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Autore: LyStyles    19/08/2014    1 recensioni
Larry Stylinson. One Shot divisa in 3 capitoli.
Dalla storia:
"E' una mattina piovosa di Dicembre e abbastanza fredda, quando la vita di Louis cambia per sempre, Niall, chitarrista che è solito accompagnare la sua voce in concerto suona alla sua porta e quando va ad aprirla Louis si ritrova davanti, Niall Horan con un bimbo, o bimba non ben definito di appena qualche giorno, si capisce, in braccio.
“Niall, sei diventato un baby sitter, vuoi che ti paghi di più? Non ce la fai ad arrivare a fine mese?” e il biondo rise, ma si fece subito serio e poi disse quelle parole che a pensarci Louis si sente ancora tremare, “Veramente era davanti alla porta in questa specie di culla.”
Louis si sente morire a quelle parole, vorrebbe scappare via o sprofondare, vorrebbe smetterla di essere Louis Tomlinson, e per un attimo si ricorda di essere un cantante famoso, afferra la cesta dentro quale era stata la bambina e Niall per una spalla e li tira dentro la casa."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Samantha.




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In ogni incontro c'era un po' del dolore della separazione, ma in ogni separazione c'era anche un po' della gioia dell'incontro.” -Cassandra Clare.








Louis Tomlinson era il padre single più indaffarato d'Inghilterra, padre single, vi chiedere come può essere possibile, ed è possibile se è uno fra i cantanti più ambiti del momento, se non il più ambito, e si ritrova in locali ubriaco quasi ogni sera, locali affollati di donne, quando in realtà è l'uomo più gay dell'Inghilterra, altro primato che gli spetta di diritto.


E così è una mattina piovosa di Dicembre e abbastanza fredda, quando la vita di Louis cambia per sempre, Niall, chitarrista che è solito accompagnare la sua voce in concerto suona alla sua porta e quando va ad aprirla Louis si ritrova davanti, Niall Horan con un bimbo, o bimba non ben definito di appena qualche giorno, si capisce, in braccio.

“Niall, sei diventato un baby sitter, vuoi che ti paghi di più? Non ce la fai ad arrivare a fine mese?” e il biondo rise, ma si fece subito serio e poi disse quelle parole che a pensarci Louis si sente ancora tremare, “Veramente era davanti alla porta in questa specie di culla.”

Louis si sente morire a quelle parole, vorrebbe scappare via o sprofondare, vorrebbe smetterla di essere Louis Tomlinson, e per un attimo si ricorda di essere un cantante famoso, afferra la cesta dentro quale era stata la bambina e Niall per una spalla e li tira dentro la casa.

Niall ha detto qualcosa, ne è sicuro, ma l'unica cosa che Louis stava capendo in quel momento è che gli avevano lasciato un bambino davanti casa, che poi non aveva ancora capito se era un maschio o una femmina, maledetti bambini al di sotto di un anno di età vestiti con colori neutri.

“Louis, c'è un foglio per terra, magari è un errore.” disse Niall facendo cenno ad un piccolo foglio scarabocchiato a mano sul pavimento di marmo della grande casa.

“Ovvio, ci deve essere un errore.” Si auto convinse Louis ma una inquietante sensazione alla bocca dello stomaco gli faceva capire che non ci credeva nemmeno lui.


Louis, è tua figlia questa, non ti ricordi di me, non sai nemmeno il mio nome, io non posso tenerla, tienila tu o dalla in adozione.”


Nessuna firma, nessuna parola di più, nessun nome della bimba, nulla di nulla, imprecò e tirò un calcio forte alla sedia che la ribaltò e la bimba, ora finalmente lo sapeva, era scoppiata a piangere nelle braccia di Niall per il forte rumore.

“Amico, cosa c'è scritto?” continuò a chiedere Niall mentre cullava la bambina.

“Che è mia, porca troia, sono padre e non lo sapevo nemmeno, non so chi è la madre, niente di niente.” rispose camminando avanti e indietro il castano sbuffando e stringendo forte i pugni.

“Prima andiamo alla polizia con questa bambina, gli facciamo fare un esame medico per sapere se sta bene e poi il test del DNA” disse Niall rassicurandolo mentre lo invitava a mettersi il giubbotto e seguirlo in macchina.

Niall aveva sempre una risposta a tutto, era il pensiero razionale quando lui era troppo impulsivo, se ne rendeva conto.

“E ai fotografi cosa diciamo?”

