorose e coinvolgenti emozioni ci catturarono e ci condussero a consumare il nostro amore.
I mesi volarono in sua compagnia e per un istante pensai che insieme a lei avrei potuto affrontare qualsiasi ostacolo e superare ogni difficoltà.. fino al momento in cui il mio piccolo cosmo non crollò nella desolazione.
Una sera Jane portò a casa qualche siringa e dell'eroina con cui sballarsi e, stupidamente, la condividemmo; credevamo che niente al mondo potesse mai separarci se fossi rimasti uniti, io e lei, per sempre .. ma ci sbagliammo.
Appena la droga entrò in circolazione la testa diede segni di squilibrio, il corpo non rispose ai comandi e senza accorgermene caddi in un sonno profondo, mentre la mia amata soccombeva sofferente ed inerme.
Impiegai ore ed ore prima di svegliarmi e quando cercai il suo contatto rimasi paralizzato dalla macabra scena che si presentò ai miei occhi: lei giaceva accanto a me, immobile, persa a fissare il vuoto.

Il suo corpo esanime non reagiva al richiamo disperato della mia voce.

Gridavo a squarciagola, nella vana speranza di potermi nuovamente deliziare con il suo sorriso innocente.

Jane era morta e con lei il mio cuore.
La mia vita andò in frantumi e proprio in quel giorno mi resi conto di quanto lei potesse significare per me, quanto il suo scherzoso sorriso potesse curare le mie ferite, il mio dolore … Jane era il mio mondo ed io l'ho distrutta. 

   
 
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