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Autore: Wandering_Child    20/08/2014    3 recensioni
Questa one shot si ispira alla visione avuta da Nostradamus nell'episodio 13 ("Il giusto fratello"), riguardante la morte di Francesco. Basandomi solo su quella visione, ho cercato di immaginare gli ultimi pensieri del giovane principe francese prima di morire e prima di lasciare la persona che più ama al mondo, la sua Maria. Spero di esserci riuscita.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francis, Mary Stuart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tempo. Il tempo è proprio ciò che mi manca, ciò che non ho.
Sono debole, molto debole. Sento il mio respiro farsi più lento, avverto la fatica diffondersi in tutto il mio corpo, un corpo giovane, un corpo che una volta era forte. Non avrei mai pensato che potesse succedermi così presto. Credevo che sarei vissuto ancora. Credevo che io e te, Maria, ci saremmo amati tutta la vita.
Tu mi sei accanto, sento la tua mano posarsi dolcemente sulla mia. Se potessi, se solo potessi, porterei la tua mano alle mie labbra, per baciarla con tenerezza. Non posso contare le volte che ti ho baciato, le volte che ti ho amata, le volte che il mio corpo, un tempo forte e pieno di vita, si stringeva tanto appassionatamente al tuo. Quante notti abbiamo passato ad amarci, a giocare tra le lenzuola, a sognare il nostro futuro assieme… quei sogni tanto dolci, che allora apparivano possibili, si stanno allontanando da me. Li vedo svanire all’orizzonte, vorrei poterli afferrare e trattenere nelle mie mani, ma sono tanto stanco, tanto debole. Ho paura di non farcela, di non essere in grado neanche di dirti addio come vorrei, di lasciarti troppo presto.
Ho paura.
Non voglio lasciarti. Dire addio alla vita è già sufficientemente doloroso, ma dire addio a te, il mio unico amore, è devastante. Vorrei tanto restarti accanto, mia adorata Maria, vorrei guidarti, vorrei regnare con te, vorrei avere la possibilità di condividere la mia esistenza intera con te.
Sento la tua presa sulla mia mano farsi leggermente più forte, un gesto dolce, amorevole. So bene che non è solo il mio cuore che si sta spezzando, ma anche il tuo. Riesco a leggerlo nei tuoi occhi scuri, i tuoi bellissimi occhi, così diversi dai miei e così luminosi, così pieni di vita. Mi sono innamorato di te perdendomi nei tuoi occhi scuri, mio amore. Quanto vorrei riuscire ad allungare la mano e sfiorarti i capelli, stringerti a me in un ultimo abbraccio… ma non ci riesco, non posso farlo. Ogni minuto che passa sono sempre più fragile, più debole.
Sto per andarmene, Maria, e lasciarti sola. Credimi quando ti dico che non voglio farlo, che rinunciare a te è la cosa peggiore che potesse mai accadermi. Ti amo così tanto che non posso separarmi da te, non per sempre. Ma dovrò farlo. Questa volta né tu né mia madre potrete provare a salvarmi, a cambiare le cose.
Vorrei poter restare, Maria. Vorrei tanto vedere i nostri figli, che tante, tante volte ho sognato: un maschietto, un erede al trono di Francia e Scozia, dai capelli scuri e il carattere impetuoso, come il tuo. Testardo, forte e coraggioso. Credo che avremmo discusso sul suo nome: io avrei voluto chiamarlo Enrico, come mio padre e tu invece Giacomo, un nome da sovrano scozzese. Alla fine, naturalmente, avresti vinto tu. E poi ci sarebbe stata una bella bambina, Anna, dai capelli chiari e l’animo quieto, dolce. Sarebbe stata la nostra gioia, la nostra serenità. Avremmo visto i nostri bambini diventare grandi, un giovane principe e una bellissima principessa e io e te, mia dolcissima Maria, saremmo invecchiati insieme, l’uno sempre al fianco dell’altra. Mi piaceva pensare che ce ne saremmo andati insieme, ma so che non accadrà.
Mi dispiace tanto, Maria. Ancora una volta sarò costretto a non mantenere una promessa che ti ho fatto, sarò costretto a deluderti ancora: me ne andrò per sempre e non potrò tornare da te, anche se avevo giurato di farlo.
Vorrei poter dire che le cose cambieranno, che presto guarirò e che tutto questo sarà un lontano ricordo, ma sono consapevole del fatto che non è così. Me ne sto andando e ogni minuto che passa mi avvicino alla morte.
Non posso dire di congedarmi dalla vita con serenità, mentirei. Lasciare tutto mi costa, ma soprattutto mi spezza il cuore lasciare te, non sapere cosa ti accadrà. Tu sei sempre stata una vera forza della natura, una regina in tutto e per tutto e so che in qualche modo riuscirai a cavartela, ad andare avanti anche senza di me ma allo stesso tempo so anche che con me morirà una parte di te e non posso accettarlo, non posso sopportare l’idea di ferirti.
Il respiro è sempre più lento, lo sento. La mente è confusa, non ho più tempo e invece ne avrei ancora bisogno.
Ti stai avvicinando a me, carezzandomi teneramente i capelli, la tua mano ancora posata sulla mia e con un ultimo sforzo, sorprendendo persino me stesso, riesco a sfiorare la tua morbida guancia. Sentirti tanto vicina a me mi dà sollievo e, per un breve istante, quasi mi rassereno.
“Dopo cena e dopo aver giocato con Anna, Giacomo vorrebbe che tu lo aiutassi con la lettura…” mormori con gentilezza al mio orecchio, accennando un lieve sorriso d’intesa, guardandomi come tu sola sai fare. Capisco immediatamente ciò che mi stai chiedendo, è il nostro gioco preferito: immaginare il nostro futuro assieme, i nostri figli.
Sorrido stancamente e, con molta fatica, riesco a replicare soltanto un sommesso e poco convincente “Lo farò con piacere”, ma leggo nei tuoi occhi che sai perfettamente che sto fingendo. Lo sai. Ti stringi più forte a me e fissandomi direttamente negli occhi, con forza mi chiedi di prometterti che lo farò, che giocherò con i nostri figli, che mi occuperò di loro. Che starò con te. Maria, mi chiedi di lottare, mi chiedi di non abbandonarti. Non sai quanto ci stia provando, quanto stia cercando con tutto me stesso di restare aggrappato alla vita.
“È un bel sogno… un sogno così bello…” sussurro io stremato, capace solo di accennare appena un piccolo sorriso mentre tu sei sull’orlo delle lacrime. Vorrei stringerti tra le braccia e dirti che andrà tutto bene, che non devi preoccuparti per me.
Maria, sii forte. Devi esserlo per entrambi.
Non riesco a tenere gli occhi aperti ancora per molto, so che mi resta pochissimo tempo. Vorrei dirti che ti amo Maria, che ti ho sempre amata tanto ma le parole riescono a stento ad affiorarmi alle labbra e quando finalmente vi arrivano, è troppo tardi.
Me ne sono andato e questa volta, non tornerò.
Non manterrò la promessa.
Ti amo, Maria. E dovunque sono diretto, ti aspetterò. Questa è la mia nuova promessa per te, un promessa che non si infrangerà. Ti aspetterò.
Lo prometto.
 
 
 
  
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