“Non ne ho idea.” Rispose il biondo alzando le spalle e afferrando una coperta per coprire meglio la bambina mentre cominciava a cadere la prima neve e Louis guidava verso la stazione di polizia più vicina premendo sull'acceleratore.


Quella notte per Louis era nata sua figlia, e fu confermato dal test del DNA, c'era il 99% di possibilità che fosse sua figlia e gli venne da piangere, non sapeva se essere felice o triste, non avrebbe mai sognato di avere una bambina così, non avrebbe mai sognato di non seguire i nove mesi della sua donna -non avrebbe mai sognato di avere una donna principalmente- né avrebbe mai sognato di avere una figlia a vent'anni, pochi giorni ai ventuno.


Chiamò sua madre quella notte e gli comunicò tutto piangendo e la madre pianse con lui mentre la bambina veniva portata a fare delle visite mediche per accertarsi della sua salute, e mentre Niall gli toccava una spalla per consolarlo.

“Sono padre Niall, porca troia, ho una figlia.” disse Louis una volta buttato giù asciugandosi le lacrime e Niall annuì sedendosi accanto a lui su quegli scomodi divanetti dell'ospedale nel reparto di pediatria.

In quel momento la porta della sala si aprì e uscì un'infermiera con la bambina in braccio avvolta in nuovi vestiti caldi e “Lei è il padre?” chiese la donna sorridendogli.

Louis annuì ancora stranito da sentirsi dire quelle parole e “Sta bene?” chiese velocemente, l'infermiera annuì “Era affamata e un po' infreddolita, deve essere stata un po' fuori dalla porta di casa sua, signore, ma è sana.” Louis tirò un sospiro di sollievo e sorrise, così l'infermiera gli chiese se volesse prenderla in braccio e insicuro annuì.

Quante volte l'aveva fatto con le sue sorelline, che erano quattro e che quando erano nate erano quasi la metà di lei, sopratutto le gemelle, le aveva prese in braccio sicuro, ma è normale che ti tremino le braccia quando prendi in braccio tua figlia per la prima volta, no?

È normale sentire un vuoto allo stomaco quando senti il suo peso sulle tue braccia e te la stringi contro e Louis in quel momento si era seduto sennò, ne era certo, sarebbe svenuto.

“Cosa pensi di fare con lei?” chiese Niall che era accanto a lui.

“Intanto darle un nome.” ridacchiò Louis insicuro.

“Intendevo se volevi tenerla..” continuò Niall abbassando il volume della voce, gli facevano paura anche a lui quelle parole.

“Ah..” disse il castano e poi continuò “mia madre mi ha avuto a diciannove anni, era sola, è stata dura, ma se avesse abortito o mi avesse dato in affido non sarei qui adesso, e poi me ne pentirei per tutta la vita. Non è come abortire, io la sto tenendo stretta adesso, ed è mia figlia.”

Niall sorrise orgoglioso del suo amico, e “A che nome hai pensato?” chiese.

“Avevo pensato a Emily, ma ora che la tengo in braccio credo che sia più una Sam.” e Niall rise e la bimba guardò suo padre con gli occhietti azzurri che aveva preso da lui forse e lui sospirava, in poche ore aveva avuto una figlia, aveva deciso di tenerla, aveva deciso di fargli da padre.


Quella notte la fece dormire nel letto in camera degli ospiti con tantissimi cuscini per evitare che cadesse, mentre lui la guardava dormire ed era così terrorizzato che non chiuse occhio nemmeno un secondo e l'indomani andò subito nel negozio per bambini e comprò tutine, vestitini, a caso, anche se non sapeva la sua taglia, i dottori avevano detto che aveva una o due settimane ma era nata abbastanza grande e forte, comprò una culla, un seggiolino per l'auto, un seggiolone mentre sui giornali uscivano foto di lui con la bambina in braccio e i giornalisti iniziarono a fare ipotesi.


Sua madre arrivò nel pomeriggio e lo aiutò per i primi tre giorni, poi Niall andò a stare a casa sua la settimana seguente e lui chiese una pausa discografica di tre mesi per poter seguire la bambina, dopo aver rilasciato un intervista dove annunciava alla madre di farsi avanti, l'avrebbe cresciuta lui, però era giusto che conoscesse la madre e non credesse che era stata abbandonata.

Nessuno rispose al suo appello, la polizia aveva controllato tutti gli ospedali della zona, ma nulla, evidentemente era nata in casa, da una donna di cui lui non aveva idea.


Tre mesi e molti lamenti della casa discografica dopo, il cantante fu quasi minacciato di strappare il contratto se non avesse ripreso le sue incisioni, i concerti e le interviste, e mentre cercava di arrangiarsi il più possibile durante le sessioni in studio, per le interviste doveva assolutamente trovare una soluzione, così aveva la lista di baby-sitter collaudati da Liam Payne, un grande amico di Louis e cantante anche lui, e dalla sua bella moglie.


“Annie – Solo per i Weekend – ….” lesse ad alta voce gli appunti dell'amico.

“Harry -48....-” e alzò la cornetta per digitare il numero.


“Salve sono Harry Styles!” Gli rispose una voce roca ma allegra.

“Ciao, ehm, io sono un amico di Liam Payne, mi ha passato il tuo numero, ho una figlia di 15 settimane, saresti libero domani mattina per fare il baby-sitter?” chiese Louis insicuro, non aveva la più pallida idea di cosa si dovesse dire visto che era la prima volta che chiamava un baby-sitter.

“Certo, domani mattina, dimmi dove abiti.” chiese il ragazzo dall'altra parte del telefono.

“Oxford Street, 15, suona al campanello Louis Tomlinson, la riconosci la mia casa, è abbastanza grande, ed è di colore rosso.”

“Perfetto Louis, grazie, ci vediamo domani.” rispose Harry prima di mettere giù il telefono.


Così la mattina dopo Louis prese, pannolini, cremina per evitare gli arrossamenti, salviette, latte, gli omogeneizzati alla frutta dagli scaffali e li mise sul tavolo, così che fossero subito disponibili a Harry senza che passasse tempo a cercarli.

E mentre cercava di sistemarsi i capelli davanti allo specchio senza ottenere buoni risultati, sentì suonare il citofono, così alzò la cornette mentre dal piccolo schermo gli appariva un ragazzo con i capelli ricci che si mordeva insicuro le unghie e “Chi è?” chiese Louis anche se sapeva che doveva essere Harry.

“Sono Harry, Louis!” rispose la stessa voce roca del giorno prima e lui “Ti apro subito la porta.” Disse mentre mentre si allontanava per aprire la porta.

Quando aprì la porta rimase quasi shoccato dal ragazzo davanti a lui, lo osservò attentamente, non dimostrava più di sedici anni, aveva i ricci di un castano scuro abbastanza lunghi che gli coprivano la fronte e le orecchie, gli occhi verdi sull'esterno e azzurri vicino alla pupilla, un sorriso imbarazzato e delle fossette profonde ai lati della bocca, era magro ma muscoloso e più alto di lui di quasi una decina di centimetri.

Si doveva sentire osservato visto che sorrise e si morse un'unghia, rendendosi conto di averlo fissato intensamente sorrise anche lui e lo fece entrare.

“Ciao Harry” disse “lei è Samantha.” e indicò il seggiolone dentro il quale la bimba era mentre giocava con una specie di sonaglino lo fissava e lo scuoteva ridendo ogni volta che sentiva il rumore.

Harry sorrise guardando la bambina e poi fissò di nuovo il padre che aveva iniziato a parlare.

“Qui è tutto ciò di cui puoi avere bisogno, se cerchi qualcosa è al piano di sopra, la prima porta a destra è camera della bambina dove ci sono dei vestiti, se si sporca, se ha fame dalle l'omogeneizzato, si sporcherà tutta sicuramente, se hai problemi chiamami, il numero è su questo foglietto” e glielo porse “se ha sonno si addormenta più volentieri se la tieni in braccio o se la porti a spasso col passeggino per la casa, se è agitata e non riesci a calmarla metti il cd che è sul tavolo, è uno dei miei, di solito con Niall si calma se ascolta la mia voce, oppure metti su ITV1 che sono in onda dalle 10 alle 10.30.” continuò mentre Harry annuiva e si annotava le cose in mente.

“Ah, e se tu vuoi qualcosa, se hai fame guarda quello che trovi nel frigorifero, o negli scaffali.” continuò prima di guardare l'orologio e imprecare a bassa voce.

“Sono in ritardo, devo andare.” disse e si avvicinò alla bambina, la baciò sulla fronte e le sussurrò “Ciao Sam, ci vediamo dopo” la bambina allungò le braccia verso di lui per essere presa in braccio ma lui sorrise triste e “dopo facciamo tutti i giochi che vuoi, ciao amore.” e chiuse la porta dietro di se sorridendo verso Harry.


La bimba iniziò a piangere vedendo il padre sparire dietro al porta e Harry rimase per un attimo incantato, poi si avvicinò alla bambina, slacciò la cintura che la teneva legata per evitare che cadesse e la cullò un po' cercando di farla ridere invano, così prese il CD sul tavolo con un primo piano di Louis in copertina, e non poté non pensare che fosse davvero bello, così camminò fino al salotto e fece partire il CD, la voce acuta ma allo stesso tempo dolce dell'uomo dai capelli lunghi e castani, con quegli occhi che lo avevano lasciato sprofondare in un oceano blu così simili a quelli della figlia, inondò il salone.

Seguita da alcune note di una chitarra e mentre il pianoforte di sottofondo seguiva la sua voce e nel sottofondo delle percussioni scandivano il ritmo.

Era musica da ragazzine, lo ammetteva, però mentre la bambina si calmava Harry ammise che gli piaceva.

Giocò con la bambina, una volta calma, la fece ridere e quel sorriso enorme che gli faceva mentre lui nascondeva il volto dietro le mani grosse per poi sussurrare “Buuuh” lo rendeva felicissimo, amava i bambini. Guardando l'orologio si rese conto che mancavano pochi minuti alle dieci e di lì a poco Louis sarebbe stato in onda, così decise di sintonizzarsi su ITV1 per cercare di conoscere meglio Louis.

Non aveva mai sentito parlare di Louis, odiava il gossip e ascoltava canzoni più rock e indie che della sua musica pop da teenager, ma gli piaceva.


Quando Louis entrò nello studio fu accolto da una marea di applausi e anche la bimba guardando la TV fece un urletto come per dire “Ehi, quello è il mio papà” l'intervista iniziò e sentì l'intervistatore chiedergli di sua figlia e della sua storia e si commosse sentendolo raccontare della sua vita, di come era cambiata mentre la sua faccia mutava in un sorriso fiero e felice mentre l'intervistatrice mostrava le foto con la figlia messe su instagram e lui parlava fiero della bambina.

Per chiudere l'intervista Louis si esibì con una canzone che Harry riconobbe dal CD, mentre suonava il piano, e un ragazzo biondo suonava la chitarra; la sua voce live era ancora più bella, così mentre le dita di Louis accarezzavano i tasti d'avorio la bambina si addormentò sopra Harry.


Louis aprì la porta di casa e “Sono tornato” esclamò felice “Dov'è la mia principessa?” poi si girò verso il divano e vide la bambina addormentata sopra il castano, le manine della bimba tenevano strette la sua maglietta e gli occhi di Harry che puntavano verso la bambina si rivolsero verso Louis e a lui mancò un battito una volta sentitosi trafiggere da quello sguardo intenso.

Si avvicinò a passo lento e si sedette sul bracciolo del divano vicino al riccio per poi sussurrare piano “Avete fatto amicizia in fretta voi due.” e ridere.

“In realtà le ho fatto ascoltare il tuo album tutto il tempo, poi abbiamo guardato l'intervista in TV, le mancavi davvero tanto.” sussurrò la voce roca del riccio di rimando arrossendo un po'.

“Potevi portarla nella culla, così non ti dava noia.” e Harry sorrise balbettando un “non importa” e Louis fece per prenderla in braccio per portarla nella culla, ma “La porto io” disse Harry alzandosi piano e portandola di sopra.

La coprì dolcemente e gli carezzò la fronte e “Ciao Sam” sussurrò prima di girarsi verso la porta e accorgendosi che Louis l'aveva seguito e lo guardava sorridendo, con una spalla poggiata allo stipite della porta.

Louis gli fece cenno di scendere e si diresse verso la cucina aprendo il frigorifero.

“Vuoi una birra?” gli chiese prendendo una birra e quando il moro disse “Si grazie” afferrò anche l'altra e le stappò andando verso il salotto.

“E così hai ascoltato la mia intervista.” sospirò il cantante.

“Devo dire che è la prima volta che ascolto qualche tua canzone, o che sento quella storia.” disse Harry “E devo ammettere che sei bravo, e sei stato molto coraggioso” continuò.

Louis annuì e sorrise, un silenzio imbarazzante salì fra di loro e Harry decise di parlare della bambina cosa che faceva rilassare Louis, aveva notato.

“E' stata bravissima comunque, è una bambina dolcissima, e mi ha fatto scoprire un bravo cantante, ha quattro mesi e ha già una fissa per un cantante”

Louis rise alle parole del riccio, e “Ama la mia musica più quanto la ami io, non volevo fare queste canzoncine da dodicenne depressa, ma i manager..” lasciò la frase incompleta ma Harry capì.

“Nemmeno io ascolto queste canzoni, sono un po' più rock o indie” disse Harry.

“Tipo?” indagò il castano.

“Tipo Coldplay, The XX, Muse, Nirvana, Blink 182 e potrei continuare all'infinito.” rise Harry e Louis annuì e sorrise andando verso la parete dove c'era una pila di CD degli artisti che aveva menzionato e Harry li guardò affascinato.

“Io ho solo questo, questo e questo.” disse Harry arrossendo indicando i vari CD e sorseggiò un po' di Birra.

Louis guardò l'orologio e Harry balbettò che forse doveva andare ma Louis lo spiazzò quando “Ti va di rimare un po'?” chiese e Harry annuì.


Continuarono a parlare un po' imbarazzati, si raccontarono le loro vite, Harry raccontò di sé e Louis spiegò meglio ad Harry la storia di lui e la sua bambina.

“Sei stato coraggiosissimo, Louis è stato un evento così inaspettato.” commentò Harry.

“Ma è stato bellissimo.” sorrise il più grande e “Non lo metto in dubbio!” rispose il più piccolo.

Louis si era rilassato a parlare con lui quindi si lasciò andare, sperando che Harry non fosse il tipo che andava dai giornali di gossip a spiattellare tutto.

“Ho pensato di darla in adozione, ma non l'ho mai pensato davvero, cioè sapevo che era un opzione, ma non potevo..”

“Sarebbe stata una cosa legittima, ecco, non incolparti, ora è con te ed è felice e tu sei felice” replicò Harry.

“Mio padre ha abbandonato me e mia madre, quando mia madre rimase incinta sparì, l'ho rivisto solo qualche anno fa quando diventai famoso.” sorrise triste e una lacrima cadde dall'occhio ma fu subito asciugata dal polsino della felpa di Harry.

“Grazie” bisbigliò e decise di ricomporsi tirando sul col naso e regolarizzando il respiro.

Harry gli sorrise e in quel momento la bambina iniziò a piangere al piano superiore, Harry sussurrò che doveva andare, e Louis annuì.

Il riccio si diresse verso la porta e Louis lo pagò per aver fatto da baby sitter e gli porse l'ultimo album dei Muse, che Harry aveva detto non possedere.

“Non devi Louis” disse Harry cercando di renderglielo, ma il castano scosse la testa e “Conosco Matthew, me ne farò dare un altro” Louis sorrise smagliante e si allontanò un po' per chiudere la porta fissando Harry negli occhi.

“Ah, Harry?” lo richiamò all'ultimo e il riccio si girò velocemente, quasi impaziente.

Louis titubante sorrise e non perse l'occasione ma gli baciò la guancia, poi salì le scale verso la bambina che piangeva.










Inizio queste note dell'autore premettendo che questa sarà una storia divisa in 3 capitoli, ne pubblicherò uno a settimana, così mi prendo tutto il tempo per revisionare ogni pezzettino per assicurarmi di eliminare tutti i possibili errori di battitura.


Beh, dev dire che questa OS è stata un parto, sono due settimane che è salvata sul mio computer incompleta, chiamata “babysitter larry” ed è da lì che è venuta l'idea.

Non doveva essere così lunga ma non volevo lasciarla incompleta, insomma, e quindi ecco qui la prima parte di tre.

Spero che sia abbastanza scorrevole perchè l'ho scritta in giorni diversi provando anche cose diverse.

Tengo davvero molto a questa fanfiction, perchè è nata una sera fra il fluff e avevo tutto chiaro nella testa, come un film, ma non è stato facile buttarla giù, per questo ho cercato di fare il mio meglio.

Louis è un cucciolo sfortunato, anche se insomma te la cerchi se giri ubriaco per locali e non sai più distinguere una donna da un uomo, poi caro Lou, il sesso si fa protetto!

Quindi dite si al preservativo per non ammalarvi oppure rimanere incinte, o mettere incinta qualcuno a seconda del vostro sesso e sessualità, non fate come Louis.

Però devo dire che la piccola Sam è una cucciola felice delle coccole di suo padre e poi del piccolo Harry che la ama subito.

Fra i due scatta qualcosa già al primo incontro e spero vi intrighi sapere quello che succederà.

La citazione all'inizio della One Shot è presa da “La principessa” di Cassandra Clare e credo riassuma bene la storia e per la fine ho preso spunto da quel libro con cui ho finito tutte le mie lacrime.

Grazie per la lettura, spero continuiate a seguire questa storia.

Per chiarimenti, domande o qualunque cosa mi trovate qua su twitter: LyStyles

-Ly


   
 
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